Negli ultimi anni tra le professioni sanitarie l’attività infermieristica ha assunto un ruolo importante, sia perché la professionalità e l’esperienza dell’infermiere sono fondamentali nel percorso clinico di ogni paziente, sia perché un infermiere specializzato è una risorsa importante per ogni struttura sanitaria.
Oggi, tuttavia, per molteplici fattori, molti infermieri sia all’inizio della propria vita lavorativa che in momenti successivi si trovano a dover intraprendere l’attività da freelance. Diventare infermiere professionista, tuttavia, non è semplice: richiede impegno, dedizione, ma soprattutto mentalità rivolta al mercato, in particolare al propria specializzazione sanitaria.
E’ imprescindibile, infatti, che l’infermiere professionista possa rivolgersi ad un mercato troppo vasto, dove la concorrenza è forte. Meglio, quindi, concentrarsi sulla propria specializzazione e cercare di costruirsi la propria clientela in quello specifico ambito. L’infermiere libero professionista, può avere un orario più flessibile e può operare in contesti diversi e ad affiancare, ai turni in clinica o in ospedale, una seconda attività “extra-lavorativa”, svolta presso uno studio proprio o un ambulatorio altrui.
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Quali attività svolge l’infermiere professionista?
Il D.M. 14 settembre 1994, n. 739 ha riconosciuto la figura dell’infermiere responsabile dell’assistenza generale infermieristica e ha precisato la natura dei suoi interventi, gli ambiti operativi, la metodologia del lavoro, le interrelazioni con gli altri operatori, gli ambiti professionali di approfondimento culturale e operativo, le cinque aree della formazione specialistica (sanità pubblica, area pediatrica, salute mentale/psichiatria, geriatria, area critica). In particolare, l’infermiere professionista:
- Partecipa all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività;
- Identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività e formula i relativi obiettivi;
- Pianifica, gestisce e valuta l’intervento assistenziale infermieristico;
- Garantisce la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche;
- Agisce sia individualmente sia in collaborazione con gli altri operatori sanitari e sociali;
- Per l’espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell’opera del personale di supporto;
- Svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie pubbliche o private, nel territorio e nell’assistenza domiciliare, in regime di dipendenza o libero-professionale.
L’Infermiere contribuisce alla formazione del personale di supporto e concorre direttamente all’aggiornamento relativo al proprio profilo professionale e alla ricerca. La formazione infermieristica post-base per la pratica specialistica è intesa a fornire agli infermieri di assistenza generale delle conoscenze cliniche avanzate e delle capacità che permettano loro di fornire specifiche prestazioni infermieristiche nelle seguenti aree:
- Sanità pubblica: infermiere di sanità pubblica;
- Pediatria: infermiere pediatrico;
- Salute mentale-psichiatria: infermiere psichiatrico;
- Geriatria: infermiere geriatrico;
- Area critica: infermiere di area critica.
Quali requisiti per esercitare l’attività?
Per diventare infermiere professionista è richiesto il rispetto di requisiti di onorabilità e professionalità, come di seguito indicati. I requisiti di onorabilità sono:
- Essere cittadino italiano, oppure italiano appartenente a territori non uniti politicamente all’Italia ovvero cittadino di uno Stato con cui esista trattamento di reciprocità;
- Godere dei diritti civili;
- Essere di specchiata condotta morale.
Per quanto riguarda la professionalità, invece, è richiesto il raggiungimento di un titolo di studio minimo che consiste nel raggiungimento della Laurea triennale in infermieristica. Dopo il primo triennio gli infermieri possono proseguire la propria formazione professionale iscrivendosi a un corso di master di primo livello (o frequentando altre iniziative di formazione permanente) oppure, dopo aver acquisito 5 anni di esperienza, iscrivendosi alla Laurea specialistica.
Perché diventare infermiere professionista?
Nell’ambito della libera professione è necessario diventare esperti in settori specifici, perché è una richiesta in aumento. L’esercizio della Libera Professione sarà il faro dello sviluppo della Professione infermieristica nel prossimo futuro. Nei prossimi anni, i giovani infermieri neo laureati rischiano di rimanere per troppo tempo lontani dalla professione, in attesa di un posto di lavoro come dipendente, quindi è indispensabile riuscire ad essere orientati sin da subito verso la libera professione. Valutiamo adesso i contenuti sanitari che si prospetteranno negli scenari futuri con:
- Tempi di degenza sempre più brevi.
- Persone non autonome dimesse e care giver poco informati.
- Blocco dei turn over con diminuzione del Personale e conseguenti lacune nei Servizi 24 H.
- Anziani, Pazienti terminali e cronici con sempre meno risposte dalle Istituzioni con un ridotto numero di dipendenti in servizio.
Per tutti questi motivi l’esercizio della Libera Professione per un Infermiere sta diventando sempre più importante come percorso professionalizzante. Inoltre, per esercitare la Libera Professione, bisogna ricordare alcuni obblighi di base come lo sviluppo delle competenze sempre più richieste dal mercato e la formazione di business, perché chi è Libero Professionista è anche un formatore verso il malato e la sua famiglia ed è, soprattutto, il miglior formatore per i giovani Infermieri che si vogliono dirigere verso i nuovi orizzonti della Professione.
La carriera
La carriera di un infermiere può evolversi in varie direzioni, con possibilità di crescita professionale e accesso a ruoli di coordinamento o management. Inoltre, l’infermiere può scegliere di proseguire gli studi con un master o una specializzazione, aprendo ulteriori opportunità di carriera. Essere un infermiere significa lavorare in un ambiente dinamico e spesso impegnativo, dove la capacità di gestione dello stress, la comunicazione efficace e l’empatia sono qualità fondamentali. La professione è molto richiesta e offre una stabilità lavorativa significativa, insieme alla soddisfazione di svolgere un ruolo cruciale nel sistema sanitario e nel benessere delle persone.
L’iter da seguire
Per diventare un infermiere professionista che opera in forma individuale è necessario seguire una serie di adempimenti richiesti dalla normativa fiscale, previdenziale e amministrativa. Di seguito vi riportiamo schematicamente l’iter di avvio di questa attività, rimandando maggiori approfondimenti di questi aspetti di seguito.
I passi da effettuare per svolgere questa attività sono:
- Apertura della partita IVA;
- Iscrizione alla FNOPI, la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieri e al relativo Albo provinciale;
- Comunicare l’inizio dell’attività professionale al proprio Collegio e/o al Collegio della provincia ove si andrà a lavorare;
- Iscrizione alla cassa professionale di riferimento ENPAPI (Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Professioni Infermieristiche);
- Dotarsi di una copertura assicurativa, elemento fondamentale di tutela;
- Apertura di una casella PEC (Posta Elettronica Certificata);
- Adempimenti fiscali obbligatori.
Inizialmente l’infermiere può offrire prestazioni di lavoro autonomo occasionale, rilasciando una ricevuta non fiscale, con marca da bollo da 2 euro (superati i 77,47 euro), ed applicando una ritenuta d’acconto pari al 20% sui compensi. In questo caso occorre iscriversi ad ENPAPI, alla gestione separata, e ad operare esclusivamente nei confronti di aziende, in quanto i privati non assumono la veste di sostituto d’imposta.
Apertura della partita IVA
L’apertura della partita IVA è il primo adempimento fiscale da effettuare per diventare infermieri freelance. Con l’apertura della partita IVA è necessario anche scegliere il Codice Attività (ATECO) della vostra attività professionale. Per gli infermieri professionisti il codice attività da utilizzare il seguente:
CODICE ATTIVITA’ | DESCRIZIONE |
---|---|
86.90.29 | “Altre attività paramediche indipendenti nca“ |
Vi consigliamo, in ogni caso di rivolgersi ad un dottore Commercialista per l’avvio della vostra attività, in modo tale sia da evitarvi di commettere spiacevoli errori, sia per demandare a lui l’adempimento di tutte le comunicazioni e dichiarazioni fiscali necessarie per l’attività di infermiere professionista, lasciandovi il tempo di dedicarvi serenamente alla vostra attività professionale.
Il regime forfettario
Oltre al Codice Attività deve essere scelto anche il regime fiscale da applicare alla vostra attività professionale. Per i lavoratori autonomi, come gli infermieri professionisti può essere vantaggioso, se si possiedono i requisiti, aderire al c.d. “Regime forfettario“, introdotto dalla Legge n. 190/2014, successivamente modificata dalla Legge n. 208/2015. Con il regime forfettario, non potrai superare il limite di compensi e ricavi, pari a 85.000 euro annui. Tale limite è in vigore dal 1 gennaio 2023. Per quanto riguarda i redditi da lavoro dipendente e alle spese per i compensi di eventuali dipendenti/collaboratori, la soglia massima è pari a 20.000 euro.
Il regime forfettario è un regime fiscale per le imprese e i professionisti di minori dimensioni. Si tratta della c.d. “flat tax” per le partite IVA che prevede agevolazioni fiscali e contributive, a patto di rispettare i requisiti di accesso e permanenza nel regime. Con l’applicazione del Regime Forfettario nessun costo dell’attività diventa deducibile dal reddito. Quello che vi stiamo indicando in questo momento sono soltanto i punti essenziali, legati a questo particolare regime fiscale agevolativo, che vi consentirà di risparmiare tempo, ma soprattutto denaro.
Con l’applicazione del Regime Forfettario, si beneficia di particolari agevolazioni come l’imposta sostitutiva con aliquota fissa al 15% sul reddito imponibile e può calare fino al 5% per i primi cinque anni di attività. Il reddito imponibile, si calcola tramite una semplice operazione matematica, è sufficiente conoscere il coefficiente di redditività associato al proprio Codice ATECO (78%) ed applicarlo al totale delle fatture incassate entro il 31 dicembre e sottrarre, dalla cifra ottenuta, i contributi previdenziali versati nello stesso periodo.
Con l’applicazione del regime forfettario non è prevista la tenuta della contabilità, né vi è l’obbligo di registrare le fatture emesse, che invece vanno solo conservate, con l’aggiunta della numerazione progressiva. Annualmente, occorre redigere e presentare la dichiarazione dei redditi.
La contabilità semplificata
In alternativa a questo regime semplificato i soggetti che non vi possono accedere entreranno automaticamente nel regime fiscale della “contabilità semplificata“. La contabilità semplificata è il regime fiscale ordinario per le imprese minori, che non hanno la possibilità di applicare regimi di vantaggio come il regime forfettario. Si tratta di un regime fiscale applicabile dalle persone fisiche (che esercitano attività di impresa o di lavoro autonomo), dalle società di persone (e assimilate) e dagli enti non commerciali.
Si tratta del regime fiscale naturale dei professionisti, e prevede la tassazione a IRPEF del reddito professionale (ricavi meno costi deducibili, ai sensi del DPR n. 917/86), e assoggettamento a IVA e ritenuta di acconto in fattura (maggiori informazioni qui). Si tratta sicuramente di un regime fiscale più complesso, in quanto è necessaria la tenuta della contabilità e si è soggetti all’applicazione dell’IVA in fattura, liquidata trimestralmente e all’applicazione della ritenuta di acconto in fattura.
Rispetto al regime forfettario la determinazione del reddito avviene attraverso la differenza tra ricavi incassati nel periodo di imposta e costi deducibili (secondo il DPR n. 917/86). Questo significa che in questo regime è possibile dedurre, in interamente o parzialmente (a seconda dei casi), i costi sostenuti legati all’attività. Se volete approfondire quali sono i costi che potete dedurre dal vostro reddito professionale vi indico questo nostro contributo “Scaricare i costi con la Partita Iva: guida al risparmio“.
Esenzione IVA delle prestazioni
Un’aspetto fondamentale legato alle prestazioni professionali effettuate da infermieri professionisti è quello legato alla fatturazione. Le prestazioni di diagnosi, cura e riabilitazione rese alla persona nell’esercizio delle professioni e arti sanitarie soggette a vigilanza (cioè l’esercizio della medicina, della chirurgia, della farmacia e delle professioni sanitarie ausiliarie) sono esenti da IVA (articolo 10, del DPR n. 633/1972). Dal punto di vista operativo, l’infermiere professionista che effettua la prestazione deve, in ogni caso, emettere Fattura (senza addebito di IVA), indicando nella stessa il titolo di esenzione dall’imposta; in particolare, occorre inserire la dicitura:
“Operazione esente IVA – articolo 10, n. 18, D.P.R. n. 633/1972“ |
Sulla fattura originale che dovrà essere consegnata al cliente, l’infermiere dovrà applicare obbligatoriamente, nell’ipotesi in cui l’importo sia superiore a €. 77,47, una marca da bollo da €. 2,00.
Gestione previdenziale
Gli infermieri che avviano la loro attività da freelance sono tenuti obbligatoriamente ad iscriversi all’ENPAPI (Ente Nazionale Previdenza e Assistenza Professioni Infermieristiche), ovvero la Cassa di previdenza obbligatoria degli infermieri professionisti. L’iscrizione è obbligatoria per tutti gli infermieri, iscritti agli ordini provinciali, che esercitano attività libero professionale in forma individuale in qualità di
- Titolari di partita IVA;
- Associati ad uno studio professionale;
- Soci di cooperativa sociale con rapporto di lavoro autonomo.
Per iscriversi è necessario compilare la domanda e inviarla tramite email all’indirizzo [email protected] o tramite raccomandata A/R allegando anche la copia fronte/retro di un documento d’identità valido. La domanda deve essere inviata all’Ente entro 60 giorni dalla data di inizio dell’attività libero professionale. Il termine di trasmissione si riferisce alla data di invio della domanda, pertanto, farà fede la data della email di invio o del timbro postale della raccomandata. Tutti gli iscritti devono versare annualmente tre tipologie di contributi:
- Contributo soggettivo: Il contributo soggettivo obbligatorio dovuto annualmente da ogni iscritto all’Ente è pari al 16% del reddito netto professionale (al netto delle spese ma al lordo della ritenuta d’acconto) derivante da lavoro autonomo e risultante dalla relativa dichiarazione dei redditi. L’iscritto – in fase di trasmissione dei dati reddituali – può selezionare un’aliquota superiore a quella minima obbligatoria, fino ad un massimo del 23% del reddito professionale. E’ in ogni caso dovuto un contributo soggettivo minimo (quota fissa) pari ad € 1.600,00 annui;
- Contributo integrativo: Il contributo integrativo dovuto annualmente da ogni iscritto all’Ente è rappresentato da una maggiorazione percentuale pari al 4% da applicare ai corrispettivi lordi che concorrono a formare il reddito imponibile dell’attività autonoma di tipo infermieristico. La maggiorazione deve essere riscossa direttamente dall’iscritto, dall’associazione, dalla cooperativa sociale o dalla società cui partecipa, contestualmente alla riscossione dei corrispettivi o proventi e previa evidenziazione del relativo importo sul documento fiscale emesso o rilasciato. È in ogni caso dovuto un contributo integrativo minimo (quota fissa) pari ad € 150,00 annui.
- Contributo di maternità: importo fisso determinato ogni anno sulla base delle indennità di maternità erogate.
La Cassa di previdenza calcolerà direttamente gli importi da versare sottraendo l’iscritto dall’obbligo di effettuare, in proprio, il calcolo dei contributi soggettivi ed integrativi dovuti. Tutti gli infermieri riceveranno bollettini M.AV. personalizzati con l’indicazione dei dati anagrafici e degli importi contributivi richiesti.
Modalità di versamento
L’iscritto deve pagare:
- 4 rate di pari importo, costituite dai contributi minimi per l’anno in corso;
- 3 rate pari ciascuna ad 1/3 dell’importo a conguaglio, determinato tra quanto versato a titolo di acconto per il medesimo anno e quanto dovuto a titolo di contribuzione sulla base della dichiarazione del reddito professionale e del volume d’affari presentata attraverso il Modello UNI.
Per il versamento degli acconti sono disposte 4 rate da versare entro il 10 del mese di febbraio, aprile, giugno ed agosto. L’ammontare di ciascuna delle prime 4 rate è ottenuto sommando:
- 25% del contributo soggettivo minimo;
- 25% del contributo integrativo minimo;
- 25% del contributo di maternità.
Le scadenze bimestrali delle 4 rate in acconto sono indicative e non sono soggette a sanzioni, l’unico termine ultimo per il versamento della contribuzione relativa all’anno precedente e sanzionabile è quello del 10 dicembre.
Le 3 rate a conguaglio non sono maggiorate da interessi di dilazione e devono essere versate entro e non oltre la scadenza del 10 dicembre. Il mancato rispetto del termine del 10 dicembre, per il pagamento della contribuzione dovuta a conguaglio, comporta l’applicazione del regime sanzionatorio ordinario, previsto dal vigente Regolamento di Previdenza dell’Ente. Il periodo di pagamento è dal 10 febbraio al 10 agosto.
Conclusioni
Se la nostra guida vi è stata di aiuto e finalmente avete deciso di avviare l’attività di infermiere professionista, il primo step è sicuramente quello di rivolgervi ad un dottore Commercialista preparato in questo tipo di attività. Questo vi permetterà di evitare errori, di risparmiare tempo, ma soprattutto di potervi dedicare serenamente all’esercizio della vostra attività, lasciando a lui la gestione di tutti quelli che sono gli adempimenti amministrativi e fiscali.
Se non avete un Commercialista di riferimento, contattateci attraverso l’apposito servizio di consulenza online. Riceverete una risposta nel più breve tempo, e sarete contattati da un professionista preparato che analizzerà assieme a voi la vostra situazione personale e vi fornirà i giusti consigli per l’avvio della vostra attività.
Se pensi che questa attività ti possa interessare, ma hai dei dubbi, magari hai un’idea di una nicchia in cui vorresti offrire le tue competenze, ma non sei sicuro che questa possa essere l’idea giusta, contattaci, potremo consigliarti al meglio!
Domande frequenti
Puoi aprire una Partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, online o di persona. È consigliabile consultare un commercialista per assicurarsi di completare correttamente la procedura.
Il regime fiscale più adatto dipende da vari fattori come il reddito annuale, le spese e altre attività economiche. Consultare un commercialista può fornire una guida personalizzata.
Generalmente, le prestazioni di servizi sanitari sono esenti da IVA, ma ci sono eccezioni. È importante verificare le normative specifiche applicabili alla tua situazione.
Sì, è possibile, ma ci sono implicazioni fiscali e contributive da considerare. È consigliabile consultare un commercialista per capire come gestire al meglio entrambe le attività.
Sì, i contributi previdenziali sono generalmente obbligatori per i lavoratori autonomi, e il loro importo varia in base al reddito e ad altri fattori.