Holding per la proprietà intellettuale del gruppo

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La gestione centralizzata dei beni immateriali attraverso una holding permette di ottimizzare la tassazione sui diritti di proprietà intellettuale e proteggere il patrimonio aziendale, sfruttando regimi agevolati come il Patent Box.

La proprietà intellettuale rappresenta oggi uno degli asset strategici per le imprese, indipendentemente dalla loro dimensione. Tuttavia, molte aziende si trovano ad affrontare una gestione frammentaria e inefficiente dei propri beni immateriali, con conseguenti perdite economiche e vulnerabilità legali.

Il problema principale emerge quando brevetti, marchi, know-how e altri diritti immateriali sono dispersi tra diverse entità del gruppo o gestiti direttamente dalle società operative. Questa situazione comporta duplicazioni di costi, difficoltà nel monitoraggio e protezione dei diritti, oltre alla perdita di opportunità fiscali significative.

La soluzione strategica risiede nella strutturazione di una holding dedicata alla gestione centralizzata della proprietà intellettuale. Questa architettura societaria, già adottata da gruppi multinazionali come Google, Amazon e IKEA, consente di ottenere vantaggi fiscali concreti attraverso il regime del Patent Box, proteggere efficacemente i diritti immateriali e ottimizzare i flussi di royalties all’interno del gruppo.

La Holding come centro di controllo della proprietà intellettuale

La holding rappresenta il nucleo strategico per la gestione della proprietà intellettuale, fungendo da società madre che detiene e amministra tutti i diritti immateriali del gruppo. Questa struttura consente di separare nettamente la proprietà dei beni immateriali dalla loro utilizzazione operativa, creando un sistema di licensing interno che genera flussi di royalties ottimizzati dal punto di vista fiscale.

La normativa nazionale, attraverso il Decreto Legislativo 10 febbraio 2005, n. 30 (Codice della Proprietà Industriale), fornisce il quadro giuridico di riferimento per la tutela e gestione dei diritti di proprietà intellettuale. Il Codice disciplina brevetti per invenzione, modelli di utilità, disegni e modelli, marchi d’impresa e indicazioni geografiche, stabilendo i presupposti per il riconoscimento e l’esercizio di questi diritti.

Nel contesto della holding, la centralizzazione della gestione permette di implementare strategie integrate di ricerca e sviluppo, monitoraggio delle violazioni, gestione dei portafogli brevettuali e negoziazione di accordi di licenza. Questa concentrazione di competenze e risorse genera economie di scala significative e riduce il rischio di dispersione del valore immateriale.

Struttura operativa

La struttura tipica prevede che la holding detenga la titolarità dei diritti e conceda licenze d’uso alle società operative controllate o collegate. Questo schema, oltre a generare ricavi da royalties per la holding, consente alle società operative di utilizzare i beni immateriali senza doverne acquisire la proprietà, mantenendo la flessibilità operativa necessaria per adattarsi ai cambiamenti del mercato. Affinché questo schema possa trovare applicazione è necessario che lo sviluppo dell’IP property avvenga a carico di questa società, o che la stessa vada ad acquisire le varie proprietà intellettuali del gruppo. A sua volta, attraverso specifici contratti di licenza è possibile far sfruttare alle singole società operative le proprietà intellettuali in cambio di royalties.

Questo tipo di struttura, oltre ad essere efficiente sotto il profilo reddituale, in quanto permette alla holding di percepire proventi sotto forma di canoni, consente anche una protezione patrimoniale, separando le attività da tutelare dai rischi insiti nelle società che svolgono attività commerciale.

Il regime del Patent Box: opportunità fiscali concrete

Il Patent Box rappresenta uno degli strumenti fiscali più vantaggiosi disponibili per le imprese italiane che investono in ricerca e sviluppo. Il regime, disciplinato dall’articolo 6 del Decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito dalla Legge 17 dicembre 2021, n. 215, consente una super-deduzione del 110% dei costi sostenuti per lo sviluppo di beni immateriali.

Soggetti beneficiari

Possono beneficiare dell’agevolazione i soggetti titolari di reddito d’impresa che siano “investitori” (inteso come soggetto titolare del diritto allo sfruttamento economico dei beni immateriali agevolabili, il quale realizza gli investimenti in attività rilevanti nell’ambito della sua attività d’impresa, sostiene i relativi costi, assumendo i rischi e avvalendosi degli eventuali risultati; cfr. provv. Agenzia delle Entrate 15.2.2022 n. 48243). 

Beni immateriali agevolabili

I beni immateriali agevolabili includono: brevetti industriali, disegni e modelli ornamentali registrati, programmi per elaboratore protetti da copyright, know-how e informazioni aziendali riservate. La Circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 5 del 24 febbraio 2023 ha fornito chiarimenti operativi fondamentali sui requisiti soggettivi e oggettivi per l’accesso al beneficio.

Dal punto di vista operativo, la struttura holding ottimizza l’applicazione del Patent Box concentrando in un’unica entità sia gli investimenti in ricerca e sviluppo sia i relativi ricavi da royalties. Questo consente di massimizzare la base imponibile agevolabile e di semplificare gli adempimenti amministrativi richiesti dall’Agenzia delle Entrate.

La holding può beneficiare della super-deduzione sui costi sostenuti per lo sviluppo interno dei beni immateriali, mentre le società operative del gruppo pagano royalties per l’utilizzo di tali beni. Questo meccanismo genera un doppio vantaggio fiscale: deduzione maggiorata per la holding e deduzione ordinaria dei costi delle royalties per le società utilizzatrici.

 Spese agevolabili

Sono agevolabili le seguenti spese (provv. Agenzia delle Entrate 15.2.2022 n. 48243, § 4.1), legate alla proprietà intellettuale:

  • Spese per il personale titolare di rapporto di lavoro subordinato o di lavoro autonomo o altro rapporto diverso dal lavoro subordinato, direttamente impiegato nello svolgimento delle attività rilevanti (lett. a);
  • Quote di ammortamento, quota capitale dei canoni di locazione finanziaria, canoni di locazione operativa e altre spese relative ai beni mobili strumentali e ai beni immateriali utilizzati nello svolgimento delle attività rilevanti (lett. b);
  • Spese per servizi di consulenza e servizi equivalenti inerenti esclusivamente alle attività rilevanti (lett. c);
  • Spese per materiali, forniture e altri prodotti analoghi impiegati nelle attività rilevanti (lett. d);
  • Spese connesse al mantenimento dei diritti su beni immateriali agevolati, al rinnovo degli stessi a scadenza, alla loro protezione, anche in forma associata, e quelli relativi alle attività di prevenzione della contraffazione e alla gestione dei contenziosi finalizzati a tutelare i diritti medesimi (lett. e).

Schema holding-trading per l’utilizzo dei marchi

Lo schema holding-trading rappresenta il modello operativo più efficace per la gestione dei diritti di proprietà intellettuale all’interno di un gruppo. In questa configurazione, la holding detiene la proprietà dei beni immateriali e concede licenze d’uso alle società operative, generando flussi di royalties che ottimizzano la distribuzione del carico fiscale.

Livelli societari

Il meccanismo operativo prevede due livelli distinti:

La holding proprietaria mantiene la titolarità giuridica ed economica dei diritti immateriali, gestisce le attività di ricerca e sviluppo, monitora il mercato per identificare potenziali violazioni e negozia accordi di licenza con terzi. Questa entità concentra le competenze specialistiche e gli investimenti strategici legati alla proprietà intellettuale.

Le società operative controllate utilizzano i beni immateriali per le proprie attività commerciali, produttive o di servizio, versando alla holding royalties calcolate secondo parametri di mercato. Queste società mantengono la flessibilità operativa necessaria per rispondere alle dinamiche competitive del proprio settore.

Determinazione delle royalties

La determinazione delle royalties deve rispettare il principio dell’arm’s length, previsto dalle normative sui prezzi di trasferimento. L’Agenzia delle Entrate, attraverso la Circolare n. 32/E del 2020, ha fornito indicazioni specifiche sui metodi di determinazione dei prezzi di trasferimento per i beni immateriali, privilegiando l’approccio del confronto tra prezzi di mercato quando disponibile.

Dal punto di vista contrattuale, l’accordo di licenza deve specificare i diritti concessi, le limitazioni geografiche e temporali, le modalità di calcolo e pagamento delle royalties, gli obblighi di utilizzo e protezione dei diritti concessi. La documentazione contrattuale assume particolare rilevanza ai fini della difendibilità fiscale della struttura.

L’efficacia di questo schema dipende dalla sostanza economica delle operazioni. Le autorità fiscali verificano che la holding svolga effettivamente funzioni di gestione e sviluppo della proprietà intellettuale, assumendo i relativi rischi e disponendo delle risorse umane e finanziarie necessarie. La mera intestazione formale dei diritti, senza una corrispondente sostanza operativa, può comportare la disapplicazione dei benefici fiscali.

Protezione legale e gestione centralizzata delle dispute

La concentrazione della proprietà intellettuale in una holding specializzata consente di implementare strategie di protezione più efficaci e coordinate. Questa centralizzazione facilita il monitoraggio sistematico del mercato per identificare potenziali violazioni, la gestione uniforme delle procedure di registrazione e rinnovo dei diritti, e la negoziazione di accordi di licensing con maggiore forza contrattuale.

La protezione legale si articola su diversi livelli operativi. Il monitoraggio attivo del mercato permette di identificare tempestivamente usi non autorizzati dei diritti immateriali, mentre la gestione centralizzata delle procedure legali consente di sviluppare strategie di enforcement coordinate e di ottimizzare i costi legali attraverso economie di scala.

La holding può implementare programmi di protezione proattivi, includendo il deposito sistematico di brevetti nelle giurisdizioni strategiche, la registrazione di marchi in classi merceologiche rilevanti, e la definizione di politiche interne per la protezione del know-how aziendale. Questa approccio sistematico riduce significativamente il rischio di perdita di valore del patrimonio immateriale.

La gestione delle dispute assume caratteristiche peculiari quando i diritti sono concentrati in una holding. La separazione tra proprietà e utilizzo dei beni immateriali permette di isolare i rischi legali, proteggendo le società operative da potenziali azioni di risarcimento. Inoltre, la holding può sviluppare competenze specialistiche nella gestione del contenzioso, migliorando l’efficacia delle strategie difensive.

Aspetti di pianificazione fiscale nazionale e internazionale

La pianificazione fiscale attraverso strutture holding richiede un approccio che consideri sia la normativa nazionale sia le convenzioni internazionali per evitare la doppia imposizione. La gestione della proprietà intellettuale attraverso holding può generare significativi vantaggi fiscali, purché rispetti i principi di sostanza economica e le normative anti-elusive.

A livello nazionale, il regime di partecipation exemption (articolo 87 del TUIR) consente di escludere dalla tassazione le plusvalenze e i dividendi derivanti da partecipazioni qualificate. Questo regime si applica anche ai proventi derivanti dalla cessione o dal licensing di beni immateriali detenuti dalla holding, purché siano rispettati i requisiti temporali e di opzione previsti dalla normativa.

Il trattamento fiscale delle royalties assume particolare rilevanza nella strutturazione internazionale. La maggior parte dei trattati contro le doppie imposizioni prevedono aliquote ridotte o esenzioni per le royalties pagate tra società collegate, creando opportunità di ottimizzazione fiscale. Tuttavia, le recenti normative anti-BEPS (Base Erosion and Profit Shifting) dell’OCSE hanno introdotto limitazioni significative a questi benefici.

La direttiva europea sui pagamenti di royalties (2003/49/CE) elimina le ritenute alla fonte sui pagamenti tra società associate dell’Unione Europea, semplificando la gestione fiscale delle strutture intracomunitarie. Questo regime è particolarmente vantaggioso per i gruppi che operano in più Stati membri dell’UE.

Rispetto della normativa antielusiva

Le normative CFC (Controlled Foreign Companies) e quelle sui prezzi di trasferimento rappresentano i principali vincoli alla pianificazione fiscale internazionale. L’Agenzia delle Entrate, attraverso il Provvedimento del 23 novembre 2020, ha definito le linee guida per l’applicazione della normativa sui prezzi di trasferimento ai beni immateriali, richiedendo documentazione specifica per giustificare i trasferimenti di valore.

È fondamentale che le strutture holding rispettino il principio di sostanza economica. Questo significa che la holding deve svolgere effettivamente funzioni di gestione e sviluppo della proprietà intellettuale, disporre di risorse umane qualificate, assumere i rischi connessi agli investimenti in ricerca e sviluppo, e prendere decisioni strategiche relative alla proprietà intellettuale.

Esempi pratici e case studies operativi

L’esperienza consulenziale dimostra che l’efficacia delle strutture holding dipende dalla corretta calibrazione rispetto alle specificità del business e agli obiettivi strategici dell’impresa. Di seguito alcuni esempi pratici che illustrano le diverse modalità applicative.

Caso del gruppo manifatturiero con marchio storico

Un’azienda italiana del settore tessile con fatturato di 50 milioni di euro ha trasferito il proprio marchio storico (registrato da oltre 30 anni) a una holding appositamente costituita. La holding concede licenza d’uso del marchio alle società operative del gruppo, ricevendo royalties pari al 3% del fatturato. La struttura ha permesso di accedere al Patent Box sui costi di sviluppo e valorizzazione del marchio, generando un risparmio fiscale annuo di circa 200.000 euro.

Esempio di gruppo tecnologico con brevetti

Una società di software ha trasferito i propri programmi per elaboratore e brevetti algoritmi a una holding, che li concede in licenza alle società operative italiane ed estere. Il regime Patent Box applicato sui costi di ricerca e sviluppo (circa 2 milioni di euro annui) genera una super-deduzione di 2,2 milioni, con un risparmio IRES di circa 480.000 euro annui.

Struttura per holding familiare

Un imprenditore proprietario di tre aziende nel settore alimentare ha conferito tutti i marchi e le ricette (know-how) a una holding personale. Questa struttura facilita la successione generazionale, protegge i beni immateriali da eventuali crisi delle singole società operative, e consente di ottimizzare la tassazione attraverso il consolidato fiscale.

La corretta implementazione richiede attenzione a specifici aspetti operativi. Il trasferimento dei beni immateriali alla holding deve essere valutato ai valori di mercato, con possibili implicazioni fiscali in termini di plusvalenze. La documentazione dei prezzi di trasferimento deve essere predisposta in conformità alle linee guida OCSE, particolarmente per i beni immateriali unici o hard-to-value.

Gli accordi di licenza devono prevedere clausole specifiche per la gestione delle modifiche ai beni immateriali, la ripartizione dei costi di protezione legale, e le modalità di adeguamento delle royalties in base all’evoluzione del mercato. La holding deve mantenere documentazione dettagliata delle proprie attività per dimostrare la sostanza economica della struttura.

Requisiti normativi e compliance

Il rispetto dei requisiti normativi rappresenta l’elemento critico per l’efficacia fiscale delle strutture holding dedicate alla proprietà intellettuale. La normativa italiana e le prassi dell’Agenzia delle Entrate stabiliscono criteri precisi che devono essere costantemente monitorati e rispettati.

Per l’accesso al Patent Box, l’articolo 6 del D.L. 146/2021 richiede che l’impresa svolga attività di ricerca e sviluppo, mantenga documentazione idonea a dimostrare il collegamento tra costi sostenuti e beni immateriali sviluppati, e rispetti i requisiti di tracciabilità delle spese. La holding deve essere in grado di dimostrare che i costi agevolabili sono effettivamente sostenuti per lo sviluppo, il mantenimento e il potenziamento dei beni immateriali.

La documentazione richiesta dall’Agenzia delle Entrate include relazioni tecniche sui progetti di ricerca e sviluppo, evidenza dei costi sostenuti con dettaglio analitico, documentazione sui risultati ottenuti in termini di beni immateriali sviluppati o migliorati, e dimostrazione dell’utilizzo economico dei beni immateriali. Questa documentazione deve essere conservata per l’intero periodo di fruizione del beneficio e per i successivi termini di decadenza.

I prezzi di trasferimento per le royalties devono rispettare il principio dell’arm’s length, documentato attraverso analisi comparative o studi economici che giustifichino le modalità di determinazione. L’Agenzia delle Entrate, nel Provvedimento 23 novembre 2020, ha specificato che per i beni immateriali unici è necessario utilizzare metodi alternativi al confronto diretto, quali il profit split method o il transactional net margin method.

La normativa CFC (articoli 167-170 del TUIR) può applicarsi alle holding estere che detengono proprietà intellettuale, rendendo imponibili in Italia i redditi realizzati da tali entità. Tuttavia, la normativa prevede esenzioni per le società residenti in Stati UE che svolgono un’attività economica effettiva mediante l’impiego di personale, attrezzature, attivi e locali.

Consulenza fiscale online

La strutturazione di una holding per la gestione della proprietà intellettuale rappresenta una strategia matura e consolidata che offre benefici concreti e misurabili per le imprese italiane. L’esperienza consulenziale dimostra che, quando correttamente implementata, questa architettura societaria può generare risparmi fiscali significativi, migliorare la protezione dei beni immateriali e ottimizzare l’efficienza operativa del gruppo.

I vantaggi fiscali del Patent Box, con la super-deduzione del 110%, rendono particolarmente attraente questa strutturazione per le imprese che investono in ricerca e sviluppo. La scadenza del 29 gennaio 2025 per l’opzione Patent Box rappresenta un’opportunità concreta per le imprese che intendono beneficiare di questo regime agevolato nel corso dell’anno.

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Federico Migliorini
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Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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