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Holding estera: il caso Fiat-Chrysler

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Perché il gruppo Fiat-Chysler ha deciso di portare la sede della Holding nel Regno Unito? E’ stata solo una mossa fatta per ridurre il carico fiscale e basta?  La pianificazione fiscale internazionale del gruppo non può passare dal mero risparmio fiscale. La Holding estera è stata creata con l’obiettivo di spostare il baricentro economico del gruppo in un mercato finanziario tra i puù importanti al mondo.

La pianificazione fiscale internazionale è un elemento indispensabile di ogni gruppo di imprese. Al di la di quello che può sembrare ai non addetti ai lavori il Tax Planning non ha il solo obiettivo di ridurre il carico fiscale.

Al contrario la riduzione del carico fiscale è solo una delle conseguenza che si possono ottenere. L’obiettivo principale da raggiungere è l’equilibrio patrimoniale finanziario ed economico dell’impresa nel tempo.

Diffidate dai consulenti che non mettono al centro questo elemento quando vi propongono operazioni straordinarie, spesso finalizzate al solo risparmio fiscale.

Per dimostrarti tutto questo ho deciso di analizzare per te l’operazione effettuata dal gruppo Fiat-Chysler qualche anno fa (2014/2015). Mi riferisco alla fusione transfrontaliera che ha portato una azienda italiana del gruppo a diventare una società di diritto olandese. Società che poi ha deciso di stabilire la propria sede fiscale nel Regno Unito.

L’obiettivo in questo caso è stato quello di dotare il gruppo italiano di una Holding estera a capo del gruppo. Partiamo dall’inizio ed analizziamo questa particolare operazione di ristrutturazione che ha portato alla formazione di una Holding estera.

Holding Estera

Holding estera e risparmio fiscale

Voglio partire sfatando una constatazione che è sicuramente venuta in mente a tutti noi.

Mi riferisco alla tentazione di interpretare che la scelta effettuta dal gruppo Fiat-Chrysler di far nascere una Holding estera a capo del gruppo derivi solo dall’elusione della tassazione italiana.

In sostanza chi non penserebbe che il gruppo di automobili abbia deciso di spostare all’estero la residenza fiscale della propria Holding per farla sfuggire alla pesante tassazione di Ires e Irap.

Classico caso di persone fisiche o meno che “scappano” dal regime tributario italiano in cerca di tassazioni più miti. Se ci pensi bene con questa operazione la Holding del gruppo è passata da una tassazione del 28% (aliquote Ires e Irap attuali), contro il 20% della tassazione attualmente presente nel Regno Unito.

Sebbene sia evidente che la scelta di Fiat-Chrysler discenda da una pianificazione fiscale per il gruppo a livello mondiale, l’obiettivo principale non è probabilmente quello di ridurre Ires e Irap pagate in Italia.

Per comprenderne le possibili motivazioni e le implicazioni per il nostro paese occorre richiamare brevemente gli elementi essenziali della tassazione dei gruppi industriali.

Prendo questo esempio, proprio per farti capire come una pianificazione fiscale di un gruppo industriale non debba essere basata sull’elusione fiscale. Gli elementi principali da raggiungere sono altri. Poi evidentemente si cerca anche di raggiungere il minor carico fiscale possibile.

La tassazione delle Holding in Italia

La prima considereazione da fare è che le società capogruppo (c.d. Holding) non svolgono concretamente alcuna attività operativa.

Queste società si limitano, infatti, a detenere e gestire le partecipazioni in società operative. Società, queste, che svolgono effettivamente attività commerciale o industriale.

I proventi che percepiscono le Holding sono costituiti prevalentemente dai dividendi percepiti dalle varie società controllate.

I dividendi, in linea generale, non sono soggetti alle imposte dirette che gravano sulle società, se non in misura ridotta. La base imponibile di tassazione dei dividendi percepiti tra società in Italia è del 5% del loro ammontare.

La ragione che motiva questa esclusione da tassazione del 95% dei dividendi percepiti risiede nel fatto che i dividendi derivano da redditi già tassati. La tassazione è, infatti, già avvenuta in capo alle società che hanno concretamente prodotto questo reddito.

Holding estera e tassazione in Italia

Questa premessa è importante per arrivare ad affermare un concetto base:

il trasferimento di una Holding all’estero non implica l’esclusione da tassazione delle imposte sul reddito prodotto dalle imprese controllate operative

La formazione di una Holding estera non influisce sulla tassasazione del reddito percepito dalle sue società controllate.

Il reddito generato da queste società sarà sempre tassato in capo alle stesse. Se si tratta, quindi, di società controllate italiane queste continueranno a scontare imposte italiane.

Quello che voglio dire è che il trasferimento di una holding capogruppo all’estero non implica che ci sia una perdita di gettito in Italia. La perdita di gettito semmai è limitata alla base imponibile che sarebbe stata tassata dalla sola Holding. Percentuale che abbiamo visto essere pari al 5% dei dividendi che avrebbe percepito.

Più la Holding fa parte di un grande gruppo industriale maggiore sicuramente sarà la perdita di gettito. Attenzione però, non sempre è così!

Nel caso preso in esame del gruppo Fiat-Chrysler negli anni precedenti questa operazione societaria i bilanci della capogruppo hanno sempre chiuso in perdita fiscale. Perdita che ha contributo a ridurre, piuttosto che aumentare, le imposte complessivamente pagate dal gruppo in Italia.

Quindi, anche sotto questo punto di vista affermare che la formazione di una Holding estera ha il mero scopo di eludere la tassazione nello Stato di emigrazione non è esatto.

Holding estera e baricentro economico del gruppo industriale

Ma allora per quale motivo la Holding del gruppo Fiat-Chrysler è stata trasferita all’estero?

E perché proprio nel Regno Unito?

Capirai bene come una decisione di questo tipo sia stata oggetto di una attenta pianificazione fiscale. I fattori in gioco sono molteplici e soffermarsi solo sulla fiscalità è sicuramente fuorviante. Oggi, la pianificazione fiscale ha molte variabili di cui l’aspetto fiscale è solo una di esse.

Nello stesso tempo, tuttavia, la scelta di un Paese deve tenere conto delle implicazioni fiscali che ne conseguono.

Vediamo insieme, quindi, alcuni elementi che sono stati presi in considerazione in questo tipo di pianificazione fiscale.

Elementi che rendono attrattivo un Paese da un punto di vista fiscale

Gli elementi che rendono attrattivo un paese per una holding dal punto di vista fiscale possono essere così sintetizzati:

  • L’assenza di ritenute sui dividendi pagati ai propri azionisti. In questo modo la distribuzione finale di dividendi dalla Holding estera ai soci, subirà la minore tassazione possibile;
  • Una buona rete di trattati internazionali per evitare le ritenute sui redditi (dividendi, interessi, royalties) percepiti dalle società controllate. Al di la di quello che può sembrare difficilmente nella pianificazione fisclale oggi si va verso Paesi Black List. Piuttosto si cercano soluzioni maggiormente compliance. La scelta di un Paese, infatti, deve adattarsi a pennello alle esigenze della società;
  • Regole generose sulla deducibilità degli interessi passivi (thin capitalization). E’ molto frequente che ci siano passaggi di denaro tra società del gruppo. Per questo motivo le regole sulla deducibilità degli interessi passivi sono importanti nella pianificazione fisclale di un gruppo industriale;
  • Regole sulla tassazione dei redditi di controllate in paesi a bassa fiscalità (norme sulle Controlled Foreign Corporations);
  • La capacità dell’autorità fiscale di ridurre l’incertezza sul trattamento fiscale di operazioni complesse attraverso accordi con il contribuente.
  • Può essere rilevante, a seconda dell’assetto organizzativo della holding, anche il trattamento fiscale dei redditi personali percepiti dal management e dallo staff.

Questi, in sintesi sono gli elementi da prendere in considerazione per il trasferimento di una Holding all’estero.

La scelta del Regno Unito per una Holding estera

Il Regno Unito è sicuramente competitivo su molti di questi aspetti.

Per questi motivi, principalmente, il gruppo Fiat-Chrysler ha deciso di optare per questo trasferimento. Sicuramente l’aspetto fiscale, legato alla minore tassazione in Italia, è stata una variabile soltanto marginale nella scelta finale.

In Europa, tuttavia, assieme al Regno Unito vi sono altri Stati con regimi fiscali altrettanto competitivi per una Holding. Mi sto riferendo a Paesi come Irlanda, Lussemburgo, Svizzera e la stessa Olanda. Paese dove Fiat-Chrysler Automobiles ha stabilito la propria la sede legale.

La scelta del Regno Unito è probabilmente il segnale che il baricentro economico del gruppo Fiat si è ormai spostato fuori dall’Italia e particolare attenzione viene riservata ai rapporti con il Nord America.

Le norme fiscali del Regno Unito sono infatti particolarmente attraenti per le società operanti negli Stati Uniti. Lo testimoniano i numerosi casi di multinazionali americane (come Aon e Liberty Global) che hanno spostato la residenza nel Regno Unito da quando questo paese ha annunciato, che non avrebbe più tassato il reddito prodotto all’estero dalle società residenti.

Holding Estera: conclusioni

In questo contributo ho preso a riferimento il caso del trasferimento all’estero della Holding del gruppo Fiat-Crysler per farti capire come nella pianificazione fiscale ci sono molte variabili da prendere in considerazione.

Certamente l’aspetto legato alla minore tassazione è una variabile importante, ma non è l’unica su cui basare la propria scelta. In particolare la scelta del Paese estero di immigrazione assume un’importanza strategica.

Oggi la pianificazione fiscale internazionale mira a trovare la migliore soluzione possibile da cucire addosso alle esigenze di ogni società. Per questo motivo non esitono soluzioni valide per tutti.

Quando mi pongono la domanda su quale sia il migliore Paese ove avviare un’attività, non c’è una risposta esatta. La risposta esatta, infatti, è: “dipende“.

Il Paese migliore è quello in grado di offrire le migliori risposte alle esigenze di ogni società. Per questo motivo è sempre necessario analizzare in dettaglio la struttura e l’operatività della società prima di consigliare qualsiasi operazione societaria di questo tipo.

Naturalmente, affidati sempre ad un esperto in questo campo!

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