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Quando un hobbista deve aprire partita IVA?

Fisco NazionaleProfessioniQuando un hobbista deve aprire partita IVA?

Tutto quello che devi sapere per trasformare la tua passione in un'attività imprenditoriale regolamentata.

Molti hobbisti italiani si trovano di fronte alla domanda: conviene aprire partita IVA e diventare un imprenditore? Questo articolo ti guida attraverso le circostanze in cui un hobbista deve legalmente passare alla gestione imprenditoriale della propria attività, senza dover necessariamente versare i contributi alla gestione artigiani e commercianti dell’INPS. Se stai vendendo i tuoi prodotti handmade e ti accorgi che l’attività sta crescendo, continua a leggere per capire come e quando fare il passo verso l’imprenditoria senza sbagliare.

Chi è l’hobbista e quali sono i suoi limiti?

In Italia, non esiste ancora una normativa unica che definisce in modo chiaro chi è un hobbista. La definizione viene lasciata alle varie disposizioni regionali che, in linea generale, descrivono l’hobbista come un soggetto che realizza, propone, o baratta prodotti di modico valore in modo non professionale e occasionale. Questo significa che l’hobbista non svolge un’attività commerciale continuativa e non è tenuto a rispettare gli obblighi previsti per un’impresa vera e propria. La mancanza di una normativa unica nazionale rende necessario fare riferimento a regolamenti regionali che variano a seconda del territorio, e questo comporta una certa incertezza normativa. In ogni caso, le caratteristiche principali di un hobbista sono la produzione limitata e sporadica, l’assenza di una struttura organizzata e la vendita occasionale.

Requisiti per considerarsi un hobbista

Per essere considerato un hobbista e non un imprenditore, è necessario rispettare alcuni requisiti specifici che riguardano il tipo di attività svolta, la frequenza delle vendite e l’ammontare dei ricavi generati. Vediamo nel dettaglio questi requisiti:

  • Prodotti di modico valore: Si tratta di prodotti realizzati artigianalmente, con un valore unitario massimo di 250 euro. La soglia esatta è definita a livello regionale, ma generalmente si attesta su questo valore. Questo significa che ogni prodotto deve essere caratterizzato da un valore contenuto, e non può superare una certa cifra stabilita dalla normativa locale. La finalità di questa regola è evitare che si possa parlare di un’attività commerciale vera e propria, limitando il valore economico di ogni singola vendita;
  • Attività occasionale: L’attività deve essere del tutto sporadica ed occasionale per non essere considerata commerciale. Partecipare a uno o due mercatini l’anno è permesso, mentre una presenza costante e settimanale viene considerata attività imprenditoriale. Questa regola è pensata per evitare che chi si definisce hobbista possa di fatto operare come un commerciante. L’aspetto occasionale è quindi determinante, e va documentato per dimostrare che l’attività non viene svolta in maniera sistematica o organizzata. L’obiettivo è di impedire che l’attività diventi simile a quella di un commerciante, che per sua natura è continuativa e professionale.

Questi requisiti sono pensati per mantenere un confine tra chi svolge attività in modo amatoriale e chi opera professionalmente. Gli hobbisti che rispettano questi limiti possono evitare l’apertura della partita IVA e non sono soggetti alle regole fiscali e contributive previste per i commercianti o artigiani. Tuttavia, è sempre consigliabile monitorare attentamente il livello delle proprie vendite e la frequenza delle partecipazioni ai mercatini, per evitare di sconfinare in un’attività che richiederebbe adempimenti fiscali più complessi.

Quando aprire la partita IVA

Se la tua attività hobbistica comincia a superare uno o più dei limiti indicati, è necessario aprire una partita IVA e passare a una gestione imprenditoriale. Ma quali sono i segnali che indicano il momento giusto per farlo?

  • Attività continuativa: Se l’attività non è più occasionale, ma si svolge in maniera continuativa, ad esempio vendendo tramite un sito di e-commerce o in mercatini in modo regolare.
  • Vendita organizzata e professionale: Utilizzo di un marchio, pubblicità, o un locale fisico per la vendita sono indicatori di una trasformazione in attività commerciale.

Esenzione contributiva per hobbisti con lavoro dipendente

Una delle principali preoccupazioni degli hobbisti che vogliono diventare imprenditori riguarda i contributi previdenziali. Infatti, per molti, il peso dei contributi rappresenta un ostacolo significativo alla formalizzazione della propria attività. Tuttavia, esiste un’importante esenzione per chi ha un altro lavoro dipendente che può rendere questa transizione meno onerosa e più conveniente.

Quando l’hobbista è esentato dal pagare i contributi INPS

Se un hobbista ha un contratto di lavoro dipendente a tempo pieno e indeterminato, può evitare l’iscrizione alla gestione artigiani e commercianti dell’INPS. Questo perché la normativa prevede che, in caso di attività prevalente di lavoro dipendente, il soggetto possa essere esentato dal versamento dei contributi per l’attività secondaria. Questa esenzione vale finché l’attività di lavoro dipendente è considerata la principale e, quindi, finché il reddito da lavoro dipendente risulta prevalente rispetto a quello derivante dall’attività con partita IVA.

L’esenzione dai contributi INPS non è solo una questione di risparmio economico, ma anche di semplicità amministrativa. Infatti, i contributi fissi annuali alla gestione artigiani e commercianti dell’INPS possono risultare particolarmente gravosi, soprattutto per chi sta avviando una nuova attività e non ha ancora raggiunto una stabilità economica. Questa agevolazione consente quindi di intraprendere il percorso imprenditoriale in modo più sostenibile, senza dover sostenere da subito costi previdenziali che potrebbero compromettere la sostenibilità del progetto.

Per approfondire: “Aprire partita IVA senza pagare contributi INPS“.

Conseguenze della cessazione del reddito da lavoro dipendente

Se l’hobbista dovesse perdere il lavoro dipendente, l’esenzione verrebbe meno e si renderebbe necessaria l’iscrizione alla gestione artigiani e commercianti con i relativi versamenti obbligatori. È quindi importante tenere presente che l’esenzione non è permanente, ma è vincolata alla presenza di un rapporto di lavoro dipendente a tempo pieno. Questo significa che, in caso di cessazione del rapporto di lavoro dipendente, sarà necessario adeguarsi alle normative previdenziali per la gestione artigiani e commercianti. Ciò implica che i contributi fissi dovranno essere pagati anche nel caso in cui i redditi derivanti dall’attività con partita IVA non siano elevati.

Questa esenzione rappresenta un’opportunità significativa per tutti quegli hobbisti che desiderano fare il salto verso l’imprenditoria senza dover subito affrontare il peso dei contributi previdenziali, soprattutto quando l’attività secondaria è ancora in una fase di avvio. È tuttavia fondamentale pianificare attentamente questa transizione, possibilmente con l’assistenza di un commercialista, per valutare i costi e i benefici di ogni scelta. L’esenzione non esonera comunque dall’iscrizione alla Camera di Commercio, ma consente di evitare, almeno inizialmente, un carico contributivo che potrebbe scoraggiare l’avvio di una nuova attività commerciale.

Come aprire la partita IVA: iter e adempimenti

Una volta stabilito che la tua attività non può più essere considerata puramente hobbistica, dovrai avviare il percorso per aprire una partita IVA. Vediamo quali sono i principali passaggi e gli adempimenti necessari.

Passaggi per aprire la partita IVA

  1. Modello di apertura partita IVA (AA9/12): La prima cosa da fare è compilare il modello per l’apertura della partita IVA, indicando i tuoi dati anagrafici e il codice ATECO che rappresenta l’attività economica svolta;
  2. Iscrizione alla Camera di Commercio: Se l’attività rientra nel commercio o nell’artigianato, sarà necessario iscriversi alla Camera di Commercio. Qui dovrai scegliere se registrarti come commerciante o artigiano, a seconda della natura della tua attività;
  3. Presentazione della SCIA: La Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) che deve essere presentata al Comune in cui ha sede l’attività, per comunicare l’inizio delle operazioni commerciali.

Scelta del regime fiscale

La scelta del regime fiscale è una delle decisioni più importanti da prendere quando si apre partita IVA. Per le imprese individuali, ci sono due opzioni principali:

  • Regime ordinario (contabilità semplificata): Adatto alle attività più complesse e con volumi maggiori;
  • Regime forfettario: Consigliato per chi ha ricavi entro i 85.000 euro annui e vuole beneficiare di una tassazione agevolata e minori obblighi contabili. Tuttavia, chi ha redditi da lavoro dipendente superiori a 30.000 euro non può usufruire di questo regime.

Contributi previdenziali: quanto costano e come funzionano

Dopo l’apertura della partita IVA, l’imprenditore deve iscriversi alla gestione INPS per artigiani e commercianti. Questo comporta il versamento di contributi fissi annuali pari a circa 3.600 euro, suddivisi in quattro rate trimestrali. Questi contributi coprono un reddito fino a 15.000 euro; per i redditi superiori, si dovranno versare ulteriori contributi calcolati in percentuale.

  • Contributi fissi: Circa 3.600 euro per redditi fino a 15.000 euro.
  • Contributi variabili: Applicati ai redditi oltre la soglia di 15.000 euro, calcolati in percentuale.

Il calcolo dei contributi avviene nel quadro RR del modello Redditi PF. L’importo dei contributi previdenziali dovuti può risultare oneroso, soprattutto per chi ha appena iniziato. Tuttavia, come detto, l’esenzione si applica se l’attività principale è un lavoro dipendente a tempo pieno e indeterminato.

Conclusioni e consulenza fiscale online

Passare da hobbista a imprenditore richiede una buona pianificazione e una valutazione attenta della crescita della tua attività. Se stai superando i limiti di ricavi, vendite o continuità tipici dell’attività hobbistica, aprire partita IVA diventa obbligatorio. Tuttavia, se hai un lavoro dipendente a tempo pieno, potresti evitare il carico contributivo grazie all’esenzione INPS, rendendo questa transizione meno onerosa.

Rivolgersi a un commercialista è essenziale per navigare tra gli obblighi fiscali e contributivi, e per scegliere il regime fiscale più adatto alle tue esigenze. Non lasciare che la burocrazia ti spaventi: con il supporto giusto, puoi trasformare la tua passione in una fonte di reddito stabile e soddisfacente.

Se desideri una consulenza personalizzata per capire se aprire partita IVA sia la scelta giusta per te, contattaci subito. Siamo qui per aiutarti a navigare tra le normative e le opportunità fiscali!

Domande frequenti

Quali sono i vantaggi del regime forfettario per un hobbista che apre partita IVA?

Il regime forfettario consente di beneficiare di una tassazione agevolata e di semplificazioni contabili, risultando vantaggioso per chi ha ricavi annui inferiori ai 85.000 euro. Tuttavia, non è accessibile a chi ha un reddito da lavoro dipendente superiore a 30.000 euro lordi annui.

Cosa succede se perdo il mio lavoro dipendente dopo aver aperto partita IVA?

Se perdi il tuo lavoro dipendente a tempo pieno, perderai anche il diritto all’esenzione dai contributi INPS per artigiani e commercianti. Sarà quindi necessario iscriversi alla gestione INPS e versare i contributi obbligatori.

Come posso scegliere il codice ATECO per la mia attività?

Il codice ATECO identifica la tipologia di attività economica che svolgi. La scelta del codice è importante perché determina le tue obbligazioni fiscali e contributive. Un commercialista può aiutarti a scegliere il codice più appropriato in base alla natura specifica dei tuoi prodotti o servizi.

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    Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
    Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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