Un conto corrente bancario all’estero può permettere di beneficiare di realtà economicamente più stabili rispetto a quelle italiane: lo spiega Geneve Invest.
Depositare il proprio patrimonio all’estero è un diritto tutelato dal regime di libera circolazione dei capitali, nello specifico dagli art. 63, 64, 65 e 66 del trattato sul funzionamento dell’UE. Farlo attraverso un intermediario, oppure con una società indipendente di gestione patrimoniale, come ad esempio Geneve Invest , può permette di beneficiare di realtà economicamente più stabili rispetto a quelle italiane, di un sistema bancario più solido, di un fondo interbancario capitalizzato.
“Va smentito, in maniera chiara e inequivocabile, lo stereotipo che associa l’apertura di un conto corrente bancario all’estero ad una qualche attività illegale – spiegano dagli uffici milanesi di Geneve Invest – tutto quello che bisogna fare è rispettare le regole, pagando le imposte dovute nel paese di residenza, che nel caso dell’Italia sono le medesime previste per la stessa tipologia di investimento in Italia. La differenza – continuano da Geneve Invest – è che non vengono prelevate in automatico, ma attraverso la dichiarazione dei redditi, dove deve essere indicato l’imponibile, determinata l’imposta dovuta e versata con il modello F24. La banca italiana molto spesso funge da sostituto d’imposta, mentre quella straniera no.”
La legalità di trasferire i propri risparmi all’estero e di investire in strumenti finanziari tramite istituti esteri è garantita dalle leggi comunitarie, nel principio che sancisce il divieto di limitazione alla circolazione di beni e capitali in Europa e tra l’Europa e paesi terzi (come ad esempio la Svizzera). L’utilizzo di intermediari specializzati come Genève Invest permette di beneficiare di assistenza anche in materia fiscale, al fine di reperire tutte le informazioni necessarie per la compilazione degli appositi riquadri fiscali. Generalmente viene messo a disposizione dei propri clienti un documento contenente interessi e dividendi imponibili generati durante l’anno fiscale
(Quadro RM), plusvalenze/minusvalenze in conto capitale (Quadro RT), valore del portafoglio e delle singole classi d’investimento (pagamento IVAFE, Quadro RW).
Le imposte per interessi e plusvalenze in Italia sono pari al 26%, mentre eventuali minusvalenze possono essere utilizzate a riduzione di plusvalenze della medesima tipologia e riportate in avanti per un periodo massimo di quattro anni. Le imposte sulle consistenze, invece, sono pari allo 0.20% sul valore finale (al 31/12) di ogni singola classe di attività, ad eccezione della liquidità (conto corrente) per la quale l’imposta è pari a 34 euro in misura fissa qualora la giacenza media durante l’anno fiscale sia stata maggiore di 5.000 euro. In sostanza le aliquote sono le medesime applicabili per la medesima tipologia di investimento in Italia, l’unica differenza è che anziché essere prelevate al momento del realizzo vengono corrisposte dal contribuente l’anno successivo in dichiarazione dei redditi.
“Aprire un conto all’estero può essere utile per tanti motivi, primo fra tutti quello della tutela rispetto a un eventuale default del sistema finanziario nazionale – spiega Omar Liverani di Geneve Invest – il trasferimento di capitali su un conto corrente all’estero è completamente legale, l’importante è che i movimenti legati al trasferimento di denaro verso l’estero siano tracciabili e gli adempimenti di cui sopra siano espletati. Effettuare le operazioni di apertura del conto e trasferimento di capitali in maniera consona permette di rimanere nell’ambito assoluto della legalità ne di operare in conformità alla legge.” Da Geneve Invest spiegano come uno dei timori più grandi, quando si parla di conti correnti esteri, sia quello legato alla fiscalità, alla paura di cadere nel reato di evasione. La realtà è che i propri risparmi possono essere detenuti in qualsiasi paese del mondo, l’importante è dichiararli allo Stato di residenza, fiscalmente responsabile.
Ma come funziona, nel concreto, un conto corrente estero?
Non ci sono molte differenze rispetto a un normale conto italiano. Una volta completata la procedura di apertura conto è possibile accedere alla piattaforma di home banking al fine di monitorare il proprio portafoglio in tempo reale e disporre eventuali operazioni.
Non sempre il personale della banca parla italiano, in questo senso l’utilizzo di un gestore indipendente con il quale sia possibile interloquire nella propria lingua facilita l’operazione. “Noi lavoriamo da anni con istituti bancari in Germania, Lussemburgo e Svizzera, tre delle
economie più stabili a livello europeo – concludono da Geneve Invest – e ci occupiamo di accompagnare gli investitori in tutte le fasi del processo, dall’apertura del conto, agli investimenti, sino alle dichiarazioni fiscali. La banca depositaria custodisce la somma affidata in gestione e valorizza il portafoglio finanziario in termini di performance giornaliera, passando sul mercato gli ordini di compravendita e registrando tutte le transazioni generate dalla gestione. In sostanza la banca depositaria funge esclusivamente da cassaforte, senza intervenire nella gestione. Genève Invest, in qualità di gestore indipendente, è responsabile della definizione ed implementazione della strategia sulla base degli obiettivi specifici di ogni cliente e libera da qualsiasi conflitto di interesse. Il meccanismo è completamente trasparente, in ogni passaggio, ed è pensato per garantire chi investe”.