Evasometro 2025: il nuovo strumento Ade contro gli evasori

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Le nuove indicazioni che emergono dal DEF approvato dal Governo lo scorso 9 aprile ed inviato al Parlamento, in merito all'evasometro, dal quale sono attesi circa 1,4 miliardi di euro, che entra in vigore.

L’evasometro è uno strumento nelle mani della Guardia di Finanza finalizzato a monitorare e contrastare l’evasione fiscale. Il nuovo strumento sarà basato sull’analisi di vari indicatori specifici per identificare i soggetti con un alto rischio di evasione tra chi è ha consistenti debiti con il fisco nonostante sia in possesso di ingenti disponibilità finanziarie all’estero, oltre che delle partite IVA apri e chiudi e delle frodi sui crediti d’imposta.

Cos’è l’evasometro?

L’evasometro è il nuovo strumento di indagine a disposizione dell’Amministrazione finanziaria per individuare i soggetti a maggior rischio evasione, che sostituisce il redditometro. Infatti, con il D.Lgs. n. 108/24 l’Agenzia delle Entrate ha abbandonato il redditometro come strumento cardine per verificare lo scostamento tra reddito dichiarato dai contribuenti e le spese sostenute. Adesso, invece, l’evasometro ha l’obiettivo di migliorare l’efficacia dei controlli, concentrandosi maggiormente sui grandi evasori. Si vogliono individuare i soggetti maggiormente esposti verso il fisco, con l’incrocio dei dati che derivano dall’anagrafe dei rapporti finanziari, dallo scambio di informazioni legato al CRS – Common Reporting Standard, verso i dati inseriti nelle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti.

Nel 2025, le indagini si rafforzano grazie alla Silver Notice, sistema di cooperazione internazionale che consente di interrogare le banche dati patrimoniali di oltre 50 Paesi, facilitando le indagini sulle consistenze patrimoniali. La Guardia di Finanza ha richiesto, che il flusso dei dati avvenga con cadenza mensile per monitorare meglio il flusso degli spostamenti finanziari.

Questo strumento, dall’incrocio dei dati attribuisce un punteggio che delinea il rischio fiscale. Da questo risultato vengono stilate le liste selettive di contribuenti che vengono prescelti per gli accertamenti. Ad esempio, una categoria di contribuenti a rischio, sono quelli in possesso di ingenti debiti fiscali (sopra la soglia di 50mila euro) con la presenza di consistenti disponibilità finanziarie all’estero. Con questi controlli, quindi, è possibile distinguere chi aderisce alla rottamazione fiscale in buona fede da chi lo fa in modo strumentale.

L’obiettivo di questo strumento è fare in modo che non cresca ulteriormente il loro debito fiscale andando a colpire le disponibilità in possesso di questi contribuenti. Inoltre, l’attività potrebbe concentrarsi ad evitare che lo spostamento all’estero di disponibilità finanziarie possa rendere più difficile la possibilità di saldare i debiti in essere.

Strumenti di controllo

Il nuovo evasometro sfrutta le seguenti banche dati:

  • Il Common Reporting Standard (CRS) per lo scambio automatico di informazioni fiscali;
  • Le segnalazioni degli intermediari finanziari;
  • L’archivio dei rapporti finanziari.

Tutte le operazioni sono coordinate dall’Unità Integrata Permanente di Analisi del Rischio (UIPAR).

Focus sulle situazioni a maggior rischio

Le attività di accertamento sono destinate a concentrarsi su quelle situazioni a maggior rischio, ovvero debito superiore ai 50.000 euro, con consistenze patrimoniali individuate. In questo casi l’Agenzia delle Entrate può avviare procedure cautelari, come il sequestro dei beni o il pignoramento. Ad esempio, per debiti superiori a 120.000 euro, è possibile il pignoramento di immobili, anche se situati all’estero.

Le condizioni che fanno scattare i controlli

L’attività di accertamento verso il contribuente può essere avviata esclusivamente nel caso in cui sussistano queste due condizioni:

  •  Lo scostamento tra il reddito dichiarato e quello ricostruito attraverso le spese sostenute deve essere superiore almeno al 20%;
  • Lo scarto tra i due deve superare i 70.000 euro, ossia dieci volte l’assegno sociale annuo.

Per esempio, se un contribuente dichiara un reddito di 25mila euro nella propria dichiarazione, il fisco potrà avviare un accertamento solo se, attraverso l’analisi delle spese, ricostruisce un reddito effettivo di almeno 150mila euro. Questo meccanismo serve a concentrare le risorse sui casi di evasione più rilevante. Questo tipo di strumento, quindi, rispetto ai precedenti si caratterizza per una maggiore precisione limitando gli accertamenti solo ai casi a maggiore rischio (eliminando il rischi dei “falsi positivi“).

Transazioni oggetto di monitoraggio

Le transazioni finanziaria che sono oggetto di monitoraggio per questo strumento sono quelle di importo superiore a 5.000 euro. Di fatto le movimentazioni finanziarie (es. prelievi, bonifici, etc) nazionali o da e per l’estero, ma anche gli acquisti di beni, come auto, moto, immobili, imbarcazioni, sopra la soglia finiscono nella banca dati fiscale.

Rispetto della privacy

I dati e le informazioni raccolte saranno tutte in forma anonima al fine di rispettare la normativa sulla privacy. I funzionari dell’Amministrazione finanziaria potranno venire a conoscenza di nomi e cognomi soltanto nel momento in cui l’algoritmo segnalerà l’anomalia legata all’incongruenza tra quanto dichiarato e quanto posseduto o speso.

Come difendersi giustificando gli scostamenti reddituali

In presenza di uno scostamento significativo tra reddito dichiarato e spese sostenute il contribuente è chiamato a fornire le prove che possano dimostrare la bontà della situazione. Infatti, tutte le anomalie per le quali non verrà fornita adeguata giustificazione da parte del contribuente diventeranno presunzioni ai fini di un accertamento.

Per questo motivo è importante tenere sempre documentazione sulla propria situazione. Le giustificazioni potrebbero derivare, ad esempio, dalle seguenti casistiche:

  • Percepimento di redditi esenti nel corso del periodo di imposta;
  • Sostenimento di redditi soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta;
  • Sostenimento delle spese nell’anno con redditi diversi da quelli dichiarati (es. risparmi degli anni precedenti);
  • Donazioni indirette ricevute, spesso da familiari (es. spese del figlio sostenute dai genitori).

Le casistiche possibili possono essere diverse, ed in qualche modo sovrapponibili a quanto il contribuente era chiamato a dimostrare in caso di accertamento da redditometro. In ogni caso, trovarsi in questa situazione non è mai semplice, in quanto dimostrare quanto accaduto anni prima, non è mai semplice.

L’aspetto da evidenziare che è, di fatto, vi è un’inversione dell’onere della prova (art. 32, co. 1 n. 2 DPR n. 600/73): non sarà l’Agenzia delle Entrate a provare l’evasione, ma il contribuente a dover dimostrare la regolarità della propria situazione.

Ulteriori attività di controllo

Per il contrasto agli evasori, la strategia più efficace della Guardia di Finanza risulta essere quella della cessazione d’ufficio della partita Iva, che ha contato più di 3.800 posizione nel 2024. I controlli che scattano per debiti erariali oltre i 50 mila euro, si concentrano sulla repressione del meccanismo delle società apri e chiudi e le frodi in materia di crediti d’imposta. Ha dichiarato Massimo Garavaglia:

“Vale la pena concentrarsi sui recidivi se si incrociano i dati per importi importanti e si fanno controlli mirati è oggettivamente di buon senso e aiuta a distinguere i soggetti che aderiscono alla rottamazione in buona fede da chi lo fa in maniera strumentale”

Sulla rottamazione quinques il suggerimento è quello di monitorare “l’adesione da parte dei contribuenti alla definizione agevolata” e collegarla ai procedimenti penali attualmente pendenti, “alla luce delle novità introdotte dalla riforma fiscale” con “riferimento ai reati di omesso versamento che ne subordina la punibilità all’assenza di procedure di rateazione delle somme dovute in corso di esecuzione o alla decadenza dal beneficio della rateazione”.

Considerazioni pratiche e consulenza online

Il potenziamento dell’evasometro che stiamo vedendo rappresenta un ulteriore passo nella lotta all’evasione fiscale. Rispetto al passato gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione finanziaria sono notevolmente aumentati. La possibilità di visionare flussi mensili di transazioni finanziarie e la possibilità di accedere alla cooperazione internazionale con banche dati delle consistenze patrimoniali in oltre 50 paesi amplia la mole dei dati a disposizione del Fisco.

Per questo motivo occorre prestare attenzione e valutare in anticipo la propria situazione, prima di un eventuale controllo. Il consiglio è quello di prestare la massima attenzione se sei un contribuente con debiti fiscali rilevanti e detieni patrimoni all’estero (anche non dichiarati), in quanto il rischio di un potenziale controllo è notevole. In questi casi, prevenire le situazioni di rischio è sicuramente la strada da seguire. Intervenire al momento dell’accertamento potrebbe non essere sufficiente e comunque potrebbe essere difficile superare le prove dell’Amministrazione finanziaria.

Meglio potersi difendere da una possibile accusa prima che questa possa essere formulata

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