HomeFisco InternazionaleTassazione di redditi esteriDipendenti di ambasciate e consolati: tassazione del reddito

Dipendenti di ambasciate e consolati: tassazione del reddito

I criteri di collegamento nazionali ed internazionali per la tassazione dei redditi da lavoro dipendente di funzionari di ambasciate e consolati.

Applicazione dei criteri di collegamento nazionali (art. 4, co. 1 DPR n. 601/73) e convenzionali (art. 19 del modello OCSE) per la tassazione dei redditi dei dipendenti di ambasciate e consolati. In generale non sussiste esenzione fiscale per le retribuzioni dei dipendenti di ambasciate estere. L'unico caso di esenzione è dato da soggetti con cittadinanza non italiana impiegati nelle rappresentanze diplomatiche aventi sede in Italia. Vediamo, di seguito le principali informazioni utili su questo tema.

Le regole per la tassazione dei redditi di dipendenti di ambasciate e consolati

Una peculiarità all'interno dei criteri generali di tassazione dei redditi da lavoro dipendente riguarda il personale che opera per conto di ambasciate o consolati. Si tratta di un'attività lavorativa che affascina ed attrae molte persone. Per questo è importante andare ad individuare i criteri di collegamento per la tassazione di questi redditi, che solo in alcuni casi possono essere esenti da imposta. Come vedremo in questo articolo, infatti, non sussiste alcuna esenzione per le retribuzioni dei dipendenti di ambasciate aventi cittadinanza italiana impiegati delle Rappresentanze diplomatiche nel nostro Paese.

La stessa Agenzia delle Entrate negli ultimi anni è intervenuta sull'argomento. Andando ad effettuare controlli nei confronti di dipendenti di ambasciate e consolati degli Stati esteri presenti in Italia. Questo, in quanto, l'agevolazione data dall'esenzione fiscale non è valida per tutti i dipendenti di ambasciata.

Ambasciata Svizzera in costa d'avorio

Tassazione di residenti e non residenti in Italia

Quando si vuole analizzare il regime fiscale di un soggetto è necessario sempre partire dai principi cardine dell'ordinamento tributario.

La normativa fiscale italiana prevede, come principio generale, la tassazione mondiale dei redditi percepiti da parte dei soggetti ivi fiscalmente residenti. Al contrario, i non residenti fiscalmente sono tassati soltanto per i...

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Federico Migliorini
Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.

9 COMMENTI

  1. Ciao …Sono dipendente della ambasciata di Egitto presso la santa sede. ….La mia residenza e domicilio sono in territorio egiziano….ambasciata appunto……..Sono tenuto a pagare l IRPEF? ……grazie

  2. Salve , sono citadino Messicano impiegato presso l’Ambasciata, ho bisogno di aiuto per capire la mia situazione di tassazione .

  3. Buongiorno Dott. Migliorini, sto valutando un impiego presso un’ambasciata estera in Italia, conosco la paga lorda annuale e vorrei capire a quanto ammonterebbe il mensile, in ambasciata non mi hanno dato una risposta sicura. Inoltre vorrei sapere se una sua risposta via email ha un costo e quale. Grazie.

  4. Salve Federico. Post molto interessante.
    Domandina: Residente in Italia con consorte diplomatica (svizzera). Cittadino dello stato estero della consorte ma anche cittadino italiano. Con reddito prodotto (fisicamente) all’estero (svizzera).
    Come mi considera il Fisco italiano? Come consorte di una diplomatica, che non produce alcun reddito in Italia?
    Come Frontaliere?
    Sono tassabile in Italia? Da Articolo 49 non si capisce…

  5. Salve Matteo, se tu vivi in Italia sei considerato ivi fiscalmente residente (non conta la nazionalità). Quindi avrai tassazione mondiale del reddito ex articolo 3 del TUIR. Per la tua consorte vedi le regole indicate nell’articolo.

  6. In passato ho lavorato per una missione Diplomatica presso il Quirinale che risultava sostituto d’imposta. Successivamente per una Missione Diplomatica presso la Santa Sede non qualificabile come sostituto d’imposta. Attualmente lavoro per la penultima Missione Diplomatica ma presso il Quirinale. Coloro i quali prestano servizio presso Missioni Diplomatiche (Quirinale o Santa Sede) non sono titolari di partita iva ma persone fisiche “dipendenti”. Nessuno scrive che non abbiamo possibilità di avere un sindacato o indire uno sciopero, pena il licenziamento il giorno stesso. L’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (IRPEF) per legge viene trattenuta dal datore di lavoro dalla retribuzione e versata all’Erario per conto del dipendente. Il Ministero del Lavoro Italiano in collaborazione con il MAE Italiano e delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori CGIL, CISL e UIL (raccogliendo organicamente le normative di lavoro previste dalle leggi vigenti in Italia e le previsioni della contrattazione collettiva di diritto pubblico e privato) ha definito la disciplina del rapporto di lavoro dei dipendenti delle Ambasciate, Consolati, Legazioni, Istituti culturali ed Organismi internazionali in Italia. E’ tutto scritto, firmato ed estremamente comprensibile se non altro per il fatto che le la maggior parte delle Missioni Diplomatiche in Italia se ne infischiano. Il fisco Italiano non avendo lo spessore adeguato per dialogare ed imporre tali normative alle Missioni, fa la cosa più semplice per fare cassa in modo rapido, ossia invia cartelle esattoriali ai dipendenti residenti in Italia. Non si rivale sul Datore ma sul dipendente. In prima battuta tale azione ebbe un effetto devastante visto che il fisco richiedeva 5 annualità arretrate. Allo stato attuale (Settembre 2020) i dipendenti delle Missioni Diplomatiche stanno denunciando i dirigenti della Agenzia delle Entrate che firmarono ed inviarono le cartelle. Il rovescio della medaglia è che attualmente i dirigenti si rifiutano di trattare le cartelle dei dipendenti delle Missioni. Il 21 Ottobre 2020 si terrà un incontro con il Direttore Generale dell’Agenzia delle Entrate ed il Presidente della Federazione Dipendenti Ambasciate Estere.

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