Il congedo matrimoniale rappresenta un diritto fondamentale per le coppie appena sposate, offrendo loro la possibilità di godersi appieno questo momento speciale senza preoccupazioni lavorative. Questo privilegio, garantito dalla legge, concede ai neo-sposi un periodo retribuito di 15 giorni consecutivi lontano dal lavoro. Periodo che, spesso, viene utilizzato per il viaggio di nozze, in quanto accessibile ad entrambi i componenti della coppia. Si tratta, infatti, di una pausa dal lavoro a cui possono accedere tutti i lavoratori dipendenti che decidono di sposarsi, tramite richiesta all’azienda per cui lavorano.
Nei 15 giorni saranno ricompresi i giorni festivi e tutti i giorni non lavorativi che ricadono in tale periodo.
È importante comprendere come il congedo matrimoniale, o licenza matrimoniale si riferisca ad un determinato periodo prefissato dalla legge e che non può in alcun modo essere frazionato e utilizzato in più periodi dell’anno. Vediamo nel dettaglio come funziona il congedo per matrimonio, quando richiederlo e come viene retribuito il periodo di pausa dal lavoro stabilito dalla normativa italiana.
Indice degli Argomenti
Che cos’è il congedo matrimoniale?
Il congedo matrimoniale in Italia è un periodo di assenza retribuita dal lavoro concesso ai lavoratori in occasione del proprio matrimonio. Le principali caratteristiche sono le seguenti:
- Durata: Il congedo matrimoniale generalmente ha una durata di 15 giorni, che possono essere goduti consecutivamente. Il periodo di congedo inizia fino a tre giorni prima del matrimonio e non è frazionale. Può essere utilizzato anche successivamente al periodo delle nozze (indicativamente nei 30 giorni successivi);
- Diritto per tutti i lavoratori: Questo tipo di congedo è un diritto per tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore privato che pubblico, indipendentemente dal tipo di contratto di lavoro (a tempo indeterminato, determinato, part-time, ecc.);
- Retribuzione: Durante il congedo matrimoniale, il lavoratore ha diritto a ricevere la normale retribuzione. Questo significa che la pausa non comporta una riduzione dello stipendio;
- Comunicazione al datore di lavoro: Il lavoratore deve informare il datore di lavoro dell’intenzione di usufruire del congedo matrimoniale, preferibilmente con un congruo preavviso e fornendo la documentazione necessaria (ad esempio, un certificato di matrimonio).
- Non cumulabile con altre ferie: Il congedo matrimoniale è un diritto specifico e non è cumulabile con le ferie annuali.
È importante ricordare che le specifiche condizioni e modalità di fruizione del congedo matrimoniale possono variare in base al contratto collettivo applicato e alle politiche interne dell’azienda.
Tabella: caratteristiche del congedo matrimoniale
Caratteristica | Descrizione |
---|---|
Durata | Generalmente 15 giorni, utilizzabili consecutivamente, a partire da tre giorni prima del matrimonio o successivamente, entro circa 30 giorni. |
Destinatari | Tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore privato che pubblico, indipendentemente dal tipo di contratto. |
Retribuzione | Durante il congedo, si ha diritto a ricevere la normale retribuzione. |
Comunicazione al datore di lavoro | Necessità di informare il datore di lavoro dell’intenzione di usufruire del congedo con congruo preavviso, fornendo la documentazione necessaria. |
Non cumulabilità con le ferie | Non è cumulabile con le ferie annuali. |
Specifiche condizioni e modalità | Possono variare in base al contratto collettivo applicato e alle politiche interne dell’azienda. |
Procedura di richiesta per l’assegno | I lavoratori devono presentare la domanda all’INPS o al datore di lavoro, a seconda delle circostanze, per l’assegno di congedo matrimoniale. |
Modalità di pagamento | Tramite bonifico presso un ufficio postale o mediante accredito su conto corrente bancario o postale. |
Storia ed evoluzione del congedo matrimoniale
Il congedo matrimoniale, originariamente introdotto nel 1937, è stato progressivamente esteso a diverse categorie di lavoratori, garantendo a tutti il diritto di richiederlo. Inizialmente riservato agli impiegati, si è poi esteso agli operai e a tutte le categorie di lavoratori subordinati.
Il CCNL ha previsto l’estensione di utilizzo in pari modo sia agli operai che agli impiegati, considerandoli tutti uguali sotto il piano contrattuale, lavoratori subordinati, senza distinzione alcuna.
Il diritto al congedo matrimoniale è stato introdotto anche per le coppie omosessuali a seguito dell’entrata in vigore della Legge Cirinnà.
Chi ha diritto al congedo matrimoniale?
Il congedo matrimoniale spetta a diverse categorie di lavoratori, compresi lavoratori a domicilio, apprendisti e dipendenti a tempo determinato. Tutti i futuri coniugi che ne fanno richiesta, hanno diritto a usufruire di questo periodo di astensione dal lavoro. Gli unici lavoratori esclusi sono coloro in prova.
Ricordiamo che per usufruire del congedo matrimoniale non è sufficiente sposarsi con il solo rito religioso, ma il matrimonio deve avere sempre i connotati di una cerimonia civile, altrimenti non sarà possibile per i neo sposi richiedere il congedo matrimoniale. Ecco chi ha diritto a questo congedo:
- Lavoratori dipendenti: Sia nel settore privato che pubblico, indipendentemente dal tipo di contratto di lavoro, che siano a tempo indeterminato, determinato, part-time, ecc;
- Alcune eccezioni: I lavoratori esclusi sono coloro che sono stati assunti da meno di una settimana, che sono ancora nel periodo di prova, o che contraggono un matrimonio solamente con rito religioso, senza validità civile;
- Lavoratori dipendenti residenti in Italia: I lavoratori dipendenti devono avere la residenza in Italia. I lavoratori extracomunitari devono essere regolarmente residenti in Italia prima del matrimonio;
- Liberi professionisti: Non hanno diritto al congedo matrimoniale non avendo un datore di lavoro;
- Categorie specifiche escluse: Alcuni lavoratori di aziende industriali, artigiane, cooperative, della lavorazione del tabacco, aziende agricole, commercio, credito e assicurazioni, enti locali e statali, e aziende che non versano il contributo alla Cassa Unica Assegni Familiari (CUAF), possono avere condizioni diverse;
- Lavoratori disoccupati, marittimi e altri: Devono presentare domanda direttamente all’INPS entro un anno dalla data del matrimonio o unione civile;
- Diritto esteso alle coppie omosessuali: Con l’entrata in vigore della Legge Cirinnà, il diritto al congedo matrimoniale è stato esteso anche alle coppie omosessuali;
- Matrimonio all’estero: Il dipendente può sposarsi dove desidera, ma deve presentare la documentazione che attesta l’avvenuto matrimonio e deve avere la residenza e lo stato di coniugato riconosciuto in Italia.
Lavoratori esclusi
Devono essere tenute in considerazione alcune casistiche che non permettono al lavoratore di beneficiare del congedo matrimoniale. Si tratta delle seguenti:
- Il caso del lavoratore che è stato assunto da meno di una settimana;
- Il caso del lavoratore che è ancora nel periodo di prova;
- Nel caso in cui venga effettuato il matrimonio con il solo rito religioso, senza validità civile (deve essere un matrimonio civile, un’unione civile o un matrimonio concordatario);
- Il lavoratore dipendente ha la residenza in Italia (i lavoratori extracomunitari devono risultare regolarmente residenti in Italia da prima del matrimonio).
- I liberi professionisti: chi ha partita Iva, infatti, non ha diritto al congedo matrimoniale non avendo un datore di lavoro.
Congedo e matrimonio civile
Vi è la possibilità di rinunciare a questo tipo di bonus, ma va preso in considerazione anche il fatto che il congedo matrimoniale è valido in caso di matrimonio civile, e non è importante se il lavoratore chiede il congedo matrimoniale per prime o seconde nozze. È sufficiente che avvenga un matrimonio civile per poter accedere ai giorni di congedo retribuiti.
Questo significa che il congedo matrimoniale è direttamente collegato ad un matrimonio civile, e non è applicabile nel caso in cui l’unione sia solamente di tipo religioso. Bisogna tenere conto che il congedo matrimoniale verrà pagato interamente, come se si continuasse a lavorare, in parte viene pagato dal datore di lavoro, in parte dall’INPS.
Per chiedere il congedo matrimoniale quindi è essenziale il matrimonio civile, e questo conferma che anche nell’unione fra persone dello stesso sesso è possibile ottenere per ciascuno il congedo matrimoniale. Secondo le informazioni comunicate dall’INPS, l’assegno per congedo matrimoniale è una vera e propria prestazione previdenziale:
“L’assegno per congedo matrimoniale è una prestazione previdenziale, prevista per alcune tipologie di lavoratori, concessa in occasione di un congedo straordinario per matrimonio civile o concordatario, da fruire entro i 30 giorni successivi alla data dell’evento“ |
Matrimonio all’estero
Un caso particolare si verifica quando il dipendente decide di contrarre il matrimonio all’estero. Deve essere presso che ogni soggetto può sposarsi dove meglio desidera. Tuttavia, al fine di poter usufruire del congedo retribuito questi è chiamato a:
- Presentare tutta la documentazione attestante l’avvenuto matrimonio;
- Avere la residenza e lo stato di coniugato riconosciuto in Italia.
Quando inizia a decorrere?
Il congedo matrimoniale può essere fruito dal lavoratore a partire dai tre giorni antecedenti le nozze e non può essere frazionato. Pertanto i 15 giorni devono essere conteggiati in modo continuativo includendo sia le festività che tutti i giorni non lavorativi che possono ricadere nel periodo di tempo concesso.
Questo significa, indirettamente che tale periodo può benissimo non coincidere con quello delle nozze, può partire fino a tre giorni prima ma può essere fruito anche in un momento successivo (generalmente nei 30 giorni successivi – messaggio INPS n. 2951 del 14.08.2023). Altrimenti, può essere concordato con l’azienda un diverso periodo di fruizione ma in base ad una precisa motivazione giustificativa.
Deve essere tenuto in considerazione che, infine, i vari contratti collettivi nazionali del lavoro, possono prevedere una diversa durata per il congedo matrimoniale. Questo, in relazione al settore produttivo di appartenenza ed alle qualifiche del lavoratore. Per questo può essere opportuno approfondire la propria situazione con un consulente del lavoro.
Ferie permessi e TFR
Durante il congedo matrimoniale il lavoratore continua a maturare:
- Ferie;
- Anzianità;
- Permessi;
- Tredicesima;
- TFR.
Per quanto riguarda le ferie è opportuno sottolineare, come sia possibile, previo accordo tra il lavoratore e il datore, poter estendere il periodo di congedo matrimoniale con le ferie ancora non godute.
Il pagamento del congedo matrimoniale avviene per gli impiegati direttamente dal datore di lavoro, mentre per gli operai della aziende industriali, artigiane e cooperative viene corrisposto un assegno a carico della Cassa unica per gli assegni familiari dell’IINPS.
Durante i periodi di cassa integrazione, i lavoratori hanno diritto a richiedere il congedo matrimoniale, a chiarirlo la Circolare n.248/92 INPS la quale ci comunica che le necessità aziendali non possono prevalere sui diritti del lavoratore.
La richiesta al datore di lavoro e tempistiche
Il lavoratore che intende usufruire del congedo matrimoniale deve presentare domanda al datore di lavoro con un determinato preavviso. In particolare, occorre presentare la richiesta con almeno sei giorni di preavviso rispetto alle nozze. Naturalmente, è opportuno presentare la richiesta con più ampio preavviso, in modo da avere maggiore sicurezze e non rischiare di arrecare danno all’azienda. Vige il buon senso del lavoratore, nel dare comunicazione tempestiva al datore in azienda, per permettere a quest’ultimo di riorganizzare il lavoro in suo assenza.
Il datore di lavoro non ha la possibilità di negare il congedo ai propri dipendenti, tuttavia, in caso di esigenze produttive non prorogabili ha la possibilità di posticiparne la fruizione fino ad un massimo di 30 giorni successivi alle nozze.
Dopo aver fruito del periodo di congedo, è importante consegnare il certificato di matrimonio al datore di lavoro entro 60 giorni dalla data delle nozze.
Retribuzione e copertura INPS
L’INPS copre generalmente 7 giorni di congedo matrimoniale, richiedendo che il rapporto di lavoro esista da almeno una settimana e che la richiesta sia presentata entro 30 giorni dal matrimonio. In linea generale, deve essere tenuto in considerazione quanto segue:
- Si tratta di sette giorni di retribuzione per quanto riguarda operai e apprendisti. Dal salario giornaliero si sottrae una percentuale, del 5,54% che è considerato a carico del lavoratore;
- Si tratta di 7 giornate di retribuzione per i lavoratori a domicilio. In questo caso si deve sottrarre il 5,54% di percentuale giornaliera;
- Per i lavoratori marittimi si tratta di 8 giornate di retribuzione, sottraendo 5,54% di percentuale a carico del lavoratore;
- Per quanto riguarda il part-time verticale, è possibile spostare le giornate di fruizione del congedo matrimoniale in modo flessibile. Anche in questo caso si detrae una percentuale a carico del lavoratore.
Tuttavia, in alcuni settori come Commercio, Credito e Assicurazioni, la retribuzione è interamente a carico del datore di lavoro.
È possibile richiedere il congedo matrimoniale anche nel caso di lavoratori disoccupati, lo sottolinea il messaggio INPS n. 2951/2023, dal quale si evince che il lavoratore può presentare domanda direttamente all’ente di previdenza entro un anno dalla data della cerimonia.
Viene erogato per i soli operai non occupati che abbiano prestato la propria opera presso aziende industriali, artigiane e cooperative, per almeno 15 giorni e nei 90 giorni precedenti la data della cerimonia civile.
Cumulabilità con altri assegni
In linea generale l’importo erogato per il congedo matrimoniale, non è cumulabile con altri assegni quali ad esempio quello per la maternità, ne tanto meno, in caso di malattia, non è concesso al lavoratore percepire oltre che la retribuzione per congedo matrimoniale anche quella per malattia.
Una sola eccezione è prevista quando si verifica un infortunio sul lavoro, in quel caso le retribuzioni spettanti sono cumulabili tra loro, a patto che l’importo spettante non superi la retribuzione percepita normalmente.
Conclusioni
In conclusione, il congedo matrimoniale rappresenta un diritto essenziale per i lavoratori, garantendo loro la possibilità di vivere appieno il momento delle nozze (matrimonio civile). La sua gestione richiede una corretta pianificazione e comunicazione tra dipendenti e datore di lavoro, assicurando il rispetto delle normative e la soddisfazione di entrambe le parti. La mancata fruizione del congedo matrimoniale non è recuperabile e non si traduce in un vantaggio economico alternativo.
Per ulteriori dettagli sul congedo matrimoniale, come le condizioni specifiche, la durata, le procedure di richiesta e altro, ti consiglio di consultare le seguenti fonti ufficiali:
- INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale): L’INPS fornisce informazioni dettagliate e aggiornate riguardo alle prestazioni legate al congedo matrimoniale. Il loro sito web è una risorsa affidabile per le normative e le procedure relative.
- Sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: Il Ministero offre una panoramica delle leggi e dei regolamenti sul lavoro in Italia, inclusi quelli relativi al congedo matrimoniale.
- Il tuo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL): Diversi settori possono avere condizioni specifiche riguardo al congedo matrimoniale che sono stabilite nei rispettivi contratti collettivi. Pertanto, è utile consultare il CCNL applicabile al tuo settore di lavoro per informazioni specifiche.
Domande frequenti
Il congedo matrimoniale è un periodo di assenza retribuita dal lavoro concesso ai lavoratori dipendenti in occasione del proprio matrimonio. È un diritto per tutti i lavoratori dipendenti, sia del settore privato che pubblico, indipendentemente dal tipo di contratto di lavoro (a tempo indeterminato, determinato, part-time, ecc.).
Il congedo matrimoniale ha una durata di 15 giorni consecutivi, compresi giorni festivi e non lavorativi. Tutti i lavoratori subordinati, inclusi apprendisti, lavoratori a domicilio e dipendenti a tempo determinato, hanno diritto a richiederlo.
Sì, durante il congedo matrimoniale il lavoratore ha diritto a ricevere la normale retribuzione. Questo significa che la pausa non comporta una riduzione dello stipendio.
Se il congedo matrimoniale non viene utilizzato, il diritto si perde e non è recuperabile. Non vi è alcun vantaggio economico alternativo per la mancata fruizione del congedo.
La domanda per il congedo matrimoniale deve essere presentata almeno 6 giorni prima della cerimonia, salvo eccezioni. Dopo il periodo di congedo, è necessario consegnare il certificato di matrimonio al datore di lavoro entro 60 giorni.
L’INPS copre generalmente i primi 7 giorni di congedo matrimoniale, richiedendo che il rapporto di lavoro esista da almeno una settimana e che la richiesta sia presentata entro 30 giorni dal matrimonio. In alcuni settori come Commercio, Credito e Assicurazioni, la retribuzione è a carico del datore di lavoro.
Sì, i lavoratori disoccupati possono richiedere il congedo matrimoniale presentando la domanda direttamente all’INPS entro un anno dalla data del matrimonio. Questo beneficio è esteso agli operai non occupati che abbiano prestato la loro opera presso aziende industriali, artigiane e cooperative per almeno 15 giorni nei 90 giorni precedenti alla data del matrimonio.