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Condono fiscale: cos’è e cosa riguarda

Fisco NazionaleCondono fiscale: cos'è e cosa riguarda

Il condono fiscale è una misura straordinaria adottata da un governo per permettere ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione fiscale mediante il pagamento di un importo ridotto rispetto al debito originario. Questo strumento viene solitamente utilizzato per incentivare il recupero di entrate fiscali, ridurre il contenzioso tributario e migliorare la liquidità delle casse pubbliche. I condoni fiscali possono riguardare varie imposte, incluse quelle sul reddito, sul valore aggiunto (IVA), e altre tasse locali o nazionali.

In diritto, il condono è l’annullamento per i cittadini di una sanzione, e si tratta di un provvedimento emanato dal governo. Il condono fiscale in particolare determina l’annullamento dei comportamenti illeciti, per cui il cittadino si trova in debito con lo stato, consentendo ai contribuenti di regolarizzare la propria posizione con il Fisco. Tra questi rientrano le dichiarazioni dei redditi errate o assenti. Si arriva a parlare di condono tombale nel momento in cui vengono annullate in modo definitivo tutte le posizioni di debito del cittadino verso il fisco.

Questa misura, che nel nostro paese viene applicata più spesso di quanto si possa immaginare, solitamente ha carattere straordinario, ed è motivato da cause specifiche o rilevanti per il momento storico.

Tipi di condono: quali sono e cosa prevedono

Il condono fiscale, non tombale, non è una sanatoria di tutta la posizione fiscale, ma solo di parti di essa. Infatti, di solito riguarda solo una percentuale della tassa dovuta, delle multe e degli interessi maturati dal giorno della scadenza. Pertanto, può essere previsto che sia sufficiente pagare soltanto una percentuale delle imposte dovute. È il governo a stabilire i limiti e le modalità di richiesta.

Tramite questo tipo di annullamento fiscale, i cittadini di fatto saldano alcune pendenze debitorie nei confronti dello stato. E si può arrivare al cosiddetto tombale in caso di completo annullamento. Ma esistono anche altri tipi:

  • Valutario: detto anche scudo fiscale, prevede che, per chi ha esportato capitali all’estero, in modo illecito, possa reintrodurli in Italia. Viene previsto qui comunque il pagamento di una sanzione, la cui somma dipende dalla quantità di capitali esportati;
  • Previdenziale: in questo caso il cittadino ha dei debiti nei confronti degli enti di previdenza sociale, come ad esempio l’INPS. Rientrano in questa tipologia i datori di lavoro che hanno assunto personale senza contratto, “in nero”, e si trovano in debito nei confronti dei contributi INPS;
  • Edilizio: in questo caso è coinvolto il settore edilizio, si possono sanare fenomeni di abusivismo maturati nell’ambito delle regole di costruzione, di ampliamento o di modifiche di natura edile. La durata temporale del condono edilizio è limitata nel tempo, cioè è sottoposta a un termine iniziale e un termine finale.

Di qualunque tipologia esso sia, l’Italia non è nuova a questo tipo di misura, che è stata applicata, anche se in modo straordinario, numerose volte. Mediante la pace fiscale i contribuenti che hanno debiti con il Fisco, possono presentare una domanda, al fine di sanare la propria situazione pagando l’importo dovuto.

Caratteristiche principali:

  1. Sconti su sanzioni e interessi:
    • Il condono spesso prevede una riduzione o cancellazione delle sanzioni e degli interessi maturati sul debito fiscale non pagato.
  2. Tempi e modalità:
    • Le modalità di adesione e i tempi per beneficiare del condono sono stabiliti dalla normativa che introduce la misura, con scadenze precise entro le quali i contribuenti devono presentare la domanda e pagare quanto dovuto.
  3. Aree di applicazione:
    • Può applicarsi a diverse tipologie di imposte e tributi, ed è spesso accompagnato da specifiche condizioni che i contribuenti devono rispettare.
  4. Obiettivi del condono:
    • Il condono fiscale mira a recuperare risorse finanziarie per lo Stato, ridurre il contenzioso fiscale, e offrire una via d’uscita ai contribuenti in difficoltà economiche che non sono stati in grado di adempiere pienamente ai propri obblighi fiscali.

I precedenti

Nel tempo sono stati decisi numerosi condono, non solo di natura fiscale. E’ possibile per tutti accedere alle informazioni relative a quando sono avvenuti, e quali erano i relativi Ministri delle Finanze, partendo dal 1973:

  • 1973: con Emilio Colombo
  • 1982: con Rino Formica
  • 1985: con Bruno Visentini
  • 1995: condono edilizio e concordato fiscale con Augusto Fantozzi
  • 2003: condono edilizio e condono fiscale con Giulio Tremonti
  • 2009: scudo fiscale con Giulio Tremonti

La storia italiana recente è costellata da misure di questo tipo. Si parla di una cifra totale, prodotta dai condoni, di 104,5 miliardi di euro. Le motivazioni che stanno dietro alla misura possono essere molteplici, e rientrano generalmente in piani di gestione economica generali.

Condono fiscale: pro e contro della misura

Il condono fiscale, riferito ai pagamenti delle tasse che i cittadini devono allo stato, è una misura che ha dei pro e dei contro. Da un lato questa misura premette di far rientrare nelle casse dello stato il denaro che proviene dal saldo delle cartelle.

Dall’altro lato però, è vista come misura discriminante, perché permette ai contribuenti di non pagare more e multe incentivandoli a non pagare le tasse. Tramite la pace fiscale, i cittadini possono pensare che sia più semplice evitare, in parte o in misura complessiva, il pagamento delle tasse, specialmente quelle sulle dichiarazioni dei redditi errate.

Se da un lato lo stato può rientrare di alcune somme, dall’altro rischia di incentivare l’evasione fiscale. Per quanto riguarda gli anni più recenti, abbiamo già visto come il governo, tramite Decreto Sostegno, abbia previsto l’applicazione della pace fiscale.

Se da un lato può essere una misura necessaria a sanare la situazione debitoria dei cittadini, dall’altro bisogna tenere conto della mole di cartelle esattoriali, molte di queste diventate ad oggi inesigibili.

Quali sono i crediti inesigibili?

Ma quando si parla di crediti inesigibili, a cosa si fa riferimento? A tutte quelle cartelle che, di fatto, non sono saldabili dal cittadino, per diverse motivazioni. Da un lato la rottamazione ter ha decretato la possibilità di estinguere le cartelle esattoriali, ma dall’altro molte vengono automaticamente annullate.

I casi in cui sono di fatto inesigibili fanno riferimento a:

  • Cartelle in prescrizione: alcuni tipi di cartelle vanno in prescrizione, dopo che sono passati 5 o 10 anni da quando sono stabilite. In questo caso bollo auto, contributi INPS, multe stradali, ma anche canone rai e tasse Iva e Irpef, cadono in prescrizione dopo 5 o 10 anni;
  • Imprese fallite: in questo caso le cartelle sono inesigibili. Al momento si parla del 15% dei casi di cartelle inesigibili;
  • Soggetti deceduti: le cartelle inesigibili qui ammontano al 13%;
  • Nullatenenti all’anagrafe: anche in questo caso si tratta del 13%;
  • Contribuenti sottoposti ad azione cautelare/esecutiva: rientrano qui il 45% delle cartelle, e in molti di questi casi le azioni di recupero sono frenate dalle norme a tutela del contribuente (come ad esempio l’impossibilità di pignoramento di un’abitazione).

La riscossione delle cartelle risulta difficoltosa, o impossibile da eseguire, e il governo sta decidendo per una nuova pace fiscale per annullare le cartelle fiscali che di fatto fanno riferimento a crediti inesigibili.

Ipotesi di nuovo condono fiscale: in cosa potrebbe consistere

L’ipotesi su cui il leader leghista è tornato a fare pressioni consisterebbe in una pace fiscale circoscritta ai debiti fino a 30.000 euro. Questi ultimi, col condono fiscale, potrebbero essere eliminati in parte mediante il pagamento di una percentuale del debito al fisco (si sta pensando al 10%), senza aggiungervi sanzioni nè interessi. Un nuovo ‘saldo e stralcio’ dunque.

Non è chiaro ancora se le limitazioni precedenti verranno mantenute o se la platea di coloro che potranno richiedere questa agevolazione sarà allargata. In ogni caso secondo Salvini replicare questo meccanismo costituirebbe un’azione di “buonsenso” in grado di aiutare coloro che hanno dichiarato il debito ma non sono stati in grado di pagare le tasse. Allo stesso tempo, permetterebbe allo Stato di recuperare fondi che altrimenti rimarrebbero inesigibili. 

Ma c’è dell’altro. La sanatoria in questione potrebbe essere estesa solo a chi ha redditi imponibili compresi entro una certa soglia. Si starebbe pensando nello specifico a un imponibile Irpef compreso tra i 40 e i 50mila euro di media negli ultimi quattro anni. Al riguardo però non si hanno ancora certezze, e si parlerebbe anche di prendere in considerazione un ISEE entro i 25 mila euro. Tutto è quindi ancora da definire se dovesse passare. Se però il condono fiscale fosse così impostato potrebbe favorire chi ha visto le proprie entrate diminuire negli ultimi anni per effetto della pandemia, evitando al contempo di favorire i ‘furbetti’ che al contrario non versano in una situazione di difficoltà economica.

Cosa non convince del condono fiscale di Salvini

Nel frattempo la proposta di Salvini sta facendo discutere, e non sembra mettere d’accordo tutti, nemmeno all’interno della stessa compagine governativa.

Il problema secondo molti risiederebbe a monte. La riforma fiscale che il governo dovrà portare a termine entro fine legislatura dovrebbe aiutare a semplificare ogni aspetto burocratico e di comunicazione tra cittadini e fisco, e se poi si aggiunge il discorso sul taglio del cuneo fiscale, dell’ampliamento della no tax area e della detassazione delle tredicesime è chiaro che una minore pressione fiscale sui contribuenti ridurrebbe anche i casi di evasione fiscale. E di questo parere sono molti professionisti, tra cui la presidente dell’Ordine dei commercialisti di Milano Marcella Caradonna, che da sempre reclama “un diverso rapporto fra contribuente e Stato attraverso una semplificazione e una riduzione delle norme“.

Lotta all’evasione fiscale: servono soluzioni

Alla luce della nuova sanatoria merita un discorso a se il problema dell’evasione fiscale. L’Italia, secondo le stime, sembra infatti essere un popolo di evasori. Come riportava infatti Repubblica poco più di un mese fa esistono 300.000 contribuenti che devono al fisco oltre 500 mila euro a testa, per un totale di 795 miliardi di tasse che l’Agenzia delle Entrate non riesce a recuperare. E tutto questo, in base ai risultati delle dichiarazioni dei redditi presentate, con un contribuente su due che dichiara meno di 17.800 euro l’anno. Numeri, questi, che hanno dell’incredibile.

Il problema quindi sta nel trovare le giuste soluzioni per ridurre le evasioni più che condonarle. Come più volte hanno sottolineato gli esperti infatti occorre mettere in atto attività ordinarie, avvalendosi anche degli algoritmi dell’intelligenza artificiale. Agire quindi con sistemi di controllo automatici, sfruttando tutte le nuove tecnologie disponibili.

A più riprese si è anche parlato del prelievo coatto dai conti corrente degli evasori, per avere la certezza di riportare nelle casse dello Stato quanto dovuto.

Conclusioni

In conclusione il Ministro Salvini punta a riportare all’erario almeno parte dei debiti accumulati dai contribuenti attraverso l’ennesima sanatoria. Il condono fiscale proposto mira anche a venire incontro a coloro che versano in una situazione di disagio economico tale da non riuscire a pagare le cartelle esattoriali pervenute. Per questo motivo verrà probabilmente fissato un tetto reddituale per poter godere della pace fiscale.

Resta comunque il problema dell’evasione fiscale, che sembra perfino essere aumentato negli ultimi anni. E per poterla combattere concretamente andranno adottate misure anche fondate sull’intelligenza artificiale.

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