Dicembre porta di solito con sè buste paga e cedolini più pesanti per lavoratori e pensionati grazie alla corresponsione della tredicesima. Il 2023 potrebbe essere ancora più ricco se il Governo metterà in atto la detassazione.


La tredicesima è solitamente una ‘gratifica’ di fine anno corrisposta sia a chi lavora sia a chi percepisce la pensione. A dicembre quindi lavoratori e pensionati possono tirare un sospiro di sollievo.

Ciò che però da sempre non piace è il fatto che anche la tredicesima sia sottoposta a tassazione. Anche su di essa infatti gravano sia i contributi previdenziali che la tassazione ai fini Irpef (così come stabilisce l’art. 51 del Dpr n. 917/1986 – Tuir). Va inoltre aggiunto che, a differenza di quanto previsto per il normale stipendio (o pensione), sulla tredicesima non spettano le detrazioni per lavoro dipendente né quelle per i familiari a carico. Questo fa sì che le trattenute Irpef siano applicate per intero e non mitigate dalle detrazioni come accade per lo stipendio. Per questo motivo l’importo netto appare più basso rispetto al normale stipendio, vista la tassazione più elevata rispetto a quella applicata in via ordinaria.

Quest’anno potrebbe arrivare però una buona notizia. Il Governo sembrerebbe infatti intenzionato a introdurre già a dicembre 2023 la detassazione della tredicesima mensilità.

Detassazione tredicesima: sarà anticipata al 2023?

La certezza non c’è ancora ma, per gioia di lavoratori e pensionati, il Governo starebbe lavorando alla detassazione della tredicesima già per il 2023, studiando diverse ipotesi.

La misura si inserisce all’interno del piano generale della legge Delega di ridurre da quattro a tre gli scaglioni Irpef. L’esecutivo in realtà avrebbe a disposizione un anno di tempo, ma per applicare la detassazione sull’ultima busta paga di quest’anno il ministero dell’Economia e della Finanza avrebbe deciso di stringere i tempi.

Gli schemi dei decreti legislativi dovranno essere pronti entro il 20 settembre, per quanto riguarda la tredicesima però sul tavolo del Mef ci sono ancora varie opzioni. Nel giro comunque di pochi giorni si potranno avere informazioni più chiare.

Le ipotesi al vaglio

Maurizio Leo, viceministro dell’economia e delle finanze e titolare del dossier sulla riforma fiscale, starebbe esaminando l’ipotesi dell’aliquota al 15%, dato che questa percentuale sarà difficilmente applicabile ad una generica ‘flat tax’, come stabilito inizialmente negli obiettivi dell’esecutivo.

Invece delle aliquote fiscali attuali, che a seconda del reddito vanno dal 23%, al 25%, 35% fino al 43%, sulla tredicesima dovrebbe essere applicata un’imposta sostitutiva agevolata che andrebbe ad abbattere la tassazione dell’importo erogato in busta paga, consentendo così ai dipendenti, sia dell’ambito pubblico che privato, di incassare per dicembre una somma più alta.

Il piano del Governo comunque punterebbe ancora una volta a voler agevolare i redditi medio-bassi (potenzialmente con una soglia di 35.000 euro), per contrastare l’effetto dell’inflazione sul potere d’acquisto degli stipendi, almeno in questa fascia di popolazione.

Tredicesima detassata: le simulazioni

Considerando le buste paga da lavoro il quotidiano Il Messaggero ha provato ad effettuare delle simulazioni a titolo esemplificativo, per capire di quanto i lavoratori potrebbero beneficiare con la detassazione.

Ad esempio, un lavoratore con un reddito di 15mila euro l’anno potrebbe ricevere uno sconto sull’Irpef di 80 euro, da 230 a 150 euro.

Chi dichiara 20mila euro annui scenderebbe invece da 400 a 240 euro di Irpef, con un risparmio di 160 euro. E ancora, secondo le stime, coloro che hanno un reddito annuale di 25mila euro beneficerebbe di un taglio da 200 euro; chi ne guadagna 30mila, invece, 480 euro e fino a un risparmio di circa 560 euro per chi si assesta sui 35mila.

Oltre questa soglia lo sconto potrebbe salire progressivamente, fino ad arrivare, ad esempio, a una tredicesima più ricca di 1792 euro netti per i redditi da 80mila euro all’anno.

Quali ostacoli alla detassazione anticipata a dicembre 2023?

Ancora una volta, come per tante delle altre misure sul tavolo del Governo, si incontra un ostacolo: anche la detassazione anticipata della tredicesima, per poter essere realizzata, dovrà infatti fare i conti con la ricerca di fondi per la legge di bilancio. Perchè sia realizzata dipende quindi come si svilupperà lo stanziamento di risorse. Non a caso sia Maurizio Leo che Giancarlo Giorgetti hanno chiesto cautela.

In ogni caso il provvedimento riceverebbe il favore dell’associazione delle piccole imprese Confesercenti, per la quale “la detassazione degli aumenti contrattuali e delle tredicesime è la via maestra da seguire per dare un impulso determinante alla domanda interna”.

Conclusioni

Per dare un forte segnale a lavoratori e pensionati colpiti dall’inflazione e dai conseguenti rincari il Governo vorrebbe anticipare già a dicembre 2023 la detassazione della tredicesima, consentendo di percepire una somma più alta. Diverse sono le ipotesi al vaglio, ma tutte si inserirebbero nella direzione di andare incontro ai redditi medio-bassi. Verrà infatti fissata, con ogni probabilità, una soglia entro cui si applicherà la detassazione.

In ogni caso bisognerà definire le concrete possibilità a disposizione del Governo, sia in caso di anticipo delle novità già per l’anno in corso che qualora la detassazione delle tredicesime rientrasse tra le misure della Legge di Bilancio 2024. La copertura delle risorse a disposizione è infatti come sempre piuttosto corta.

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