E’ in arrivo la Cassa integrazione per i lavoratori autonomi (ISCRO) con la Legge di Bilancio 2021. Come funziona, a quanto ammonta e chi può beneficiarne?

Tra gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2021 c’è anche la cassa integrazione per lavoratori autonomi, consistente in un assegno mensile erogato dall’INPS, il cui ammontare parte da 250 euro fino ad un massimo di 800 euro.

La Cassa integrazione per i lavoratori autonomi si chiamerà ISCRO “Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa”.

Potranno beneficiarne i lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata INPS ed i titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, che, abbiano subito perdite del 50% rispetto ai tre anni precedenti e abbia dichiarato un reddito inferiore a 8.145 euro.

Cassa integrazione lavoratori autonomi

Chi può beneficiare della Cassa Integrazione per lavoratori autonomi?

L’indennità è riconosciuta ai soggetti iscritti alla Gestione separata, i quali:

  • Non siano titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • Non siano beneficiari del reddito di cittadinanza;
  • Reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente la presentazione della domanda, inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni precedenti l’anno anteriore la presentazione della domanda;
  • Abbiano dichiarato nell’anno precedente alla presentazione della domanda un reddito non superiore a 8.145 euro;
  • In regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;
  • Titolari di partita Iva attiva da almeno quattro anni alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’attuale iscrizione alla gestione previdenziale.

A quanto ammonta la cassa integrazione per i lavoratori autonomi?

L’indennità legata alla cassa integrazione per i lavoratori autonomi é erogata per 6 mensilità ed è pari al 25%, su base semestrale, dell’ultimo reddito liquidato dall’Agenzia delle entrate. L’indennità, in ogni caso, non può comunque essere superiore a 800 euro e non può essere inferiore a 250 euro.

Complessivamente, quindi, l’indennità complessivamente ottenibile si attesta tra i 1.500 euro ed i 4.800 euro.

Come presentare la domanda?

La domanda deve essere presentata all’INPS in via telematica entro il 31 ottobre di ogni anno. Essa può essere richiesta dal 2021 al 2023 una sola volta nell’arco del triennio. L’INPS invia all’Agenzia delle entrate i dati identificativi dei soggetti che hanno presentato domanda.

La cessazione della Partita Iva nel corso della erogazione dell’indennità comporta la cessazione dell’erogazione, ed il recupero delle mensilità erogate dopo la data indicata come fine attività.

Considerazioni sulla cassa integrazione per i lavoratori autonomi

Sicuramente è da cogliere con favore un’agevolazione o meglio una forma di assistenza per sostenere i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata INPS, in caso di crisi. Tuttavia, le possibilità di ottenere questa forma di indennità appaiono di non facile riscontro concreto. L’agevolazione, infatti, ha come limite più grande quello di prevedere un limite massimo di fatturato annuo al di sopra del quale l’indennità non può essere fruita. Si tratta di un limite piuttosto basso, ovvero, 8.145 euro.

Questo significa, ad esempio, che se un lavoratore autonomo si trova in difficoltà, e si trova a non ricevere incarichi, ad esempio a metà anno, se ha superato la soglia minima di fatturato, non potrà fruire dell’indennità, anche se si trova in una situazione di difficoltà. Ancora una volta sembra di trovarsi di fronte ad ipotesi di indennità di difficile applicazione pratica, che fungono più da “slogan” politici che da aiuto concreto per le moltissime partite Iva attive in Italia, che in questo momento avrebbero sicuramente bisogno di essere sostenute.

Per approfondire: “Cassa integrazione autonomi: come funziona?“.

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