Si stima che l’Italia abbia il patrimonio immobiliare più vecchio d’Europa e che l’80% circa degli edifici italiani avrebbe bisogno di un intervento di ristrutturazione e miglioramento energetico: con l’adozione della direttiva case green detrazioni, bonus e agevolazioni future potrebbero cambiare.
La direttiva europea sulle case green è stata adottata e il via libera definitivo è arrivato all’Ecofin, il vertice dei ministri dell’Economia e delle Finanze. L’Italia e l’Ungheria hanno votato contrariamente, mentre Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.
La direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea e dopo 20 giorni entrerà in vigore. Successivamente, gli Stati membri avranno tempo due anni per recepirla. Ora che la direttiva è stata approvata, l’Italia dovrà rimettere mano ai bonus edilizi per raggiungere gli obiettivi europei. Nonostante le esenzioni già previste, la riqualificazione dovrà riguardare migliaia di abitazioni.
Quali sono i bonus e gli aiuti? Come si muoverà l’Italia? Facciamo un’analisi della situazione.
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Direttiva case green approvata
Gli Stati membri dell’Unione Europea hanno dato il via libera alla direttiva sulle case green. I ministri europei hanno approvato la direttiva: confermato l’accordo raggiunto con il Parlamento europeo a dicembre per rendere il parco immobiliare ad emissioni zero entro il 2050 ed eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040.
Gli unici due Stati che hanno votato contro l’intesa sono stati l’Italia e l’Ungheria, mentre Repubblica ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.
La direttiva sulle case green sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo l’avvenuta pubblicazione. Una volta entrata in vigore, i Paesi membri dovranno presentare un piano per ridurre i consumi e spiegare come si intende raggiungere i target fissati dalla direttiva.
Per quanto riguarda gli edifici non residenziali, la direttiva introduce standard minimi di prestazione energetica. Almeno il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni dovrà essere efficientato entro il 2030 e almeno il 26% entro il 2033.
I Paesi potranno, però, decidere di esentare dalle norme i palazzi storici, i luoghi di culto e gli edifici di proprietà delle forze armate.
Quanti edifici ristrutturare
Se spostiamo la nostra attenzione sull’Italia, circa l’80% degli edifici presenti sul territorio nazionale dovrà essere sottoposto ad interventi di ristrutturazione per passare dalle classi energetiche più basse ad uno o due superiori, con l’obiettivo di ridurre i consumi, risparmiare energia e inquinare di meno.
Bisogna, inoltre, considerare che, secondo le stime, l’Italia ha il patrimonio immobiliare più vecchio d’Europa. Numeri alla mano, su 36 milioni di abitazioni, circa 9 milioni sono quelle con prestazioni peggiori e dovranno essere riqualificata entro il 2035. Fino ad arrivare, poi, nel 2050, raggiungere l’obiettivo di case climaticamente neutre.
Per il nostro Paese la faccenda è molto più complessa, considerando lo stop all’agevolazione superbonus 110% prevista proprio per favorire il salto della doppia classe energetica.
Secondo i dati di Enea, il parco immobiliare italiano conta circa 12,5 milioni di edifici residenziali, di cui il 72% è stato costruito prima della legge sull’efficienza energetica del 1976.
A parte qualche percentuale, non esiste ancora una stima ufficiale di quanti saranno gli edifici da ristrutturazione, ma potrebbe trattarsi di circa un milione da qui al 2030.
Efficienza energetica e costi dei lavori
Il superbonus è stata una misura che ha avuto un grosso peso sulle casse dello Stato. Per di più, bisogna pensare che non tutti gli interventi portano allo stesso risparmio, in termini di risorse spese.
Possiamo prendere come esempio il cappotto termino. A fine 2022, su oltre 222.000 edifici, corrisponde ad un risparmio energetico annuo pari a 2.897,29 GWh e ad un costo annuo di 5,47 euro per kWh.
Passiamo ad un altro intervento, la sostituzione degli infissi, di cui 458.705 interventi con un risparmio energetico di 1.138,68 GW, ha avuto un costo finale di 10,98 euro a kWh. È risultato più alto il rapporto tra costi ed efficienza energetica.
Se, poi, passiamo alle tende o alle schermature solari, i dati subiscono un peggioramento. Ma, più che altro, soffermiamoci, numeri alla mano, alle caldaie. Le 161.567 caldaie a condensazione, pari ad un risparmio annuo di 411,87 Gwh, costano 5,24 euro a kWh, meno dei 9,18 euro kWh dei generatori di aria calda a condensazione.
Nodo sui bonus edilizi
Il nodo cruciale riguarda proprio i bonus edilizi. L’Italia dovrà, molto probabilmente, rimettere mano ai bonus edilizi per raggiungere gli obiettivi europei e con l’adozione della direttiva sulle case green, bonus e detrazioni future potrebbero cambiare.
Se ci si pensa, l’adozione del provvedimento europeo coincide quasi con l’ennesima stretta sul superbonus. Si tratta di una misura che, al 31 marzo 2024, ha raggiunto un costo complessivo a carico dello Stato di oltre 122 miliardi di euro.
Tuttavia, considerando risparmi energetici per costi molto diversi, potrebbe esserci una differenza nella futura erogazione dei bonus. Inoltre, le stesse agevolazioni potrebbero essere riordinate. Le detrazioni fiscali potrebbero essere previste per i redditi più alti e contributi diritti ai redditi più bassi.
Conclusioni
La direttiva sulle case green è stata approvata, con il via libera arrivato all’Ecofin, il vertice dei ministri dell’Economia e delle Finanze. Gli edifici responsabili delle emissioni di gas serra sono il 36% e il 40% dei consumi energetici di tutta l’Unione europea.
Si stima che l’Italia abbia il patrimonio immobiliare più vecchio d’Europa e che l’80% circa degli edifici italiani avrebbe bisogno di un intervento di ristrutturazione e miglioramento energetico.
Con l’approvazione della direttiva sulle case green e considerando risparmi energetici per costi molto diversi, potrebbe esserci una differenza nella futura erogazione dei bonus.
Domande frequenti
Si tratta di edifici con un basso fabbisogno energetico, ossia in grado di garantire un adeguato comfort interno a fronte di un consumo minimo di energia.
Adeguare un immobile di proprietà alla nuova normativa green europea costerà dai circa 20.000 ai circa 55.000 euro.
Il Parlamento Europeo lo scorso 12 marzo 2024 ha approvato in via definitiva la direttiva case green con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2 a effetto serra e il consumo energetico entro il 2030, in vista del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.