Il carried interest rappresenta una particolare forma di remunerazione per i gestori dei fondi di investimento, spesso legata al raggiungimento di specifici obiettivi di rendimento. Questo tipo di compenso è tipicamente riconosciuto ai manager sotto forma di partecipazione agli utili del fondo e beneficia di un regime fiscale agevolato rispetto ai redditi da lavoro dipendente. In questa guida esamineremo nel dettaglio come funziona la tassazione dei carried interest in Italia, le condizioni necessarie per accedere al regime agevolato, e come questo si differenzia dalla tassazione ordinaria dei redditi.
Che cos'è il carried interest?
Il carried interest, definito anche come proventi da "diritti patrimoniali rafforzati", è una forma di remunerazione destinata ai manager e dipendenti dei fondi di investimento (private equity), come ricompensa per il lavoro di gestione del fondo. Si tratta, in sostanza, di una quota degli utili del fondo, eccedente il rendimento derivante dall'investimento iniziale.
Questa remunerazione viene in genere distribuita ai gestori solo al verificarsi di determinate condizioni di performance del fondo, come la restituzione del capitale agli investitori e il raggiungimento di un rendimento minimo, il cosiddetto "hurdle rate".
Si tratta, quindi, di un provento che viene corrisposto da enti o società di gestione di fondi di investimento collettivo del risparmio (c.d. “OICR”) derivante dall'attribuzione a dipendenti o manager di strumenti finanziaria aventi diritti patrimoniali rafforzati, a fronte di una limitazione dei diritti amministrativi e l'esistenza di temporanei vincoli alla trasferibilità.
Questi strumenti essendo legati all'andamento del fondo o della società stessa permettono una forte fidelizzazione dei dipendenti stessi, allineando gli interessi dei manager a quello degli investitori, e incentivandoli a raggiungere obiettivi di performance ambiziosi grazie all’ottenimento di un diretto tornaconto personale.
Regime fiscale del carried interest
Il regime fiscale del carried interest è regolato dall'art. 60 del Decreto Legge n. 50/17, che prevede un'agevolazione fiscale per i proventi derivanti da strumenti finanziari aventi diritti patrimoniali rafforzati, percepiti da manager e dipendenti di fondi di investimento. In particolare, tale disposizione prevede che tale provento, rispettando alcuni requisiti, può essere qualificato come reddito di capitale, in quanto "utili derivanti dalla partecipazione al capitale o al patrimonio di società ed enti", ai sensi dell'articolo 44, comma 1, lettera e), del TUIR, con imposta sostitutiva al 26%, al ricorrere di determinati requisiti.
In assenza dei requisiti il provento rientra nella categoria dei redditi diversi, con applicazione della tassazione ordinaria progressiva IRPEF, che varia dal 23% al 43%, oltre alle addizionali locali. Sul punto, l'Amministrazione finanziaria ha fornito chiarimenti applicativi sulle disposizioni normative con la Circolare n. 25/E/2017 e successi...
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