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Bonus edilizi: cessione dei crediti fino al 4 aprile

Ultima scadenza fissata al 4 aprile per poter usufruire della cessione dei crediti dei bonus edilizi. Dopo le limitazioni imposte agli enti pubblici, e ai limiti di capienza di banche e Poste, rimangono i bilanci dei privati.

Come era stato anticipato dall’Agenzia delle Entrate a febbraio è stato dato più tempo per la cessione dei crediti legata a spese per interventi di ristrutturazione o riqualificazione energetica (c.d. “bonus edilizi“) effettuate nel 2023. Con un apposito provvedimento è stata infatti spostata in avanti la scadenza per cessioni e sconti in fattura, fissata dapprima al 16 marzo. Ci sarà invece ora tempo fino al 4 aprile, vale a dire il giovedì successivo al weekend di Pasqua.

Il termina riguarda le comunicazioni legate a tutti i bonus edilizi che è ancora possibile cedere. Ed è collegata “alle detrazioni riferite alle spese sostenute nel 2023, nonché” alle rate residue non fruite delle detrazioni riferite alle spese sostenute nel 2020, 2021 e 2022. Si tratta, in sostanza, della coda dei lavori effettuati negli anni passati.

Di seguito i dettagli.

Come fruire dei bonus edilizi

L’articolo 121 del Decreto Rilancio (D.L n. 34/2020) disciplina le diverse modalità di fruizione dei “bonus edilizi”, ovverosia quelle agevolazioni le cui percentuali di detrazioni sono variabili e ricomprese, a seconda della tipologia di lavori di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica, tra il 50 e il 110 per cento, a favore dei soggetti che li effettuano e hanno i requisiti per accedervi.

È possibile beneficiare di tale agevolazione attraverso tre diverse modalità:

  • Detrazione fiscale direttamente nella propria dichiarazione dei redditi in diminuzione delle imposte dovute in base al prospetto di liquidazione del 730 e/o del Modello Redditi PF;
  • Sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, che deve essere anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta di importo pari alla detrazione spettante, con facoltà di successiva cessione;
  • Cessione di un credito d’imposta agli istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successiva cessione.

Il credito d’imposta deve essere usufruito con la stessa ripartizione in quote annuali con la quale sarebbe stata utilizzata la detrazione. La quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno non può essere usufruita negli anni successivi, e non può essere richiesta a rimborso.

Cessione dei crediti: ultimo “giro di boa

I soggetti che hanno scelto una delle due modalità tra cessione o sconto nel corso dell’anno 2023 relativamente a spese per interventi di Superbonus 110% o di Bonus edilizi, oppure che negli anni precedenti hanno maturato delle rate residue di detrazione, devono comunicare all’Agenzia delle Entrate il corrispondente credito maturato a soggetti terzi entro e non oltre il 4 aprile 2024 (di norma invece la scadenza sarebbe stata il 16 marzo dell’anno successivo a quello di sostenimento delle spese).

La scadenza del 4 aprile segnerà la fine dell’ultima grande tornata di cessioni e sconti in fattura per il superbonus e gli altri bonus casa. Il decreto “blocca cessioni” ha escluso la trasferibilità dei crediti d’imposta per quasi tutti i cantieri avviati dopo il 17 febbraio 2023. Ma il grosso dei pagamenti eseguiti l’anno scorso riguarda lavori per i quali i committenti avevano già prenotato il diritto alla cessione o allo sconto. Ecco perché il termine entro cui devono essere comunicate alle Entrate queste opzioni per le spese sostenute nel 2023 – il 4 aprile, appunto – sarà un momento chiave. Per i contribuenti e per chi è chiamato a conteggiare il peso sulle casse pubbliche di una misura ormai avviata verso i 150 miliardi.

Ritenute sui bonifici

Come sottolinea Il Sole 24 ore due dati misurano la febbre da bonus. Le ritenute effettuate dalle banche sui bonifici di dicembre 2023 indicano che sono stati eseguiti pagamenti agevolati per 6,95 miliardi. È la seconda cifra mensile più alta di sempre, superata solo da dicembre 2021, quando ci fu la corsa ai pagamenti per evitare la riduzione del bonus facciate dal 90 al 60 per cento.

L’altro dato da tenere d’occhio arriva dalle asseverazioni trasmesse all’Enea: a dicembre dell’anno scorso si sono aggiunti 9,66 miliardi di investimenti per lavori o Sal completati. E in questo caso si tratta di un record assoluto, frutto di un’altra corsa, stavolta per evitare il taglio del superbonus dal 110% (o 90%) al 70%, previsto quest’anno. Un record che potrebbe essere addirittura misurato al ribasso, dal momento che le asseverazioni di fine 2023 possono essere comunicate all’Enea nei 90 giorni successivi. Quindi, teoricamente, fino a marzo.

I due dati non devono essere però sommati né sovrapposti. I bonifici conteggiano infatti i pagamenti relativi a tutti i bonus casa, ma non gli sconti in fattura integrali, in cui il committente non paga nulla. I dati Enea, invece, considerano i soli lavori completati per il superbonus in versione “eco”, anche se si fa lo sconto in fattura; mentre non includono il superbonus antisismico e le altre agevolazioni.

Proroga cessione dei crediti al 4 aprile: alcuni esempi

Per rendere meglio l’idea possiamo fare alcuni esempi esplicativi.

Ho sostenuto 10.000 € di spese nel corso dell’anno 2023 per Superbonus 110% e ho scelto lo sconto in fattura, non versando materialmente alcunché. In questo caso ho quindi la facoltà di esercitare il diritto d’opzione effettuando la relativa comunicazione all’Agenzia delle entrate entro il 16 marzo dell’anno successivo, quindi entro il 16 marzo 2024, prorogato ora al 4 aprile 2024, per la totalità della spesa ammessa al beneficio, ossia per il recupero di 11.000 € di credito.

Se invece non ho esercitato il diritto d’opzione per le spese di Superbonus pari a 20.000 € sostenute con bonifico dedicato nel 2023 entro il 4 aprile 2024. A partire dal 5 aprile 2024, potrò cedere soltanto 3 rate residue, sulla totalità delle 4 permesse ante 4 aprile, ossia potrò presentare una Comunicazione per un credito totale pari a 16.500 € (22.000 €/4*3). Questa modalità è consentita solo in caso di cessione e non per lo sconto in fattura.

Mercato bloccato e ipoteca sugli incentivi futuri

La cosa che emerge è come al Governo sarà lasciata un’eredità pesante in termini di bonus edilizi. Sarà chiamato infatti a ridisegnare le agevolazioni ordinarie (tutte in scadenza a fine 2024, tranne il superbonus e il bonus barriere architettoniche), ma non solo. Un grosso impatto verrà dato anche a seguito dell’attuazione della direttiva europea sulle case green, che andrà fatta entro 2 anni.

Le norme Ue, tra l’altro, chiederanno uno sforzo continuo di riqualificazione degli edifici da qui al 2050, con le relative agevolazioni. L’operazione di revisione degli sconti fiscali, perciò, potrebbe partire azzoppata, dal momento che circolano ancora oltre 100 miliardi di crediti da smaltire (il Mef a novembre ne misurava 135): difficile, quindi, introdurre nuovamente strumenti di cessione dei crediti, almeno nell’immediato. Nel frattempo, con le banche sostanzialmente ferme e il canale di Poste aperto solo per piccoli importi, la strada più percorribile per trovare un acquirente potrebbe essere quella della cessione tra privati.

Comprare “tax credit” per le imprese

I margini per questi acquisti, almeno in teoria, sono ancora larghi, come indica la rilevazione di InfoCamere che ha misurato per Il Sole 24 Ore la capienza fiscale delle imprese italiane, passando in rassegna oltre un milione di documenti (1.021.757): cioè i bilanci 2022 delle società di capitale tenute al deposito, senza le quotate. In questi bilanci ci sono voci (D12 e D13 della tassonomia Xbrl) dedicate ai debiti accertati che possono essere oggetto di compensazione: analizzandole, si può stimare quanto “spazio fiscale” abbiano le imprese per comprare i tax credit.

In particolare, risultano contabilizzati 63,3 miliardi di euro di debiti a breve, entro 12 mesi, verso lo Stato. Ai quali si aggiungono 21 miliardi relativi a debiti, sempre a breve, verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale, che potrebbero essere anch’essi compensati. Restringendo il campo alle società con almeno 100mila euro di liquidità disponibile, quindi con maggior propensione a questo tipo di operazioni, i debiti compensabili ammontano a 68 miliardi (di cui 50,8 fiscali e 17,2 previdenziali).

Conclusioni

L’ultima spiaggia per la cessione dei crediti del bonus casa potrebbero essere i bilanci aziendali.

Secondo un’analisi di Infocamere c’è spazio ancora per 68 miliardi di euro nei bilanci delle imprese che hanno ancora capacità residua. Però bisogna affrettarsi, perché l’ultima scadenza è fissata per il mese di aprile quando ci sarà l’ultima grande tornata di cessioni e di sconti, presenti in fattura.

Il decreto “blocca cessioni” ha escluso, infatti, la trasferibilità dei crediti d’imposta per quasi tutti i cantieri avviati dopo il 17 febbraio 2023. La maggior parte dei pagamenti eseguiti l’anno scorso riguarda Lavori per i quali i committenti avevano già prenotato il diritto alla cessione e allo sconto. Per questo il termine entro il quale si dovranno comunicare all’agenzia delle Entrate queste opzioni per le spese sostenute nei 2023  rappresenta un momento cruciale  per i contribuenti e per chi è si trova a conteggiare il peso sulle casse pubbliche di una misura ormai avviata verso i 150 miliardi.

Sabrina Maestri
Sabrina Maestri
Classe 1986, vogherese, aspirante consulente del lavoro. Appassionata di giornalismo, scrivo da anni per portali di informazione e testate giornalistiche online occupandomi di temi legati al mondo del lavoro, al fisco e bonus fiscali.

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