La Legge di Bilancio 2024 (Legge n. 213/2023) ha stanziato fondi per corrispondere il bonus animali domestici fino al 2026. Il contributo è rivolto ad una ridotta platea di soggetti sulla base di un limite Isee fissato in Manovra. Non ancora note le modalità di erogazione.
Arriva nel 2024 un’importante novità per i proprietari di animali domestici. Annunciata da tempo adesso arriva l’ufficialità con l’uscita in Gazzetta Ufficiale della Legge di Bilancio 2024. Dopo diversi anni di attesa, dovuti anche alla mancanza di risorse economiche, arriva il bonus Animali d’affezione.
Le proposte e gli emendamenti avanzati al Mef non erano mai arrivati alla promulgazione. Ora invece è realtà, sebbene non sarà rivolto a tutti e sarà prevista in versione decisamente più ridotta rispetto a quanto era stato inizialmente ipotizzato. Vediamo cosa sappiamo finora in attesa che vengano definiti tutti i dettagli.
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Cos’è il bonus animali domestici?
Il “bonus animali domestici” è un’iniziativa volta a sostenere i proprietari di animali domestici nelle spese relative alla loro cura. Si tratta di un beneficio monetario che un emendamento vorrebbe introdurre nella legge di Bilancio in favore di tutte le famiglie che si prendono cura degli animali domestici.
Pur essendo già stato ribattezzato Bonus Animali d’affezione o anche Bonus Animali domestici, si tratta più precisamente di un fondo del ministero della Salute volto a “sostenere i proprietari di animali d’affezione nel pagamento di visite veterinarie e operazioni chirurgiche veterinarie nonché nell’acquisto di farmaci veterinari“. Lo troviamo previsto al comma 207 delle Misure quantitative per la realizzazione degli obiettivi programmatici.
Per finanziare questo fondo “è stato disposto uno stanziamento pari a 250 mila euro per l’anno 2024, 250 mila euro per l’anno 2025 e 250 mila euro per l’anno 2026”, dunque 750 mila euro in tre anni a cui potranno “accedere i proprietari di animali d’affezione che abbiano un valore dell’Isee inferiore a 16.215 euro e un’età superiore a sessantacinque anni”.
Quali animali domestici?
Il testo della Manovra parla espressamente di “animali d’affezione“. Ma cosa s’intende esattamente con questa dicitura? Secondo il Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri) del 28 febbraio 2003, con questo termine si intendono quegli animali “tenuti, o destinati a essere tenuti, dall’uomo per compagnia o affezione senza fini produttivi o alimentari, compresi quelli che svolgono attività utili all’uomo, come il cane per disabili, gli animali da pet-therapy, da riabilitazione e impiegati nella pubblicità“.
Si presume quindi che verranno inclusi tutti gli animali da compagnia di cui si può certificare una proprietà quindi cani, gatti, furetti, uccelli (ad esclusione del pollame), roditori e conigli. Bisognerà attendere altre specifiche per sapere se verranno inclusi anche anfibi, invertebrati e animali acquatici.
Modalità di erogazione
Quanto alle modalità di erogazione non si conoscono ancora i dettagli. I criteri di ripartizione delle risorse, tutti i requisiti e le modalità di accesso al fondo dovranno essere pubblicate “entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge (il 30 dicembre 2023), con decreto del Ministro della salute, adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze”, quindi se ne saprà di più al massimo entro Pasqua.
Quello che sappiamo di certo ad oggi è solo il vincolo dell’Isee e dell’età del richiedente, che deve esser nato prima del 1959.
Detrazione spese veterinarie in dichiarazione dei redditi
Nessuna novità sul fronte della detrazione delle spese veterinarie in dichiarazione dei redditi, che sarà confermata anche per il 2024, con gli stessi limiti e gli stessi importi. Ricordiamo a tal proposito che quest’anno le scadenze sono fissate al 30 settembre sia per il 730 che per gli altri modelli.
Come prevede l’articolo 15, comma 1, lettera c-bis del TUIR la detrazione resta pari al 19% delle spese veterinarie sostenute fino a un importo massimo di 550 euro, per la parte che eccede la franchigia di 129,11 euro. Non ci sono ovviamente limiti di Isee per poterne ‘beneficiare’. Le spese veterinarie ammesse alla detrazione sono sempre le prestazioni professionali rese dal veterinario, l’acquisto di medicinali veterinari prescritti, le spese per analisi di laboratorio e interventi presso cliniche veterinarie accreditate, a fronte di fattura o scontrino “parlante”.
Deve essere inoltre precisato che il limite di detraibilità è unico per tutte le spese veterinarie sostenute, indipendentemente dal numero di animali posseduti. Inoltre “non sono detraibili le spese per la cura di animali destinati all’allevamento, alla riproduzione o al consumo alimentare e di animali di qualunque specie allevati o detenuti nell’esercizio di attività commerciali o agricole, né in relazione ad animali utilizzati per attività illecite”.
Infine, come riporta la guida alla compilazione del 730 dell’Agenzia delle entrate, la detrazione massima è inferiore a 80 euro. Proviamo ad effettuare un esempio pratico. Ipotizziamo che nel periodo di imposta siano state sostenute spese veterinarie per un importo complessivo di 400 euro. Nella dichiarazione dei redditi deve essere indicato l’importo della spesa sostenuta. A questo si deve togliere l’importo della franchigia e sulla differenza si calcola la detrazione del 19%. Pertanto, l’importo della detrazione spettante è pari a 51,47 euro.
Conclusioni
La Manovra finanziaria 2024 porta una bella novità per i proprietari di animali domestici: il bonus animali d’affezione. Tuttavia, il beneficio è rivolto solo a soggetti con una situazione reddituale bassa, fondata su un limite Isee di 16.215 euro. Restano ancora da definire le modalità di erogazione e l’importo preciso che spetterà ai beneficiari.
Nessuna novità invece sul fronte della detrazione delle spese veterinarie da portare in dichiarazione dei redditi.