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Aumentare l’importo dell’Assegno Unico: è possibile?

NewsAumentare l'importo dell'Assegno Unico: è possibile?

L'assegno unico rappresenta quella misura pensata per aiutare economicamente quelle famiglie con figli minori e reddito basso. Per poter beneficiare di un importo più alto occorrerà presentare l'Isee corrente, da cui potrebbe emergere un eventuale peggioramento della situazione economica.

L’assegno unico universale, destinato alle famiglie con figli, è stato istituito dal d.lgs n. 230-2021. L’erogazione della misura è iniziata da marzo 2022 e attualmente è in vigore un regime transitorio con maggiorazioni  in vigore per fino al 2024 .

L’importo dell’assegno unico varia a seconda del numero di figli e della situazione reddituale che emerge ogni anno dall’indicatore Isee, oltre che dall’eventuale situazione di disabilità di un minore presente in famiglia. Dal 2023 non è più necessario presentare ogni anno la domanda dell’assegno stesso (a meno che non incorrano variazioni nei requisiti familiari) bastando la presentazione della DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) che attesta se il nucleo familiare rientra nei requisiti richiesti per poter beneficiare del sostegno economico.

Ma come come poter aumentare l’importo dell’assegno unico? Vediamo di seguito i dettagli.

Assegno unico: i requisiti

Partiamo dai requisiti richiesti per poter beneficiare dell’Assegno Unico Universale. La misura spetta:

  • Per ogni figlio minorenne a carico. Per i nuovi nati decorre dal settimo mese di gravidanza e
  • Per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni, che:
    • Frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, o un corso di laurea;
    • Svolga un tirocinio o un’attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui;
    • Sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
    • Svolga il servizio civile universale;
  • Per ogni figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.

Assegno Unico: gli importi

L’assegno unico figli è universale. Questo significa che è destinato a tutte le famiglie con figli, con importi che sono progressivamente inferiori in base all’aumentare del reddito. In particolare è prevista: 

  1. Una quota base minima  per tutte le famiglie con ISEE sopra i 40mila euro, fissata inizialmente a 50 euro per 1 figlio;
  2. Una quota variabile modulata in modo progressivo, sulla base dell’ISEE familiare: la soglia ISEE per avere il trattamento massimo era pari nel 2022 a 15mila euro.

Sono previste inoltre specifiche maggiorazioni collegate al numero dei figli, alla disabilità, alle famiglie monogenitoriali.

Va inoltre sottolineato che gli importi dell’assegno e delle soglie Isee sono rivalutati annualmente sulla base dell’indice ISTAT e che l’importo dell’assegno non rileva ai fini del reddito.

Assegno Unico: modalità di erogazione

A partire dal 2023  per chi già riceve l’assegno non è necessario fare domanda ogni anno, a meno che non ci siano variazioni dei requisiti della famiglia ovvero : 

  • Maggior numero di figli, 
  • Raggiungimento dell’età che li esclude dall’ accesso (22 anni),
  • Modifica dell’Isee cioè variazioni di reddito o del patrimonio del nucleo familiare.

Va inoltre precisato che è necessario comunque presentare ogni anno all’INPS la DSU per ottenere l’importo dell’assegno sulla base dell’ISEE aggiornato, altrimenti dal mese di marzo viene garantito solo l’importo minimo previsto per la fascia ISEE più alta. 

La presentazione dell’ISEE aggiornato entro il mese di giugno da diritto ad ottenere eventuali conguagli.

Chi richiede per la prima volta l’assegno unico sarà ovviamente tenuto a presentare apposita domanda nell’area dedicata sul sito dell’Inps, sempre previa richiesta della certificazione Isee.

Come aumentare l’importo e in quali casi

Anche quest’anno, per ottenere gli importi della prestazione che spettano di diritto sulla base delle soglie Isee, era necessario presentare la nuova Dichiarazione Sostituiva Unica (Dsu) ai fine Isee entro il 29 febbraio 2024. Coloro che non hanno rispettato questa scadenza, a partire da marzo hanno ricevuto l’importo minimo dell’assegno unico. Solo presentando la Dsu entro il 30 giugno 2024 si potranno ricevere gli arretrati spettanti da marzo.

Poiché tra i parametri di calcolo dell’Assegno unico rientra anche l’Isee corrente (che registra la situazione economica del richiedente più aggiornata), richiedendolo è possibile eventualmente ottenere un importo più alto del sussidio. L’Isee corrente, infatti, fa riferimento ai redditi degli ultimi dodici mesi (o anche solo degli ultimi due mesi in caso di lavoratore dipendente a tempo indeterminato per cui sia intervenuta la perdita, sospensione o riduzione dell’impiego) rispetto all’Isee ordinario che registra i redditi percepiti nel secondo anno solare precedente la Dsu.

Perciò se la situazione economica della famiglia beneficiaria ha subito delle variazioni negative negli ultimi mesi, questa avrà diritto a un Assegno unico più alto. Per ottenerlo però sarà necessario aver richiesto l’Isee corrente aggiornato. Nel caso di mancato rinnovo dell’Isee corrente, per il calcolo dell’assegno unico verrà preso in considerazione esclusivamente l’Isee ordinario.

Come ha precisato il Ministero del Lavoro nel caso in cui le variazioni riguardino solo i redditi della famiglia, “l’Isee corrente ha validità di sei mesi dal momento della presentazione della Dsu”. Se, invece, risulti aggiornata anche la situazione occupazionale, “il documento deve essere aggiornato entro due mesi dalla variazione”. Nel caso in cui la variazione riguardi solo i patrimoni oppure i patrimoni e i redditi “l’Isee corrente ha validità fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione della Dsu. Mentre, se durante il periodo di validità dell’Isee corrente, nel quale sia stata aggiornata anche o solo la componente reddituale, intervengano variazioni nella situazione occupazionale o nella fruizione dei trattamenti, l’Isee corrente deve essere aggiornato entro due mesi dalla variazione”.

Conclusioni

L’assegno unico universale è pensato per le famiglie con figli a carico fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per figli disabili a carico. È rivolto a lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati, disoccupati e inoccupati.

Il suo importo varia in base ai parametri presi a riferimento. E può cambiare anche di anno in anno se dovessero subentrare cambiamenti nei requisiti richiesti.

Per poter beneficiare di un importo più alto, se si pensa di avere avuto un peggioramento nella situazione economica familiare, è bene richiedere l’Isee corrente, che attesta il reddito familiare aggiornato.

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    Sabrina Maestri
    Sabrina Maestri
    Classe 1986, vogherese, aspirante consulente del lavoro. Appassionata di giornalismo, scrivo da anni per portali di informazione e testate giornalistiche online occupandomi di temi legati al mondo del lavoro, al fisco e bonus fiscali.
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