Assegno sociale: requisiti, importi e come richiederlo all’INPS

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L’assegno sociale è una prestazione economica assistenziale erogata dall’INPS a cittadini che hanno compiuto 67 anni di età e si trovano in condizioni di disagio economico, indipendentemente dal versamento di contributi previdenziali.

L’assegno sociale rappresenta una delle principali misure di sostegno economico per gli anziani in condizioni di difficoltà economica in Italia. Si tratta di una prestazione assistenziale erogata dall’INPS che garantisce un reddito minimo a chi ha compiuto 67 anni e si trova in stato di bisogno economico. Dal 1° gennaio 1996, questa prestazione ha sostituito la vecchia pensione sociale, mantenendo però l’obiettivo fondamentale di assicurare dignità e sostentamento a chi non ha maturato contributi sufficienti per una pensione ordinaria.

La natura assistenziale dell’assegno sociale lo distingue nettamente dalle prestazioni previdenziali: non deriva da contributi versati durante la vita lavorativa, ma rappresenta un intervento dello Stato per garantire un livello minimo di sussistenza. Questa caratteristica lo rende accessibile anche a chi non ha mai lavorato o ha avuto carriere discontinue, purché rispetti i stringenti requisiti economici e anagrafici previsti dalla normativa.

Requisiti fondamentali per ottenere l’assegno sociale

Per accedere all’assegno sociale nel 2025, è necessario soddisfare contemporaneamente diversi requisiti che riguardano l’età, la residenza, la cittadinanza e la situazione economica del richiedente.

Requisiti anagrafici e di residenza

Il primo requisito imprescindibile è l’età minima di 67 anni, soglia che si applica uniformemente a uomini e donne. Questo limite anagrafico viene periodicamente adeguato all’aspettativa di vita secondo quanto previsto dalla riforma Fornero, garantendo la sostenibilità del sistema nel lungo periodo.

La residenza effettiva e continuativa in Italia costituisce un elemento essenziale per il diritto alla prestazione. Il richiedente deve dimostrare di risiedere stabilmente sul territorio nazionale e deve aver soggiornato legalmente in Italia per almeno 10 anni continuativi prima della presentazione della domanda. Questa condizione mira a garantire che il beneficio sia riservato a chi ha un legame consolidato con il territorio nazionale.

Per quanto riguarda la cittadinanza, possono accedere all’assegno i cittadini italiani, i cittadini di Stati membri dell’Unione Europea iscritti all’anagrafe del comune di residenza, e i cittadini extracomunitari in possesso di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. I rifugiati politici e i titolari di protezione sussidiaria godono di un regime particolare che facilita l’accesso alla prestazione.

Limiti di reddito per il 2025

I limiti reddituali rappresentano il criterio più stringente per l’accesso all’assegno sociale. Per l’anno 2025, l’importo mensile dell’assegno è fissato a 534,41 euro, per un totale annuo di 6.947,33 euro (corrisposto per 13 mensilità).

I limiti di reddito si differenziano in base allo stato civile del richiedente. Per i non coniugati, il reddito personale annuo non deve superare l’importo annuale dell’assegno stesso, ovvero 6.947,33 euro. Per i coniugati, si considera il reddito cumulato della coppia, che non deve eccedere il doppio dell’importo annuale dell’assegno, quindi 13.894,66 euro.

Nel calcolo del reddito rilevante, l’INPS considera tutti i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti da imposte, con alcune importanti eccezioni. Non vengono computati il reddito della casa di abitazione, le pensioni di guerra, l’indennità di accompagnamento, l’assegno vitalizio agli ex combattenti e le rendite INAIL per invalidità permanente assoluta.

Importo dell’assegno sociale: calcolo e maggiorazioni

L’importo dell’assegno sociale viene determinato attraverso un calcolo differenziale che tiene conto della situazione reddituale del beneficiario. L’ammontare può variare da un minimo di pochi euro fino all’importo pieno di 534,41 euro mensili.

Il sistema di calcolo differenziale

Il meccanismo di calcolo prevede che l’assegno venga erogato in misura piena solo a chi ha reddito zero. Per chi possiede redditi propri, l’importo viene ridotto proporzionalmente secondo questa formula:

Assegno spettante = Importo annuo pieno – Reddito posseduto.

Facciamo un esempio concreto per chiarire il meccanismo. Maria, 68 anni, non coniugata, percepisce un piccolo reddito da affitto di 200 euro mensili (2.600 euro annui). Il suo assegno sociale sarà calcolato così: 6.947,33 – 2.600 = 4.347,33 euro annui, pari a circa 334,41 euro mensili. Se invece Giuseppe, 70 anni, coniugato, ha un reddito familiare complessivo di 10.000 euro annui, il suo assegno sarà: 6.947,33 – (10.000 – 6.947,33) = 3.894,66 euro annui, equivalenti a circa 299,59 euro mensili.

Le maggiorazioni sociali previste

Il sistema prevede diverse maggiorazioni che possono incrementare significativamente l’importo base dell’assegno sociale, riconoscendo situazioni di particolare bisogno.

La maggiorazione base di 12,92 euro mensili spetta automaticamente a tutti i titolari di assegno sociale che abbiano compiuto 65 anni. Al compimento del settantesimo anno di età, i beneficiari hanno diritto a un’ulteriore maggiorazione che può portare l’assegno fino a 660 euro mensili, sempre nel rispetto dei limiti reddituali specifici.

Per gli ultrasettantenni in condizioni economiche particolarmente disagiate, la legge prevede un incremento al milione (così chiamato perché inizialmente fissato in un milione di lire), che garantisce un importo minimo mensile di 660 euro. Questa maggiorazione viene riconosciuta quando il reddito personale non supera 9.555,65 euro annui per i non coniugati, o 16.502,98 euro per i coniugati (considerando il reddito cumulato).

Come presentare la domanda all’INPS

La procedura per richiedere l’assegno sociale è stata completamente digitalizzata, rendendo più agevole e veloce l’iter burocratico. La domanda deve essere presentata esclusivamente in via telematica attraverso i canali ufficiali INPS.

Modalità di presentazione della domanda

Il cittadino può scegliere tra diverse modalità per inoltrare la richiesta. La via più diretta è l’accesso al portale INPS utilizzando le credenziali SPID di livello 2, la Carta d’Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Una volta effettuato l’accesso, bisogna navigare nella sezione “Prestazioni e Servizi” e selezionare “Domanda di prestazioni pensionistiche”.

Per chi preferisce l’assistenza telefonica, è disponibile il Contact Center INPS ai numeri 803 164 (gratuito da rete fissa) o 06 164 164 (da cellulare con tariffazione secondo il proprio piano). Gli operatori possono compilare e inoltrare la domanda per conto del richiedente, previa identificazione.

I patronati e i CAF convenzionati offrono assistenza gratuita per la compilazione e l’invio della domanda, risultando particolarmente utili per chi ha difficoltà con gli strumenti informatici. Questi intermediari verificano preventivamente la documentazione e assistono il richiedente in tutto l’iter.

Documentazione necessaria e tempistiche

La documentazione richiesta comprende il documento d’identità valido, il codice fiscale, l’autocertificazione dei redditi posseduti, e per i cittadini extracomunitari, il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo. È fondamentale compilare accuratamente il modello AP03 relativo alla situazione reddituale, che deve essere aggiornato annualmente.

I tempi di risposta dell’INPS variano generalmente tra i 30 e i 90 giorni dalla presentazione della domanda completa. Durante questo periodo, l’Istituto verifica il possesso dei requisiti attraverso controlli incrociati con l’Agenzia delle Entrate e altri enti. In caso di documentazione incompleta, l’INPS richiede integrazioni, sospendendo i termini del procedimento.

Aspetti particolari e casi specifici

L’assegno sociale presenta alcune peculiarità che è importante conoscere per evitare sorprese o perdite del diritto alla prestazione.

Residenza effettiva ed i soggiorni all’estero

Una caratteristica distintiva di questa prestazione sociale è la sua stretta connessione con la residenza effettiva in Italia. La prestazione viene sospesa se il beneficiario si trasferisce all’estero per più di 30 giorni consecutivi. Dopo un anno di assenza dal territorio nazionale, il diritto decade definitivamente e occorre presentare una nuova domanda al rientro.

Questa limitazione non si applica ai ricoveri ospedalieri all’estero per cure mediche documentate, purché autorizzate dal Sistema Sanitario Nazionale. I beneficiari devono comunicare preventivamente all’INPS eventuali spostamenti all’estero superiori ai 30 giorni, pena la sospensione immediata dell’erogazione e l’obbligo di restituzione delle somme indebitamente percepite.

La reversibilità e l’eredità

A differenza delle pensioni contributive, l’assegno sociale non è reversibile al coniuge superstite. Alla morte del beneficiario, la prestazione cessa immediatamente e non genera alcun diritto per i familiari. Il coniuge superstite, se in possesso dei requisiti, dovrà presentare una domanda autonoma per ottenere la prestazione.

Questa caratteristica conferma la natura strettamente personale e assistenziale della prestazione, legata alle condizioni economiche individuali del beneficiario. Gli eredi hanno solo l’obbligo di comunicare tempestivamente il decesso all’INPS per evitare pagamenti indebiti che dovrebbero essere restituiti.

Il cumulo con altre prestazioni

L’assegno sociale è parzialmente cumulabile con alcuni trattamenti assistenziali, ma incompatibile con altri. È possibile percepire contemporaneamente l’indennità di accompagnamento per invalidità civile, poiché quest’ultima non viene considerata reddito ai fini del calcolo dell’importo spettante.

Non è invece cumulabile con altre prestazioni assistenziali erogate dall’INPS per il medesimo titolo, come la pensione di invalidità civile. In presenza di più diritti, il beneficiario può optare per il trattamento più favorevole. Le prestazioni a carico di Stati esteri vengono considerate reddito e riducono proporzionalmente l’importo dell’assegno previsto.

Obblighi del beneficiario e controlli INPS

Il mantenimento del diritto all’assegno sociale comporta precisi obblighi di comunicazione e collaborazione con l’INPS.

Le comunicazioni obbligatorie

Ogni beneficiario deve presentare annualmente la dichiarazione reddituale attraverso il modello RED, generalmente entro il mese di febbraio. Questa dichiarazione permette all’INPS di verificare il permanere dei requisiti economici e di rideterminare l’importo spettante per l’anno in corso.

Vanno comunicate tempestivamente all’INPS tutte le variazioni che possono influire sul diritto o sull’importo dell’assegno: cambio di residenza, variazioni dello stato civile, modifiche della situazione reddituale propria o del coniuge, ricoveri in strutture sanitarie a carico dello Stato per periodi superiori a un mese.

La mancata o tardiva comunicazione può comportare la sospensione cautelativa della prestazione e l’avvio di procedure di recupero per somme indebitamente percepite. L’INPS può richiedere la restituzione degli importi non dovuti maggiorati degli interessi legali.

I controlli e le verifiche periodiche

L’INPS effettua controlli sistematici attraverso l’incrocio delle banche dati con l’Agenzia delle Entrate, l’Anagrafe comunale e altri enti. Questi controlli mirano a verificare l’effettiva residenza in Italia, la veridicità delle dichiarazioni reddituali e il permanere dei requisiti.

Particolare attenzione viene posta alla verifica della residenza effettiva attraverso controlli a campione effettuati anche con l’ausilio delle forze dell’ordine. Le false dichiarazioni comportano non solo la perdita del beneficio e l’obbligo di restituzione, ma anche conseguenze penali per il reato di truffa ai danni dello Stato.

Differenze con la pensione di cittadinanza

È fondamentale comprendere le differenze tra l’assegno sociale e altre misure assistenziali come la pensione di cittadinanza (ora Assegno di Inclusione per gli over 60), per orientarsi correttamente nella scelta della prestazione più vantaggiosa.

L’assegno sociale ha requisiti anagrafici più elevati (67 anni contro i 60 della componente anziani dell’Assegno di Inclusione) ma offre maggiore stabilità e certezza nell’erogazione. Non richiede la sottoscrizione di patti di servizio o progetti di inclusione sociale, essendo riconosciuto esclusivamente in base all’età e alla condizione economica.

L’importo dell’assegno sociale è fisso e rivalutato annualmente in base all’inflazione, mentre l’Assegno di Inclusione varia in base alla composizione del nucleo familiare e può essere soggetto a riduzioni per il patrimonio mobiliare posseduto. Inoltre, l’assegno non prevede limiti di durata, mentre altre misure assistenziali possono essere soggette a rinnovi periodici.

Per i nuclei unipersonali over 67 in condizioni di estrema povertà, spesso l’assegno con le maggiorazioni risulta più conveniente rispetto ad altre forme di sostegno. La scelta va valutata caso per caso, considerando anche la possibilità di integrazioni comunali o regionali al reddito.

Esempi pratici e casistica frequente

Per comprendere meglio l’applicazione pratica delle norme, analizziamo alcuni casi concreti che si presentano frequentemente.

Caso 1: Il pensionato con piccola pensione contributiva Giovanni, 68 anni, percepisce una pensione contributiva di 280 euro mensili (3.640 euro annui) maturata con pochi anni di contributi. Può richiedere l’integrazione attraverso l’assegno sociale? La risposta è affermativa: avrà diritto a un importo ridotto di 3.307,33 euro annui (254,41 euro mensili), che si sommerà alla sua pensione contributiva, raggiungendo così 534,41 euro mensili complessivi.

Caso 2: La cittadina extracomunitaria con permesso di lungo soggiorno Fatima, cittadina marocchina di 67 anni, risiede legalmente in Italia dal 2010 con permesso di soggiorno UE di lungo periodo. Non ha mai lavorato e non ha redditi propri, mentre il marito percepisce una pensione di 800 euro mensili. Il reddito familiare annuo è di 10.400 euro, inferiore al limite di 13.894,66 euro per i coniugati. Fatima avrà diritto a un assegno parziale di circa 280 euro mensili.

Caso 3: Il beneficiario che eredita un immobile Rosa percepisce l’assegno sociale pieno. Eredita un appartamento che decide di affittare, ricavando 400 euro mensili. Deve comunicare immediatamente la variazione all’INPS. Il suo assegno verrà rideterminato: con un reddito annuo da affitto di 5.200 euro, l’assegno si ridurrà a 134,41 euro mensili. Il reddito complessivo rimarrà comunque nei limiti previsti.

Domande frequenti

Posso richiedere l’assegno sociale se vivo con i miei figli che lavorano?

Sì, la convivenza con familiari che lavorano non preclude il diritto. Vengono considerati solo i redditi personali del richiedente e, se coniugato, quelli del coniuge. I redditi di figli o altri conviventi non rilevano ai fini del calcolo.

Posso richiedere gli arretrati se presento la domanda in ritardo?

L’assegno decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda. Non sono previsti arretrati per periodi precedenti, anche se i requisiti erano già maturati. È quindi importante presentare tempestivamente la domanda al compimento del 67° anno di età.

D: L’importo dell’assegno è pignorabile?

È pignorabile solo parzialmente e nei limiti previsti per le pensioni. Può essere pignorato solo per crediti alimentari e nella misura massima di un quinto dell’importo, garantendo comunque al beneficiario un minimo vitale.

Riferimenti normativi

  • Regolamento (CE) n. 883/2004 relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale
  • Legge 8 agosto 1995, n. 335 – Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare
  • Circolare INPS n. 5 del 15 gennaio 2025 – Importi delle prestazioni assistenziali per l’anno 2025
  • Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 – Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione
  • Messaggio INPS n. 28 del 7 gennaio 2025 – Rivalutazione delle prestazioni assistenziali
  • Sentenza Corte Costituzionale n. 187/2010 sui requisiti di residenza
  • Circolare INPS n. 147 del 11 dicembre 2019 – Maggiorazioni sociali
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Elisa Migliorini
Elisa Migliorinihttps://www.linkedin.com/in/elisa-migliorini-0024a4171/
Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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