Acquisto immobile: privato, società o holding?

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Guida strategica alla scelta del veicolo giusto per proteggere il patrimonio e ottimizzare la fiscalità per un investimento immobiliare.

Ogni anno decine di clienti mi contattano dopo aver acquistato un immobile come privati, scoprendo solo successivamente di aver perso opportunità fiscali irrecuperabili o, peggio, di aver esposto il bene a pignoramenti evitabili. L’intestazione di un immobile non è mai neutra: è una scelta strategica che può trasformare un investimento in un’arma a doppio taglio. La differenza tra acquistare come privato, tramite società semplice, SRL o holding non si misura solo in aliquote fiscali, ma nella capacità di blindare il patrimonio da creditori, eredi litigiosi e contestazioni dell’Agenzia delle Entrate.​

Il mercato immobiliare offre rendimenti interessanti, ma richiede strutture patrimoniali adeguate. Un immobile intestato senza strategia può essere oggetto di aggressione in caso di difficoltà: i creditori possono aggredirlo facilmente, le successioni rischiano di frammentarlo tra eredi con visioni contrastanti, il Fisco può riqualificare operazioni apparentemente semplici trasformandole in contestazioni onerose. La pianificazione fiscale e patrimoniale è l’unico antidoto a questi rischi.​​

Questo articolo analizza le quattro principali opzioni per l’acquisto immobiliare, confrontando vantaggi fiscali, protezione patrimoniale, costi di gestione e rischi operativi. Non esistono soluzioni universali: la scelta dipende dagli obiettivi personali, dal numero di immobili, dalla necessità di protezione e dalla strategia successoria.

​​Perché l’intestazione conta più del prezzo

Nella mia attività professionale ho assistito un imprenditore che possedeva tre immobili commerciali intestati personalmente. Quando la sua società operativa (SNC) ha affrontato una crisi di liquidità, i creditori hanno avviato procedure esecutive che hanno coinvolto anche quegli immobili, pur essendo completamente estranei all’attività d’impresa. Il risultato: un patrimonio costruito in vent’anni messo a repentaglio senza poter fare niente.​​

Questo scenario si ripete con frequenza perché la responsabilità patrimoniale personale è illimitata. L’articolo 2740 del Codice Civile stabilisce che il debitore risponde delle proprie obbligazioni con tutti i beni presenti e futuri, senza distinzione tra beni personali e investimenti. L’unico modo per creare una separazione efficace è strutturare l’intestazione attraverso veicoli giuridici che separino il patrimonio operativo da quello immobiliare.​​

La protezione patrimoniale non è evasione fiscale né fuga dalla responsabilità: è pianificazione razionale che anticipa i rischi e utilizza strumenti legali per difendere il capitale accumulato. Chi opera nel settore sanitario, nell’edilizia o in attività ad alto rischio di contenzioso deve proteggere i propri immobili dalla possibilità che contenziosi professionali travolgano l’intero patrimonio familiare.​

Holding immobiliare: il veicolo fiscale più efficiente

La holding immobiliare è una società di capitali (tipicamente SRL) costituita con lo scopo specifico di detenere, gestire e valorizzare immobili. È lo strumento fiscalmente più sofisticato, adatto a chi possiede portafogli immobiliari consistenti e intende ottimizzare deduzioni, ammortamenti e distribuzione degli utili.​​

Dal punto di vista della tassazione in entrata, l’acquisto di immobili strumentali da parte della holding può essere assoggettato a IVA deducibile se il venditore è soggetto IVA e l’immobile è qualificabile come strumentale. Negli altri casi si applica l’imposta di registro al 9%. Questa aliquota può sembrare elevata rispetto alle agevolazioni prima casa, ma va valutata nel contesto complessivo del risparmio fiscale successivo.​​

Il vero vantaggio della holding emerge nella tassazione dei redditi e degli utili. I redditi da locazione generano utili societari soggetti a IRES (24%) e IRAP (3,9%), con aliquota complessiva del 27,9%. Questo carico fiscale può sembrare superiore all’IRPEF marginale di un privato con redditi contenuti, ma diventa estremamente conveniente quando i redditi sono elevati e si sfrutta la partecipation exemption (PEX).

Secondo il regime PEX previsto dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi, i dividendi distribuiti dalla holding ai soci persone fisiche sono imponibili solo per il 5% del loro ammontare, con un’aliquota effettiva dell’1,2% (considerando l’IRPEF marginale al 43%). Questo meccanismo rende la holding imbattibile per chi accumula utili e intende reinvestirli o distribuirli gradualmente nel tempo.​

Esempio pratico: ottimizzazione fiscale con holding

Un cliente possedeva liquidità da disinvestimenti e voleva acquistare immobili commerciali in grado di generare canoni complessivi di 150.000 euro annui. Come privato, questi redditi sarebbero stati tassati ad IRPEF con aliquota marginale del 43%, producendo un carico fiscale di circa 64.500 euro. L’acquisto degli stessi tramite holding immobiliare SRL, ha permesso di ottenere una tassazione societaria del 27,9% sugli utili (41.850 euro) e riducendo immediatamente il carico fiscale del 35%.

La vera ottimizzazione si è manifestata negli anni successivi: gli utili accantonati nella holding hanno finanziato l’acquisto di nuovi immobili senza generare tassazione personale. Quando il cliente ha avuto necessità di liquidità, abbiamo distribuito dividendi tassati al 26%.​​

La holding permette inoltre di dedurre integralmente i costi di gestione immobiliare: spese condominiali, manutenzioni ordinarie e straordinarie, interessi passivi su mutui, consulenze professionali, assicurazioni. Gli immobili possono essere ammortizzati fiscalmente, riducendo ulteriormente la base imponibile. Questi vantaggi non sono disponibili per il privato che opta per la cedolare secca.​

Rischi e obblighi della holding immobiliare

La holding richiede governance rigorosa e contabilità ordinaria obbligatoria. Le società immobiliari sono particolarmente esposte alla disciplina delle società di comodo, introdotta dalla Legge n. 724/1994 per contrastare l’utilizzo di schermi societari privi di reale operatività.​​

Una società viene considerata di comodo se non supera il test di operatività previsto dalla normativa vigente, che confronta i ricavi effettivi con quelli minimi presuntivi calcolati applicando coefficienti percentuali al valore degli immobili posseduti. Per le società che detengono immobili, il coefficiente di redditività minima è attualmente pari al 4,75% del valore catastale rivalutato degli immobili patrimonio e al 6% per gli immobili strumentali.

Se la società non raggiunge questi livelli minimi di ricavi, viene considerata non operativa e subisce conseguenze pesanti: reddito minimo presunto tassato indipendentemente dai ricavi effettivi, indeducibilità delle perdite, limitazioni all’utilizzo dei crediti IVA, applicazione di addizionali IRES. Nella mia pratica professionale, ho visto holding immobiliari costrette a ristrutturare completamente l’operatività per uscire da questa qualificazione.​​

La soluzione passa attraverso strategie di pianificazione operativa: incrementare i canoni di locazione portandoli ai livelli di mercato, dimostrare che i canoni inferiori sono giustificati da particolari condizioni oggettive, presentare istanze di disapplicazione documentando le ragioni economiche che impediscono il raggiungimento dei ricavi minimi. È fondamentale lavorare preventivamente con il commercialista per strutturare contratti e operazioni in modo da evitare contestazioni.

​Inoltre, la holding potrebbe essere non efficiente se gli immobili sono già di proprietà, detenuti personalmente. Il conferimento degli immobili personali nella holding sconterebbe imposta di registro proporzionale al 9% sul valore economico di ogni immobile conferito.

Società semplice: protezione patrimoniale senza vantaggi fiscali

La società semplice immobiliare è lo strumento principe per chi cerca protezione patrimoniale senza complicazioni contabili. Non è un soggetto IVA, non ha obblighi di tenuta della contabilità ordinaria e non offre vantaggi fiscali diretti rispetto al privato: l’imposta di registro resta identica (2% per la prima casa, 9% per gli altri immobili).​​

Il vero valore della società semplice è patrimoniale, non fiscale. Gli immobili intestati alla società appartengono al patrimonio sociale, non ai singoli soci. I creditori personali dei soci non possono aggredire direttamente gli immobili, ma solo la quota sociale del socio debitore, e solo se l’atto costitutivo prevede la libera trasferibilità delle quote. Con clausole statutarie adeguate, è possibile rendere le quote intrasferibili o trasferibili solo con il consenso unanime dei soci, creando una barriera protettiva efficace.​​

Questo meccanismo è stato confermato dalla giurisprudenza consolidata, che ha chiarito come le quote della società semplice possano essere oggetto di pignoramento solo se il contratto sociale ne prevede la libera trasferibilità. In assenza di tale previsione, i creditori personali possono agire solo sui frutti derivanti dalla quota (utili distribuiti), non sul capitale sociale né sui beni della società.

Esempio pratico: protezione da creditori personali

Una famiglia imprenditoriale possedeva un immobile residenziale di pregio intestato ai genitori. Il figlio, professionista medico, voleva tutelarsi da rischi di responsabilità professionale con potenziali richieste di risarcimento milionarie. Abbiamo costituito una società semplice familiare con atto costitutivo che prevede clausole di intrasferibilità delle quote e necessità di consenso unanime per ogni operazione straordinaria.

​​Con questa struttura in caso di futuro contenzioso, i creditori non avranno modo di aggredire il patrimonio immobiliare: l’immobile conferito in società, non è più del socio. Le quote societarie, per clausola statutaria sono intrasferibili. Pertanto, i creditori non avranno altra possibilità che rivalersi su eventuali utili distribuiti al socio, lasciando l’immobile protetto. Per completezza occorre chiarire il fatto che il conferimento dell’immobile personale nella società semplice ha scontato imposta di registro al 9%.

Tassazione trasparente e gestione semplificata

La società semplice è fiscalmente trasparente: i redditi immobiliari (da locazione o da utilizzo diretto) vengono imputati per trasparenza ai soci in proporzione alle quote di partecipazione e tassati in IRPEF nelle loro dichiarazioni personali.​​

Questa caratteristica ha un duplice effetto. Da un lato, non genera risparmio fiscale rispetto all’intestazione privata: le aliquote IRPEF sono identiche. Dall’altro, consente di applicare la cedolare secca sugli affitti abitativi (21% o 10% per canoni concordati), esattamente come farebbe un privato. La cedolare secca resta estremamente conveniente perché sostituisce IRPEF, addizionali regionali e comunali, e imposta di registro sul contratto di locazione.

Un vantaggio spesso sottovalutato della società semplice è la gestione dei passaggi generazionali. Gli immobili non sono frazionati tra gli eredi ma restano nel patrimonio sociale. Le quote sociali possono essere trasferite gradualmente attraverso donazioni o cessioni strutturate nel tempo, evitando la frammentazione del patrimonio e i conflitti tra eredi.​

Ho assistito una famiglia che voleva iniziare ad investire nel settore immobiliare, ma non voleva affrontare i costi la burocrazia di una SRL. Per questo abbiamo costituito una società semplice con patti di governance chiari: maggioranze qualificate per le decisioni straordinarie, clausole di prelazione in caso di cessione di quote, meccanismi di amministrazione delegata a uno o due soci fiduciari. Il risultato: un patrimonio unitario gestito in modo efficiente e protetto da liti familiari.​​

Per approfondire:

SRL operativa: deduzione fiscale con rischio di comodo

Quando una SRL operativa acquista un immobile, la situazione cambia radicalmente rispetto alla holding immobiliare. La SRL tipica non nasce per detenere immobili ma per svolgere attività d’impresa: commercio, servizi, produzione. L’acquisto immobiliare è spesso strumentale all’attività (sede operativa, magazzino) oppure rappresenta un investimento parallelo (c.d. “immobili patrimonio“).

​Dal punto di vista fiscale, l’acquisto da parte della SRL di un immobile da un privato è soggetto a imposta di registro al 9% calcolata sul prezzo di compravendita, senza possibilità di applicare il valore catastale. L’IVA non è recuperabile perché il venditore privato non è soggetto IVA. Questo rende l’acquisto fiscalmente più oneroso rispetto all’acquisto tra privati con agevolazione prima casa.

​​Il vantaggio della SRL è la possibilità di dedurre integralmente i costi di gestione e manutenzione e di ammortizzare fiscalmente l’immobile in quote annuali. L’ammortamento riduce il reddito imponibile della società, generando un risparmio fiscale progressivo negli anni. Gli interessi passivi su mutui sono deducibili, così come tutte le spese di gestione ordinaria e straordinaria.

​​Il rischio della società di comodo

Il problema principale delle SRL che detengono immobili non strumentali è il rischio di essere qualificate come società di comodo o non operative. La disciplina, contenuta nell’articolo 30 della Legge 724/1994, impone alle società di raggiungere ricavi minimi presuntivi calcolati applicando coefficienti percentuali al valore degli asset posseduti.​​

Per gli immobili, i coefficienti sono particolarmente severi: 4,75% del valore catastale rivalutato per gli immobili patrimonio (non strumentali) e 6% per gli immobili strumentali. In un mercato immobiliare dove le rendite da locazione si aggirano tra il 3% e il 5% dei valori di mercato, raggiungere questi parametri diventa difficile, soprattutto se i valori catastali sono stati aggiornati o se gli immobili sono di pregio.

​​Quando la SRL è la scelta giusta

La SRL operativa è la scelta corretta quando l’immobile è strumentale all’attività d’impresa: sede legale e operativa, magazzini, uffici, negozi. In questi casi, l’ammortamento e la deduzione dei costi generano risparmi fiscali significativi e l’immobile è pienamente giustificato dall’operatività aziendale.​

È anche utile quando la società genera utili consistenti e intende reinvestirli in immobili anziché distribuirli ai soci. Gli utili reinvestiti restano tassati a livello societario (IRES 24% + IRAP 3,9%), evitando la doppia tassazione che si genererebbe distribuendo dividendi e poi acquistando immobili come privati.​​

Sconsiglio invece l’intestazione di immobili non strumentali a SRL operative con ricavi limitati, perché il rischio di società di comodo diventa concreto e le conseguenze fiscali superano ampiamente i vantaggi.

​​Per approfondire:

Acquisto come privato: agevolazioni immediate, esposizione patrimoniale massima

L’acquisto immobiliare come persona fisica resta la scelta più comune e immediata. Il principale vantaggio è l’accesso alle agevolazioni fiscali prima casa: imposta di registro ridotta al 2% sul valore catastale rivalutato, imposta ipotecaria e catastale in misura fissa (50 euro ciascuna), requisiti di residenza nel comune di acquisto entro 18 mesi.​

Per gli immobili diversi dalla prima casa, l’imposta di registro sale al 9% sul valore catastale (se l’acquisto è da privato) o si applica l’IVA al 10% o 22% (se l’acquisto è da impresa costruttrice). Anche in questo caso, i costi di ingresso sono generalmente inferiori rispetto a veicoli societari.​

Tassazione dei redditi: IRPEF o cedolare secca

I redditi da locazione del privato sono tassati in IRPEF progressiva con aliquote che vanno dal 23% al 43% a seconda degli scaglioni di reddito, oppure con cedolare secca al 21% (o 10% per i canoni concordati nelle città ad alta tensione abitativa). La cedolare secca sostituisce IRPEF, addizionali regionali e comunali, e imposta di registro annuale sul contratto.​​

La cedolare è particolarmente conveniente per chi ha redditi complessivi elevati, perché applica un’aliquota fissa inferiore all’IRPEF marginale. Tuttavia, i redditi soggetti a cedolare non generano detrazioni fiscali e non consentono la deduzione di spese (manutenzioni, interessi passivi, spese condominiali).​

Esposizione patrimoniale totale

Il limite principale dell’intestazione privata è l’assenza di protezione patrimoniale. L’immobile intestato alla persona fisica può essere pignorato dai creditori personali per qualsiasi debito: obbligazioni tributarie, debiti bancari, responsabilità professionali, obbligazioni da illecito. L’articolo 2740 del Codice Civile stabilisce la responsabilità patrimoniale illimitata del debitore.​​

Ho visto professionisti perdere immobili acquistati anni prima per contenziosi sopravvenuti, imprenditori costretti a vendere la prima casa per debiti societari (nonostante la limitazione della responsabilità nelle società di capitali), famiglie che hanno visto il patrimonio immobiliare frammentato tra eredi in conflitto dopo la successione.​​

L’intestazione privata è quindi consigliabile solo quando il patrimonio immobiliare è limitato (uno o due immobili), non esistono rischi professionali o imprenditoriali significativi, e la pianificazione successoria non presenta criticità particolari.

Quale struttura scegliere: criteri decisionali

La scelta del veicolo giusto per l’acquisto immobiliare dipende da una matrice di variabili: obiettivi fiscali, necessità di protezione, numero di immobili, complessità successoria, attività professionale dei proprietari.​​

Scegli la holding immobiliare se possiedi o intendi acquisire un portafoglio immobiliare consistente (almeno quattro-cinque unità), hai necessità di ottimizzare la tassazione degli utili attraverso la PEX, vuoi dedurre integralmente i costi di gestione e ammortizzare gli immobili, e sei disposto a gestire una contabilità ordinaria strutturata.​​

Opta per la società semplice se il tuo obiettivo principale è la protezione patrimoniale e la pianificazione successoria, non cerchi vantaggi fiscali immediati, vuoi evitare la complessità contabile della holding, e intendi strutturare clausole statutarie di governance familiare che prevengano conflitti tra eredi.​​

La SRL operativa è adatta se l’immobile è strumentale alla tua attività d’impresa, intendi dedurre i costi di gestione e ammortizzare fiscalmente il bene, hai ricavi aziendali sufficienti a evitare il rischio di società di comodo, e vuoi reinvestire utili aziendali in immobili senza distribuirli ai soci.​​

Acquista come privato se stai comprando la prima casa con accesso alle agevolazioni fiscali, hai un patrimonio immobiliare limitato (uno o due immobili), non eserciti attività professionali o imprenditoriali con rischi di contenzioso significativi, e non hai esigenze complesse di pianificazione successoria.

Tabella comparativa: pro, contro, imposte

VeicoloPro principaliContro principaliImposte in entrataTassazione ricorrente
PrivatoAgevolazione “prima casa”, semplicità gestionale ​Protezione minima e frammentazione in successione ​Registro 2% “prima casa”, 9% altri casi, secondo disciplina vigente ​IRPEF o cedolare secca 21%/10% secondo contratto, con regole per brevi ​
Società sempliceTitolarità alla società e passaggi generazionali ordinati ​Nessuna detraibilità IVA e perimetro attività limitato ​Imposte come il privato su abitazioni, secondo la disciplina di registro ​Trasparenza IRPEF per i soci, con possibile cedolare secca se ne ricorrono i presupposti ​
SRLDeduzioni e ammortamenti; gestione d’impresa ​Ingresso da privato con registro su prezzo e rischio non operative ​Registro sul prezzo quando l’operazione non è soggetta a IVA ​IRES 24% ordinaria nel 2025, con misura premiale al 20% se spettante ​
HoldingCoordinamento flussi e dividendi imponibili al 5% in capo a IRES ​Governance complessa e rischi di riqualificazione se mal gestita ​IVA detraibile per immobili strumentali in operazioni imponibili, altrimenti registro ​IRES di gruppo e regia su dividendi e flussi secondo disciplina vigente ​

Errori da evitare nella scelta del veicolo

L’errore più grave è decidere senza consulenza preventiva. Ho visto decine di clienti acquistare immobili con la struttura sbagliata, scoprendo solo anni dopo di aver perso opportunità di risparmio fiscale o di aver esposto il patrimonio a rischi evitabili. Una consulenza fiscale e patrimoniale prima dell’acquisto costa poche centinaia di euro e può generare risparmi di decine di migliaia di euro negli anni successivi.​

Un altro errore frequente è costituire una holding immobiliare con un solo immobile o con ricavi insufficienti, finendo nella qualifica di società di comodo. La holding ha senso solo se il portafoglio immobiliare genera ricavi congrui rispetto ai parametri normativi. Per patrimoni limitati, la società semplice offre migliore protezione senza rischi di contestazioni.​​

Terzo errore: intestare immobili a SRL operative senza valutare il rischio di comodo. Se la SRL non raggiunge i ricavi minimi presuntivi, le conseguenze fiscali possono essere devastanti: tassazione minima garantita, indeducibilità delle perdite, blocco dei crediti IVA. Prima di intestare un immobile non strumentale a una SRL, verifica sempre con il commercialista se i ricavi aziendali sono sufficienti a superare il test di operatività.​​

Quarto errore: non strutturare adeguatamente l’atto costitutivo della società semplice. La protezione patrimoniale della società semplice non è automatica: deriva dalle clausole statutarie. Senza clausole di intrasferibilità delle quote, di prelazione, di governance qualificata, i creditori possono aggredire le quote sociali vanificando la protezione.

Consulenza fiscale online

La vera domanda non è “quanto costa acquistare un immobile“, ma come strutturare l’acquisto per conservare e far crescere il patrimonio senza esporlo a rischi prevedibili. La fiscalità immobiliare è complessa e le scelte sbagliate hanno conseguenze irreversibili.​​

La consulenza strategica trasforma norme fiscali e strumenti giuridici in un’architettura patrimoniale su misura. Non significa applicare schemi standard, ma analizzare la situazione specifica del cliente: patrimonio esistente, flussi reddituali, obiettivi di breve e lungo termine, rischi professionali, dinamiche familiari, pianificazione successoria.​

In una sessione di consulenza strategica analizziamo l’atto di provenienza dell’immobile, le visure catastali, gli statuti societari esistenti, i bilanci delle società coinvolte, e progettiamo la struttura più adatta: privato, società semplice, SRL o holding. L’obiettivo è creare un assetto che riduce immediatamente i rischi fiscali e patrimoniali e resta sostenibile nel lungo periodo.​

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    Federico Migliorini
    Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
    Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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