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Accise

Le accise sono un tipo di imposta indiretta applicata alla fabbricazione e alla vendita di specifici beni di consumo. Si tratta di tributi che colpiscono direttamente la produzione o la distribuzione di determinati prodotti, piuttosto che il reddito o il patrimonio delle persone.

Le accise sono delle imposte indirette che vengono applicate sui beni specifici, come l’alcool, il tabacco, il carburante e alcuni prodotti industriali. Di fatto l’imposta viene richiesta al produttore che poi si rivale sul consumatore finale che rimane, di fatto, gravato dal tributo. Questa imposta è normativamente disciplinata attraverso la D.Lgs. n. 504/95, che ha introdotto un sistema unico di accise per l’Unione Europea.

Queste particolari imposte indirette sono diverse dalle imposte dirette, come l’IRPEF o l’IVA, in quanto non vengono applicate sui redditi o sulle vendite, ma sui beni specifici menzionati. Inoltre, queste imposte sono spesso destinate a finanziare programmi pubblici o a regolamentare l’uso di determinati beni, come nel caso del tabacco e dell’alcool.

Che cosa sono le accise?

La normativa di riferimento sulle accise è contenuta nel D.Lgs. n. 504/95 e successive modifiche denominato “Testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative” (c.d. “Testo Unico Accise” ovvero “TUA”).

A livello UE esiste una disciplina specifica che è stata dettata con:

  • Direttiva 2003/96/CE, relativa a prodotti energetici ed elettricità;
  • Direttive 92/83/CEE e 92/84/CEE relative ad alcole e bevande alcoliche;
  • Direttive 95/59/CE, 92/79/CEE e 92/80/CEE relative a tabacchi lavorati.

Si tratta di un’imposta indiretta applicata sulla fabbricazione e sul consumo di determinate merci. In particolare, è un tributo che colpisce:

  • I prodotti energetici, in particolare gli oli minerali derivanti dalla distillazione e raffinazione del petrolio (quali benzina, gasolio, gas metano, ecc.);
  • L’energia elettrica;
  • I prodotti alcolici (alcole e bevande alcoliche);
  • I tabacchi lavorati.

A differenza dell’IVA, che è una tassa ad valore, le accise sono generalmente imposte in base a una quantità fisica, come litri o chilogrammi. Sono tipicamente applicate a prodotti come alcolici, tabacchi, carburanti e energia elettrica. L’obiettivo delle accise può variare: possono essere utilizzate per aumentare le entrate fiscali, per scoraggiare il consumo di determinati prodotti per motivi di salute o ambientali, o per internalizzare i costi esterni associati al consumo di certi beni. Le accise possono variare notevolmente da un paese all’altro in base alle politiche fiscali e alle priorità nazionali.

L’accisa è, di fatto, un’imposta indiretta del nostro sistema tributario, gestita dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, che colpisce la fabbricazione o il consumo di determinati prodotti. In particolare, possiamo individuare come prodotti soggetti ad accisa i seguenti:

  • Carburanti e combustibili: Benzina, gasolio, olio combustibile, GPL, metano, ecc.
  • Tabacchi: Sigarette, sigari, tabacco da pipa, tabacco da masticare e altri prodotti del tabacco.
  • Alcolici: Vini, birre, liquori, distillati e altre bevande alcoliche.
  • Energia elettrica: Consumo di energia elettrica.
  • Gas naturale: Utilizzato sia come carburante che per il riscaldamento.
  • Prodotti intermedi: Alcuni prodotti che possono essere utilizzati nella produzione di bevande alcoliche.
  • Caffè: In alcuni contesti, il caffè può essere soggetto ad accisa.
  • Bevande analcoliche: Come le bibite zuccherate, in alcuni contesti.
  • Oli minerali: Utilizzati in vari contesti industriali e come combustibili.

Il sistema delle accise prevede anche l’utilizzo di imposte “interne“, ovvero tasse applicate sui beni che vengono prodotti o importati all’interno dell’Unione Europea, e di imposte “esterne“, ovvero tasse applicate sui beni che vengono importati dall’esterno dell’UE.

Inoltre, le accise sono soggette a una serie di regolamenti e direttive comunitarie, che ne disciplinano la struttura e l’applicazione all’interno dell’UE. Tra questi, si possono menzionare la direttiva 92/12/CEE, che stabilisce le regole comuni per l’applicazione, e la direttiva 2008/118/CE, che fissa le regole per l’applicazione del sistema unico all’interno dell’UE.

Come verificare se un bene è sottoposto ad accisa?

Per verificare se un prodotto è sottoposto ad accisa, occorre fare riferimento al suo codice di nomenclatura combinata, rinvenibile al seguente link:


Per i prodotti sottoposti ad accisa è importante sottolineare che l’obbligazione tributaria nasce sin dal momento della loro fabbricazione, compresa l’estrazione dal sottosuolo nel caso in cui l’accisa sia applicabile, ovvero della loro importazione nel territorio UE (art. 2 del D.Lgs. n. 504/95 – TUA).

Chi è soggetto al pagamento delle accise?

Secondo quanto previsto dall’art. 2, co. 4 del TUA sono soggetti al pagamento dell’accisa i seguenti soggetti:

  • Il titolare del deposito fiscale nel quale avviene l’immissione in consumo del bene ed, in solido, anche gli eventuali soggetti che si possono essere resi garanti del pagamento. Oppure, anche il soggetto nei cui confronti si verificano i presupposti per l’applicabilità dell’imposta;
  • Il destinatario registrato che riceve i beni soggetti ad accisa, secondo quanto previsto dall’art. 8 del TUA;
  • Il soggetto debitore dell’obbligazione doganale nel caso di importazione nel territorio UE di beni sottoposti ad accisa. In caso di importazione irregolare è soggetto al pagamento qualsiasi persona che abbia partecipato all’attività di importazione dei beni nella UE.

Come si calcola l’importo delle accise?

Le accise in Italia sono imposte indirette che gravano su specifici beni di consumo. Il calcolo varia a seconda del tipo di prodotto su cui vengono applicate. Ecco una panoramica generale su come vengono calcolate queste imposte per alcuni dei principali prodotti soggetti a questa tassazione:

  1. Carburanti e combustibili: Sono calcolate in base alla quantità (ad esempio, per litro). L’aliquota varia a seconda del tipo di carburante (benzina, gasolio, ecc.) e può essere soggetta a variazioni in base alle decisioni governative;
  2. Tabacchi: Sono determinate sia in base al prezzo al dettaglio che in base al peso. Ad esempio, per le sigarette, una parte dell’accisa è un importo fisso per ogni sigaretta, mentre un’altra parte è calcolata come una percentuale del prezzo al dettaglio;
  3. Alcolici: Sono calcolate in base al grado alcolico e alla quantità. Ad esempio, per i distillati, l’accisa è determinata per grado alcolico per litro di prodotto;
  4. Energia elettrica: Sono calcolate in base ai kilowattora (kWh) consumati;
  5. Gas naturale: Sono calcolate in base ai metri cubi o ai giga-joule consumati;
  6. Prodotti intermedi: Per prodotti come alcol denaturato o altri intermedi utilizzati nella produzione di bevande alcoliche, sono calcolate in base al volume e al grado alcolico;
  7. Bevande Analcoliche: Se applicate, sono calcolate in base al volume.

Per determinare l’importo esatto delle accise da versare, è necessario moltiplicare la quantità del prodotto (litri, chilogrammi, kWh, ecc.) per l’aliquota accisa applicabile. Le aliquote possono variare nel tempo e sono stabilite dalla legge di bilancio e da altri provvedimenti legislativi.

Come si effettua il pagamento delle accise?

Il pagamento dell’accisa deriva dalla sua particolare modalità di calcolo. È necessario, infatti, moltiplicare alla quantità di prodotto l’aliquota d’imposta vigente al momento dell’immissione in consumo del bene. Per quanto riguarda i tabacchi lavorati si devono seguire le disposizioni previste dall’art. 39-decies del TUA (art. 3 del TUA e DM 6.12.2018).

Il pagamento delle accise può essere effettuato con una delle seguenti modalità (Agenzia delle Dogane, Circ. 24 maggio 2005, n. 21/D):

  • Presso la competente sezione di tesoreria provinciale dello Stato;
  • Presso gli uffici delle poste italiane mediante versamento sul conto corrente postale intestato alla competente sezione di tesoreria provinciale dello Stato;
  • Presso gli sportelli bancari o presso gli uffici delle poste italiane mediante il versamento unitario (modello F24) utilizzando la apposita “Sezione Accise/Monopoli ed altri versamenti non ammessi in compensazione” del modello F24 accise;
  • In caso di utilizzo del modello F24 accise, occorre indicare, nella colonna “codice identificativo“, il “codice ditta” composto da nove caratteri alfanumerici privo dei caratteri “IT00” (se indicati) e, nella colonna “prov.“, la sigla della provincia in cui avviene l’immissione in consumo. Il mese e l’anno di riferimento non devono essere indicati.

Per quanto riguarda il termine di versamento dell’imposta, entro il giorno 16 di ciascun mese (fatte salve le disposizioni per i singoli prodotti) deve essere versata l’accisa dovuta sui prodotti immessi in consumo nel mese precedente (vedasi quanto previsto dall’art. 3 co. 4 del TUA). L’unica eccezione riguarda il caso delle immissioni in consumo avvenute nel mese di luglio. In questo caso, il pagamento dell’accisa deve essere effettuato entro il giorno 20 del mese di agosto. Inoltre, per i prodotti immessi in consumo dal 1° al 15 del mese di dicembre, il pagamento dell’accisa deve essere effettuato entro il giorno 27 dicembre.

La circolazione dei beni soggetti ad accisa

La circolazione dei beni sottoposti ad accisa è regolamentata da specifiche disposizioni normative, sia a livello nazionale che comunitario. In generale, i beni soggetti ad accisa possono essere prodotti, importati o esportati solo in conformità alle disposizioni in materia di accise.

In Italia, la circolazione dei beni soggetti ad accisa è disciplinata dal decreto legislativo 504 del 1995, che stabilisce le modalità di produzione, importazione, esportazione e commercializzazione dei beni soggetti ad accisa. Inoltre, il decreto legislativo 633 del 1972 stabilisce le modalità di registrazione e di tassazione delle operazioni relative ai beni soggetti ad accisa.

A livello comunitario, la circolazione dei beni soggetti ad accisa è disciplinata dalla direttiva 2008/118/CE, che stabilisce le regole per l’applicazione del sistema unico delle accise all’interno dell’UE. La direttiva prevede, ad esempio, l’obbligo per gli Stati membri di rilasciare autorizzazioni per la produzione, l’importazione o l’esportazione di beni soggetti ad accisa, nonché l’obbligo di registrare le operazioni di circolazione di tali beni.

Inoltre, la circolazione dei beni soggetti ad accisa è soggetta a una serie di controlli e verifiche, sia a livello nazionale che comunitario, al fine di garantire il rispetto delle disposizioni in materia di accise e di prevenire frodi fiscali. A questo scopo, sono previsti organi di controllo e di verifica specifici, che hanno il compito di verificare il rispetto delle disposizioni in materia di accise e di sanzionare eventuali violazioni.

Il Documento di Accompagnamento Semplificato per la circolazione dei beni

La circolazione dell’alcol e delle bevande alcoliche ad accisa assolta avviene attraverso l’utilizzo del “Documento di Accompagnamento Semplificato“, indicato con la sigla “DAS”, di cui al Regolamento (CEE) n. 3649/92, della Commissione, del 17 dicembre 1992. In particolare, il documento DAS è composto da tre esemplari, recanti lo stesso numero identificativo, così destinati:

  • Il n. 1 viene conservato dallo speditore;
  • Il n. 2 scorta la merce e viene conservato dal destinatario;
  • Infine, il n. 3 scorta la merce nei casi in cui debba procedersi all’appuramento di cui all’articolo 11, comma 2 ed all’articolo 13, comma 3.

Prima della loro compilazione i documenti DAS di tipo amministrativo devono soggetti a bollatura, mediante apposizione del timbro a secco, da parte dell’ufficio dell’Agenzia delle Dogane competente per territorio.

Sanzioni

Per le infrazioni alla disciplina delle accise stabilita dal TUA, comprese la irregolare tenuta della contabilità o dei registri prescritti e la omessa o tardiva presentazione delle dichiarazioni e denunce prescritte, si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da 500 euro a 3.000 euro.

La tenuta della contabilità e dei registri si considera irregolare quando viene accertata una differenza tra le giacenze reali e le risultanze contabili superiore ai cali e alle perdite.

La sanzione si applica anche a chiunque esercita le attività senza la prescritta licenza fiscale, ovvero ostacola, in qualunque modo, ai militari della Guardia di finanza ed ai funzionari dell’amministrazione finanziaria, muniti della speciale tessera di riconoscimento, l’accesso nei locali in cui vengono trasformati, lavorati, impiegati o custoditi prodotti soggetti od assoggettati ad accisa, salvo che il fatto costituisca reato.

Domande frequenti

Perché vengono applicate le accise?

Queste imposte indirette hanno diverse finalità, tra cui generare entrate fiscali, disincentivare il consumo di determinati prodotti per motivi di salute o ambientali, e internalizzare i costi esterni associati al consumo di certi beni.

Come si calcola l’accisa sui beni?

L’accisa è generalmente calcolata in base alla quantità del prodotto (ad esempio, per litro, chilogrammo o kilowattora). L’aliquota varia a seconda del tipo di prodotto e può essere soggetta a variazioni in base alle decisioni legislative.

Chi effettua l’attività di accertamento?

Le autorità fiscali, come l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, effettuano controlli per assicurarsi che le accise vengano correttamente applicate e versate. Possono essere previste sanzioni in caso di mancato pagamento o dichiarazione inesatta.

Che differenza c’è con i dazi doganali?

Mentre le accise sono imposte su specifici beni di consumo indipendentemente dalla loro origine, i dazi doganali sono tasse applicate sui beni importati da paesi esteri.

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