Accesso diretto conti correnti dal fisco per i pignoramenti

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Agenzia delle Entrate Riscossione avrà la possibilità di accedere direttamente ai dati sul saldo di rapporti bancari per individuare i soggetti che possono avere disponibilità utili a saldare il proprio debito. Vediamo gli effetti per i contribuenti.

Nelle proposte per migliorare la riscossione, la commissione per l’analisi del magazzino fiscale prevede la possibilità di ampliare il ricorso da parte dei concessionari della riscossione (es. AdE Riscossione) alle informazioni contenute nella Superanagrafe dei conti correnti. In pratica, questa proposta vuole consegnare all’Agenzia delle Entrate il potere di conoscere se una persona ha dei conti correnti intestati, e quanti soldi ci sono. Questa proposta semplificherebbe molto le pratiche per far partire eventuali pignoramenti sul conto.

Lo scopo della proposta è di ottenere dei dati di sintesi sui rapporti finanziari contenuti nei maxidatabase del Fisco, ossia saldo dei conti all’inizio e alla fine dell’anno, dato complessivo delle entrate e delle uscite e la giacenza media.

Accesso ai dati dei conti correnti dall’Agenzia delle Entrate

Con l’obiettivo di migliorare l’esito delle azioni esecutive poste a tutela dei crediti erariali, l’Agenzia delle Entrate Riscossione potrebbe essere messa nella possibilità di venire a conoscenza dei rapporti finanziari capienti dei debitori. In pratica ogni soggetto con posizione debitoria verrebbe censito per individuare i rapporti finanziari in essere capienti, tali per cui un’azione di pignoramento troverebbe esito positivo.

Allo stesso modo, i titolari delle imprese e chi è titolare di attività economiche non si vedrà bloccare tutti i conti correnti e di conseguenza bloccare l’attività con l’interruzione degli incassi. Questa misura si basa su una logica win win, e permette di far agire l’Agente della Riscossione a colpo sicuro.

La situazione attuale

Attualmente è possibile sapere se un contribuente ha un rapporto con un intermediario finanziario. Tuttavia, tale dato non individua l’effettiva situazione patrimoniale del debitore. Sulla base di questi dati si può dar via alle pratiche per recuperare i debiti, anche con il pignoramento o il fermo amministrativo. Ma se la proposta venisse approvata i poteri del Fisco potrebbero allargarsi e permettere anche di sapere quanti soldi ci sono su quel conto corrente. Questa procedura permetterebbe di riscuotere più facilmente i soldi dovuti.

La proposta è contenuta in una relazione che la Commissione per il riordino della riscossione ha inviato alla Conferenza unificata delle Regioni negli scorsi giorni. La commissione è nata lo scorso anno e opera all’interno del ministero dell’Economia.

Attualmente questa proposta si scontra con la realtà e la possibilità che il fisco possa avere accesso diretto ai dati bancari dei contribuenti resta di difficile applicazione, tale proposta si scontra con la tutela del diritto alla privacy.

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Andrea Baldini
Andrea Baldinihttps://fiscomania.com/
Laurea in Economia Aziendale nel 2014 presso l'Università degli Studi di Firenze. Collabora stabilmente nella redazione di Fiscomania nel ambito fiscale. Appassionato da sempre di Start-up, ha il sogno di diventare business angel per il momento opera come consulente azienda nel mondo delle Start up. andreabaldini@fiscomania.com
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