Lo scopo principale del contratto di comodato d’uso è quello di mettere a disposizione del comodatario un bene per un periodo o un uso determinato. Attraverso questo contratto il comodatario si assume l’obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta alla scadenza del termine convenuto alle condizioni in cui l’ha ricevuta. L’aspetto che differenzia il contratto di comodato, rispetto ad una locazione è che il comodato è per sua natura gratuito, tuttavia, non è esclusa la possibilità di stipulare un contratto di comodato c.d. “modale” o “oneroso” .
Nonostante la disciplina non preveda obblighi di forma, è tuttavia preferibile, soprattutto qualora lo si utilizzi in ambito industriale o commerciale, redigerlo in forma scritta. Per approfondire sul contratto di comodato d’uso gratuito ti lascio alla lettura di questo articolo di approfondimento dedicato: “Contratto di comodato d’uso gratuito: disciplina e registrazione”. In questo articolo, invece, intendo andare ad approfondire quali sono le sanzioni per omessa registrazione del contratto di comodato d’uso gratuito.
La registrazione del contratto di comodato d’uso gratuito
Il contratto di comodato d’uso gratuito può essere redatto in una delle seguenti forme:
- In forma verbale;
- In forma scritta.
Il contratto di comodato in forma verbale
Il contratto di comodato verbale non è soggetto ad obbligo di registrazione. L’articolo 3, comma 1, del DPR n. 131/86, nell’elencare i contratti verbali che devono essere sottoposti a registrazione, non contempla il contratto di comodato. Quindi, questo ultimo, anche ove abbia ad oggetto immobili, non è soggetto all’obbligo di registrazione. Naturalmente, il contratto di comodato verbale può essere volontariamente registrato, pagando l’imposta di registro di 200 euro.
Questo è quanto previsto dal combinato disposto dell’articolo 5, comma 4, della Tariffa, parte I, allegata al DPR n. 131/86 e 8 del DPR n. 131/86. Inoltre, l’imposta di registro sul contratto di comodato verbale è dovuta in ipotesi di enunciazione del comodato in altri atti presentati per la registrazione, in presenza delle condizioni indicate dall’articolo 22 del DPR n. 131/86.
Il contratto di comodato riguardante beni mobili
Il contratto di comodato, in linea generale, non è soggetto ad alcun obbligo di registrazione. Tuttavia, in alcuni casi, specialmente quando viene effettuato in ambito commerciale o professionale, può essere opportuno stipulare il comodato in forma scritta. In questo caso è necessario effettuare la registrazione dello stesso presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate.
La registrazione consente di attribuire data certa al contratto, fondamentale ai fini probatori. La registrazione del contratto di comodato può essere effettuata presso qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate. Al momento della richiesta di registrazione dell’atto l’ufficio restituisce una copia dell’atto timbrata e firmata.
Il contratto di comodato riguardante beni immobili
Il contratto di comodato avente ad oggetto beni immobili redatto per iscritto è soggetto a registrazione con termine fisso. Su di esso si applica l’imposta di registro in misura fissa di 200 euro. Questo, è quanto prevede l’articolo 5, comma 4 della Tariffa, Parte I, allegata al DPR n. 131/86. L’Agenzia delle Entrate, nella Risoluzione n. 14/E/2001 ha precisato che il contratto di comodato avente ad oggetto immobili è soggetto a registrazione in termine fisso, se stipulato in forma scritta. Questo sia ove si tratti di scrittura privata autenticata che non autenticata, che di atto pubblico.
Quanto tempo ho per la registrazione del contratto di comodato?
La registrazione degli atti, ove richiesta in termine fisso deve avvenire:
- Entro 20 giorni dalla data dell’atto ove non sia stipulato in forma notarile (scrittura privata non autenticata);
- Entro 30 giorni dalla data dell’atto. Questo ove sia stipulato in forma notarile, in quanto in questo caso la registrazione avviene tramite il Modello Unico informatico (MUI);
- Infine, entro 60 giorni dalla data dell’atto ove sia formato all’estero (articolo 13 del DPR n. 131/86).
Il termine per la registrazione del contratto di comodato avente forma scritta decorre dalla data dell’atto.
Quali sono le sanzioni per l’omessa registrazione del contratto di comodato?
L’omessa registrazione del contratto di comodato può essere sanata mediante ravvedimento operoso. L’applicazione del ravvedimento operoso è possibile sino a quando:
Pertanto, è sempre possibile ricorrere al ravvedimento operoso sino alla notifica di un atto impositivo. Può essere il caso di un avviso di accertamento o di liquidazione dell’imposta. Anche se è in corso un controllo fiscale.
Sanzioni ordinarie per il contratto di comodato
Le sanzioni ordinarie, su cui il ravvedimento può intervenire, sono quelle definite dall’articolo 69 del DPR n. 131/86, come modificato dall’articolo 18, comma 1, lettera a) del D.Lgs. n. 158/15. In particolare, l’articolo 69 del DPR n. 131/86 in caso di mancata registrazione del contratto, prevede l’applicazione di sanzioni nella seguente misura:
- La sanzione amministrativa dal 120% al 240% dell’imposta dovuta, come disposizione generale;
- Se la richiesta di registrazione del contratto è effettuata con ritardo non superiore a 30 giorni, della sanzione amministrativa dal 60% al 120% dell’imposta dovuta. Con un minimo di €. 200,00.
Ravvedimento operoso sul contratto di comodato
Sulle sanzioni sopra individuate in caso di omessa o ritardata registrazione del contratto di comodato d’uso gratuito è possibile intervenire utilizzando il ravvedimento operoso. Si tratta di uno strumento che permette di regolarizzare la propria situazione (prima di eventuali contestazioni fiscali) usufruendo di sanzioni ridotte in base al tempo.
Per approfondire: “Ravvedimento operoso per contratti di locazione e comodato“.