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Rischio di Credito: cos’è e perché bisogna conoscerlo

Che cos’è il rischio di credito? In questa guida vediamo come il rischio di credito può influenzare i tuoi investimenti. Come è possibile misurare tale rischio e controllarlo in una strategia di tutela del patrimonio. 


Se non hai mai sentito parlare di rischio di credito, allora c’è qualcosa che devi rivedere nella tua strategia di investimento. Il rischio di credito rappresenta uno dei fattori cruciali nella determinazione dei prezzi e dei rendimenti delle attività finanziarie. Per questo motivo è di fondamentale importanza conoscere le sue caratteristiche per capire come questo può influenzare i tuoi investimenti.

Investire senza avere analizzato il rischio di credito è come fare una scommessa, e questo è sicuramente controproducente, visto che nelle scommesse ci si affida solo sul destino. Nell’ambito finanziario, invece, ogni elemento deve essere attentamente valutato e ponderato, il relazione al proprio investimento. Nel lungo periodo non tenere conto del Rischio che un mercato finanziario offre, può portare al deterioramento del tuo patrimonio. Per questo motivo, soprattutto in ottica di tutela del tuo patrimonio personale vediamo di seguito come il rischio di credito può influenza i tuoi investimenti.

Che cos’è il rischio di credito?

Il rischio di credito si riferisce alla probabilità che un debitore non adempia ai propri obblighi contrattuali di rimborso del debito, causando una perdita al creditore. Questo rischio è una componente fondamentale nel determinare il tasso di interesse su un prestito o su un altro strumento finanziario. Se il rischio di credito è elevato, il creditore richiederà un tasso di interesse più alto come compensazione per il maggiore rischio assunto.

Il rischio di credito è uno dei rischi di mercato più analizzati e di difficile quantificazione. Esso può essere definito come:

“l’eventualità che una delle parti di un contratto non onori gli obblighi di natura finanziaria assunti, causando una perdita per la controparte creditrice” (Ammann Manuel, 2001)

Tale definizione, tuttavia, riguarda soltanto il caso estremo in cui il debitore si renda insolvente. Non sempre, infatti, il mancato adempimento degli obblighi dipende dalla volontà del debitore. Può capitare, infatti, che vi siano deterioramenti nella situazione finanziaria del mercato che inducano in difficoltà il debitore. Quindi, in un’accezione più ampia, per rischio di credito si intende allora la possibilità che da una variazione inattesa del merito creditizio di un debitore derivi una variazione inattesa del valore del credito.

I ratings forniti, ad esempio, dalle agenzie, come Standard & Poor’s e Moody’s rappresentano una stima del merito creditizio delle imprese e dei Paesi. In generale il merito creditizio può riguardare Economie, singoli Pesi, ma anche imprese e istituti finanziari, fino ad arrivare a singoli prodotti finanziari. Insomma, il mercato finanziario non può prescindere dall’analisi di questo rischio. Qualsiasi cosa nei mercati finanziari è oggetto di stima, e quindi di analisi. Vediamo adesso con un semplice esempio, come anche tu ogni giorno, effettui una analisi del rischio di credito.

Come si manifesta il rischio di credito?

Il rischio di credito può manifestarsi in vari modi:

  1. Default: Il debitore non riesce a effettuare i pagamenti dovuti entro la data stabilita.
  2. Riduzione del rating creditizio: Una società o un ente può subire una riduzione del proprio rating creditizio, influenzando negativamente la percezione del suo rischio di credito.
  3. Insolvenza: Il debitore non è in grado di soddisfare le proprie obbligazioni debitorie e viene dichiarato insolvente.
  4. Concorsi e procedure fallimentari: In caso di gravi difficoltà finanziarie, un’entità può essere sottoposta a procedure concorsuali o fallimentari.

Come gestire il rischio di credito?

Per gestire e mitigare il rischio di credito, le istituzioni finanziarie e altre entità creditrici adottano diverse strategie, tra cui:

  • Analisi e valutazione del credito: Prima di concedere un prestito o un altro tipo di credito, il creditore analizza la solvibilità del potenziale debitore, esaminando bilanci, flussi di cassa, storia creditizia e altri fattori rilevanti.
  • Garanzie: Il creditore può richiedere al debitore di fornire una garanzia, come un’ipoteca su un immobile, per proteggersi dal rischio di mancato pagamento.
  • Diversificazione del portafoglio crediti: Distribuire il credito tra un numero maggiore di debitori per ridurre l’impatto di un eventuale default di un singolo debitore.
  • Utilizzo di derivati sul credito: Strumenti come i credit default swap (CDS) possono essere utilizzati per trasferire il rischio di credito a terze parti.

Esempio di analisi del rischio di credito nella vita reale

Per capire davvero l’importanza dell’analisi del rischio anche nella vita reale voglio portarti all’attenzione questo semplice esempio.

Immagina di essere il titolare di un negozio di ortofrutta. Un tuo cliente abituale, Marco, sceglie come ogni giorno i suoi prodotti preferiti, ma al momento del pagamento si rende conto di aver dimenticato a casa il portafoglio con i soldi. Marco, confidando nella vostra conoscenza, ti chiede se puoi fargli credito per i 10 euro che avrebbe speso quel giorno. Soldi che promette di restituirti il giorno successivo. A questo punto, gli scenari che ti si pongono davanti sono questi:

  1. Marco è solvente. Il giorno successivo puntualmente si presenta in negozio e salda anche il credito che gli hai fatto il giorno precedente;
  2. Marco trova delle scuse il giorno successivo per non restituirti i soldi. Dice di avere difficoltà e ti chiede di fargli credito anche per la giornata odierna;
  3. Oppure, Marco non si presenterà mai più nel tuo negozio, e tu resterai senza ricevere i tuoi soldi.

Con questi scenari in mente non ti resta che offrire una risposta a Marco, che ti sta ancora chiedendo se puoi fargli credito per quel giorno. Quello che stai facendo, mentre stai pensando a quale di questi scenari possa avere maggiore probabilità di accadimento è una analisi del rischio di credito. L’esempio è molto semplice, ma ti assicuro che può aprirti la mente e farti pensare a quanto l’analisi dei rischi è nella nostra vita di tutti i giorni. E non solo sui mercati finanziari.

Rischio di credito negli investimenti finanziari

Gli strumenti finanziari soggetti al Rischio di Credito si possono distinguere essenzialmente in due categorie:

  • Titoli di debito e
  • Posizioni fuori bilancio.

Tra i primi annoveriamo: i titoli di stato (treasury bonds), e in particolare i titoli emessi da Paesi emergenti, i titoli di debito emessi da altri enti pubblici, le obbligazioni emesse da società private (corporate bonds), qualsiasi forma di finanziamento concessa alle aziende. I mutui e, in generale, il credito al consumo (vendite rateali, carte di credito, ecc.). Tra le posizioni fuori bilancio rientrano: i titoli derivati trattati nei mercati regolamentati, i titoli derivati trattati nei mercati over the counter per i quali esiste il rischio di controparte, i titoli derivati la cui attività sottostante comporta rischio di credito (ad esempio, opzioni emesse su obbligazioni) e, infine, derivati creditizi. Tutti questi strumenti finanziari, inevitabilmente scontano un grado di Rischio di Credito, ovvero il rischio che un investitore, possa non vedersi rimborsato il capitale che ha investito alla scadenza. Classico caso è quello delle obbligazioni.

Una società che vuole espandersi, ma non ha sufficienti mezzi finanziari propri, può prendere a prestito i fondi necessari da una banca. Oppure può emettere dei titoli obbligazionari (se sussistono determinate condizioni). Esiste tuttavia la possibilità che prima di rimborsare il debito (o di pagare le cedole) la società emittente incontri delle difficoltà finanziarie o addirittura fallisca. In tal caso il debito non verrà rimborsato (in tutto o in parte). A causa del rischio di insolvenza, il prestatore di fondi chiederà un tasso di interesse significativamente più elevato rispetto, ad esempio, ad un investimento “meno rischioso” in titoli di stato. Da ciò possiamo capire come la controparte del rischio che l’investitore decide di assumersi è il premio che potrebbe ricevere a scadenza, ovvero l’interesse. A maggiore rischio corrisponderà un maggiore tasso di interesse, come premio per l’investitore.

Come si misura il rischio negli investimenti?

Adesso che hai visto come il Rischio sia insito in ogni investimento, è opportuno andare ad analizzare come può essere misurato il rischio. Il rischio di credito è insito in ogni operazione finanziaria in cui un soggetto presta del denaro ad un altro. Gli istituti finanziari quando erogano un mutuo, oppure investono in Titoli di Stato, sono oggetto di questo tipo di Rischio.

Ma come viene misurato il Rischio di Credito di un emittente a cui stai prestando dei soldi?

Volendo semplificare al massimo la situazione possiamo individuare due parametri principali per misurare questo tipo di rischio. Mi riferisco a:

  1. Il rating;
  2. Il CDS (Credit Default Swap).

Il rating per la misurazione del rischio

I rating sono dei giudizi sul merito creditizio di un soggetto emittente titoli che incorporano rischio di credito. In realtà il rating si riferisce alla posizione creditoria (ad esempio ad una particolare emissione obbligazionaria) piuttosto che al soggetto debitore (la società emittente). Per la formazione di tale giudizio vengono valutate informazioni sia quantitative che qualitative. I rating sono assegnati da alcune note agenzie, quali Moody’s, S&P, Fitch, o dalla banca stessa secondo diverse metodologie. In questo caso si parla di rating interni.

Spesso la procedura per l’assegnazione di un rating è basata sul giudizio e sull’esperienza dell’analista creditizio e non solamente su calcoli matematici. Nella formazione dei ratings vengono presi in considerazione diversi fattori economici, tra cui:

  • Le prospettive di guadagni futuri e i futuri cash–flows;
  • La struttura patrimoniale (il livello dell’indebitamento in rapporto al capitale proprio);
  • La struttura dell’indebitamento (a breve, medio e lungo termine);
  • Il livello di liquidità;
  • La situazione (politica, sociale) del Paese;
  • La situazione di mercato;
  • Il settore industriale in cui la società in esame opera o ha le sue principali attività, la qualità della classe dirigente e altre informazioni.

I rating delle agenzie

Le agenzie di rating hanno elaborato una scala di valori, che possiamo vedere di seguito. L’esempio riportato nella tabella riguarda il rating attribuito ad obbligazioni emesse nei mercati regolamentati. Vediamo in dettaglio i livelli di giudizio delle principali agenzie di rating.

Standard & Poor’sMoody’sFitch
AAA (Eccellente)Aaa (Eccellente)AAA (Eccellente)
AA+ (Molto forte)Aa1 (Alta qualità)AA+ (Molto forte)
AA (Molto forte)Aa2 (Alta qualità)AA (Molto forte)
AA- (Molto forte)Aa3 (Alta qualità)AA- (Molto forte)
A+ (Forte)A1 (Alta qualità)A+ (Forte)
A (Forte)A2 (Alta qualità)A (Forte)
A- (Forte)A3 (Alta qualità)A- (Forte)
BBB+ (Adeguata)Baa1 (Medio grado)BBB+ (Adeguata)
BBB (Adeguata)Baa2 (Medio grado)BBB (Adeguata)
BBB- (Adeguata)Baa3 (Medio grado)BBB- (Adeguata)
……………..
D (Default)C (Default)D (Default)

Alla valutazione statica rappresentata dal rating, le agenzie aggiungono un’opera di valutazione dinamica e di monitoraggio sistematico del rischio di credito che si concretizza nel rating outlook e nel rating watch. Il primo riguarda la possibile evoluzione nel medio periodo del rating attribuito ad un emittente o ad un’emissione e può presentare un giudizio positivo, negativo, stabile o in evoluzione.

Il secondo è invece conseguente all’avvio di un periodo di osservazione solitamente breve durante il quale l’agenzia sviluppa un’attività volta a verificare l’opportunità di modificare il rating precedentemente attribuito ad un emittente o ad un’emissione in seguito al manifestarsi di un evento nuovo e rilevante.

I CDS per la misurazione del rischio

l CDS (Credit Default Swap), sono uno strumento finanziario attraverso il quale è possibile misurare il rischio di credito. Il prezzo di un CDS, infatti, è diretta conseguenza del rischio di fallimento dell’emittente. Senza entrare in dettaglio il CDS, è come se fosse un’assicurazione contro il fallimento di un emittente. Ovviamente più è rischioso l’emittente, maggiore sarà il premio da corrispondere per assicurarsi contro il fallimento dello stesso.

I credit derivatives sono contratti finanziari trattati over-the-counter (OTC) che consentono di negoziare i rischi associati al credito, permettendo di trasferirli fra soggetti economici indipendentemente dalle movimentazioni del sottostante.

I credit derivatives permettono ad una parte (acquirente), di trasferire, dietro pagamento di un premio, il rischio di credito riferito ad una attività sottostante. Trasferimento fatto ad un soggetto (venditore) che si impegna ad effettuare un pagamento all’acquirente nel caso in cui l’attività sottostante risulti inadempiente 

Le banche rivestono oggi un ruolo importante come acquirenti di credit derivatives, ma anche come venditori. Da un punto di vista operativo i credit derivatives più diffusi sono:

  • Credit Default Swap;
  • Total rate of Default Swap;
  • Credit Linked Note.

Rischio di credito ed investimenti

Arrivato a questo punto della lettura sono sicuro che avrai le idee sicuramente più chiare su come il Rischio di Credito possa influenzare le tue decisioni di investimento. Proviamo adesso a capire la relazione tra rischio e rendimento.

A parità di rischio, l’investimento migliore è quello che offre il rendimento più alto

Per poter confrontare investimenti con rischi e rendimenti eterogenei sono stati sviluppati indicatori sintetici che esprimono con un unico numero sia una misura della performance che una misura del rischio. Sono i cosiddetti indicatori di performance aggiustata per il rischio.

Uno di questi è l’indice di Sharpe (Sharpe ratio) che rapporta il maggior o minor rendimento di un portafoglio rispetto all’investimento privo di rischio e permette di misurare l’extra rendimento generato per unità di rischio assunto. Tanto più l’indice di Sharpe è elevato, tanto più il rischio assunto è stato remunerato. Invece di usare come riferimento un’attività priva di rischio, spesso è più utile prendere in considerazione l’indice di riferimento del portafoglio, cioè il suo benchmark. La versione dell’indice di Sharpe che utilizza come parametro di riferimento non l’attività finanziaria priva di rischio ma un benchmark si chiama Information Ratio. Esso confronta la media dei rendimenti differenziali rispetto al benchmark con la loro variabilità. Consente di valutare la bravura del gestore ossia la sua capacità di sovraperformare il benchmark in relazione al rischio assunto. Tanto più l’information ratio è elevato, tanto meglio è stato remunerato il rischio addizionale assunto rispetto al benchmark.

ATTENZIONE!

Gli indicatori di rischio cambiano dinamicamente ogni giorno, in relazione all’evoluzione dei mercati. È quindi opportuno verificarli non solo al momento dell’investimento, ma per tutta la durata dello stesso.

In conclusione possiamo dire che gestire il rischio di un portafoglio significa effettuare una serie di valutazioni sulle attività presenti (prese sia singolarmente che a livello aggregato). Valutazione tale da permettere una accurata mappatura dei rischi a cui il portafoglio è esposto e poi mettere in atto tutti gli accorgimenti necessari a controllare i fattori di incertezza, cercando di limitare gli effetti degli eventi indesiderati (copertura o hedging).

Gestione e mitigazione del rischio di credito

Il rischio di credito rappresenta una delle principali preoccupazioni per le istituzioni finanziarie e le imprese che offrono crediti ai loro clienti. La sua gestione efficace è fondamentale per garantire la stabilità finanziaria e la sostenibilità a lungo termine. Questo capitolo esplora le strategie e gli strumenti utilizzati per gestire e mitigare il rischio di credito.

Politiche di credito

Le politiche di credito sono insiemi di linee guida e procedure stabilite dalle istituzioni per determinare a chi concedere il credito e in quali condizioni. Queste politiche:

  • Stabiliscono i criteri di idoneità per i richiedenti.
  • Definiscono i limiti di esposizione per singolo cliente o settore.
  • Indicano le procedure di recupero in caso di inadempienza.

Diversificazione del portafoglio

La diversificazione è una strategia chiave per ridurre il rischio di credito. Distribuendo l’esposizione creditizia tra diversi debitori o settori, le istituzioni possono ridurre l’effetto negativo di un singolo default.

  • Evitare una concentrazione eccessiva in un particolare settore o geografia.
  • Monitorare e bilanciare regolarmente il portafoglio di crediti.

Strumenti derivati per la copertura del rischio

Gli strumenti derivati, come i credit default swap (CDS), possono essere utilizzati per proteggere contro il rischio di inadempienza di un debitore.

  • Un CDS funziona come una polizza assicurativa, dove una parte paga una premio ad un’altra parte in cambio di protezione contro il default di un terzo debitore.
  • Altri strumenti derivati possono essere utilizzati per proteggere contro variazioni dei tassi di interesse o dei tassi di cambio.

Cessione del credito e cartolarizzazione

La cessione del credito e la titolizzazione sono tecniche attraverso le quali le istituzioni possono trasferire il rischio di credito ad altri investitori.

  • La cessione del credito implica la vendita di un credito a un terzo.
  • La cartolarizzazione implica la conversione di un portafoglio di crediti in titoli negoziabili che possono essere venduti sul mercato.

Tecnologie e innovazione nella gestione del rischio di credito

L’avvento delle tecnologie avanzate ha rivoluzionato la gestione del rischio di credito.

  • L’uso di big data e intelligenza artificiale permette una valutazione più accurata della solvibilità dei richiedenti.
  • Le piattaforme digitali facilitano la monitorazione e la gestione in tempo reale delle esposizioni al rischio.

Impatto del rischio di credito sull’economia e sul sistema finanziario

Il rischio di credito non solo influisce sulle singole istituzioni finanziarie o sulle imprese, ma ha anche ripercussioni più ampie sull’intero sistema economico e finanziario di un paese. Questo capitolo analizza come il rischio di credito può influenzare l’economia a livello macro e quali sono le possibili soluzioni per mitigare tali effetti.

Rischio di credito e cicli economici

Il rischio di credito tende ad avere un comportamento ciclico, spesso amplificando i cicli economici esistenti.

  • Durante i periodi di espansione economica, la percezione del rischio tende a diminuire, portando a una maggiore concessione di prestiti.
  • Al contrario, in periodi di recessione, l’aumento delle inadempienze porta a una maggiore percezione del rischio e a una riduzione dei prestiti.

Effetti di contagio nel sistema finanziario

Un’elevata esposizione al rischio di credito può portare a effetti di contagio nel sistema finanziario.

  • Se una grande istituzione fallisce a causa di inadempienze, ciò può innescare una crisi di fiducia nel sistema, portando ad ulteriori default.
  • Questo effetto domino può portare a crisi bancarie o finanziarie su larga scala.

Impatto sulla politica monetaria

Il rischio di credito può influenzare le decisioni delle banche centrali riguardo alla politica monetaria.

  • Una crescente preoccupazione per il rischio di credito può indurre le banche centrali a ridurre i tassi di interesse per stimolare l’economia.
  • Al contrario, se il rischio di credito è percepito come troppo basso, ciò potrebbe portare a politiche monetarie più restrittive.

Ruolo della regolamentazione e della vigilanza

La regolamentazione e la vigilanza giocano un ruolo cruciale nel limitare l’esposizione eccessiva al rischio di credito.

  • Le autorità di regolamentazione possono stabilire requisiti di capitale minimi per le istituzioni finanziarie.
  • La vigilanza può garantire che le istituzioni adottino pratiche di gestione del rischio adeguate.

Strumenti di mitigazione a livello macroprudenziale

Esistono strumenti specifici che possono essere utilizzati a livello macroprudenziale per limitare l’accumulo eccessivo di rischio di credito nell’intero sistema.

  • Questi possono includere tamponi di capitale contro-ciclici, limiti alle posizioni in valuta estera o regolamentazioni specifiche per particolari tipi di prestiti.

Conclusioni

La gestione del rischio di credito è una componente essenziale per la salute finanziaria di qualsiasi istituzione. Con l’evoluzione dei mercati e l’emergere di nuove sfide, è fondamentale che le organizzazioni siano dotate degli strumenti e delle competenze necessarie per valutare e mitigare efficacemente i rischi. La diversificazione, l’uso di strumenti derivati, la definizione di limiti di esposizione e un monitoraggio costante sono solo alcune delle strategie che possono essere adottate. In un mondo finanziario sempre più interconnesso, la capacità di gestire il rischio di credito può fare la differenza tra il successo e il fallimento.

Domande frequenti

Cos’è esattamente il rischio di credito?

Il rischio di credito si riferisce alla probabilità che un mutuatario non adempia ai propri obblighi di pagamento.

Come si può ridurre il rischio di credito?

Attraverso la diversificazione, l’uso di strumenti derivati, l’imposizione di limiti di esposizione e il monitoraggio costante.

Cosa sono gli swap di default creditizio (CDS)?

Sono contratti che offrono protezione contro il default di un emittente di debito.

Perché la diversificazione è importante nella gestione del rischio di credito?

La diversificazione riduce la dipendenza da un singolo mutuatario o settore, distribuendo il rischio.

Come funzionano i limiti di esposizione?

I limiti determinano l’importo massimo del credito che può essere concesso a un singolo mutuatario o settore, basato sulla loro valutazione del rischio.

Qual è il ruolo delle agenzie di rating nella gestione del rischio di credito?

Forniscono valutazioni indipendenti sulla solvibilità di entità e prodotti finanziari, aiutando gli investitori a prendere decisioni informate.

Perché è importante monitorare regolarmente il portafoglio crediti?

Per identificare tempestivamente eventuali problemi e adottare misure correttive prima che la situazione peggiori.

Come ha influenzato la tecnologia la gestione del rischio di credito?

La tecnologia ha introdotto nuovi strumenti per l’analisi e il monitoraggio, ma ha anche portato a nuovi tipi di rischi, come quelli legati alla sicurezza dei dati.

Andrea Baldini
Andrea Baldinihttps://fiscomania.com/
Laurea in Economia Aziendale nel 2014 presso l'Università degli Studi di Firenze. Collabora stabilmente nella redazione giornalistica di RadioRadio nel ambito fiscale. Appassionato da sempre di Start-up, ha il sogno di diventare business angel per il momento opera come consulente azienda nel mondo delle Start up. [email protected]

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