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Rimborsi dichiarazione dei redditi: quando arrivano

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Quando si parla di dichiarazione dei redditi, si fa riferimento ad una delle principali tasse presenti in Italia, ovvero l’IRPEF, l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche. Si tratta di una imposta che viene pagata da lavoratori e pensionati, ogni anno in base a specifiche aliquote.

Con la presentazione della dichiarazione dei redditi, è anche possibile ricevere alcuni rimborsi specifici, se si è a credito verso il fisco. Bisogna anche tenere in considerazione che tramite questa dichiarazione si possono ricevere alcune agevolazioni fiscali sulle spese sostenute durante l’anno.

Per quanto riguarda i rimborsi con la dichiarazione dei redditi, questi arrivano piuttosto velocemente se si utilizza il modello 730, che permette di calcolare con precisione le imposte e l’eventuale credito. Molti lavoratori quindi possono accedere quest’anno ad un rimborso IRPEF, erogabile in busta paga. Vediamo in questo articolo di cosa si tratta e quando arrivano questi rimborsi.

Il Modello 730 o il Modello Redditi PF

La dichiarazione dei redditi è una pratica obbligatoria per i lavoratori e i pensionati in Italia, perché permette di dichiarare tutti i compensi percepiti durante l’anno, dal proprio lavoro o da altre forme di rendita. Per procedere con la dichiarazione è possibile utilizzare il Modello 730 oppure il Modello Redditi PF, in base alla situazione specifica. Ecco una panoramica generale di quando si utilizzano i due documenti:

  • Modello 730: è il documento usato prevalentemente da lavoratori dipendenti e pensionati, che hanno un sostituto di imposta, ovvero il datore di lavoro o l’INPS, che versa le tasse;
  • Modello Redditi PF: il documento si utilizza per presentare i redditi percepiti da un lavoro autonomo, con Partita Iva, o di impresa. Si utilizza anche per rendite finanziarie o da capitale, o per redditi particolari.

In entrambi i casi è possibile optare per un documento precompilato, ovvero già compilato dall’Agenzia delle Entrate, per cui è possibile accettare o modificare le informazioni già predisposte dal fisco. In alcuni casi è inoltre necessario presentare entrambe le documentazioni, compilando anche alcuni riquadri aggiuntivi.

La presentazione della dichiarazione dei redditi in ogni caso è un obbligo, anche se esistono delle soglie minime di reddito al di sotto delle quali si è esonerati dalla presentazione. Tuttavia questa operazione può consentire anche la possibilità di detrarre alcune spese, in special modo per i lavoratori dipendenti, o ricevere un credito nel caso in cui siano state pagate più tasse del dovuto, ovvero tramite rimborsi IRPEF.

Come si riceve il rimborso

Il rimborso per il credito cumulato in dichiarazione dei redditi, per i lavoratori dipendenti viene recepito con la prima busta paga utile, mentre per i pensionati si riceve con la prima mensilità di pensione successiva alla presentazione della dichiarazione.

Questo significa quindi che chi procede con la dichiarazione dei redditi all’inizio dell’anno, ovvero entro maggio, può ricevere questi rimborsi prima di chi procede successivamente. Ricordiamo che le scadenze per la presentazione di questi documenti sono così stabilite:

  • Entro il 30 settembre per chi presenta il modello 730;
  • Entro il 30 novembre per chi presenta il modello redditi PF.

Per chi presenta la dichiarazione a maggio quindi, i rimborsi arrivano nel mese di luglio di ogni anno, e le tempistiche sono le stesse anche se il cittadino si trova a debito con il fisco, ovvero deve versare ancora una certa quota di tasse, tramite modello F24.

I lavoratori dipendenti quindi riceveranno il rimborso uno o due mesi successivamente alla presentazione della dichiarazione dei redditi, sulla prima busta paga utile. I pensionati invece riceveranno questi rimborsi dal secondo mese successivo alla ricezione della dichiarazione, con la pensione.

Per chi invece presenta la dichiarazione con il Modello Redditi PF, i tempi di erogazione del credito possono essere più lunghi, ovvero il soggetto interessato può trovarsi ad attendere anche fino all’anno successivo, in questo caso il 2023.

Rimborso IRPEF con il Modello 730: le date 

Per chi presenta la dichiarazione dei redditi con il Modello 730, il rimborso IRPEF è regolamentato in base all’articolo 16-bis del decreto fiscale n.124/2019, per cui il sostituto di imposta, ovvero il datore di lavoro o l’INPS, deve rispettare alcune scadenze per il conguaglio (a debito o a credito). Si tengano in considerazione le seguenti date:

  • 15 giugno per le dichiarazioni presentate entro il 31 maggio;
  • 29 giugno per le dichiarazioni presentate dal 1° al 20 giugno;
  • 23 luglio per le dichiarazioni presentate dal 21 giugno al 15 luglio;
  • 15 settembre per le dichiarazioni presentate dal 16 luglio al 31 agosto;
  • 30 settembre per le dichiarazioni presentate dal 1° al 30 settembre.

Si tratta di termini che i datori di lavoro, o gli enti previdenziali, devono rispettare sulla base delle dichiarazioni presentate al fisco da parte dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, in relazione al modello 730. Come visto prima, gli autonomi dovranno attendere un periodo di tempo più lungo per la presentazione con il Modello Redditi PF.

Queste date sono valide sia se il cittadino procede in autonomia, telematicamente, e con l’appoggio della precompilata, sia se richiede l’assistenza di un professionista o di un centro CAF. 

Quando il credito non arriva

Può accadere che il credito dovuto al cittadino arrivi con un periodo di ritardo, rispetto alle date viste prima. Bisogna sapere che l’Agenzia delle Entrate applica controlli più mirati e specifici nel caso in cui il credito spettante al cittadino superi i 4.000 euro.

L’Agenzia quindi applica controlli più approfonditi quando si presenta un credito di questo tipo, per cui l’eventuale somma spettante al cittadino potrebbe tardare ad arrivare, anche di diversi mesi, e slittare anche all’anno successivo.

In alcuni casi invece ci si può imbattere in situazioni di errore in cui per esempio non è stato inviato un codice IBAN corretto al fisco o al proprio datore di lavoro. Esclusi questi errori, cosa si può fare se il rimborso non arriva entro i termini stabiliti?

In questi casi è possibile rivolgersi al proprio sostituto di imposta, ovvero al datore di lavoro o all’ente previdenziale che lo accredita, oppure rivolgersi direttamente all’Agenzia delle Entrate tramite i canali preposti.

Un’ulteriore possibilità è quella per cui l’Agenzia delle Entrate può chiederti di saldare vecchi debiti contratti (ad esempio una cartella esattoriale) con il credito cumulato, per cui potrai scegliere se accettare. Riassumendo, se non arriva il credito si può procedere in questi modi:

  • Verificare la correttezza di tutte le informazioni trasmesse, come quelle sull’IBAN;
  • Chiedere al sostituto di imposta se la dichiarazione è arrivata al fisco;
  • Rivolgersi all’Agenzia delle Entrate se i passaggi precedenti non vanno a buon fine.

Tieni in considerazione che la possibilità di richiedere il credito non erogato va in prescrizione dopo 10 anni, dalla presentazione della dichiarazione per cui è previsto un rimborso.

Cosa succede se non è presente un sostituto di imposta?

Se non c’è un sostituto di imposta, si può comunque presentare la dichiarazione dei redditi con Modello 730. In questo caso è l’Agenzia delle Entrate ad occuparsi direttamente di saldare l’eventuale credito contratto dal cittadino, per cui ci si rivolge direttamente all’Agenzia.

Il rimborso può essere accreditato direttamente sul conto corrente, oppure attraverso il conto postale, anche se può comportare un allungamento dei tempi previsti per riceverlo. 

Se è assente il sostituto di imposta, le somme a credito vengono erogate direttamente sul conto del beneficiario, dall’Agenzia delle Entrate, quindi per eventuali problemi o ritardi è possibile rivolgersi al fisco in modo diretto.

Nel caso in cui non sia presente un sostituto, o sia presente ma si trovi in una incertezza finanziaria, il lavoratore può rivolgersi in autonomia all’Agenzia delle Entrate, e il credito arriva dopo sei mesi dalla presentazione, e le date da considerare per le erogazioni del credito sono le seguenti:

  • Per cifre fino a 1.000 euro avviene l’accredito tramite IBAN entro il 22 dicembre;
  • Per cifre da 1.000 a 4.000 euro l’accredito arriva anche dopo diversi mesi, o nell’anno successivo, perché vengono applicati controlli aggiuntivi dovuti per esempio all’accesso a specifiche agevolazioni fiscali come quelle edilizie.

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