Reddito di infanzia e bonus gioventù: come funzioneranno?

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Il Reddito di infanzia è una proposta al vaglio del governo al fine di contrastare la denatalità del nostro Paese. Si tratterebbe di un assegno mensile dal valore di 400 euro per i primi 6 anni di vita del figlio, che sarà poi sostituto dal bonus gioventù per un importo di 250 euro per ogni figlio tra i 7 e i 25 anni di età.

Il Reddito di Infanzia è una proposta di legge presentata nel 2023, che prevede un contributo economico di 400 euro mensili per ogni figlio a carico fino ai 6 anni di età, destinato alle famiglie con un reddito annuo fino a 90.000 euro. L’obiettivo della misura è sostenere la natalità e la genitorialità in Italia.

Tuttavia, al 6 dicembre 2024, questa proposta non è stata ancora approvata né inserita nella legislazione vigente. La sua introduzione è stata discussa in relazione alla Legge di Bilancio 2024, ma non risulta che sia stata implementata. Per informazioni aggiornate e dettagliate, è consigliabile consultare fonti ufficiali del governo italiano o dell’INPS.

Le proposte non sono ancora definitive pertanto attualmente non si sa quando potrebbero essere attivati, se approvati. La misura, se approvata, sarebbe cumulabile con l’assegno unico.

Vediamo di seguito di cosa si tratta e chi potrebbe beneficiarne.

Per conoscere tutti i bonus in arrivo: Tutti i bonus per le famiglie.

Reddito d’infanziaBonus giovani
RedditoFino a 90.000 euro Fino a 90.000 euro
Età figli a caricoFino a 6 anni Da 7 a 25 anni
Importo400 euro mensili 250 euro mensili

Reddito d’infanzia: di cosa si tratta?

Il reddito d’infanzia consiste nell’erogazione di un contributo pari a 400 euro al mese alle famiglie per ciascun figlio a carico fino a 6 anni di età. Il contributo è riconosciuto alle famiglie con reddito fino a 90.000 euro all’anno.

Il reddito d’infanzia è una proposta al vaglio del governo da inserire nella prossima manovra di bilancio. L’obiettivo della misura è quello di contrastare la denatalità del nostro Paese.

Qualora venisse approvata, tale misura consisterebbe in un assegno mensile del valore di 400 euro per i primi 6 anni di vita di ciascuno dei figli. Nei nuclei monogenitoriali, oppure in presenza di figli con disabilità, il valore dell’assegno sarà aumentato in maniera proporzionale. Stando a quanto è previsto dalla proposta di legge potranno beneficiare di questa misura tutte le famiglie che hanno un reddito fino a 90.000 euro.

Non è ancora ben chiaro come il governo troverà le risorse utili al riconoscimento di un assegno che complessivamente potrebbe richiedere oltre i 28.000 euro a figlio.

L’agevolazione si andrebbe ad aggiungere all’Assegno Unico Universale. Il contributo spetta per i figli dal settimo mese di gravidanza e fino ai 21 anni di età.  Sono previste delle maggiorazioni sull’importo per le famiglie monogenitoriali e per quelle in cui sono presenti dei figli con disabilità. 

Assegno di gioventù: di cosa si tratta?

Nella stessa proposta di legge compare anche l’assegno di gioventù, rivolta agli studenti. Il bonus gioventù, secondo quanto previsto dalla proposta di legge si sostanzierebbe in un importo pari a 250 euro per ogni figlio tra i 7 e i 25 anni di età. Il requisito necessario per accedere al bonus è la continuazione agli studi da parte dei figli.

Per ottenerlo occorre quindi avere un figlio iscritto a scuola o all’università. Si tratta quindi di una misura per favorire l’istruzione dei giovani.

Altre agevolazioni per le famiglie

Tra le proposte del governo, oltre all’istituzione del reddito di infanzia e del bonus gioventù, per gli asili nido è valutato “un adeguamento dei posti disponibili” nelle strutture comunali, “il prolungamento degli orari di servizio”, “l’apertura anche nei mesi estivi, a supporto di tutti i genitori che lavorano” e “la promozione di asili nido familiari sul modello tedesco della tagesmutter”.

Sono previste anche nuove agevolazioni fiscali per le famiglie con figli a carico. Nella proposta di legge si legge che per assicurare un “prelievo più equo e progressivo”, al fine di salvaguardare le famiglie con più figli, si dovrebbe passare al quoziente familiare.

Prevista anche la possibilità di aumentare il numero di giorni riconosciuti dal congedo di maternità (oggi di 5 mesi) e per il congedo parentale. Viene prevista anche la possibilità di detrarre dalle tasse le spese che i neogenitori, entro 24 mesi successivi alla data del parto per “consulenza psicologica e di psicoterapia individuale o di coppia”.

Tra le misure compare anche l’accesso gratuito alle scuole d’infanzia, oltre all’obbligo per gli esercizi commerciali con area di vendita superiore a 200 metri quadrati di montare fasciatoi per neonati, pena una sanzione di 5.000 euro per chi non si adegua.

Coperture economiche

Reddito d’infanzia e assegno di gioventù costano molto per le casse dello Stato. Per erogare il Reddito di infanzia occorrono circa 28.800 euro nei 6 anni, e con il secondo si arriverebbe a 57.000 euro. Attualmente pare che le risorse vengano prese da quelle rimanenti dalla distribuzione dell’Assegno unico, stimate in almeno 1 miliardo di euro sui 18 stanziati. Occorre comunque attendere l’approvazione della prossima Legge di Bilancio per conoscere se queste misure saranno approvate oppure no,

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Andrea Baldini
Andrea Baldinihttps://fiscomania.com/
Laurea in Economia Aziendale nel 2014 presso l'Università degli Studi di Firenze. Collabora stabilmente nella redazione di Fiscomania nel ambito fiscale. Appassionato da sempre di Start-up, ha il sogno di diventare business angel per il momento opera come consulente azienda nel mondo delle Start up. [email protected]
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