In materia economica e fiscale, esiste una netta differenza tra redditi di impresa e redditi di capitale, e la normativa italiana su queste tematiche fa riferimento agli articoli 44 e 45 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).
Si tratta di redditi, ovvero entrate economiche, derivanti da situazioni differenti. In linea generale possiamo dire che i redditi di capitale derivano da interessi derivanti dall’impiego di capitale o da dividendi da partecipazione. Sono redditi che derivano da diverse attività o strumenti.
I redditi da impresa invece derivano dall’attività di imprese commerciali, e fanno riferimento in modo diretto ai redditi derivati da attività di produzione, di trasporto, attività bancarie e assicurative, attività di produzione e commercializzazione alimentare.
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Redditi di impresa: cosa sono e come individuarli
Il reddito di impresa ruota appunto, intorno ad una impresa. Viene definita come tale una attività economica organizzata che ha un obiettivo, che può essere la produzione o lo scambio di beni o servizi. A capo di un’impresa c’è un imprenditore che decide di utilizzare determinati strumenti o mezzi per raggiungere l’obiettivo.
L’impresa ha uno scopo, che può essere quello di produrre e distribuire un determinato bene o servizio, quello di fare da intermediario in un determinato mercato, e così via. L’impresa sostiene costi specifici in base alla tipologia di attività che svolge, o di strumenti materiali di cui necessita.
I redditi di impresa sono gli effettivi guadagni economici percepiti dall’attività di impresa. Di fatto si tratta di un sistema complesso, che può avere piccola, media o grande dimensione. Un’impresa può essere una grande azienda che distribuisce prodotti, ma anche il piccolo commerciante. Rientrano nei redditi di impresa:
- Attività industriali per produrre beni o servizi;
- Attività intermediarie per lo scambio dei beni;
- L’attività di trasporto;
- Banche o assicurazioni;
- Attività di allevamento di animali;
- L’attività di coltivazione e relativa commercializzazione;
- Attività organizzate di fatto come impresa (come attività scolastiche o cliniche private);
- Attività che prevedono lo sfruttamento di miniere o ambienti naturali;
- Le attività agricole costituite da società.
Redditi di capitale: di cosa si tratta
I redditi di capitale sono tutti quei redditi che derivano da altre azioni, diverse dall’impresa. I redditi di capitale derivano da introiti di diversa natura, che non rientrano né nei redditi da lavoro dipendente, né nei redditi di impresa.
Rientrano nei redditi di capitale le quote che un soggetto può possedere in relazione ad una o più società, oppure gli interessi maturati dall’impiego di capitale. Possedere azioni determina particolari redditi di capitale, allo stesso modo come possedere interessi sui mutui.
Riassumendo, abbiamo visto quali sono considerati dalla normativa italiana come redditi, ma ce ne sono altri:
- Redditi da lavoro dipendente: derivano dal lavoro che un soggetto presta ad un altro, e sono individuati tramite busta paga;
- Redditi da impresa: redditi derivati da una organizzazione, l’impresa, che ha un obiettivo e ricava degli introiti economici dall’attività;
- Redditi di capitale: derivano da quote, azioni o interessi;
- Redditi fondiari: sono redditi relativi al possedimento di terreni, fabbricati o catasto urbano;
- Redditi da lavoro autonomo: qui rientrano i redditi percepiti dal lavoro di tipo non dipendente, ma che non costituisce impresa. Rientrano qui i lavori di professionisti, artisti e personale specializzato che lavora in autonomia
- Altri redditi: qui sono delineati i redditi non relativi alle voci precedenti.
Conoscere le diverse tipologie di redditi percepiti è utile ad individuarne anche la relativa tassazione, e sapere quando è necessario presentarne dichiarazione.
Redditi di impresa: come si applica la tassazione
I redditi di impresa e di capitale hanno una tassazione diversa. Le aziende e le imprese sono sottoposte a tassazione secondo le normative presenti in Italia, e gli imprenditori procedono alla dichiarazione delle entrate economiche dell’anno, riferendosi all’anno precedente concluso.
Il sistema di tassazione dei redditi di impresa varia in base alla natura giuridica dell’entità che li genera. Qui di seguito, una spiegazione divisa tra società di persone e società di capitali, che rappresentano le due principali categorie di società in Italia.
Società di persone
Le società di persone che possono svolgere attività di impresa sono le società in nome collettivo (S.n.c.), e le società in accomandita semplice (S.a.s.). In queste società, l’imposta sui redditi è calcolata direttamente sugli utili della società, ma pagata individualmente dai soci secondo la loro quota di partecipazione.
Il reddito prodotto dalla società di persone è attribuito a ciascun socio in base alla percentuale di possesso e viene tassato attraverso l’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), i cui scaglioni vanno dal 23% al 43%. Inoltre, si applicano addizionali regionali e comunali che variano a seconda della residenza del socio.
Un aspetto peculiare delle società di persone è la cosiddetta “trasparenza fiscale“, che significa che gli utili vengono tassati a prescindere dalla loro distribuzione. Questo sistema evita la doppia imposizione fiscale sullo stesso reddito, essendo tassato solo a livello di socio e non a livello societario.
Società di capitali
Le società di capitali, che includono le società per azioni (S.p.A.), le società a responsabilità limitata (S.r.l.), e le società in accomandita per azioni (S.a.p.a.), sono soggette a un regime di tassazione diverso. Il reddito di queste società è tassato direttamente a livello societario prima di qualsiasi distribuzione ai soci.
La principale imposta applicata è l’IRES (Imposta sul Reddito delle Società), con una aliquota del 24%. In aggiunta, può essere applicata l’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive), la cui aliquota varia in base alla regione e al tipo di attività, generalmente intorno al 3.9%.
Quando i profitti vengono distribuiti ai soci sotto forma di dividendi, questi ultimi sono soggetti a una ritenuta alla fonte del 26% come acconto dell’imposta sui redditi personali dei soci (IRPEF o IRES, a seconda che il socio sia una persona fisica o giuridica).
Redditi di capitale: come si applica la tassazione
Per quanto riguarda i redditi da capitale, abbiamo visto che fanno riferimento a guadagni economici derivati da azioni, interessi, quote di partecipazione. Per la tassazione di questo tipo di redditi, si procede in modo molto diverso rispetto alle tasse per i redditi da impresa.
Come abbiamo visto prima, i redditi di capitale sono tassabili solo secondo il principio di cassa: devono cioè essere dichiarati, e di conseguenza vengono tassati, solo nel momento in cui il soggetto incassa effettivamente le somme. Inoltre vengono tassati al lordo delle spese di produzione (non si deducono interessi passivi o commissioni applicate), mentre gli altri tipi di reddito vengono tassati al netto.
Nel caso di rendite finanziarie ad esempio, la tassazione si applica tramite un sistema di ritenute alla fonte, ad esempio:
- Tassazione al 26% per interessi di dividendi, obbligazioni, interessi bancari o postali;
- Tassazione al 12,50% nel caso di titoli di stato.
La tassazione nel caso di redditi di capitale è molto variabile, in base alla tipologia di azione svolta dal soggetto, non valgono le stesse regole presenti per gli altri tipi di reddito.
Conclusioni
L’analisi delle differenze tra i redditi di capitale e i redditi di impresa in Italia rivela due approcci distinti nella tassazione che riflettono la diversa natura delle entrate. I redditi di capitale, tipicamente provenienti da investimenti come azioni, obbligazioni o altri strumenti finanziari, sono soggetti a un regime fiscale che privilegia una tassazione con aliquota proporzionale, incentivando gli investimenti attraverso una maggiore prevedibilità fiscale. D’altro canto, i redditi di impresa, generati dall’attività economica di società e imprese, sono trattati in modo più complesso a causa della varietà delle strutture aziendali e delle differenti forme giuridiche che possono assumere.
In particolare, la distinzione tra società di persone e società di capitali sottolinea ulteriormente come il sistema fiscale italiano cerchi di adattarsi alle diverse realtà imprenditoriali, offrendo un sistema di “trasparenza fiscale” per le prime e una tassazione più tradizionale sulle entità giuridiche per le seconde. Questo dualismo fiscale mira a equilibrare la necessità di stimolare l’attività economica privata con quella di garantire un adeguato introito tributario per il sostegno delle infrastrutture e dei servizi pubblici.
Domande frequenti
Il reddito di capitale è generato da investimenti in strumenti finanziari e viene tassato con un’aliquota proporzionale (26%), mentre il reddito di impresa proviene dall’operatività aziendale e può essere tassato con diverse aliquote, a seconda della struttura societaria e della legislazione applicabile.
Nelle società di persone, il reddito è attribuito direttamente ai soci secondo la loro quota di partecipazione e tassato individualmente come reddito personale sotto l’IRPEF. Gli utili sono tassati a prescindere dalla loro distribuzione, evitando la doppia imposizione.
I dividendi distribuiti dalle società di capitali sono soggetti a una ritenuta alla fonte del 26%, che funziona come un acconto dell’imposta sui redditi dei soci persone fisiche non imprenditori.