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Proroga al 16 gennaio 2025 per il secondo acconto imposte

NewsProroga al 16 gennaio 2025 per il secondo acconto imposte

Il termine per il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi per le persone fisiche, titolari di partita IVA, è stato spostato dal 2 dicembre 2024 al 16 gennaio 2025. È necessario però che i ricavi o i compensi non superino i 170.000 euro. Inoltre, è ora consentito distribuire lo stesso importo in cinque mensilità da gennaio a maggio 2025.

Il Parlamento ha approvato una proroga del termine per il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, un provvedimento di rilievo che interessa numerosi professionisti e piccoli imprenditori. La scadenza, originariamente fissata per il 2 dicembre 2024, è stata rinviata al 16 gennaio 2025, offrendo una boccata d’ossigeno per i titolari di partita IVA con ricavi o compensi fino a 170 mila euro nell’anno precedente.

A renderlo noto il comunicato n. 136 del MEF appena diffuso.

Proroga al 16 gennaio 2025 solo per le imposte sui redditi delle partite IVA individuali

La proroga è stata introdotta nell’ambito dei lavori per la conversione del decreto-legge n. 155 del 19 ottobre 2024, e rappresenta una misura di sostegno per coloro che si trovano a dover affrontare pressioni economiche significative. In particolare, la dilazione dei termini riguarda esclusivamente il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, mentre restano invariate le scadenze relative ai contributi previdenziali e assistenziali e ai premi assicurativi dovuti all’INAIL.

Di fatto, questa estensione si applica unicamente alla dichiarazione dei redditi, modello “Redditi persone fisiche 2024” (Redditi PF 2024).

Partite IVA: chi sono i beneficiari?

Il posticipo del secondo acconto al 16 gennaio 2025 è destinata alle persone fisiche che soddisfano simultaneamente i seguenti requisiti:

  • Essere titolari di partita IVA;
  • Aver dichiarato, nel modello Redditi PF 2024, ricavi o compensi per il periodo d’imposta 2023 non superiori a 170.000 euro.

Questo slittamento si estende in generale alle persone fisiche operanti come imprenditori individuali o lavoratori autonomi. Rientrano anche i contribuenti obbligati a versare in un’unica soluzione l’acconto delle imposte sui redditi, come indicato nel modello Redditi PF 2024.

Si ritiene che siano esclusi da questa disposizione i seguenti soggetti:

  • Persone fisiche prive di partita IVA: a titolo di esempio, i soci (senza una partita IVA propria) di società di persone o di capitali, i cui redditi sono imputati loro in base al principio di trasparenza;
  • Persone fisiche titolari di partita IVA che, nel modello Redditi PF 2024, dichiarino ricavi o compensi superiori a 170.000 euro nell’anno d’imposta 2023;
  • Soggetti diversi dalle persone fisiche, come le società di capitali e gli enti non commerciali.

Per quanto concerne l’impresa familiare e l’azienda coniugale non gestite in forma societaria, i collaboratori familiari e il coniuge del titolare d’impresa non possono beneficiare del differimento del versamento, a meno che anch’essi siano titolari di una partita IVA. Questa precisazione è formulata con l’intento di garantire che la proroga sia applicabile esclusivamente a coloro che effettivamente conducono un’attività imprenditoriale o lavorativa autonoma. In tal modo, si mira a mantenere la coerenza con lo spirito della normativa, che mira a fornire agevolazioni finanziarie a coloro che dipendono direttamente dalla gestione e dall’andamento economico di una Partita IVA.

Secondo acconto posticipato al 2024: la verifica dei ricavi

Per determinare l’accesso al posticipo della seconda rata nel 2024, è fondamentale stabilire i parametri per valutare se si supera o meno la soglia di 170.000 euro. Inizialmente, occorre far riferimento ai compensi e ai ricavi dichiarati per il periodo d’imposta 2023, come indicato dall’articolo 57 del TUIR.

Per comprendere appieno l’ammontare complessivo dei ricavi relativi all’impresa familiare e all’azienda coniugale, è cruciale considerare tutti gli elementi rilevanti. Qualora un contribuente svolga diverse attività caratterizzate da differenti codici ATECO, ai fini dell’accesso al differimento, si sommano gli importi dei ricavi e dei compensi relativi a ciascuna attività.

Nel caso in cui una persona fisica conduca simultaneamente un’attività di lavoro autonomo e un’attività d’impresa, si tiene conto della somma dei ricavi e dei compensi relativi ad entrambe le attività.

Volume d’affari

Per le persone fisiche coinvolte in attività agricole o attività agricole connesse, come ad esempio l’agriturismo o l’allevamento, e che possono accedere al differimento solo se, nel 2023, risultano titolari di reddito d’impresa, è essenziale considerare l’ammontare del volume d’affari (campo VE50 del modello di dichiarazione IVA) anziché i ricavi. Se il contribuente non è tenuto a presentare la dichiarazione IVA, si terrà conto dell’ammontare complessivo del fatturato del 2023. Nel caso di ulteriori attività commerciali o di lavoro autonomo, si considera il volume d’affari complessivo degli intercalari della dichiarazione IVA.

Nel caso in cui il contribuente non presenti la dichiarazione Iva, si tiene in considerazione l’ammontare complessivo del fatturato del 2023, includendo le fatture e i corrispettivi telematici. Questo approccio è finalizzato ad assicurare una valutazione finanziaria completa e dettagliata nell’applicazione della proroga, al fine di considerare in modo esaustivo i diversi scenari e le tipologie di attività imprenditoriali. Si tratta di un criterio inclusivo che tiene conto di tutte le entrate derivanti dall’attività economica svolta nel periodo di riferimento, contribuendo così a garantire una valutazione equa e accurata della situazione finanziaria complessiva del contribuente.

Versamento in unica soluzione o in 5 rate mensili

Una delle novità più rilevanti riguarda la flessibilità nelle modalità di pagamento: i contribuenti interessati potranno scegliere se effettuare il versamento in un’unica soluzione entro il 16 gennaio 2025, oppure optare per una rateizzazione in cinque rate mensili di pari importo, con scadenza da gennaio a maggio 2025. Questa possibilità consente di pianificare al meglio il flusso di cassa, un aspetto particolarmente importante per le piccole attività, spesso caratterizzate da risorse limitate. È essenziale notare che sugli importi delle rate successive alla prima sarà applicato un tasso di interesse del 4% annuo. Queste disposizioni mirano a offrire maggiore flessibilità e sostegno finanziario durante il periodo d’imposta in questione.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha sottolineato che questa proroga mira a fornire un sostegno concreto ai contribuenti, in una fase in cui il contesto economico rimane incerto e caratterizzato da molteplici difficoltà. L’intento è quello di offrire un margine di manovra maggiore per pianificare i pagamenti, garantendo al contempo la continuità delle attività economiche.

È importante ricordare che il rinvio non coinvolge i contributi previdenziali e assistenziali né i premi INAIL, che rimangono soggetti alle scadenze ordinarie. Pertanto, i contribuenti devono prestare attenzione a queste altre obbligazioni fiscali, che non beneficiano delle stesse agevolazioni temporali.

Conclusioni

Per maggiori informazioni e dettagli operativi, è possibile consultare il sito ufficiale del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Questa proroga rappresenta una misura che può fare la differenza per molte partite IVA, consentendo una gestione più agevole delle scadenze fiscali in un periodo di complessità economica. Resta da vedere se questo intervento sarà sufficiente a rispondere alle esigenze del tessuto imprenditoriale italiano o se saranno necessari ulteriori provvedimenti di sostegno.

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    Andrea Baldini
    Andrea Baldinihttps://fiscomania.com/
    Laurea in Economia Aziendale nel 2014 presso l'Università degli Studi di Firenze. Collabora stabilmente nella redazione di Fiscomania nel ambito fiscale. Appassionato da sempre di Start-up, ha il sogno di diventare business angel per il momento opera come consulente azienda nel mondo delle Start up. [email protected]
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