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Mutuo a tasso fisso o a tasso variabile: quale conviene?

Fisco NazionaleImmobili e Società immobiliariMutuo a tasso fisso o a tasso variabile: quale conviene?

La decisione sulla scelta della tipologia di tasso (fisso, variabile, ecc..) dipende senza dubbio dalla propria situazione economica, reddituale e sulla propensione al rischio del richiedente il mutuo. Il mutuo fisso congela il tasso d’interesse, mentre il mutuo a tasso variabile può subire potenziali aumenti nel tempo.

La scelta non è semplice, perché optare per un tasso fisso o un tasso variabile comporta fare previsioni che prendano in considerazione gli andamenti di reddito, quanto del tipo di mutuo che si sceglie.

Il primo sotto la presidenza Lagarde, la Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi altre tre volte, l’ultima a Dicembre 2024. Il tasso BCE è arrivato al 3,15%, mentre il tasso ufficiale sui depositi, che influenza direttamente l’Euribor, ha toccato il 3%. Tutto questo ha fatto scendere l’Euribor al di sotto del 2,86%. Le conseguenze ci sono state anche sull’indice IRS, utilizzato per la determinazione del costo dei mutui a tasso fisso, sceso di più di 30 punti base dal Giugno 2024 e attestatosi a Gennaio 2025 intorno al 2,50%.

Il tasso variabile resta più costoso dei corrispondenti mutui a tasso fisso, la scelta del tasso fisso resta ancora la risposta più scontata, garantendo un risparmio immediato.

Mutuo a tasso fisso e a tasso variabile

I mutui si distinguono sulla base alla tipologia del tasso di interesse applicato. Qualora il mutuo sia a tasso fisso, il tasso di interesse rimane costante durante tutta la durata del mutuo, mentre nel secondo caso il tasso può mutare durante la vita del contratto. Le oscillazioni possono essere in aumento ma anche in diminuzione rispetto al tasso di partenza, in funzione dell’andamento del tasso EURIBOR.

La rata del mutuo, dipende dal piano di ammortamento prescelto: esistono rate fisse con tassi variabili, rate costanti, ma anche crescenti o decrescenti, con tasso fisso.

Nel caso dei mutuo a tasso fisso, gli Istituti bancari si basano sul valore dell’Eurirs; per il mutuo a tasso variabile, invece, i parametri di riferimento sono l’Euribor e il tasso BCE. L’Eurirs che l’Euribor si calcolano su base quotidiana e sono comunicati dalla Federazione Bancaria Europea:

  • Il valore dell’Eurirs (Euro Interest Rate Swap) dipende dall’andamento di particolari derivati sui tassi, utilizzati dalle banche per proteggersi da potenziali perdite;
  • Il valore dell’Euribor (Euro Interest Bank Offered Rate): il tasso medio delle transazioni finanziarie tra le principali banche europee.

La BCE ha la funzione di regolare il flusso di denaro in circolazione nella zona euro aumentando o abbassando il tasso di interesse a seconda degli obiettivi economici.
Davanti ad una crescita economica elevata, la BCE aumenta il tasso di interesse per scongiurare il rischio di inflazione, quando l’economia rallenta, abbassa i tassi per incentivare la crescita economica.

Pertanto nella scelta è fondamentale porre attenzione al valore dei tassi imposti dalla BCE. In questo momento, il tasso fisso è aumentato sensibilmente. L’incertezza del futuro è uno dei motivi principali della maggior scelta per il mutuo a tasso fisso, soprattutto quando si tratta di un finanziamento di lunga durata.

Tuttavia, a causa dei rialzi dei tassi, sembra che per i mutui di durata inferiore ai 15 anni, (pensiamo ad un mutuo per una ristrutturazione) sia maggiormente utilizzato il tasso variabile.

Quando conviene il mutuo a tasso fisso?

E’ vantaggioso se, dopo la stipula del contratto, si verifica un generalizzato aumento dei tassi. Il tasso di mutuo applicato viene calcolato sommando l’IRS (Interest Rate Swap) allo spread annuo. E’ la scelta da preferire per coloro che hanno un reddito stabile nel tempo.

Tra i vantaggi c’è sicuramente la costanza della rata nel tempo consentendo al richiedente il mutuo di pianificare le scadenze previste per i versamenti periodici, soprattutto laddove non si prevedono rilevanti variazioni del reddito nel futuro.

E’ la scelta giusta per chi non vuole avere preoccupazioni e teme che i tassi di interesse possano salire nel tempo. Questa scelta è un’opportunità anche per chi vuole sostituire il vecchio mutuo con uno più vantaggioso tramite la surroga.

Mutuo a tasso variabile

E’ definito a tasso variabile, il mutuo il cui calcolo degli interessi varia nel tempo in relazione all’andamento del costo del denaro. Il tasso applicato avviene sommando Euribor (il Tasso interbancario medio applicato dalle banche dell’Unione Europea ai depositi) allo Spread annuo. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) rileva trimestralmente i tassi medi e individua un “tasso-soglia” oltre il quale scatta il reato di usura.

Di solito, il tasso variabile è applicato a mutui con scadenze non molto prolungate. Di solito, l’ammontare delle rate iniziali nel caso di un mutuo a tasso variabile sono sempre più basse rispetto a quelle di un mutuo a tasso fisso, tuttavia, la frequenza del rialzo degli indici di mercato è rilevante e pertanto la rata del mutuo tenderà ad aumentare.

Il mutuo a tasso variabile è quindi il finanziamento che prevede che il tasso di interesse dipenda dall’oscillazione di un indice finanziario di riferimento, che è generalmente l’Euribor, ed in correlazione all’andamento del mercato finanziario, varia l’ammontare della rata del mutuo. L’importo della rata aumenta quando l’Euribor sale, diminuisce quando l’indice finanziario scende.

L’Euribor costituisce la componente variabile del tasso, e ad ogni revisione dovrà essere nuovamente rilevato, lo spread invece resterà lo stesso per tutta la durata del mutuo.

Il rischio di variazioni nella misura degli interessi nel tempo può comunque essere mitigato con la riduzione della durata del contratto. Di solito, il tasso variabile è associato a mutui con scadenze non molto prolungate.

Potrebbe essere più vantaggioso nel caso in cui ci siano, in futuro, possibilità di incremento di reddito e con una buona propensione al risparmio.

Mutuo a tasso variabile con CAP

Il mutuo a tasso variabile con CAP, dall’inglese “cappello”, è, un tasso variabile che permette di stabilire un tetto massimo oltre il quale non si può andare. Il Cap è una clausola inserita nel contratto che si può chiedere di scegliere nel momento in cui si stipula il mutuo, rendendo possibile la pre-determinazione del tetto massimo  di interesse calcolato sulla rata. Ciò assicura che mai le fluttuazioni del mercato finanziario potranno incidere travalicando il tetto stabilito.

Cambiare mutuo da tasso variabile a tasso fisso: è possibile?

Ci sono almeno tre modi per passare dal mutuo variabile a quello fisso:

Rinegoziazione del mutuo

Il primo modo è quello di rinegoziare il mutuo, ovvero cambiare le condizioni del proprio mutuo senza dover cambiare la banca. La rinegoziazione del mutuo non ha nessun costo per il cliente ed è sufficiente una scrittura privata.

Surrogare il mutuo

Il secondo modo è la surroga del mutuo, in questo caso il mutuo viene trasferito in un altro istituto di credito, con la possibilità di riscriverne completamente le condizioni. In questo caso la nuova banca estingue il mutuo presso la vecchia banca e prende in carico il contratto, senza oneri.

Sostituzione del mutuo

Per sostituire il mutuo con condizioni modificate, occorre estinguere quello vecchio e poi chiedere l’erogazione di un nuovo finanziamento.

Quale conviene?

Molte persone che si apprestano a stipulare un mutuo prima casa, si chiedono se sia più conveniente il mutuo a tasso variabile. Non è possibile stabilire quale tasso di un mutuo sia più conveniente tra fisso e variabile.

La decisione se scegliere tra tasso fisso o variabile, dipende da vari fattori, tra cui la capacità di reddito del richiedente, se si prevede un incrementato nel corso degli anni o se rimarrà stabile (pensiamo al caso di un pensionato). Inoltre è da tenere in considerazione la durata del mutuo e l’importo richiesto ma anche la propensione al rischio del mutuatario.

E’ da preferire la scelta del tasso fisso quando vogliamo avere la certezza di pagare sempre la stessa rata e si teme un eventuale aumento dei tassi di interesse. Il mutuo a tasso fisso potrebbe è preferibile se i redditi sono costanti nel tempo. Inoltre, è preferibile il tasso fisso anche nei casi in cui il mutuo abbia una scadenza a 25 o 30 anni.

Il mutuo a tasso variabile, al contrario, è preferibile nei casi in cui si stipuli un contratto di breve durata, tipo di 10 anni. Il mutuo a tasso variabile nel lungo periodo può essere un rischio. Chi sceglie un mutuo a tasso variabile dovrebbe costantemente rimanere aggiornato sull’andamento degli indici di riferimento e monitorare i grafici dell’Euribor per individuare il momento giusto per rinegoziare le vecchie condizioni o surrogare il mutuo.

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    Andrea Baldini
    Andrea Baldinihttps://fiscomania.com/
    Laurea in Economia Aziendale nel 2014 presso l'Università degli Studi di Firenze. Collabora stabilmente nella redazione di Fiscomania nel ambito fiscale. Appassionato da sempre di Start-up, ha il sogno di diventare business angel per il momento opera come consulente azienda nel mondo delle Start up. [email protected]
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