Le minusvalenze finanziarie si riferiscono alla perdita economica realizzata quando un investimento finanziario viene venduto per un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto. Questo concetto è comunemente applicato nel contesto degli investimenti in strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni, fondi di investimento, e altri tipi di titoli.
Le minusvalenze si contrappongono alle plusvalenze, ovvero il plusvalore che si realizza dalla vendita di uno strumento finanziario ad un valore più elevato rispetto a quello di acquisto. In linea generale, possiamo dire che è possibile compensare annualmente le minusvalenze con le plusvalenze realizzate. In questo modo è possibile ottimizzare la propria situazione fiscale. Tuttavia, le regole da seguire non sono così semplici come può sembrare e commettere errori non è improbabile. Per questo andiamo ad approfondire la gestione fiscale delle minusvalenze e la loro compensazione.
Cosa sono le minusvalenze finanziarie
Le minusvalenze finanziarie sono perdite che vengono realizzate a seguito della vendita di strumenti finanziari ad un valore inferiore rispetto a quello di acquisto. Una minusvalenza si realizza effettivamente solo quando l'investimento viene venduto. Se il valore di un investimento diminuisce ma non viene venduto, si tratta di una perdita non realizzata o "su carta".
La minusvalenza si calcola sottraendo il prezzo di vendita del titolo dal suo prezzo di acquisto originale. Ad esempio, se acquisti azioni per 1.000 euro e poi le vendi per 800 euro, realizzi una minusvalenza di 200 euro.
Fiscalmente, le minusvalenze sono rilevanti se qualificabile nella categoria dei redditi diversi di natura finanziaria. In questo caso, la minusvalenza realizzata è riportabile nei 4 anni successivi a compensazione delle plusvalenze realizzate della stessa categoria.
Le minusvalenze sono un aspetto normale dell'investimento e possono offrire opportunità di riflessione e riequilibrio del portafoglio di investimenti.
La compensazione delle minusvalenze
Sotto il profilo fiscale occorre prestare attenzione al realizzo di "redditi di capitale", ex art. 44 del TUIR e "redditi diversi di natura finanziaria", ex art. 67 del TUIR.
Redditi di capitale
Sono quelli prodotti a fronte dell'impiego di capitale e si caratterizzano, non per il tipo di frutto ottenuto, ma per il negozio giuridico sottostante che ha per oggetto l'impiego del capitale mediante concessione a terzi. Ne sono esempi, interessi e dividendi, EFT, cedole di obbligazioni, etc. Si tratta di proventi tassati al lordo degli oneri sostenuti.
Redditi diversi di natura finanziaria
Sono quelli prodotti a fronte dell'impiego di capitale ma si manifestano sotto forma di plusvalenze differenziali. Ne sono esempi i proventi derivanti dal mercato del Forex, le opzioni binarie, azioni, obbligazioni, derivati, etc. Si tratta di proventi tassati al netto degli oneri sostenuti.
Sotto il profilo fiscale, conoscere la differenza tra redditi di capitale e...
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