Le 10 novità fiscali della manovra 2026 che devi conoscere subito

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La Legge di Bilancio 2026 introduce importanti novità fiscali: dal taglio IRPEF alla Rottamazione quinquies, dalle flat tax per i dipendenti ai bonus casa. Tutte le misure che interessano famiglie, lavoratori e imprese.

Se paghi le imposte in Italia, quello che stai per leggere ti riguarda direttamente. La Legge di Bilancio 2026, attualmente in fase di approvazione parlamentare, porta con sé un pacchetto di misure fiscali che toccheranno il portafoglio di milioni di contribuenti: dal taglio dell’IRPEF per i redditi medi alla nuova rottamazione delle cartelle, fino a un sistema di flat tax che promette buste paga più pesanti per chi fa straordinari o riceve premi.

Vediamo nel dettaglio le 7 novità principali e cosa significano concretamente per te.

Aggiornamento del 14 dicembre 2025

La Legge di Bilancio 2026 è in dirittura d’arrivo. L’11 dicembre il Governo ha presentato un maxi-emendamento che introduce modifiche significative rispetto al testo iniziale, per un valore complessivo di circa 1 miliardo di euro. Il voto in Aula al Senato è previsto per il 15 dicembre, mentre l’approvazione definitiva alla Camera dovrebbe arrivare entro il 31 dicembre 2025. Tra le principali novità dell’ultima ora: raddoppio della Tobin tax sulle transazioni finanziarie, nuova tassa sui pacchi da 2 euro, aumento della deducibilità della previdenza complementare e modifiche sulla cedolare secca per gli affitti brevi.

misuraa chi parlacosa fare subito (check)
irpef scaglioniredditi mediverificare fascia di reddito e impatto su detrazioni/oneri. 
rottamazione quinquiesdebiti in riscossionemappare carichi, stimare rata sostenibile, valutare rischio decadenza. 
flat tax dipendenti (premi/straordinari/aumenti)lavoratorichiedere al datore di lavoro come applica il regime e controllare limiti annui. 
bonus casa e mobilifamiglie/proprietariverificare prima/seconda casa, limiti di spesa e documentazione pagamenti. 
isee e bonus famiglianuclei con figlipreparare documenti per dsu e simulare l’impatto delle nuove regole.

1. IRPEF: scende l’aliquota del secondo scaglione

La misura più attesa è la riduzione dell’aliquota IRPEF sul secondo scaglione di reddito, compreso tra 28.000 e 50.000 euro, che passa dal 35% al 33%.

In termini pratici, questo si traduce in un risparmio fiscale che varia in base al reddito:

  • Reddito di 29.000 euro: risparmio di circa 20 euro annui;
  • Reddito di 40.000 euro: risparmio di circa 240 euro annui;
  • Reddito tra 50.000 e 200.000 euro: risparmio massimo di circa 440 euro annui.

Attenzione però: per i contribuenti con reddito superiore a 200.000 euro è prevista una riduzione di 440 euro sulle detrazioni fiscali, che di fatto neutralizza il beneficio. Il taglio riguarda le spese detraibili al 19%, come le donazioni ai partiti politici e i premi assicurativi contro eventi calamitosi, ma non le spese sanitarie.

Chi ha un reddito fino a 28.000 euro non vedrà alcun vantaggio diretto da questa misura, poiché l’aliquota del primo scaglione (23%) resta invariata.

Confronto aliquote IRPEF 2025 vs 2026

Scaglione di redditoAliquota 2025Aliquota 2026Risparmio annuo
Fino a 28.000 €23%23%Nessuna variazione
Da 28.001 € a 50.000 €35%33%Fino a 440 €
Oltre 50.000 €43%43%Nessuna variazione

Calcolo del risparmio per fascia di reddito

Reddito lordo annuoIRPEF 2025IRPEF 2026Risparmio
25.000 €5.750 €5.750 €0 €
30.000 €7.150 €7.110 €+ 40 €
35.000 €8.900 €8.760 €+ 140 €
40.000 €10.650 €10.410 €+ 240 €
50.000 €14.150 €13.710 €+ 440 €
60.000 €18.450 €18.010 €+ 440 €
Oltre 200.000 €0 € *

* Per i redditi superiori a 200.000 € è prevista una riduzione di 440 € sulle detrazioni fiscali (escluse spese sanitarie), che neutralizza il beneficio dell’aliquota ridotta.

Per approfondire:

2. Rottamazione quinquies: nuova pace fiscale in 9 anni

La Legge di Bilancio 2026 introduce la quinta edizione della definizione agevolata delle cartelle esattoriali. Questa misura consente di estinguere i debiti fiscali pagando esclusivamente la sorte capitale, con l’eliminazione completa di sanzioni, interessi di mora e aggi di riscossione.

Cosa rientra nella Rottamazione quinquies

La definizione agevolata copre tutti i carichi affidati all’Agente della Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, un arco temporale molto ampio che include anche i debiti maturati durante la pandemia.

Potranno rientrare anche tributi locali come multe, IMU, TARI e bollo auto, con la possibilità per i Comuni di aderire alla misura o definire condizioni proprie.

Come funziona

Il periodo di rateizzazione arriva fino a 9 anni, con 54 rate bimestrali di pari importo. La scadenza della prima è fissata al 31 luglio 2026.

Per aderire è necessario presentare domanda online tramite l’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro il 30 aprile 2026.

Chi è escluso

La sanatoria è rivolta ai contribuenti che abbiano ricevuto i cosiddetti “avvisi bonari“, cioè a chi ha dichiarato quanto dovuto al Fisco ma poi non è riuscito a versare. Restano esclusi coloro che non hanno mai presentato la dichiarazione dei redditi e, in linea generale, i debiti derivanti da accertamenti per evasione già definitivi.

La Legge di Bilancio 2026 introduce condizioni di decadenza più severe rispetto al passato: si decade dalla definizione agevolata in caso di mancato pagamento di almeno due rate, anche non consecutive, o dell’ultima rata del piano.

Box riepilogativo: rottamazione quinquies

Principali elementi in sintesi:

  • Periodo cartelle: dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023;
  • Cosa si paga: solo capitale (sorte). Azzerati sanzioni, interessi e aggi;
  • Rateizzazione: fino a 54 rate bimestrali (9 anni);
  • Domanda: entro il 30 aprile 2026 sul sito AdE-Riscossione;
  • Prima rata: 31 luglio 2026;
  • Interessi: 4% annuo (possibile riduzione al 3% con emendamenti);
  • Decadenza: se si saltano 2 rate (anche non consecutive) o l’ultima;
  • Chi è escluso: chi non ha mai dichiarato e chi ha già la Rottamazione quater in corso regolare;
  • Tributi locali: possono rientrare (IMU, TARI, multe) se il Comune aderisce.

3. Flat tax sui premi di produttività: aliquota all’1%

Una delle novità più significative per i lavoratori dipendenti riguarda la tassazione dei premi di risultato.

L’imposta sostitutiva sui premi di produttività viene ulteriormente ridotta, passando dal 5% all’1%. Inoltre, il tetto massimo dell’importo detassabile viene ampliato da 3.000 a 5.000 euro.

In pratica, su un premio di 5.000 euro pagherai solo 50 euro di imposta invece di 250 euro (con l’aliquota precedente) o di oltre 1.500 euro con la tassazione IRPEF ordinaria.

Questa misura si applica ai lavoratori con un reddito annuo non superiore a 80.000 euro.

4. Flat tax al 15% su straordinari, notturni e festivi

Per chi lavora nel settore privato e fa turni notturni, lavoro festivo o straordinari, nel 2026 arriverà una tassa fissa al 15% invece dell’IRPEF ordinaria.

I requisiti per accedere

L’agevolazione si applica solo a chi nel 2025 aveva un reddito da lavoro dipendente fino a 40.000 euro e solo fino a un massimo di 1.500 euro di compensi agevolabili.

Il risparmio può essere significativo: chi oggi paga il 33% o più su queste somme vedrà più che dimezzata la tassazione. Il risparmio massimo teorico si aggira intorno ai 250-270 euro.

5. Tassazione agevolata sugli aumenti contrattuali

La Legge di Bilancio introduce una flat tax al 5% sugli aumenti retributivi legati ai rinnovi dei contratti collettivi firmati nel biennio 2025-2026.

L’agevolazione, destinata ai lavoratori del settore privato con redditi sotto i 28.000 euro, riguarda una platea stimata in 3,33 milioni di persone, con un beneficio medio di circa 142 euro.

Riepilogo flat tax per dipendenti 2026

AliquotaTipologiaLimite importoRequisiti reddito
1%Premi di produttività e utili distribuiti ai dipendentiFino a 5.000 €/annoReddito ≤ 80.000 €
5%Aumenti da rinnovi contrattuali (CCNL 2025-2026)Senza limite specificoReddito ≤ 28.000 €
5%Straordinari infermieri del SSNSenza limite specificoDipendenti SSN
5%Mance nel settore turistico-ricettivoFino al 30% del reddito annuoSettore turismo
15%Straordinari, notturni, festivi (settore privato)Fino a 1.500 €/annoReddito 2025 ≤ 40.000 €
15%Trattamento accessorio (dipendenti pubblici)Fino a 800 €/annoDipendenti PA
15%Prestazioni aggiuntive dirigenti mediciSenza limite specificoDirigenza sanitaria
15%Lezioni private docentiSenza limite specificoInsegnanti di ruolo
15%Regime forfettario per dipendenti con P.IVARicavi ≤ 85.000 €Reddito dip. ≤ 35.000 €

Come funziona la flat tax per i dipendenti:

  • Non si tratta di un’aliquota unica su tutto lo stipendio: l’IRPEF progressiva resta;
  • Le flat tax si applicano solo su specifiche voci aggiuntive della busta paga;
  • L’applicazione è automatica su richiesta del lavoratore al datore di lavoro;
  • Le somme eccedenti i limiti restano tassate con l’IRPEF ordinaria.

6. Bonus casa: confermata la detrazione al 50%

Buone notizie per chi deve ristrutturare: viene confermata la detrazione del 50% per le spese di recupero edilizio sostenute fino al 31 dicembre 2026, con un tetto massimo di 96.000 euro per unità immobiliare.

La distinzione importante è tra prima e seconda casa:

  • Prima casa: detrazione al 50%;
  • Seconde case e altri immobili: detrazione al 36%.

Viene esteso al 2026 anche il bonus mobili, con un tetto di spesa fissato a 5.000 euro per l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici destinati all’immobile ristrutturato.

Dal 2027, la detrazione tornerà alla misura “ordinaria” del 36%, quindi chi ha in programma lavori importanti farebbe bene a pianificarli entro il prossimo anno.

7. Famiglie: riforma ISEE e bonus rafforzati

Il pacchetto famiglia vale complessivamente circa 3,5 miliardi nel triennio e interviene su più fronti.

Riforma dell’ISEE

La franchigia applicata all’abitazione principale sale da 52.500 a 91.500 euro, riducendo significativamente il peso della casa nel calcolo dell’indicatore. A ciò si aggiunge una maggiorazione di 2.500 euro per ogni figlio a partire dal secondo.

L’effetto pratico? Un ISEE più basso per una larga fascia di nuclei, anche a parità di reddito e patrimonio, con conseguente accesso a prestazioni agevolate prima precluse.

Bonus mamme potenziato

Il bonus mamme passa da 40 a 60 euro mensili a favore delle lavoratrici con almeno due figli e reddito fino a 40.000 euro.

Carta dedicata a te

Confermato il rifinanziamento della carta da 500 euro per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità, destinata alle famiglie con ISEE fino a 15.000 euro.

Congedi parentali

L’età massima del figlio per cui i genitori possono richiedere il congedo parentale facoltativo viene estesa da 12 anni a 14 anni. Anche il congedo per malattia dei figli viene potenziato: ciascun genitore potrà assentarsi dal lavoro per 10 giorni all’anno (anziché 5) fino a quando il figlio non compie 14 anni.

Misure per le famiglie: requisiti e importi

MisuraImportoRequisiti ISEENote
Carta dedicata a te500 €/annoISEE ≤ 15.000 €Per acquisto beni alimentari di prima necessità
Bonus mamme lavoratrici60 €/mese (720 €/anno)Reddito ≤ 40.000 €Lavoratrici con almeno 2 figli (era 40 €/mese nel 2025)
Riforma ISEE – franchigia casa91.500 € (era 52.500 €)Riduce il peso della prima casa nel calcolo ISEE
Riforma ISEE – maggiorazione figli+ 2.500 € per figlioDal secondo figlio in poi
Congedo parentale80% retribuzione (3 mesi)Esteso fino ai 14 anni del figlio (era 12 anni)
Congedo malattia figli10 giorni/anno (era 5)Per ciascun genitore, fino ai 14 anni del figlio
Fondo genitori separatiContributo affitto/mutuoDa definire con decretoPer chi non ha l’assegnazione della casa familiare
Bonus nidoFino a 3.600 €/annoISEE ≤ 40.000 €Confermato. Importo variabile in base all’ISEE

Importante: aggiorna l’ISEE entro marzo 2026

Con la riforma dell’ISEE, molte famiglie avranno un indicatore più basso anche a parità di reddito e patrimonio. Per non perdere i benefici (Assegno Unico, bonus nido, ecc.), ricorda di presentare la nuova DSU entro fine febbraio 2026. Senza ISEE aggiornato, l’Assegno Unico verrà erogato al valore minimo da marzo.

8. Tobin tax: raddoppio dell’imposta sulle transazioni finanziarie

Una delle novità più rilevanti emerse dal maxi-emendamento dell’11 dicembre riguarda il raddoppio della Tobin tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie che colpisce l’acquisto di azioni.

L’aliquota passa dallo 0,2% allo 0,4% dal 1° gennaio 2026. Si tratta di un incremento del 100% che interesserà chiunque investa in azioni di società italiane con capitalizzazione superiore a 500 milioni di euro. L’imposta si applica al momento dell’acquisto di azioni ed è calcolata sul controvalore dell’operazione. Con il nuovo raddoppio:

  • Su un acquisto di 10.000 euro in azioni, pagherai 40 euro di Tobin tax (prima erano 20 euro).
  • Su un acquisto di 50.000 euro, pagherai 200 euro (prima 100 euro).
  • Su un acquisto di 100.000 euro, pagherai 400 euro (prima 200 euro).

L’aumento è stato inserito per reperire circa 1,5 miliardi di euro nel triennio, necessari a coprire altre misure della manovra. Restano esenti dalla Tobin tax:

  • Operazioni di market making.
  • Operazioni intraday (acquisto e vendita nella stessa giornata).
  • Azioni di società con capitalizzazione inferiore a 500 milioni – ETF e fondi comuni.

9. Nuova tassa sui pacchi da 2 euro

Dal 2026 arriva una nuova imposta di 2 euro su tutte le spedizioni provenienti da Paesi extra-UE di valore inferiore a 150 euro. La misura colpisce principalmente gli acquisti online da marketplace esteri come Shein, Temu, AliExpress e altri siti cinesi.

  • Quando si paga: al momento della ricezione del pacco.
  • Chi la paga: il consumatore finale.
  • Importo: 2 euro fissi per ogni spedizione sotto i 150 euro.
  • Esenzioni: pacchi di valore pari o superiore a 150 euro (già soggetti a dazi doganali).

L’obiettivo dichiarato è duplice: tutelare i produttori europei dalla concorrenza sleale dei marketplace extra-UE e generare entrate aggiuntive per l’erario, stimate in circa 100 milioni di euro annui. In pratica, se ordini un capo d’abbigliamento da 15 euro su un sito cinese, ti ritroverai a pagare 2 euro in più di tassa, con un aumento effettivo del 13,3% sul prezzo del prodotto.

10. Previdenza complementare: sale il tetto di deducibilità

Buone notizie per chi investe nella pensione integrativa. Il maxi-emendamento dell’11 dicembre aumenta il limite di deducibilità dei contributi alla previdenza complementare da 5.164,57 euro a 5.300 euro annui.

Cosa significa in pratica

I contributi versati dal lavoratore e dal datore di lavoro (o committente) ai fondi pensione saranno deducibili dal reddito complessivo fino a 5.300 euro. Questo si traduce in:

  • Risparmio fiscale maggiore: chi versa il massimo deducibile risparmierà circa 30-60 euro in più all’anno di IRPEF, a seconda dello scaglione.
  • Incremento del 2,6% rispetto al limite attuale.

Novità sul silenzio-assenso TFR

Il maxi-emendamento modifica anche le regole sul TFR destinato ai fondi pensione in caso di silenzio-assenso. Non sarà più necessario che l’investimento sia “prudenziale”, ma potrà essere differenziato in base all’età e alla durata della vita lavorativa residua, consentendo profili di investimento più dinamici per i lavoratori più giovani.

L’iter parlamentare verso l’approvazione finale

La Legge di Bilancio 2026 è ormai in dirittura d’arrivo. Dopo settimane di stallo in Commissione Bilancio al Senato, nella serata dell’11 dicembre il Governo ha presentato un maxi-emendamento che riformula numerose parti del testo iniziale, recependo le modifiche concordate dalla maggioranza.

Il provvedimento è atteso in Aula al Senato per il voto il 15 dicembre 2025. Successivamente, il testo passerà alla Camera dei Deputati per l’approvazione definitiva, che dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2025 per evitare l’esercizio provvisorio.

Il calendario delle scadenze

Ecco le date chiave da segnare:

  • 14-15 dicembre 2025: voto finale al Senato
  • 16-21 dicembre 2025: passaggio alla Camera
  • Entro 31 dicembre 2025: approvazione definitiva e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
  • 1° gennaio 2026: entrata in vigore delle nuove misure

Le modifiche dell’ultima ora

Oltre alle misure già descritte in questo articolo, il maxi-emendamento ha introdotto diverse novità:

  • Cedolare secca affitti brevi: dietrofront rispetto alla bozza iniziale. Si torna alla normativa attuale con aliquota al 21% per il primo immobile e 26% dal secondo in poi.
  • Rottamazione quinquies: ancora in discussione una possibile riduzione degli interessi dal 4% al 3% annuo.
  • Dividendi società partecipate: modifiche tecniche in corso di definizione.

Data la natura ancora provvisoria di alcune modifiche, ti consigliamo di consultare regolarmente questo articolo che aggiorneremo non appena ci sarà l’approvazione definitiva del testo.

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Federico Migliorini
Federico Migliorinihttps://fiscomania.com/federico-migliorini/
Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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