Aspetti legati alla residenza fiscale per determinare i criteri di collegamento dei redditi da lavoro dipendente svolti all’estero, in Germania, da parte di contribuente che mantiene la residenza fiscale in Italia. Problematiche di doppia imposizione e modalità di attenuazione secondo la normativa convenzionale tra i due paesi.
Lavori in Germania e vuoi sapere se devi dichiarare anche in Italia i tuoi redditi? Hai trascorso un periodo di lavoro in Germania, e adesso ti chiedi se devi presentare la dichiarazione dei redditi in Italia? In questo articolo troverai le risposte a queste domande.
La tassazione dei redditi percepiti all’estero è sempre un aspetto che genera molta confusione. Vi sono sempre vari aspetti da tenere in considerazione per capire dove devono essere tassati i redditi percepiti all’estero. Vi sono poi differenze a seconda della Convenzione contro le doppie imposizioni stipulata tra l’Italia e lo Stato estero ove il reddito è stato percepito. Per questo motivo, dare una risposta univoca e generica non è mai possibile. In questi casi è sempre opportuno andare ad analizzare in dettaglio ogni situazione. In questo contributo intendo andare ad affrontare un quesito riguardante i redditi da lavoro dipendente in Germania percepiti da un soggetto fiscalmente residente in Italia. Tale soggetto, in relazione a questa situazione, si chiede se e come sia tenuto a dichiarare nel nostro Paese questi redditi.
Il quesito di un lavoratore espatriato in Germania
Ecco il quesito pervenuto: “Mi trovo attualmente a Berlino, per un periodo superiore a 183 giorni nell’anno. Sto lavorando per un’azienda in Germania come dipendente e sto pagando regolarmente le tasse al governo tedesco. Non mi sono mai iscritto all’AIRE. Sono tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi e a pagare le imposte sui redditi in Italia? Dovrei iscrivermi all’AIRE? Come iscritto dovrei presentare la dichiarazione dei redditi in Italia o sarei tenuto a pagare le tasse solo in Germania?“
Sono molti gli italiani, soprattutto studenti, ad avere un lavoro in Germania, magari temporaneo, per qualche mese o anno (magari nel periodo estivo), e si chiedono se sono tenuti a pagare le imposte sui redditi anche in Italia. Non è raro il caso in cui i lavoratori italiani domiciliati all’estero, ma ancora (fiscalmente) residenti in Italia, ignorino di dover pagare le imposte sul reddito anche in Italia. Vediamo, quindi, di fornire una risposta chiara a questo argomento.
Indice degli Argomenti
Lavoro in Germania e imposte in Italia: le regole
Il concetto fondamentale per stabilire ove un soggetto sia tenuto a pagare le imposte sui redditi percepiti è quello di “residenza fiscale“. Tale concetto è disciplinato dall’articolo 2, comma 2, del DPR n 917/86 (TUIR). È in base al concetto di residenza fiscale, infatti, che trova applicazione la potestà impositiva, a livello fiscale, di ogni Nazione. Secondo il citato art. 2 del TUIR un soggetto si considera fiscalmente residente in Italia se verifica anche soltanto una delle seguenti condizioni:
- È iscritto all’anagrafe della popolazione residente;
- Ha il proprio domicilio (ai sensi dell’articolo 43 del codice civile) in Italia;
- La propria residenza (ai sensi dell’articolo 43 del codice civile) in Italia,
per la maggior parte del periodo di imposta (almeno 183 giorni). Il mantenimento della residenza fiscale in Italia, come nel caso del nostro lettore, che nonostante sia all’estero da oltre 183 giorni nell’anno, non si è mai iscritto all’AIRE, comporta necessariamente l’obbligo di pagare le imposte sui redditi in Italia. Per i soggetti residenti, infatti, le imposte sono dovute anche sui redditi prodotti all’estero.
Il principio di tassazione su base mondiale dei redditi
La tassazione worldwide dei redditi è il principio previsto dall’art. 3 del TUIR per i soggetti fiscalmente residenti in Italia. Si tratta di uno dei pilastri fondamentali su cui si basa il nostro sistema fiscale, ma anche quello di molti dei sistemi fiscali dei Paesi europei. Il concetto, di base, è molto semplice: un soggetto è tenuto a pagare le imposte (ovunque esse siano prodotte e/o percepite), in un unico Stato, quello di residenza, salvo poi ottenere un credito di imposta per le eventuali altre imposte già pagate nei Paesi ove l’attività lavorativa è stata concretamente svolta (tassazione nello Stato della fonte).
Riassumendo, quindi, un lavoratore Italiano che svolge la sua attività lavorativa e ha la sua vita all’estero, ha ugualmente l’obbligo del versamento delle imposte sul reddito anche in Italia in concomitanza di almeno uno dei seguenti requisiti:
- Essere residente in Italia, per almeno 183 giorni all’anno (la maggior parte dell’anno solare).
- Essere iscritto nelle anagrafi comunali della popolazione residente in Italia (quindi, non essere iscritto all’AIRE).
- Avere eletto nel territorio dello Stato italiano il proprio domicilio o la propria residenza, ai sensi dell’articolo 43 del codice civile.
Per approfondire: AIRE: “Anagrafe degli Italiani residenti all’estero“.
Residenza fiscale e criteri di tassazione
I criteri sopra indicati utili per verificare la residenza fiscale sono alternativi tra loro. Quindi, è sufficiente realizzare anche soltanto una di quelle fattispecie per essere considerati fiscalmente residenti in Italia. Tra queste fattispecie vi è una presunzione assoluta. Un soggetto iscritto all’anagrafe di un comune italiano per almeno 183 giorni (anche non consecutivi), in un anno, è considerato fiscalmente residente in Italia, indipendentemente dalla prova della sua presenza nel territorio del nostro Paese.
Nella fattispecie del nostro lettore, non essendosi mai cancellato dall’anagrafe della popolazione residente, per questa presunzione assoluta, è considerato comunque residente fiscalmente in Italia, anche se dovesse fornire prove certe e non confutabili della sua residenza estera. Questo aspetto è fondamentale e dovrebbe essere chiaro a quanti di voi stanno per andare a lavorare all’estero o progettano di andarci. Infatti, in base a quanto previsto dagli articoli 2 e 3 del DPR n. 917/86, i soggetti residenti in Italia che producono redditi all’estero sono tenuti al pagamento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche:
- Non soltanto sui redditi prodotti in Italia,
- Ma anche sui redditi prodotti all’estero,
anche se questi ultimi hanno già scontato le imposte nel Paese estero in cui il reddito è stato prodotto. Per questo motivo il nostro lettore è tenuto ogni anno a presentare la dichiarazione dei redditi in Italia e dichiarare i redditi esteri.
Lavoro dipendente prodotto all’estero
Il lettore nel suo quesito aggiunge che sta svolgendo un’attività di lavoro in Germania. In particolare trattasi di reddito da lavoro dipendente svolto all’estero. Sul punto, l’articolo 51, comma 8, del TUIR prevede quanto segue:
Si tratta di una prima agevolazione che consente di vedersi tassare non il reddito estero da lavoro dipendente effettivamente percepito, ma quello più favorevole previsto dalle retribuzioni convenzionali. Tuttavia, per poter applicare concretamente questa normativa, è necessario che il settore economico in cui viene svolta l’attività da parte del lavoratore dipendente sia previsto nel Decreto ministeriale che determina le retribuzioni convenzionali. Si tratta di un Decreto che viene puntualmente pubblicato e aggiornato ogni anno e riguarda esclusivamente lavoratori italiani che si sono trasferiti a lavorare in Paesi Extra-UE. In questo caso, trattandosi di lavoro dipendente prestato in Paese UE, le retribuzioni convenzionali non possono trovare applicazione, pertanto, il reddito da lavoro dipendente dovrà essere tassato sia in Germania che in Italia, per intero. Per evitare la doppia tassazione del reddito sarà comunque possibile sfruttare il meccanismo del credito di imposta, il cui funzionamento vedremo di seguito.
Per approfondire: “Residenza fiscale delle persone fisiche“.
Come evitare la doppia imposizione dei redditi?
Come abbiamo visto, il lavoro in Germania, può comportare il pagamento delle imposte sui redditi in Italia. Questo è quanto è dovuto, almeno per il nostro lettore, che si trova a dover pagare le imposte sia in Germania che in Italia, a fronte di uno stesso reddito percepito.
Lavoro in Germania: divieto di doppia imposizione
Al fine di evitare questa doppia imposizione, conseguente al pagamento delle imposte sui redditi nel Paese di residenza del dichiarante oltre che nel Paese di produzione del reddito,
- Sia la convenzione contro le doppie imposizioni stipulata tra Italia e Germania (firmata il ventiquattro novembre 1992),
- Sia il DPR n. 917/86 (TUIR),
prevedono un principio generale di divieto della doppia imposizione, per cui la stessa imposta non può essere applicata più volte su uno stesso reddito. Per potere applicare concretamente questo principio ci viene in aiuto l’articolo 165 del DPR n. 917/86. Articolo secondo il quale le imposte pagate a titolo definitivo sui redditi prodotti all’estero siano ammesse in detrazione dall’imposta netta, scaturente dal conguaglio di fine anno o dalla dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui le imposte estere sono state pagate a titolo definitivo. Questo fino alla concorrenza della quota di imposta italiana corrispondente al rapporto tra redditi prodotti all’estero e reddito complessivo.
Imposte pagate a titolo definitivo
A prima vista può sembrare complicato, ma in pratica l’articolo 165 del DPR n. 917/86 prevede che il nostro lettore, cittadino Italiano, che sostanzialmente svolge la sua vita all’estero ma continua ad essere iscritto all’anagrafe comunale della popolazione residente abbia l’obbligo di contribuire alle imposte sul reddito in Italia. Nella sua dichiarazione dei redditi italiana, avrà diritto ad un abbattimento dell’IRPEF (l’imposta sui redditi) pari all’ammontare delle imposte pagate in Germania a titolo definitivo (non devono essere presi in considerazione gli acconti). Questo credito, comunque, non potrà mai superare la quota di IRPEF relativa al reddito estero.
Ad esempio se per un reddito pari a €. 1.000 la tassazione in Germania è pari al 14% ed in Italia pari al 23% il nostro lettore verserà all’Amministrazione finanziaria tedesca il 14% del reddito e all’Amministrazione finanziaria Italiana la sola differenza del 9%. In questo modo è correttamente applicato il principio di divieto di doppia imposizione di uno stesso reddito, previsto dall’articolo 165 del DPR n. 917/86.
Le aliquote fiscali di tassazione sulle persone fisiche in Germania
Aliquote fiscali per la tassazione delle persone fisiche in Germania:
FASCIA DI REDDITO | ALIQUOTA FISCALE |
---|---|
Fino a 10.347 euro | 0% |
Da 10.348 a 61.971 euro | 14% |
Da 61.972 a 277.825 euro | 42% |
Oltre 277.825 euro | 45% |
Ricorda che le aliquote fiscali possono variare a seconda delle leggi fiscali in vigore, quindi assicurati di consultare le fonti ufficiali per le informazioni più aggiornate.
Consigli e consulenza fiscale online
Cosa possiamo imparare dall’esperienza del nostro lettore?
Prima di tutto è bene ribadire che in questi casi è fondamentale consultare un Commercialista esperto in fiscalità internazionale, quando si intende trasferirsi all’estero per periodi maggiori di 6 mesi, sia per studio che per lavoro, in modo da pianificare correttamente gli adempimenti fiscali conseguenti.
Non potendo tuttavia generalizzare in quanto ogni situazione personale ha le sue peculiarità, quello che posso dirvi è che se un cittadino Italiano svolge la sua vita (personale e/o lavorativa) all’estero, per evitare il pagamento delle imposte sul reddito anche in Italia dovrebbe trasferire la propria residenza fiscale all’estero, iscrivendosi all’AIRE.
La questione però non si risolve così semplicemente, è necessario che il contribuente che intende trasferirsi all’estero sposti con se il c.d. “centro degli interessi vitali“, intendendo con tale locuzione sia i suoi principali interessi familiari e lavorativi. Un soggetto che vuole trasferirsi all’estero lasciando la sua famiglia in Italia o i suoi principali interessi economici in Italia sarà sicuramente soggetto a controlli ed accertamenti, per questo è bene pianificare con cura ed in anticipo questi aspetti legati alla normativa fiscale. Questo, anche se potrà sembrarvi poco conveniente, vi consentirà di risparmiarvi in futuro un possibile lungo e costoso contenzioso fiscale con l’Amministrazione finanziaria.
Anche tu ti sei trasferito all’estero e vuoi saperne di più sulla tua posizione fiscale? Hai letto l’articolo ma vuoi avere la consulenza di un professionista esperto?
Utilizza l’apposito servizio di consulenza fiscale online dedicato ai redditi esteri e alle loro modalità di tassazione. Sarai ricontattato nel più breve tempo e potrai interagire ed ottenere la consulenza di un professionista preparato ed esperto in fiscalità internazionale. Possiamo aiutarti a valutare la sua situazione fiscale personale in relazione alla residenza fiscale ed ai criteri di collegamento per la tassazione di redditi di fonte estera. Potrai chiarire i tuoi dubbi e valutare le opportunità a tua disposizione per regolarizzare la tua posizione. Inoltre, potrai approfondire gli aspetti legati alla tassazione del reddito da lavoro dipendente di fonte estera tra tassazione ordinaria, convenzionale ed applicazione del credito per imposte estere e la documentazione che dovrai conservare in relazione agli obblighi dichiarativi in Italia. Segui il link sottostante e compila il modulo di contatto per ricevere il preventivo per una consulenza.
Salve, ho trovato questo articolo veramente molto interessante. Grazie.
Il mio caso è identico a quello citato nell’articolo (lavoro dipendente in Germania).
Chiederei cortesemente solo un paio di consigli/conferme o spunti su un paio di cose correlate:
1) se quello che ho capito è corretto, se domani 4 luglio mi sveglio e decido di iscrivermi all’AIRE (fino a quel giorno ho mantenuto la residenza in Italia, dove non ho mantenuto alcun interesse economico o familiare), ciò sarà inutile ai fini della tassazione esclusivamente in Germania dei miei redditi prodotti in Germania nel senso che ormai per tutto il 2017 (anno solare) sono considerato in via presuntiva in Italia? E quindi tutti i redditi prodotti in Germania nel 2017 andrebbero dichiarati in Italia a prescindere dalla data di effettiva iscrizione all’AIRE, pagando la differenza tra l’irpef italiana e le imposte sui redditi già pagate in via definitiva in Germania. Giusto? Si può dire che è importante il timing dell’iscrizione all’AIRE nel corso dell’anno solare, e quindi che ormai è inutile che mi affretti ad iscrivermi all’AIRE per poter godere della minore imposta sui redditi che pago in Germania fino alla fine del 2017?
2) Cosa ne è dei contributi previdenziali? Nel senso: mentre sono all’estero rimango con un “buco” in Italia in quanto non verso contributi in Italia (nel mio caso all’INPS), giusto? Se ad esempio nel prossimo futuro desidero andare a lavorare in un altro Stato (che potrebbe essere europeo come anche no), e poi in un altro ancora e così via, come dovrei regolarmi? Quali sono le opzioni per raggruppare tutti i contributi sparsi qua e là? So che pensare ai contributi e alla pensione può sembrare comico, ma visto che verso da più di 20 anni, è comunque un tema da gestire.
Grazie per l’attenzione e per i preziosi consigli che vorrete suggerire.
Per la risposta 1 è corretto quando afferma. Per i contributi previdenziali le consiglio di scegliere il Paese ove ha versato maggiori contributi e proseguire con contributi volontari. Se avesse ulteriori informazioni c’è il nostro servizio di consulenza fiscale online.
Salve,
Potrebbe spiegarmi perchè il direttore delle Agenzie delle Entrate del mio comune di residenza ( in Italia, io vivo all’Estero) dica il contrario di quanto riportato in questo articolo? “Se vivi da piú di 183 gg all’Estero, lavori per un’azienda estera e non produci reddito in Italia, anche se non iscritto all’Aire, non devi assolutamente fare nessuna dichiarazione dei redditi in Italia”.
Attendo risposta.
Grazie
Si faccia dare i riferimenti normativi dal Direttore, di quello che sta dicendo. Come vede nell’articolo ci sono i riferimenti normativi di quello che è indicato.
Buonasera, il mio problema è inverso.
Io sto per firmare un contratto con una azienda di consulenza in Germania (quindi con contratto tedesco) ma svolgeró la mia attività di consulenza presso una azienda cliente in Italia. Io attualmente sono residente in Italia e so per certo che sarà il paese dove passeró piu di 183 gg all’anno.
Questo, da quanto ho letto, vorrebbe dire che io dovró pagare le tasse in Italia. Ma le ritenute sul lordo mensile della busta paga saranno calcolate sulla tassazione italiana?
Tra le trattenute che vengono fatte in Germania ci sono:
– l’assicurazione pensionistica (Rentenversicherung)
– l’assicurazione di disoccupazione (Arbeitslosenversicherung)
– l’assicurazione medica (Krankenkversicherung)
– la tassa sulla chiesa (Kirchensteuer) se ti sei dichiarato appartenente a una chiesa
sono tenuta a pagarle?!
E la situazione contributiva come si risolve?
Sono veramente molto confusa.
Per quesiti specifici di questo tipo mi contatti al servizio di consulenza fiscale online dedicato. Scelga il tipo di risposta che preferisce, e poi mi metterò al lavoro per rispondere a tutti i suoi dubbi.
Buongiorno,
nel 2017 ho lavorato 7 mesi in italia e 4 in Germani.
Non sono iscritto all’aire e Non ho superato i 184 giorni, quindi fiscalmente sono residente in Italia.
Da quello che ho capito leggendo l’aricolo è che devo fare la dichiarazione in entrambi i Paesi. Per certo in Italia devo dichiarare entrambi i redditi, il mio dubbio adesso e se in Germania devo dichiarare solo i redditi prodotti in Germania o anche quelli prodotti in Italia.
Grazie mille
Stando a quanto mi dice in Germania dichiarerà solo i redditi ivi prodotti. Se vuole maggiori info mi contatti in privato.
Buongiorno,
ho letto con inteersse l’articolo in quanto il mio caso è simile.
Lavoro tutto l’anno in Germania per una grossa azienda con contratto a tempo indeterminato e il mio reddito è già tassato alla fonte in germania. Lo stipendio è l’unico reddito prodotto in Germania, mentre la mia famiglia rimane in i datia dove ho una prima e una seconda casa in comunione dei beni con mia moglie.
Non sono ancora iscritto all’Aire. Se lo faccio entro giugno non dovrò piu dichiarare il reddito da lavoro in italia ma solo le case?
Oppure devo sempre continuare a dichiarare il reddito da lavoro in Germania? e in questo case qual’è la convenienza delliscrizione all’Aire, visto che si perde il diritto all’assistenza sanitaria?
Grazie
Oppure il fatto di avere la famiglia e altri in italia
Salve Vito, la situazione attuale con o senza iscrizione all’AIRE vede la sua residenza fiscale in Italia. Con le conseguenze che ne derivano. Per maggiori info mi contatti per una consulenza personalizzata.
Buongiorno
ho letto sul suo blog un argomento che mi riguarda da vicino ma non riuscendo a cogliere bene tutti gli aspetti fiscali e contributivi se posso vorrei chiederLe un parere.
Io vivo in Germania e sono iscritto all’AIRE
Da inizio marzo lavoro per un’impresa edile italiana assunto “regolarmente” con contratto italiano per un cantiere a Monaco di Baviera dove risiedo. Adesso mi sorge spontanea una domanda…
io dovrei versare le tasse, i contributi previdenziali e assicurativi, insomma tutto in Germania ma di chi è l’onere di compiere in regola tutte queste operazioni? Loro affermano che sia io a scegliermi un commercialista in Germania con il compito di redarre la busta paga e tutta la documentazione per versare quanto dovuto
Chiedo chiarimenti e se c’è qualche norma che certifichi la procedura da seguire. Insomma se fosse a mio carico come dipendente l’onorario concordato sarebbe da rivedere 🙂
Grazie per l’interesse
Lei riceverà lo stipendio al netto delle imposte alla fonte italiane. A quel punto è suo onere dichiarare in Germania il reddito. Questo in poche parole quanto deve fare per regolare fiscalmente la sua posizione. Se ha bisogno di maggiori info mi contatti per una consulenza.
salve, articoli interessanti ma non trovo una similitudine al mio caso.
io gia percettore di pensione inps in italia ed ivi residente, ricevuto proposta di lavoro continuativo in germania con regolare contratto,cosa è a me conveniente fare qualora accettassi per non vanificare in tasse sulla mia pensione gia acquisita in italia e l’eventuale ulteriore guadagno di questo lavoro?
qualora mi trasferissi in modo definitivo in germania la mia attuale pensione italiana sarebbe tassata in germania..andrebbe a sommarsi con il nuovo reddito prodotto in loco..etc..
colgo l’occasione per salutare la redazione congratulandomi ancora per il servizio offerto..
Grazie prima di tutto. Per quesiti di carattere personale che richiedono, come nel suo caso, un’analisi più approfondita della situazione per poter fornire una risposta immediata e precisa può ususfruire del nostro servizio di consulenza online dedicato, a questo link.
Buonasera, mio figlio nel luglio 2013 ha iniziato il lavoro in Germania ed ha pagato le tasse in Italia relative al 2013. A gennaio 2014 si è iscritto all Aire, quindi non si è più preoccupato di dover fare la denuncia dei redditi in Italia. Ora risiede e lavora in uno stato extra Ue e qualche giorno fa gli è arrivata la notizia che la sua iscrizione all aire è stata registrata dal 12/09/2014. La mia domanda è come sia possibile questo, non è effettiva l iscrizione da quando si fa la richiesta? Come fa una persona a sapere se deve pagare anche le tasse in Italia se sono passati oramai 4 anni? E come si deve comportare ora? Attendo risposta grazie
Salve. Mi complimento innanzitutto per l’ottimo l’articolo. C’è però un particolare relativo all’aire che non è stato citato. Mi scusi e mi corregga se sbaglio, ma so che l’iscrizione all’aire può essere richiesta solo se la permanenza in Germania si protrarrà per più di dodici mesi (cosa di cui a volte ci si rende conto strada facendo, non subito dopo il trasferimento). Tuttavia non ci sono sanzioni nel caso di iscrizione tardiva. Deduco però che chi risiederà per meno di dodici mesi, perderà così la possibilità di iscriversi e usufruire del relativo vantaggio di un’unica tassazione. Allo stesso modo, iscrivendosi poniamo a gennaio, per i pochi mesi precedenti dovrebbe dichiarare il reddito in Italia e per il periodo successivo solo in Germania, giusto? Vi ringrazio molto per la precisazione. Saluti.
Suo figlio avrebbe dovuto sapere da subito che nel 2013 non avrebbe mai avuto 183 giorni di iscrizione AIRE e che quindi avrebbe dovuto dichiarare in Italia i redditi percepiti all’estero. Adesso bisogna valutare la situazione per regolarizzare l’annualità con reddito omesso. Se vuole mi contatti in privato.
La prima parte di quello che dice è corretta, ovvero che spesso l’iscrizione AIRE è tardiva. In questi casi non c’è una sanzione, ma fiscalmente si corre il rischio che l’annualità di trasferimento sia considerata come anno di residenza fiscale italiana, con l’obbligo di dichiarare in Italia tutti i redditi, compresi quelli esteri. Bisogna prestare molta attenzione all’iscrizione AIRE tempestiva. Attenzione poi l’ultima parte del suo commento è errata, non si dichiara mai parte di un reddito in Paese e parte in un altro, se non in situazioni particolari.
Salve, innanzitutto mille grazie per la Vostra risposta. Sì, effettivamente intendevo altro. Mi spiego meglio con un esempio.
Prima ipotesi: mi trasferisco in Germania ad ottobre. A gennaio 2019 chiedo l’iscrizione all’aire, sapendo di rimanere all’estero per più di dodici mesi. La prima dichiarazione viene presentata a settembre 2019 e in questa dichiaro il reddito da lavoro allestero di ottobre, novembre, dicembre. Il reddito sarà tassato in Italia. Nel 2020 la dichiarazione riguarderà il reddito del 2019 e quindi tutto sara tassato e dichiarato in Germania, essendoci stata l’iscrizione all’aire.
Seconda ipotesi: so di restare in Germania solo da ottobre a luglio 2019 (meno dei dodici mesi totali previsti dalla legge quindi). Non potendo perciò iscrivermi all’aire, perdo senza mia colpa la possibilità di usufruire della tassazione in Germania come nella invece nella prima ipotesi, nonostante sia residente per più di 183 giorni nell’anno 2019. È esatto? Mi sembra irragionevole però.
Quello che afferma teoricamente è corretto, ma si deve considerare anche cosa afferma la normativa convenzionale e cosa può essere per lei più conveniente fare. Se vuole ne parliamo in privato.
Salve sono un impiegato di un azienda Italiana privata, sto valutando una potenziale proposta di lavoro da parte di un azienda tedesca. E’ possibile avere un incontro con un vostro consulente per definire le possibili opzioni? possibilmente a Roma dove attualmente risiedo?
Grazie in anticipo
Saluti
Salve Marco, sicuramente possiamo aiutarla, possiamo fissare una consulenza via skype oppure può passare a trovarci nel nostro studio a Firenze. Se vuole mi contatti a questa mail: [email protected].
Salve Dott. Migliorini, vorrei porle una domanda:
per il principio del divieto della doppia imposizione, nell’esempio di cui sopra, cosa accadrebbe se il nostro lettore residente fiscalmente in italia, lavoratore in Germania per più di 183 gg nell’anno solare, datore di lavoro tedesco, se per un reddito pari a €. 1.000 la tassazione in Germania è pari al 45% ed in Italia è inferiore, ad es. pari al 30%? Il nosto lettore, portando in credito una quantità di tasse pagate superiore a quelle che dovrebbe pagare in Italia, avrebbe diritto ad un rimborso da parte dello stato italiano per il restante 15%, oppure semplicemente non dovrebbe nulla all’Italia?
In ultimo, eventuali crediti di imposta maturati in Italia (es. interessi passivi di un mutuo per acquisto casa), potrebbero essere detratti dall’IRPEF eventualmente dovuta in Italia? Ipotizzando possano essere detratti, fino al 30%?
Salve Giuseppe, nel caso che pone non si matura credito ma semplicemente non c’è niente da versare. Le deduzioni e detrazioni Italiane si possono sfruttare sulla tassazione IRPEF dovuta in Italia, secondo le regole italiane.
Salve Dott. Migliorini, vorrei porle una domanda:
Nell’esempio riportato della Germania (tassazione in Germania pari al 45% ed in Italia inferiore, ad es. pari al 30%) viene detto non c’è nulla da versare in Italia, quindi se il lavoratore non è iscritto all’AIRE e in Italia non ha redditi di alcun tipo (case, terreni, ecc) deve ugualmente presentare il modulo 730?
Grazie
Salve Laura, in assenza di redditi italiani il reddito estero non può mai transitare dal 730, ma piuttosto dal modello Redditi PF. Lei ha l’obbligo di dichiarare i redditi esteri, e beneficiare del meccanismo per evitare la doppia imposizione, come spiegato nell’articolo. Se vuole approfondire la sua situazione personale sono a disposizione per una consulenza in privato.
Egr,dr MIGLIORINI
ho firmato gia un contratto con una azienda tedesca e devo prendere servizio il 15 luglio p.v. mentre
lascerò l azienda italiana il 30 giugno 2019, Tendendo presente che sono celibe e non avro piu nessun reddito in Italia volevo chiderLe quale opzione consigliarmi
1) iscrivermi subito Aire appena arrivo a Berlino cosi paghero le tasse solo in germania per il periodo 15lugli.
31 dicembre 2019 (.In italia dovrei presentare il 730 per il perido gennaio-giugno 2019 essendoci la liquidazione per lo mezzo)
2) iscrivermi entro la fine del 2019all aire e dichiarare anche in italia i redditi tedeschi dal 15 luglio al 31 dicembre per i quali avrò sicumente un credito di imposta?
La ringrazio anticipatamente per la sua disponibilita
Peppe
Salve Giuseppe, quello che le posso dire è che diventa importante effettuare un corretto trasferimento di residenza per evitare problematiche di doppia imposizione, che nel suo caso sicuramente vi saranno per il primo anno (fino a fine 2019). Se vuole mi contatti in privato, così analizzando meglio la sua situazione le posso indicare come procedere ed i suoi obblighi fiscali.
Buonasera Dott. Migliorini, complimenti per la spiegazione che risulta molto chiara.
In riferimento al caso da Lei analizzato, avrei due domande:
1) – Il suddetto lavoratore, formalmente residente in Italia, è sottoposto in Germania al regime di tassazione di un contribuente a “fiscalità limitata” (che non risiede in Germania o che vi risiede per meno di 183 giorni) oppure di un contribuente a “fiscalità illimitata” (residente in Germania) ?
2) – Quando cita le “imposte pagate in Germania a titolo definitivo” si riferisce alle imposte versate al fisco tedesco dal datore di lavoro (es. tramite trattenute in busta paga) oppure all’importo derivante dalla dichiarazione dei redditi presentata in Germania (che potrebbe essere inferiore alla somma delle trattenute a causa del rimborso ottenuto per spese sostenute, inserite nella dichiarazione) ?
Grazie.
Salve Claudio, il lavoratore è soggetto in Germania a tassazione alla fonte, con tassazione concorrente anche in Italia. Le imposte definitive sono quelle non suscettibili di essere chieste a rimborso, quindi le ritenute del datore di lavoro, ma se è stata presentata la dichiarazione dei redditi si deve fare riferimento anche a quella.
Buongiorno dott. Migliorini,
il mio caso è il seguente:
sono residente in Italia, coniugato, con due figli a carico di 19 e 16 anni. Sono attualmente libero professionista e svolgo attività di consulenza commerciale in outsourcing per alcune ditte italiane ed estere.
Ho la possibilità di essere assunto da una ditta tedesca come responsabile vendite estero, per cui trascorrerò la maggior parte del tempo viaggiando da un paese all’altro.
La ditta mi chiede di informarmi su quale sia la soluzione migliore per me in termini di tassazione (doppia?), trattenute per i figli, assistenza sanitaria, visto che, anche se dovessi spostare la residenza in Germania, se necessario, continuerei di fatto a vivere prevalentemente in Italia.
La ringrazio per la disponibilità.
Cordiali saluti
Davide F.
Salve Davide, se vuole mi contatti in privato per una consulenza ove andremo a verificare le possibilità che ha a disposizione per quanto riguarda la tassazione dei suoi redditi, con eventuali agevolazioni.
Salve, io per ora sto ancora studiando, quindi non mi sono ancora iscritta all’AIRE. Che Lei sappia è possiible farlo in un secondo momento?
Salve Silvia, l’iscrizione AIRE è consigliabile effettuarla il prima possibile se intende restare stabilmente in Germania.
Buonasera, a settembre mi sono trasferita in Germania, dove attualmente lavoro come dipendente. Non ho ancora proceduto con l’iscrizione all’AIRE. Se ho compreso bene quanto spiegato nell’articolo, per quanto riguarda il periodo di imposta 2019 risulterei comunque fiscalmente in Italia, poichè ho trascorso lì più di 183 giorni. Mi chiedo dunque se abbia senso effettuare l’iscrizione all’AIRE in questo momento, o se mi converrebbe rimandarla al 2020. Grazie in anticipo per la risposta
Salve Beatrice, l’iscrizione AIRE è obbligatoria e le consiglio di provvedere in modo da spostare nel 2020 la sua residenza fiscale all’estero.
Buon giorno
io ho lavorato in Germania dall’11/06/19 al 10/10/19 poi sono rientrato in Italia
non mi sono iscritto all’Aire ma ho fatto l’anmeldung a maggio 2019
devo fare qualcosa?qualche dichiarazione per le tasse o altro?
Salve Fabio, deve presentare la dichiarazione dei redditi italiana indicando i redditi di fonte estera, ma occorre analizzare meglio la situazione per capire se tali redditi debbano essere dichiarati solo in Germania. Si occuperà di questo il Commercialista che la assisterà per la dichiarazione dei redditi. Se non ne ha uno di riferimento può rivolgersi a noi.
Buongiorno.io ho lavorato in Germania e mi sono iscritta allAire .ritornata in Italia a fine anno e trasferita la residenza.ora devo presentare la denuncia dei redditi in quanto ho un credito di imposta e mi chiedevo dove presentarla:
In Germania o in Italia? Grazie
Anna per risponderle occorre verificare in quale Stato è la sua residenza fiscale, sia per lo scorso anno che per questo. Se vuole mi contatti in privato per una consulenza in cui scioglieremo i suoi dubbi.
Buongiorno, innanzi tutto complimenti per la chiarezza nell’esposizione dei concetti.
Ho lavorato dipendente in Germania da Gennaio 2019 a Marzo 2019 (residenza fiscale sempre in italia), trascorrendo 2 mesi da disoccupato e ho iniziato a lavorare in Italia da Giugno 2019 sino ad oggi.
Guardando il mio “CUD” tedesco 2019, la mia domanda è la seguente: le imposte che devo sottrarre alla dichiarazione Italiana (cui ho già sommato il reddito lordo INTERO tedesco), pagate in Germania, corrispondono al solo “Einbehaltene Lohnsteuer” oppure concorrono al credito anche le “Arbeitgeberanteil/-zuschuss” e “Arbeitnehmeranteil”? Nel mio caso c’è qualcosa che non mi torna, in quanto il lordo tedesco non sono sicuro sia il vero imponibile fiscale da considerare.
Mille grazie per l’aiuto e per il suo tempo!
Andrea
Andrea per questi aspetti se vuole mi contatti in privato per una consulenza, le indicherò come individuare il reddito tassabile in Italia e faremo una simulazione numerica.
Salve, vorrei porle una domanda. Ho lavorato in Germania per 10 gg a Marzo 2018e poi sono rientrata in Italia perché non sono stata assunta, di conseguenza ho percepito quei pochi soldi in nero. C’è un problema, il giorno prima del mio rientro in Italia ho ricevuto una lettera Deutsche Rentenversicherung con un codice che avrei dovuto dare al mio datore di lavoro per assicurarmi. Non gliel’ho dato perchè ovviamente sono rientrata a casa, il vito e alloggio era compreso. Sul sito dell’inps risulto con la residenza ancora in Germania. Premetto che non ne capisco niente in quanto sono partita con una coppia di amici con la quale non ho più contatti. Ricordo che andammo al Comune di Viersen per richiedere qualcosa che neanche so. Presumo fosse la residenza?preciso che non ho firmato niente, ma il mio Datore aveva la copia del mio documento d’identità più tesserera sanitaria italiana. La ringrazio se possa farmi capire qualcosa in merito.
Elisa quello che le posso dire è che deve affidarsi ad un commercialista per verificare in dettaglio la sua situazione in relazione alla sua residenza fiscale. Se non ha un consulente di riferimento ci scriva in privato, la aiuteremo.
Salve Federico,
articolo molto interessante! Grazie mille.
Ho ahimè tra le mani una situazione un po’ più complessa di quella descritta.
Abito in Germania da Gennaio per motivi di studio, e lavoro part-time da remoto per un’azienda tedesca a titolo di studente-lavoratore.
Per diversi motivi, devo tornare in Italia, ma voglio tenere il lavoro che ho acquisito, quindi vorrei continuare a lavorare da remoto dall’Italia.
Come funzionerebbe? Per me tra l’altro, non sarebbe un’opzione diventare un lavoratore indiendente, poiché posso continuare a lavorare per l’azienda tedesca solo a titolo di studente lavoratore.
Cordiali saluti,
Adrian
Adrian, dovrà dichiarare in Italia il reddito estero beneficiando di un credito per imposte estere, sempre che l’azienda possa farle restare il contratto con lavoro da remoto. Altrimenti dovrà operare con partita Iva italiana. Se vuole approfondire la sua situazione e fare qualche simulazione numerica mi scriva in privato.
Buongiorno,
ho cominciato a lavorare da novembre 2019 in Germania e da Marzo 2020 sono iscritta all’Aire.
Nel 2019 ho ricevuto anche un reddito da disoccupazione in Italia, prima di partire. Dove devo fare la dichiarazione dei redditi del 2019? In Italia o in Germania?
In Italia al sindacato mi hanno risposto che devo andare in ambasciata a fare la dichiarazione dei redditi, mi sembra impossibile. In rete non ho trovato nulla del genere.
Grazie
Con queste sole informazioni è impossibile fornire una risposta. Per l’analisi di situazioni personali per le quali è richiesto maggiore dettaglio, come nel suo caso, se vuole ci scriva in privato per una consulenza. La aiuteremo a risolvere i suoi dubbi.
Buongiorno,
sono fiscalmente residente in Germania dal 1 Aprile 2019 e regolarmente iscritto all’AIRE.
Come chiusura di un contenzioso sul licenziamento dal mio precedente lavoro in Italia ho pattuito in sede legale un indennizzo che ovviamente mi è stato corrisposto con ritenuta di acconto nel 2019. Nella dichiarazione redditi fatta in Italia (ho altri redditi da affitto su immobili in Italia) questo indennizzo non è stato ovviamente considerato in attesa del calcolo del conguaglio IRPEF che avverà – mi hanno detto – in media fra due anni. Come mi comporto nella dichiarazione dei redditi in Germania? Dovrò dichiarare questo reddito anche se sottoposto ad un’IRPEF temporanea ? Non capisco come si possano conciliare dei redditi generati in un anno con delle tassazioni (o rimborsi) supplementari sfasati di due anni. In parole povere temo di non poter detrarre sulle imposte in Germania il conguaglio IRPEF che mi arriverà da pagare chi lo sa quando. Grazie per la risposta
Cordiali Saluti
Per l’analisi di situazioni personali per le quali è richiesto maggiore dettaglio, come nel suo caso, se vuole ci scriva in privato per una consulenza. La aiuteremo a risolvere i suoi dubbi.
Buonasera!
Innanzitutto grazie per il suo articolo. Purtroppo in merito a questo argomento ho ricevuto informazioni diverse, e non so più come comportarmi! Sia il Patronato Italiano di Amburgo sia un commercialista italiano esperto in fiscalità internazionale mi hanno infatti confermato che non sia necessario fare la dichiarazione dei redditi anche in Italia qualora non si abbiano proprietà o investimenti in Italia, indipendentemente dall’iscrizione all’AIRE! Non so davvero più a chi chiedere per avere un’informazione univoca…grazie!
La questione è un po’ più complicata di così, prescindere completamente dall’AIRE è sbagliato perché l’Agenzia delle Entrate effettua e basa i suoi controlli proprio sull’AIRE. Poi ci sono le convenzioni internazionali che possono far superare la cosa, ma non mi affretterei a dire che si può superare l’iscrizione AIRE.
Buongiorno,
non mi è chiara la questione dell’applicabilità delle retribuzioni convenzionali in caso di lavoro dipendente in un paese UE. In questo articolo (https://fiscomania.com/lavoro-in-germania-pagare-tasse-italia/) afferma che in caso di lavoro dipendente in un paese UE (come la Germania), non trovano applicazione le retribuzioni convenzionali, in quest’altro (https://fiscomania.com/retribuzioni-convenzionali/) si parla di un lavoratore dipendente italiano assunto da una società tedesca, per il quale l’Agenzia delle Entrate ha dato parere favorevole all’applicazione delle retribuzioni convenzionali.
Le chiederei maggiori chiarimenti in proposito.
Grazie!
Lorenzo le retribuzioni convenzionali richiedono il rispetto di requisiti precisi per poter essere applicate, come descritto nel secondo articolo che ha citato. Quindi, occorre verificare quelle condizioni per poter applicare questo tipo di tassazione. Se vuole approfondire la sua situazione personale mi scriva in privato per una consulenza.
bn di
mi sono trasferita in germania il 1 luglio 2019 e fatta iscrizione all AIRE nel maggio 2020.
Volevo chiederLe se per tasse prodotte solo in Germania nel 2020 dovro fare qualcosa
o dichiarare tutto in Germania anche se teoricamente risulterei residente in Italia fino
ad aprile 2020.
La ringrazio per la risposta
Anna
Per l’analisi di situazioni personali che riguardano la residenza fiscale se vuole ci scriva in privato per una consulenza. La aiuteremo a risolvere i suoi dubbi.
Buongiorno Dott. Migliorini,
Le sottopongo il caso di un cittadino Italiano che lavora in Germania come dipendente di una ditta tedesca, non iscritto all’Aire, al quale vengono trattenuti in busta paga i contributi previdenziali, che la dalla ditta versa per lui allo Stato tedesco.
Domanda: il cittadino deve versare i contributi previdenziali (INPS) anche in Italia ? In caso affermativo, esiste anche per tali contributi un meccanismo di compensazione per evitare la doppia imposizione?
Ringrazio anticipatamente per i chiarimenti.
Claudio
La regola generale è che i contributi previdenziali si versano nel luogo ove viene svolta l’attività lavorativa.
Buonasera Dott. Migliorini.
Le vorrei chiedere cortesemente un parere in merito all’Accordo contro la doppia imposizione tra Italia e Germania. E’ vero che l’ART. 15 comma 2a sostiene che se lavoro come subordinato in Germania e soggiorno per un periodo superiore a 183 giorni NON sono tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi anche in Italia? Ovviamente non avendo introiti e/o immobili in Italia nello stesso anno. In pratica tale articolo supererebbe la questione AIRE, così sostiene il mio commercialista. E’ corretto?
La ringrazio molto per la sua gentilezza.
Per l’analisi di situazioni personali che richiedono maggiore analisi, come nel suo caso, se vuole ci scriva in privato per una consulenza, la aiuteremo.
Salve,
complimenti per l’articolo molto interessante ed esaustivo. Rimango con un dubbio poiché non mi risulta chiaro un passaggio:
dall’articolo sembra far intendere che l’iscrizione all’AIRE sia una condizione necessaria per evitare di effettuare la dichiarazione in Italia.
Ma sbaglio o l’iscrizione all’AIRE è condizione necessaria solamente per garantirsi di non essere residente fiscalmente per lo stato italiano?
Nel caso in cui un individuo non fosse iscritto all’AIRE, e quindi residente fiscalmente in Italia (per lo stato italiano), ma allo stesso tempo risultasse anche residente fiscalmente in Germania (per lo stato tedesco), come nel caso in questione, non subentrerebbero le convenzioni contro la doppia imposizione per determinare un’unica residenza fiscale?
In questo caso, l’individuo in questione, non dovrebbe provare di avere avuto una dimora stabile per più di 183 giorni e il centro degli interessi in Germania per risultare solamente residente fiscalmente in Germania?
Per questo motivo non capisco perchè in questo caso ha concluso con l’obbligo di dover dichiarare in Italia. A causa dell’obbligo di anmeldung in Germania immagino che il suo cliente avesse prova ufficiale della sua residenza in Germania.
Mi scuso per la domanda se inopportuna o scontata, ma le sarei veramente grata se spiegasse meglio questo passaggio e cosa ha scaturito l’obbligo di dichiarazione in Italia nel caso descritto.
La ringrazio anticipatamente.
L’iscrizione AIRE è un aspetto formale richiesto dalla norma nazionale per la residenza fiscale di un soggetto. In caso di situazioni di dual residence è vero che entra in gioco la convenzione contro le doppie imposizioni, ma è anche vero che gli accertamenti fiscali vengono effettuati sulla base della sola norma nazionale. In questi casi la situazione si complica, e diventa determinante la prova documentale per poter far valere la convenzione in sede di accertamento o in successiva sede giudiziale.
Gentile Federico Migliorini,
innanzitutto grazie per questo interessante articolo.
La situazione del lettore mi e’ chiara, ma non ho compreso al 100% il caso piu’ regolare del cambio di residenza.
Ovvero il caso nel quale si e’ lavoratori subordinati in Germania per meno di 182 giorni/anno solare e regolarmente iscritti all’AIRE.
Nel caso di rientro in Italia durante lo stesso anno, con relativo cambio di residenza fiscale, si e’ soggetti a tassazione in Italia per il periodo lavorativo svolto nella precedente parte dell’anno in Germania?
Da questo passo sembrerebbe di si’, ma non mi e’ chiaro se altri principi entrino in gioco.
”
Riassumendo, quindi, un lavoratore Italiano che svolge la sua attività lavorativa e ha la sua vita all’estero, ha ugualmente l’obbligo del versamento delle imposte sul reddito anche in Italia in concomitanza di almeno uno dei seguenti requisiti:
– Essere residente in Italia, per almeno 183 giorni all’anno (la maggior parte dell’anno solare).”
Sarebbe cosi’ cortese da chiarire questo aspetto?
Grazie anticipatamente
Per l’analisi di situazioni personali per le quali è richiesto maggiore dettaglio, come nel suo caso, se vuole ci scriva in privato per una consulenza. La aiuteremo a risolvere i suoi dubbi.
Buonasera,
ho trovato il suo articolo molto interessante e chiaro.
In tema e continuando il discorso della Sig.ra Sofia, vorrei segnalare la recente sentenza della Cassazione:
(Ordinanza 14 aprile 2021, n. 9725), la quale conferma la prevalenza della Convenzione tra Italia e Germania sulle norme nazionali e che quindi, il nostro caso studio è protetto in caso di accertamenti fiscali.
Siccome non sono un’esperta mi chiedo: questo cambia qualcosa?
Grazie mille,
Cordiali saluti
Ci sono molte sentenze sia in un senso che nell’altro, non vi è giurisprudenza costante purtroppo su questo tema.
Buongiorno. Complimenti per l’articolo molto interessante ed esaustivo.
Il mio caso specifico è leggermente differente.
Sarò assunto da un azienda tedesca ma continuerò a vivere e lavorare da casa (in Italia).
Basterà comunicare all’azienda la volontà di volere versare i contributi e il fondo pensionistico in Italia per evitare la doppia tassazione? Come mi dovrò comportare in fase di dichiarazione dei redditi?
Grazie mille in anticipo e buona giornata.
Jacopo
Molto probabilmente sarà soggetto a doppia imposizione, se vuole approfondire la sua situazione personale se vuole ci contatti in privato per una consulenza.
In persona con doppia residenza in Italia e Germania ( che non ha fatto AIRE) può essere cointestataria di conto corrente e deposito titoli presso banca italiana. ? E nel suo dove paga tasse. ?
La situazione relativa alla residenza fiscale deve essere analizzata nel suo complesso, un elemento visto singolarmente può portare a considerazioni non corrette (un conto cointestato in Italia può anche avere un peso scarsamente rilevante, ma occorre analizzare quanti ulteriori elementi rilevanti vi possono essere in una situazione. Sicuramente la mancata iscrizione AIRE è un elemento che per la norma nazionale porta di fatto alla residenza fiscale in Italia. Se desidera analizzare la sua situazione ci contatti in privato per una consulenza.
Buongiorno, sono residente in Italia e lavoro per una ditta tedesca, sono quindi soggetto alla doppia imposizione.
Il calcolo della differenza IRPEF/imposta tedesca deve essere fatto sulla retribuzione lorda oppure sul netto detratti i contributi pensionistici e previdenziali?
Le consiglio la lettura di questo articolo dedicato sull’argomento: “Regole di tassazione del reddito da lavoro dipendente di fonte estera“. Qualora non fosse sufficiente a chiarire i suoi dubbi ci contatti in privato per una consulenza.
Buongiorno ,complimenti per l’articolo
Una persona iscritta regolarmente l.Aire che percepisce un reddito da lavoro in germania e contitolare di un conto titoli in Italia , ha l obbligo di dichiarre le somme nella dichiarazione dei redditi tedesca ?
Grazie …Angela
Sicuramente vi sono obblighi fiscali se la sua residenza fiscale è in Germania, è consigliabile approfondire con un consulente fiscale tedesco che può seguirla nei suoi obblighi fiscali in loco.
Cittadino Aire con residenza fiscale e P.Iva tedesca, in Italia pago IMU e in Germania pago le tasse derivanti dal mio lavoro. È corretto? Grazie
Le informazioni non sono sufficienti per inquadrare la sua situazione sotto il profilo fiscale. Se vuole ci può contattare in privato per una consulenza.
Buonasera! Io sono cittadina italiana residente in Germania da 11 anni, purtroppo mai iscritta all’AIRE. Tra pochi mesi mi trasferirò in UK e questa volta ho intenzione di iscrivermi all’AIRE da subito.
Se mi io mi iscrivessi all’AIRE nello UK, dando come indirizzo di partenza il comune italiano di residenza (dove chiaramente ancora figuro come residente), a che tipo di problemi andrei incontro? E’ possibile che l’INPS non venga mai a sapere che io ho vissuto 11 anni in Germania?
Grazie mille!
Sicuramente vi sono aspetti fiscali da considerare legati al periodo di mancata iscrizione AIRE, quindi consiglio di fare attenzione e valutare la situazione con il suo commercialista, oppure se vuole ci può contattare in privato per una consulenza.
Come posso fare per contattarla?
Grazie
Può scriverci seguendo il link di consulenza fiscale al termine dell’articolo. Troverà nella pagina di destinazione il forma da compilare per descriverci la sua situazione e le sue domande. Se la potremo aiutare le invieremo il preventivo per una consulenza.
Buongiorno, in teoria sono in una situazione apparentemente semplice, ciononostante le sottopongo qualche dubbio.
Nel 2021, ho lavorato in Italia da gennaio ad agosto e poi in Germania da settembre a dicembre. Sono iscritto all’AIRE da novembre. Ho solo redditi da lavoro dipendente
Dal suo interessante articolo deduco che :
devo fare la dichiarazione PF 2022 riportando il reddito italiano (e relative detrazioni)
a cui aggiungere il reddito tedesco (immagino sia il reddito lordo dedotto delle trattenute previdenziali ed assicurative operate dal datore di lavoro)
e detrarre le imposte tedesche (versate in modo definitivo , quindi dopo aver fatto la dichiarazione dei redditi tedesca)
è esatto ?
quanto sopra regolarizza l’imposizione fiscale senza altri adempimenti ( dichiarazioni, versamenti, … ) sia in Italia che in Germania ?
Grazie in anticipo
In Italia dovrà sicuramente dichiarare tutti i suoi redditi, se vuole approfondire ci può contattare per una consulenza. Per la Germania dovrà verificare la situazione con un consulente tedesco.