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Isopensione 2024: requisiti e condizioni

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L'Isopensione in Italia è un meccanismo che consente ai lavoratori di andare in pensione in anticipo, con un supporto finanziario da parte dell'azienda.

Il decreto Milleproroghe ha esteso l’isopensione fino al 2026. Restano invariati i requisiti e le modalità di richiesta da parte delle aziende interessate. Lo strumento continua a costituire un vantaggio sia per i lavoratori vicino alla pensione sia per le imprese in presenza di eccedenze di personale.

Quando parliamo di isopensione facciamo riferimento alla possibilità, che hanno i lavoratori, di anticipare il momento della pensione. Si tratta di una misura introdotta dalla Legge Monti-Fornero. Con la Legge di Bilancio del 2018, gli anni che prevedono il congedo definitivo dal lavoro sono stati modificati da quattro a sette. E nei vari anni in cui questa misura è stata rinnovata è stata mantenuta con queste caratteristiche. Anche nel 2024, e fino al 2026, è stata confermata questa uscita pensionistica grazie alla previsione contenuta nel Decreto Milleproroghe.

L’isopensione per il lavoratore è in pratica come una sorta di pensione anticipata, pur non trattandosi di una vera e propria pensione, ma di una indennità particolare. Un esempio noto di applicazione di isopensione recente è quello di Tim, per cui per il 2023 sono state previste 2.000 uscite volontarie dal lavoro.

Questa misura è importante per tutti quei lavoratori che intendono andare in pensione anticipatamente ma anche per quelle aziende che si trovano in un momento di difficoltà e invece di licenziare un proprio impiegato decidono di mandarlo in pensione in anticipo a proprie spese.

Vediamo dunque in cosa consiste l’isopensione.

Isopensione: cos’è e come funziona

L’isopensione, anche detto assegno di esodo, è uno strumento grazie al quale il lavoratore può andare in pensione con 7 anni di anticipo con l’aiuto dell’azienda per cui lavora.

Le aziende che hanno più di 15 dipendenti, nei casi di eccedenza di personale, che hanno avviato un piano di ristrutturazione e che hanno stretto un accordo con i sindacati depositato poi all’INPS, possono decidere di avvalersi dell’isopensione. Punta nello specifico a incentivare l’esodo dei lavoratori più anziani cui mancano al massimo 4 anni al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata (67 anni di età o 41 anni e 10 mesi per la pensione anticipata).

Una volta optato per tale strumento le imprese dovranno versare al lavoratore per tutto il periodo di esodo un assegno pari all’importo del trattamento pensionistico per 13 mensilità. L’assegno di esodo verrà poi erogato dall’INPS dopo che l’azienda avrà provveduto al pagamento tramite una fideiussione bancaria. La cifra dev’essere pagata per tutto il periodo di esodo fino al momento del perfezionamento dei requisiti per il pensionamento

Nell’importo dell’assegno non rientra la contribuzione figurativa, che verrà versata dall’azienda per il periodo tra il raggiungimento dell’accordo e la data effettiva della pensione del dipendente. Bisogna specificare poi che l’isopensione è soggetta alla tassazione ordinaria e che l’assegno di esodo non è reversibile.

La misura avrà per il dipendente un valore di poco inferiore all’importo di pensione che il dipendente otterrà nel momento della cessazione dell’assegno: sarà carente infatti della contribuzione correlata. Va ricordato inoltre che l’isopensione non varia con gli adeguamenti Istat e su queste somme non possono essere effettuate trattenute, come la cessione del quinto.

Isopensione: come le aziende possono presentare domanda

A chiedere l’accesso all’isopensione non sono i lavoratori, ma l’impresa. Le aziende quindi che intendono avvalersi di questa misura devono preliminarmente presentare domanda alla sede INPS presso la quale assolve i propri obblighi contributivi.

A seguito della comunicazione di accettazione della garanzia fideiussoria, l’impresa dovrà presentare alla sede INPS territorialmente competente per la liquidazione, sulla base del criterio generale della residenza del lavoratore, le domande individuali di prestazione.

I lavoratori coinvolti accettano in modo volontario di aderire all’isopensione. La relativa domanda, sottoscritta dal lavoratore e dal legale rappresentante dell’azienda, deve essere redatta utilizzando il modulo presente nella sezione “modulistica – Assicurato pensionato – Domanda prestazione di esodo Legge n .92/12, art. 4 – Incentivo all’esodo ai sensi della Legge n. 92/12 art. 4, commi da 1 a 7-ter“.

L’azienda che vuole usufruire dello scivolo massimo di sette anni nel 2024 può farlo se il lavoratore ha 60 anni e 4 mesi di età e che quindi percepirebbe la pensione di vecchiaia nel 2031 a 67 anni e 4 mesi di età. Inoltre l’isopensione non può essere utilizzata per l’erogazione della pensione con Quota 103.

Procedura operativa

Vediamo di seguito i vari passaggi legati all’attivazione di questo tipo di procedura.

Accordo di esodo

Per attivare l’Isopensione, l’azienda deve prima stipulare un accordo di esodo con i sindacati, indicando la situazione di eccedenza del personale, il numero dei lavoratori in esubero, e il termine entro il quale si deve concludere il programma di esodo. Una volta stipulato l’accordo, i lavoratori possono scegliere se aderire o meno.

Ruolo dell’INPS

L’azienda deve depositare l’accordo all’INPS e presentare una fideiussione bancaria per garantire il pagamento degli assegni ai dipendenti. L’INPS verifica la sussistenza dei requisiti da parte del datore di lavoro e dei lavoratori, valida l’accordo aziendale, e gestisce i pagamenti che l’azienda anticipa all’INPS per poi essere erogati ai lavoratori.

Assegno di Isopensione

L’assegno di Isopensione è generalmente più basso rispetto a quello riconosciuto per la pensione di vecchiaia, poiché alcune voci sono escluse dal conteggio, come la contribuzione correlata che il datore di lavoro versa all’INPS durante il periodo di esodo, la perequazione automatica, e i trattamenti di famiglia. L’assegno è soggetto a tassazione ordinaria e non è reversibile. In caso di decesso del beneficiario, ai superstiti viene liquidata la pensione indiretta, considerando anche la contribuzione figurativa versata durante il periodo di erogazione dell’assegno.

Passaggio alla pensione di vecchiaia

Alla scadenza dell’accordo di isopensione, i pagamenti cessano. Il passaggio alla pensione di vecchiaia non è automatico, pertanto il lavoratore deve presentare per tempo la domanda di pensione. Se il lavoratore matura il diritto a un trattamento pensionistico anticipato prima della scadenza dell’isopensione, può scegliere di anticipare il passaggio a tale trattamento.

Il lavoratore in isopensione può lavorare?

Il lavoratore in esodo che riceve l’isopensione può in ogni caso essere reimpiegato in un altro lavoro dipendente o autonomo e non perdere l’accesso alla misura. A chiarire questo aspetto è stato l’ente previdenziale, già nel 2013.

I lavoratori in esodo che ricevono isopensione possono essere reimpiegati in qualunque momento, prima dell’accesso alla pensione, senza in ogni caso perdere l’indennità. Questo significa che è possibile per il percettore svolgere un lavoro dipendente, anche part time, oppure aprire una partita Iva per svolgere un lavoro autonomo, oppure ancora lavorare saltuariamente.

Deve essere poi tenuto presente che generalmente, salvo alcune eccezioni, anche quando si inizia a percepire la pensione di vecchiaia o di anzianità è possibile continuare a svolgere un lavoro, non ci sono leggi che lo vietano espressamente.

Maggiori vantaggi per le aziende o per i lavoratori?

Questo strumento può essere molto vantaggioso sia per le aziende che per i lavoratori. Nella gestione dell’esodo aziendale infatti si tratta di una vera e propria opportunità per programmare l’uscita da lavoro in anticipo di tutti i lavoratori vicini alla pensione.

Dall’altro lato, per i lavoratori questo strumento consente di accedere al periodo di pensione con diversi anni di anticipo, ricevendo comunque un’indennità mensile in denaro. In ogni caso si evita così di procedere con il licenziamento di lavoratori che difficilmente potranno trovare una ricollocazione nel mercato del lavoro.

Per l’azienda questa scelta comporta comunque un dispendio di denaro, attraverso l’indennità da versare ogni mese in anticipo. Tuttavia è una scelta che grosse aziende possono fare in determinati contesti.

Conclusioni

Prevista per tutto il 2024 e fino al 2026 l’isopensione, lo strumento di cui si avvalgono le aziende, in presenza di eccedenza di personale, in accordo con sindacati e Inps. I lavoratori possono scegliere di accettare di aderire in via volontaria.

Non sono previste novità né sul fronte dei requisiti né sul fronte delle modalità di richiesta. Grazie a questa misura il lavoratore può andare in pensione con 7 anni di anticipo. Tuttavia, non gli è preclusa la possibilità di lavorare presso un’altra realtà aziendale oppure aprendo partita Iva.

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    Sabrina Maestri
    Sabrina Maestri
    Classe 1986, vogherese, aspirante consulente del lavoro. Appassionata di giornalismo, scrivo da anni per portali di informazione e testate giornalistiche online occupandomi di temi legati al mondo del lavoro, al fisco e bonus fiscali.
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