- Aliquota ridotta al 20%: Riservata a chi rispetta specifiche condizioni.
- Requisiti principali: Mantenimento occupazionale, incremento forza lavoro, investimenti in beni strumentali 4.0/5.0, reinvestimento degli utili.
- Cumulabilità: Compatibile con altre agevolazioni fiscali.
- Durata: In vigore per il 2025, salvo proroghe future.
Indice degli Argomenti
Cosa è l’IRES Premiale?
L’IRES Premiale è una misura introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 (art. 1, co. 436 ss) per incentivare investimenti e occupazione. Consiste in una riduzione dell’aliquota IRES dal 24% al 20% per le aziende. In particolare, l’aliquota IRES ridotta è quella legata alla dichiarazione dei redditi 2026 (relativa al 2025).
L’aliquota ridotta è accessibile alle aziende che soddisfano quattro condizioni:
- Assenza di cassa integrazione.
- Mantenimento della media occupazionale nel triennio precedente.
- Incremento minimo dell’1% della forza lavoro.
- Accantonamento a riserva dell’80% degli utili 2024.
- Reinvestimento degli utili in beni innovativi (importo minimo di investimenti 4.0 o 5.0 tra il 1° gennaio 2025 e il 30 ottobre 2026).
Questa misura supporta la transizione digitale e la crescita sostenibile, promuovendo la competitività delle imprese italiane.
Questa misura è parte di un piano più ampio volto a rilanciare l’economia, supportare la transizione digitale ed energetica, e promuovere la stabilità occupazionale. Si inserisce in un panorama internazionale di riforme fiscali mirate a stimolare la crescita sostenibile, con particolare attenzione agli investimenti in beni strumentali innovativi e agli incentivi legati alla digitalizzazione e all’efficienza energetica.
Al momento sembra che l’agevolazione sarà in vigore per un solo anno, salvo proroghe successive (legate al reperimento dei fondi nelle prossime leggi di bilancio).
Requisiti per accedere all’IRES Premiale
Per beneficiare della riduzione dell’aliquota fiscale di tassazione ai fini delle imposte dirette, le imprese devono soddisfare le cinque condizioni specifiche (sopra indicate), che andiamo ad approfondire.
Assenza di cassa integrazione
L’azienda non deve aver utilizzato la cassa integrazione nel biennio 2024-2025, tranne che per la causale prevista dall’articolo 11, lettera a), del D.Lgs. n. 148/15, ovvero in presenza di situazioni dovute a eventi transitori e non imputabili all’impresa o ai dipendenti, incluse le intemperie stagionali.
Mantenimento occupazionale
L’azienda deve dimostrare una stabilità del personale, con un livello di occupazione nel 2025 pari o superiore alla media del triennio 2022-2024.
Incremento della forza lavoro
È necessario che nel 2025 l’impresa assuma nuovi dipendenti o stabilizzi i contratti esistenti, incrementando almeno dell’1% il personale rispetto al 2024 (ex art. 4 del D.Lgs. n. 216/23, legato alla super deduzione del 120% per nuove assunzioni, valida fino al 2027) e comunque pari ad almeno una unità. Questo obbligo garantisce che le aziende mantengano il loro impegno verso i lavoratori, fornendo stabilità al mercato del lavoro e incentivando politiche di crescita interna. Tale incremento può avvenire attraverso nuove assunzioni o stabilizzazioni contrattuali.
In pratica, per questo requisito occorre confrontare il numero dei dipendenti a tempo indeterminato a fine 2025 con la media del 2024 e che il calcolo va fatto considerando anche i decrementi delle altre società italiane del gruppo.
Accantonamento dell’80% degli utili 2024 a riserva
Per l’esercizio 2024 l’utile deve essere accantonato, per almeno l’80% del suo importo, ad apposita riserva (intestata alla norma agevolativa). Pertanto, l’agevolazione esclude le società che chiudono con un risultato negativo, almeno questo è quello che appare dalla lettura della relazione tecnica che ha preso a riferimento i soli bilanci delle società in utile.
Reinvestimento degli utili
L’azienda, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2025 ed il 31 ottobre 2026 (termine di presentazione della dichiarazione dei redditi relativa al 2025), deve aver effettuato investimenti, presso strutture ubicate in Italia, in beni materiali ed immateriali con caratteristiche 4.0 e 5.0.
Questi investimenti favoriscono l’adozione di tecnologie innovative e migliorano la competitività sul mercato globale. In particolare, le imprese devono effettuare investimenti per un importo pari al maggiore tra il 24% dell’utile 2024 (ovvero il 30% dell’80%, il minimo accantonato a riserva) e il 24% dell’utile del 2023. Al momento non vi sono chiarimenti utili per capire gli effetti per le imprese che hanno chiuso il 2023 in perdita.
Transizione 4.0 e 5.0
La Transizione 4.0 e 5.0 rappresenta un pilastro fondamentale per l’accesso all’IRES Premiale. Gli investimenti in tecnologie innovative, come l’automazione industriale, l’intelligenza artificiale e le soluzioni energetiche avanzate, sono incentivati attraverso questa misura fiscale. In particolare, l’adozione di beni materiali e immateriali capaci di migliorare i processi produttivi e l’efficienza energetica è cruciale per accedere agli sconti previsti.
Questi strumenti tecnologici non solo migliorano la produttività, ma rappresentano un vantaggio competitivo per le aziende italiane nel contesto internazionale. L’integrazione con i programmi di sviluppo sostenibile dell’Unione Europea rafforza ulteriormente l’impatto positivo di queste misure.
A chi spetta
L’applicazione dell’aliquota IRES ridotta del 20%, per il 2025, spetta ai soggetti indicati nell’articolo 73, lett. a), b), d) del TUIR. Si tratta di società di capitali, enti commerciali e società estere che producono reddito di impresa in Italia. Sono escluse le società in liquidazione, in procedura concorsuale liquidatoria e quelle che determinano il reddito con regimi forfettari.
Benefici per le imprese
I possibili benefici per le aziende possono essere così riassunti:
- Riduzione della pressione fiscale: Un’aliquota del 20% offre un risparmio diretto sulle imposte;
- Incentivo all’innovazione: Gli investimenti in beni strumentali tecnologici vengono premiati;
- Supporto all’occupazione: La misura incoraggia le assunzioni e la stabilità lavorativa;
- Cumulabilità con altre agevolazioni: Compatibilità con il super bonus del 120% per le nuove assunzioni e con i crediti della Transizione 4.0 e 5.0.
Come prepararsi
Le aziende devono monitorare attentamente i flussi di cassa e pianificare il reinvestimento degli utili in beni strumentali, con particolare attenzione alle tecnologie innovative. Il bonus non sarà fruibile per le società che chiuderanno con una perdita fiscale il periodo di imposta 2025, senza alcuna possibilità di riportare il bonus negli anni successivi. Allo stesso modo, pare che resteranno escluse dall’agevolazione le imprese che hanno chiuso in perdita l’esercizio 2024. Queste, infatti, non possono verificare il requisito legato all’accantonamento a riserva degli utili.
Per rispettare i requisiti occupazionali, è essenziale stabilire un piano di assunzioni coerente con la crescita aziendale e mantenere un focus sulle categorie di lavoratori fragili per ottenere ulteriori deduzioni. È necessario predisporre una documentazione dettagliata che dimostri il rispetto delle condizioni richieste, come il mantenimento degli utili in azienda e l’incremento occupazionale.
Riduzione dell’IRES in base agli investimenti
Aliquota IRES | Requisiti Soddisfatti | Utili Reinvestiti |
---|---|---|
24% | Nessuno | Nessuno |
22% | Parziale | 20% |
20% | Tutti | 30% |
Crediti fiscali e incentivi cumulabili
Misura | Percentuale Deduzione | Beneficiari |
---|---|---|
Super Deduzione | 120% | Nuove assunzioni |
Transizione 4.0 | Variabile | Investimenti tecnologici |
Mini IRES | 4% | Requisiti soddisfatti |
Conclusioni
Il bonus legato all’IRES premiale rappresenta un’opportunità unica per le aziende italiane di ridurre il carico fiscale investendo in innovazione e occupazione. Per accedere a questo vantaggio, è fondamentale rispettare i requisiti e pianificare attentamente le strategie aziendali. Se desideri ricevere supporto per comprendere come ottimizzare i benefici fiscali per la tua azienda, contattaci per una consulenza fiscale personalizzata.
Domande frequenti
Sono inclusi i beni materiali e immateriali previsti dai piani Transizione 4.0 e 5.0, come macchinari avanzati, software e soluzioni per l’efficienza energetica.
No, uno dei requisiti fondamentali è l’incremento dell’occupazione almeno dell’1% rispetto al 2024.
Sì, è compatibile con il super bonus per le assunzioni e i crediti legati alla Transizione 4.0 e 5.0.
Tutti i settori produttivi sono ammessi, purché rispettino i requisiti richiesti.