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Deduzione IRES del 120% sul costo del lavoro incrementale

Maxi deduzione ai fini IRES/IRPEF, per il solo 2024, legata al costo incrementale delle nuove assunzioni pari al 20%, aumentata fino al 30% in caso di assunzione di lavoratori "svantaggiati".

Il D.Lgs. 30 dicembre 2023 n. 216, attuativo del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche, introduce la nuova super deduzione del 120% relativa al costo del personale assunto a tempo indeterminato nel 2024. Questo, senza che siano state apportate significative modifiche rispetto alla prima versione approvata. L’agevolazione, si ricorda, è stata introdotta in attesa dell’attuazione della c.d. “mini IRES” e della revisione delle agevolazioni a favore degli operatori economici.

L’obiettivo è quello di incentivare le imprese verso la promozione di nuove assunzioni in modo stabile (a tempo indeterminato). Non si tratta, come spesso accaduto in passato, di un esonero dalla contribuzione INPS ma di una deduzione fiscale, maggiorata,  in contabilità dell’intero costo del lavoratore, del 120% (o 130% in caso di assunzione di categorie svantaggiate). Lo sgravio contributivo deve essere applicato sulle assunzioni effettuate a partire da gennaio. Vediamo dunque di seguito i dettagli.

La maxi deduzione del 120% sul costo delle nuove assunzioni

Il sostegno all’occupazione passa attraverso l’applicazione di una maxi deduzione ai fini IRES/IRPEF (valida solo per il 2024). In pratica, il costo delle assunzioni (a tempo indeterminato) di lavoratori dipendenti diventa deducibile dal reddito di impresa (o di lavoro autonomo) maggiorato di una percentuale che di base è pari al 20%. Questa percentuale sale di un ulteriore 10% (fino a raggiungere il 30%) nel caso in cui l’impresa assuma lavoratori cosiddetti svantaggiati.

Questo tipo di agevolazione sul costo del personale dipendente, trova applicazione per imprese di qualsiasi forma (società di capitali e di persone, cooperative, imprese individuali) e ai professionisti prevede una maggiorazione dell’importo deducibile dal reddito IRES o IRPEF (e non invece per l’IRAP) pari al 20% (quindi, deduzione totale del 120%) del costo per i nuovi assunti a tempo indeterminato sostenuto nel 2024, entro il limite dell’incremento complessivo di spesa per dipendenti rispetto a quanto iscritto nel bilancio del 2023. Di fatto, si tratta della differenza tra le voci B.9 del conto economico 2024 e 2023.

Proviamo a chiarire meglio con un esempio: supponiamo che una SRL assume nuovi dipendenti a tempo indeterminato sostenendo un costo per il 2024 pari a 100.000 euro e che il totale del costo del lavoro nel conto economico del 2024 ecceda quello del 2023 per 150.000 euro. In questo caso la SRL può dedurre in dichiarazione dei redditi, in aggiunta all’intero importo iscritto in bilancio, il 20% del minore importo tra i 150.000 ed i 100.000 euro, dunque 20.000 euro.

Quali soggetti possono beneficiarne?

Al momento pare che possano essere destinatari di questa misura agevolativa, imprese, Coop, autonomi e professionisti che nel 2024 incrementeranno l’occupazione attraverso l’assunzione di nuovi lavoratori.

L’agevolazione spetta nel periodo di imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023 e riguarda solo le imprese o i professionisti che, nel periodo di imposta 2023, hanno esercitato l’attività per almeno 365 giorni. Sono dunque fuori dal beneficio tutte le start up costituite lo scorso anno con data chiusura primo esercizio al 31 dicembre scorso (durata inferiore a 365 giorni). Escluse anche le imprese in liquidazione o che hanno attivato strumenti di composizione della crisi di natura liquidatoria. La norma prevede tre condizioni di accesso.

Quali le condizioni di applicazione

Per poter beneficiare dell’agevolazione, l’impresa o il professionisti è chiamato a verificare una serie di condizioni, ovvero:

  • È necessario che l’impresa sia in normale operatività e dunque non in liquidazione e senza il ricorso agli istituti del codice della crisi di impresa di natura liquidatoria;
  • Il numero dei dipendenti a tempo indeterminato al termine dell’esercizio 2024 deve essere superiore (tenendo conto dei decrementi delle società controllate o collegate) a quello medio del 2023. Questo, tenendo conto, nel calcolo, di eventuali decrementi in capo a società controllate o collegate o facenti capo al medesimo soggetto.
  • I contribuenti devono avere alle proprie dipendenze, sempre a fine 2024, un numero di dipendenti complessivo (a tempo indeterminato e determinato) superiore a quello medio del 2023. Per questa condizione non è richiesto di considerare anche i decrementi delle società del gruppo.

Per evitare manipolazioni sul dato di confronto per il calcolo dell’incremento, è necessario, inoltre che il contribuente abbia esercitato l’attività nel periodo in corso al 31 dicembre 2023 per almeno 365 giorni.

Chi sono i lavoratori svantaggiati e molto svantaggiati?

Per individuare chi avrà diritto alla maxi deduzione del 30% del costo delle nuove assunzioni è necessario approfondire la definizione di lavoratore svantaggiato e molto svantaggiato. Il riferimento è dato dall’art. 31, co. 2, del D.Lgs. n. 81/2015 (e dal Decreto ministeriale del 17 ottobre 2017), secondo il quale per essere lavoratori svantaggiati i soggetti che devono alternativamente:

  1. Non avere un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi;
  2. Avere un’età compresa tra i 15 e i 24 anni;
  3. Non possedere un diploma di scuola media superiore o professionale (livello ISCED 3) o aver completato la formazione a tempo pieno da non più di due anni e non avere ancora ottenuto il primo impiego regolarmente retribuito;  
  4. Aver superato i 50 anni di età;
  5. Essere un adulto che vive solo con una o più persone a carico;
  6. Essere occupato in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno del 25% la disparità media uomo-donna in tutti i settori economici se il lavoratore interessato appartiene al genere sottorappresentato;
  7. Appartenere a una minoranza etnica di uno Stato membro UE e avere la necessità di migliorare la propria formazione linguistica e professionale o la propria esperienza lavorativa per aumentare le prospettive di accesso ad un’occupazione stabile”.

Lavoratori molto svantaggiati

Appartengono alla categoria dei lavoratori molto svantaggiati i soggetti che sono privi da almeno 24 mesi di un impiego regolarmente retribuito. Sono altresì “lavoratori molto svantaggiati” i soggetti che, privi da almeno 12 mesi di un impiego regolarmente retribuito, appartengono a una delle categorie previste dalle lettere da b) a g) del numero 1) del medesimo Decreto ministeriale.

La maxi deduzione del 30% sarà valida anche per le aziende che assumeranno donne di qualsiasi età con almeno due figli di età minore di diciotto anni o prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi residenti in regioni ammissibili ai fondi strutturali Ue e nelle aree svantaggiate, i giovani ammessi agli incentivi all’occupazione giovanile per under 30, Neet o ragazzi inseriti nel programma occupazione giovane. Infine, nell’elenco di lavoratori meritevoli di maggior tutela, figurano anche gli ex percettori del reddito di cittadinanza e che non integrino i requisiti per l’accesso all’Assegno di inclusione.

Maxi deduzione del 120% del costo del lavoro incrementale: le variabili per il calcolo

La maggior deduzione, ai fini delle imposte sui redditi, si calcola applicando il 20% al minore dei due seguenti elementi:

  • Costo 2024 dei neo-assunti (retribuzione, contributi, quota TFR, etc) determinato con le regole di imputazione temporale del datore di lavoro (competenza per le imprese e in contabilità ordinaria; cassa per i professionisti);
  • Incremento del costo complessivo del personale iscritto a conto economico (voce B.9) (ovvero pagato per i professionisti) nell’esercizio 2024 rispetto al 2023.

Pertanto, qualora non vi sia incremento del costo complessivo del personale, nessun beneficio si otterrà dalle nuove assunzioni. Se i neo-assunti appartengono a categorie svantaggiate, il relativo costo, ai fini del calcolo della super deduzione (e dunque anche per determinare l’incremento complessivo del costo del lavoro) è maggiorato di una (ulteriore) percentuale che sarà stabilita da un futuro D.M. in modo tale da non superare un altro 10 per cento.

Come riporta Il Sole 24 ore non è chiaro come operi questa maggiorazione speciale. Ad esempio, questa potrebbe aggiungersi al 20% (ad esempio, se viene stabilito un 8%, la deduzione totale sale al 28%) oppure se la percentuale potrebbe incrementare il relativo costo (portandolo, ad esempio, al 108%) per poi applicarvi il 20% (deduzione totale 21,6%). In questo secondo caso, una super-deduzione “speciale” del 10% (limite massimo indicato dalla legge per gli svantaggiati) richiederebbe che venisse stabilita una maggiorazione del costo del 50% (150% x 20% = 30%, pari al 20% più un ulteriore 10%).

Conclusioni

In definitiva per imprese e professionisti le assunzioni, nel 2024, a tempo indeterminato che comportino l’incremento dei relativi costi per il personale dipendente e contestualmente non sia accompagnata da una riduzione del personale dipendente occupato attribuisce una super deduzione pari alla deduzione extracontabile che sarà riflessa in dichiarazione pari al 20% del costo incrementale del personale dipendente a tempo indeterminato nel limite dell’incremento del costo complessivo per il personale dipendente.

Le assunzioni del 2023, anche se formalizzate negli ultimi giorni dell’esercizio, non danno diritto ad alcun beneficio.

Sabrina Maestri
Sabrina Maestri
Classe 1986, vogherese, aspirante consulente del lavoro. Appassionata di giornalismo, scrivo da anni per portali di informazione e testate giornalistiche online occupandomi di temi legati al mondo del lavoro, al fisco e bonus fiscali.

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