Disciplina fiscale connessa all’avvio di una attività di hostess o promoter per conto di aziende: aspetti legati alla partita IVA ed al regime fiscale da utilizzare.
L’attività di hostess di sala o di promoter di beni e servizi in fiere congressi, meeting o riunioni d’affari negli ultimi anni ha riscosso notevole successo soprattutto tra i più giovani. Ho deciso, quindi, di dedicare questo articolo per capire in maniera chiara e puntuale come deve essere disciplinata da un punto di vista fiscale l’attività di hostess e promoter.
Ricevo moltissime richiesta di aiuto da giovani, soprattutto studenti, che per arrotondare decidono di svolgere nel tempo libero questa attività. Si tratta di un’attività gestita da varie agenzie di comunicazione, che fungono da intermediari tra chi cerca queste figure professionali e chi, invece, si offre per ricoprire le candidature.
Moltissimi giovani che si affacciano a questa attività lo fanno solo nel tempo libero, ma molto spesso, con il passare del tempo l’attività inizia a diventare continuativa, se ci si impegna, magari ogni fine settimana nello svolgere questa attività. In tutti questi casi le domande che frequentemente mi arrivano riguardano la possibilità di continuare ad utilizzare le prestazioni occasionali, quando bisogna aprire partita IVA, ma soprattutto se e come si è tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi.
In questo articolo troverai le risponde a queste domande, analizzando, da un punto di vista amministrativo e fiscale l’attività di hostess e promoter, indicandoti le vie migliori per dichiarare i tuoi guadagni restando in regola con la disciplina fiscale italiana. Al termine di questo articolo potrai trovare le informazioni per contattarmi direttamente per ricevere una consulenza personalizzata sulla tua situazione.
Hostess e promoter: la figura professionale
Prima di andare ad analizzare la disciplina fiscale è opportuno andare ad inquadrare l’attività di hostess o promoter, per capire quanti di voi possono adottare concretamente le regole che andrò a delinearvi di seguito nell’articolo. Citando Wikipedia, possiamo riassumere che:
“La tipologia di lavoro dell’Hostess o Promoter consiste nell’organizzare e pubblicizzare un evento, tramite la consegna ai visitatori di fiere, centri commerciali e inaugurazioni, di materiale promozionale. La sua attività si svolge prevalentemente in auditorium, centri congressi e poli fieristici. Con il passare degli anni, all’interno della figura dell’Hostess Promoter si sono sviluppate altre figure professionali simili per tipologia di lavoro ma più settoriali“ |
Oggi molte agenzie di comunicazione si rivolgono a hostess sempre più specializzate per organizzare eventi di ogni tipo, moda, promozioni, prodotti, food & beverage. Per questo motivo, molto spesso per iniziare a svolgere la professione di hostess, è necessario frequentare corsi di indirizzo professionale, o accademie delle professioni accreditate.
La figura della promoter è leggermente diversa da quella di hostess. La promoter non solo promuove il prodotto, ma spesso lo vende nei supermercati o nei negozi (avete presente quando nei centri commerciali trovate chi vi offre l’assaggio di prodotti, oppure vi fa provare un profumo, oppure chi vi vuole fare usare l’ultima tariffa telefonica vantaggiosa). Per la hostess spesso vengono richiesti determinati requisiti fisici di altezza taglia ed età, mentre per la promoter non è necessario.
Hostess e Promoter: disciplina fiscale
Adesso che abbiamo visto chi sono e come si qualificano le figure professionali di hostess e promoter, iniziamo a vedere come questa attività venga disciplinata da un punto di vista amministrativo e fiscale. Svolgere questo tipo di attività significa svolgere un’attività professionale, ovvero un’arte o professione individuale. Informalmente, è un inquadramento da libero professionista. Da un punto di vista fiscale, è necessario distinguere chi esercita l’attività professionale di lavoro autonomo in modo abituale e continuativo, da chi, invece, esercita l’attività soltanto in modo “occasionale“. Questa differenziazione è fondamentale, come vedremo di seguito, per applicare correttamente la normativa fiscale.
Hostess e promoter: attività occasionale
L’attività di hostess e promoter viene effettuata solitamente, attraverso l’intermediazione di agenzia di comunicazione, che pagano direttamente i ragazzi che offrono la propria disponibilità per effettuare questa attività. Per l’esperienza di molti ragazzi che mi hanno scritto le varie Agenzie tendono ad utilizzare la formula delle c.d. “prestazioni occasionali“, per regolare il pagamento delle attività di hostess e promoter svolte dai ragazzi. Questa metodologia è legata al fatto che l’attività svolta sia meramente “occasionale“, altrimenti non potrebbe essere utilizzata.
Prestazione Occasionale
La disciplina riguardante le prestazioni occasionali è stata introdotta dalla Legge n. 30/2003 (“legge delega al governo in materia di occupazione e mercato del lavoro“) sfociata in quella che poi in è stata denominata “Legge Biagi” ossia il D.Lgs. n. 276/2003 (così come modificato dall’articolo 24 del D.L. n. 201/2011 c.d. “Legge Fornero“). Tale normativa aveva introdotto le prestazioni occasionali, che si caratterizzavano essenzialmente per:
- Durata non superiore a 30 giorni con lo stesso committente in un anno;
- Compenso non superiore a €. 5.000 da ogni committente.
Tale normativa è stata abrogata a partire dal 25 giugno 2015, giorno di entrata in vigore del D.Lgs. 81/2015, ovvero il quarto dei decreti applicativi che fanno parte del cosiddetto “Jobs Act“, la legge delega per la riforma del lavoro. Tra le molte novità di questa riforma si segnale l’abrogazione delle prestazioni occasionali, con le caratteristiche di durata e prestazione sopra indicati.
Sulla base di questa novità legislativa, quello che possiamo affermare con certezza è che l’unica disciplina che da un punto di vista civilistico disciplina le attività svolte in maniera occasionale è quella di cui all’articolo 2222 del codice civile (riguardante il contratto d’opera).
Occasionalità della prestazione
Alla luce delle disposizioni contenute in tale articolo si può definire lavoratore che effettua una prestazione occasionale chi si obbliga a compiere, dietro corrispettivo, un’opera o un servizio con lavoro prevalentemente proprio senza vincolo di subordinazione, ne potere di coordinamento del committente ed in via del tutto occasionale. Quando l’attività di hostess o promoter è effettuata in modo non continuativo nel tempo è possibile utilizzare la Prestazione Occasionale per regolare il compenso tra agenzia e hostess.
La prestazione occasionale è una disciplina fiscale volta a regolare attività non svolte in maniera continuativa nel tempo, quindi saltuarie. Per stabilire quando un’attività è occasionale bisogna fare riferimento a quante volte nell’anno si è effettuata l’attività. Se l’attività si è svolta per una o due volte all’anno la Prestazione Occasionale può trovare concreta applicazione, ma se, ad esempio, si è svolta l’attività per vari giorni nell’anno (sia nei confronti di una singola Agenzia che di Agenzie diverse), è necessario operare professionalmente con partita Iva (come vedremo in seguito).
Esempi
Proviamo a chiarire meglio la questione con alcuni esempi:
Se una hostess ad esempio dovesse accettare al massimo una volta durante l’anno un lavoro della durata massima di 30 giorni, per un compenso pattuito di 8.000 euro, potrebbe utilizzare la prestazione occasionale. Senza altre attività occasionali nell’anno, non sarebbe quindi di obbligata all’utilizzo della partita IVA. Al contrario, se una hostess o Promoter dovesse accettare un lavoro ripetuto nei mesi (dunque per più di una volta l’anno) per un compenso di 2.000 euro annuali sarebbe in questo caso impossibilitata ad utilizzare la prestazione occasionale in quanto verrebbe meno il requisito dell’occasionalità dell’attività. In questo secondo caso la hostess o promoter sarebbe obbligata all’apertura di una partita IVA.
Se pensi che questa sia una cattiva notizia ti sbagli di grosso. Il più delle volte l’apertura della partita IVA è più conveniente rispetto all’utilizzo della prestazione occasionale, anche per redditi bassi (te lo spiego più avanti). Su questo argomento ci sono tantissime notizie errate sul web. L’idea più diffusa è quella che è possibile utilizzare la prestazione occasionale fino al raggiungimento di 5.000 euro di compensi annui, mentre al di sopra di questa cifra è obbligatoria l’apertura di una partita IVA.
Prestate attenzione perché non è così!
Compilazione della ricevuta
Quando una hostess o una promoter effettua un’attività lavorativa del tutto occasionale per conto di un’Agenzia è tenuta a rilasciare una ricevuta al proprio committente. Tale ricevuta rappresenta l’unico documento valido a provare l’avvenuto pagamento della prestazione professionale. La ricevuta, quindi, rappresenta la garanzia per il committente (Agenzia), che il compenso pattuito con hostess e promoter è stato regolarmente pagato (per questo motivo, è bene sempre emettere la ricevuta all’Agenzia solo dopo aver ricevuto il pagamento, mai prima, onde evitare brutte sorprese).
Vediamo adesso come compilare tale ricevuta. Mettiamo caso che vi siate concordate con l’Agenzia per ricevere il compenso di 200 euro per l’attività lavorativa prestata. La ricevuta dovrà contenere la data (del pagamento del compenso), la numerazione progressiva annuale (n. 1/anno “n”, 2/anno “n”, etc), i vostri dati anagrafici, i dati dall’Agenzia, compresa la sua partita Iva, la descrizione dell’attività svolta, e l’indicazione che trattasi di attività occasionale.
Per quanto riguarda la parte numerica si dovrà indicare il compenso lordo, in questo caso 200 euro, la ritenuta d’acconto che l’Agenzia è obbligata a trattenervi 40 euro (20% di 200 euro), ed il compenso netto di 160 euro che vi spetta.
L’Agenzia in questione è obbligata a versare all’Erario, tramite modello F24 entro il 16 del mese successivo, la ritenuta d’acconto (nel caso 40 euro) che rappresenteranno quindi un anticipo sulla futura tassazione della hostess. Infine, su ogni ricevuta di importo superiore a 77,48 euro, dovrà essere apposta una marca da bollo 2,00 euro che potete riaddebitare all’Agenzia committente.
Per approfondire: “Ricevuta per prestazione occasionale: guida alla compilazione“.
Hostess e Promoter: partita IVA
Abbiamo visto che l’apertura di una partita IVA si rende necessaria quando l’attività svolta dalla hostess o promoter è abituale e continuativa del tempo, a prescindere dal volume dei compensi ottenuti. Se vi trovate in questa situazione sono sicuro che vi starete già scoraggiando al fatto che non potete sostenere i costi di una partita IVA.
Sbagliate!
Partiamo dagli aspetti positivi, aprire una partita Iva e tenerla aperta negli anni per un professionista non costa niente. Non vi sono costi fissi se non quello del Commercialista che vi assiste. Vi consiglio sempre di affidarvi ad un Commercialista esperto e preparato, se non ne avete uno di fiducia, contattatemi!
Il primo passo per avviare l’attività di Hostess o Promoter professionista è l’apertura della partita IVA. Non voglio tediarvi su come fare, perché a questo adempimenti penserà il consulente fiscale che vi siete scelti, lasciandovi così il tempo di dedicarvi serenamente alla vostra attività.
Quello che però ritengo sia importante sottolineare che è si ha a disposizione la possibilità di aprire la partita IVA in modo retroattivo fino a 30 giorni precedenti l’avvio effettivo dell’attività. Chi invece, per volontà o necessità, decidesse di aprire la propria partita IVA in modo retroattivo oltre i 30 giorni indietro, incorrerà in una sanzione di 400 euro.
Regime Forfettario per hostess e promoter
La scelta più importante quando si apre partita IVA è sicuramente la scelta del miglior regime fiscale. Questa scelta è fondamentale è se ben fatta vi consentirà di risparmiare molto in termini di tassazione e contribuzione. In molti casi (ma attenzione è bene verificare, se volete anche con me) la scelta migliore è il c.d. “Regime Forfettario“, introdotto dalla Legge n. 190/2014, successivamente modificata dalla Legge n. 208/2015 e per ultimo dalla Legge n. 197/22. Tale regime fiscale prevede una tassazione forfettaria del reddito professionale derivante dall’attività, da calcolare in percentuale rispetto ai ricavi annui. In pratica, significa che il reddito dell’attività è calcolato in base ad una percentuale da applicare sui ricavi generati (che è del 78%). In pratica nessun costo dell’attività diventa deducibile.
Non spaventatevi se non riuscite bene a capire cosa significa reddito imponibile o deducibilità dei costi, se avete dubbi contattateci direttamente per avere informazioni più dettagliate. Quello che vi stiamo indicando in questo momento sono soltanto i punti essenziali, legati a questo particolare regime fiscale agevolativo, che vi consentirà di risparmiare tempo, ma soprattutto denaro.
Esempi di tassazione
Nel regime forfettario, per i professionisti, i ricavi non possono superare i €. 30.000 annui. Questo significa, ad esempio, che se i ricavi annui nel primo anno sono stati di €. 10.000 i costi forfettari sono pari a €. 2.200, e il reddito imponibile €. 7.800 (78% di €. 10.000). Su tale reddito deve essere applicata l’imposta sostitutiva del 15%, che per i primi 5 anni di attività, può ridursi sino al 5%. Nelle annualità successive è possibile dedurre i contributi previdenziali versati alla gestione separata che sono il 25,72% del reddito tassabile.
Quindi, ad esempio, per un fatturato di € 20.000 dove si presumono costi forfettari del 22% pari a € 4.400 avremo un reddito imponibile ai fini Inps di € 15.600. Reddito da cui dedurremo i contributi al 25,72% di € 4.012,32 che andranno sottratti dalla base imponibile a fini previdenziali e dalla quale otterremo il reddito da dichiarare. Ovvero l’imponibile Irpef di € 11.587,68 su cui verrà calcolato il 5% o il 15% a seconda che la partita Iva sia aperta da meno o da più di 5 anni.
Quindi in entrambi i casi i contributi da pagare saranno sempre di € 4.012,32 e l’Irpef da pagare sarà di € 579,38 (5% di 11.587,68) se la partita Iva è aperta da meno di 5 anni, o di € 1.738,15 dal sesto anno in poi.
Vantaggi del Regime Forfettario
Aprire una partita IVA nel regime forfettario presenta una serie di vantaggi che rendono tale regime, ad oggi, il più conveniente, anche rispetto alle prestazioni occasionali che abbiamo visto in precedenza. Ecco tutti i vantaggi di questo particolare regime fiscale:
- Esenzione Iva – Il Regime Forfettario è esente Iva. In pratica nelle fatture non comparirà l’IVA. Questo aspetto è vantaggioso soprattutto per le Agenzie di Comunicazione con cui collaborerai perché non dovranno pagare il 22% in più per la tua prestazione. Risulterai dunque più concorrenziale rispetto a tutti quei Professionisti che dovranno invece inserire il 22% in più sulle proprie fatture, e dunque risulterà più vantaggioso per le Agenzie collaborare con te;
- Esenzione dalla Ritenuta d’acconto – Il Regime Forfettario è esente anche dalla ritenuta d’acconto. Come abbiamo visto prima, nel caso della Prestazione Occasionale, il compenso è decurtato del 20% di ritenuta d’acconto. Questo non succede nel Regime Forfettario. Il totale fattura è senza alcuna detrazione, quindi potrai metterti subito più soldi in tasca;
- Bassa tassazione – Il vantaggio più importante del Regime Forfettario è che ha la tassazione più bassa. La tassazione (detta Imposta Sostitutiva) infatti è pari al 5% per i primi 5 anni, 15% dal sesto anno in poi. Negli altri regimi fiscali esistenti (contabilità semplificata) la tassazione Irpef invece va calcolata sugli scaglioni di reddito. In ogni caso lo scaglioni più basso (da 0 a €. 18.000) è pari al 23%, e sale via via fino al 43%;
- Contabilità semplificata – Oltre ad avere dei grandi vantaggi fiscali, il Regime Forfettario ha anche dei grandi vantaggi contabili. E’ esonerato ad esempio dall’invio degli Studi di Settore, dalla Dichiarazione Iva Trimestrale ed Annuale, ed è esonerato anche dalla registrazione delle fatture.
Limiti del Regime Forfettario
Attenzione però! I vantaggi del Regime Forfettario sono legati al possesso e alla permanenza di alcuni requisiti. Il primo e più importante di questi requisiti è quello di non fatturare più di €. 30.000 annui. Nel caso uscirai fuori dal Regime Forfettario nell’anno successivo a quello di superamento del limite, perdendone i vantaggi.
Un altro requisito da rispettare per accedere (o restare) nel Regime Forfettario è quello di non aver fatturato o non aver ricevuto redditi da lavoro dipendente superiori a €. 30.000 nell’anno precedente. In verità esistono altri requisiti da rispettare per accedere al Regime Forfettario. Se vuoi verificare di possedere tutti i requisiti per accedere a questo Regime di Vantaggio puoi consultare questo contributo: “Regime Forfettario: la guida“. Oltre a questi aspetti devono essere presi in considerazione i Contributi Previdenziali.
Contributi Previdenziali Inps
Hostess e Promoter (come tutti i Professionisti senza Cassa previdenziale di appartenenza) sono obbligati ai iscriversi alla Gestione Separata Inps (Legge n. 335/95). Si tratta di un regime contributivo che prevede il versamento di contributi calcolati sul reddito imponibile ai fini delle imposte dirette. I contributi si calcolano in percentuale. Ogni anno l’Inps comunica con apposita circolare la percentuale di contribuzione dovuta dai professionisti iscritti a questa gestione, attualmente l’aliquota è del 26,23%.
La Gestione Separata Inps infatti prevede una percentuale da calcolare sul reddito netto. Quindi, al contrario dei Commercianti o degli Artigiani, Hostess e Promoter (così come tutti i Professionisti in Gestione Separata) pagheranno i propri Contributi Previdenziali solo se fattureranno. Se non dovessero fatturare non saranno tenuti ad alcun tipo di pagamento. In pratica, quindi i propri Contributi Previdenziali si versano in percentuale sul proprio Reddito Netto, quindi senza nessun costo fisso annuale.
I contributi alla gestione separata dell’Inps dovuti devono essere versati alle date di scadenza dei pagamento delle imposte sui redditi, ovvero il 30 giugno e il 30 novembre.
Hostess e promoter: esempio di tassazione
Per analizzare quante tasse e quanti contributi previdenziali verseranno hostess e promoter ci serviremo dell’aiuto di un esempio pratico. Ipotizziamo una Hostess o Promoter, che opera in Regime Forfettario, che fatturi €. 20.000 in un anno.
Il primo passo da compiere sarà quello di calcolare il proprio Reddito Lordo. Il Reddito Lordo è dato dalla differenza tra Fatturato Lordo meno Costi (Fatturato Lordo – Costi) Nel Regime Forfettario i Costi sono stabiliti in modo forfettario. L’Amministrazione Finanziaria, infatti, ha deciso una percentuale di costi fissa (e differente per ogni tipo di Attività svolta) da calcolare sul proprio Fatturato Lordo. questa percentuale è detta Coefficiente di Redditività, e nella categoria Hostess e Promoter è pari al 22%.
Sarà sufficiente, quindi. applicare il 22% di Costi Forfettari al nostro Fatturato Lordo per trovare il nostro Reddito Lordo che quindi sarà pari a €. 15.600 (20.000 – 22%).
Con il Reddito Lordo siamo quindi in grado di calcolare la nostra tassazione che ti ricordo sarà pari al 5% per i primi 5 anni e passerà al 15% dal sesto anno in poi. La tassazione, ai fini delle imposte dirette sarà quindi pari a €. 780 (15.600*5%).
Dal Reddito Lordo calcoleremo anche i nostri Contributi Previdenziali Inps in Gestione Separata, da calcolare sul reddito lordo. I Contributi Previdenziali saranno quindi pari a €. 4.092 (15.600 * 26,23%). Riassumendo, una Hostess o Promoter che fatturerà €. 20.000 in Regime Forfettario paga €. 780 di tassazione per le imposte dirette e €. 4.012 di Contributi Previdenziali Inps.
La dichiarazione dei redditi
Ho deciso di dedicare quest’ultimo paragrafo ad un aspetto particolare, sul quale ricevo molte domande, ovvero la dichiarazione dei redditi. Molti mi chiedono se e quando sono tenuti a presentarla, quando hanno svolto attività di hostess o promoter. Proviamo quindi a fornire delle risposte chiare e precise anche su questo aspetto.
Se nel corso dell’anno si è percepito redditi da lavoro autonomo occasionale sotto al soglia di 4.800 euro, in assenza di altri redditi, non si è obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi, mentre nel caso in cui vi siano anche altri redditi percepiti, presentare la dichiarazione è obbligatorio (in ogni caso).
Per quanto riguarda il recupero delle ritenute d’acconto subite con la Prestazione Occasionale, questo è possibile se i compensi per tali prestazioni (in assenza di altri redditi), sono stati inferiori a 4.800 euro annui. Sopra questa soglia o se si sono percepiti altri redditi, presumibilmente la dichiarazione non finirà a credito, ma con un debito di imposta da versare.
Per quanto riguarda, infine, chi opera con partita IVA, ricordo che si è sempre obbligati ogni anno a presentare la dichiarazione dei redditi.
Consulenza fiscale online
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Buonasera,
Io sono un ragazzo che ha svolto il lavoro di promoter ogni sabato (solo il sabato) dal 30 giugno al 27 ottobre, escluso il 14 luglio.
Il contratto prevedeva uno stipendio di 50 euro a volta. Lo stipendio mi viene pagato a distanza di qualche mese.
Lo stipendio di giugno erano 50 euro precisi.
Lo stipendio di luglio è stato di 148 euro; Al che ho chiesto spiegazioni e la risposta è stata:
non si tratta di un errore ma del costo (€ 2) della marca da bollo che dobbiamo apporre, per legge, alle ricevute di pagamento superiori ad € 75.
Tali ricevute verranno poi inviate al nostro ufficio paghe che provvederà ad elaborare, per ciascun dipendente (nome del committente), la certificazione dei compensi (CUD) che ti verrà inviata a Marzo 2019.
E mi sembra strano che questo costo ricada su di me. Se ho capito bene dalla lettura dell’articolo potrei riaddebitarlo all’agenzia committente.Mi sbaglio?Se si, come posso fare?
La marca da bollo deve essere apposta con responsabilità da parte di tutte e due le parti. La spese solitamente viene addebitata dal prestatore al committente.
Buonasera
Se oltre a poche giornate di promozioni, in un anno ho lavorato anche per due aziende diverse, una come reception back office in stage a 500 euro per tre mesi e poi in un albergo come segretaria receptionist per 4 mesi, come faccio a fare il 730? Le prestazioni occasioni come le dichiaro? Grazie
Le prestazioni occasionali dipendono dalla certificazione che le deve rilasciare ogni azienda per cui ha lavorato. Da quella certificazione si potrà capire come compilare la dichiarazione dei redditi.
Buongiorno, sarei curiosa di sapere una cosa: da qualche anno svolgo lavoro come hostess e/o promoter per alcune agenzie come prestazioni occasionali (5,6,7 in un anno). Se decidessi di farlo come lavoro principale, quindi tutte le settimane o almeno 20 giorni al mese, sarebbe più conveniente continuare ad avere questi contratti di prestazione occasionale o aprire una p.iva? ovviamente il compenso giornaliero di solito è intorno alle 50euro.. quindi a fine mese se mi va bene ne guadagno 1.000 netti
Grazie per la risposta
Nel caso sarebbe tenuta ad operare obbligatoriamente con partita Iva. Consiglio di prestare attenzione e se ha bisogno di qualcuno che la possa seguire a livello fiscale ci contatti in privato.