Abbiamo parlato in altri articoli del Metaverso: della sua nascita, della sua evoluzione, del suo attuale sviluppo, nonché di tutte le problematiche ad esso ricollegate (non ultimo il problema della protezione della proprietà intellettuale in detto mondo virtuale, che sta peraltro già riguardando diverse società, statunitensi e non solo, molto note).

Nel prossimo futuro potrebbe essere però che nel metaverso, oltre a poter godere di nuove ed uniche esperienze alle quali gli utenti potranno accedere grazie ai loro avatar, potranno prendere sempre più campo innovativi sistemi di vendita (peraltro già esistenti), che prenderanno il posto dei classici Marketplace online ormai largamente diffusi, utilizzati e conosciuti da tutti.

Nel presente articolo ci concentreremo su questo particolare aspetto, soffermandoci nel dettaglio su quelle che sono già le normative in vigore per gli attuali Marketplace presenti online per poi analizzare le problematiche e i nuovi possibili orizzonti normativi legati appunto a questi innovativi sistemi di vendita nel metaverso.

Il Metaverso oggi: tra realtà virtuale e nuove forme di scambi commerciali

Di recente è stata molto pubblicizzata la prima “metaverse fashion week” tenutasi a Marzo 2022 sulla piattaforma Decentraland. Nel metaverso stanno infatti iniziando ad essere realizzati sempre più eventi grazie ai quali viene permesso ai partecipanti di interagire tra loro in un ambiente completamente immersivo e attraverso i quali gli utenti possono godere di un’esperienza unica, incontrare nuove persone e partecipare ad attività che talvolta potrebbero essere impossibili da realizzare o da vivere nel mondo reale.

Il metaverso è anche però un luogo virtuale di scambi commerciali, una sorta di evoluzione del classico Marketplace comunemente conosciuto, all’interno del quale appunto avvengono “transazioni” di vario genere: di tipo B2B (da impresa ad altra impresa), di tipo B2C ( da impresa a consumatore) ma anche di tipo da consumatore a consumatore e questo avviene perlopiù attraverso innovativi sistemi di vendita che coinvolgono NFT e criptovalute.

Ci si immagina però che nel prossimo futuro gli strumenti per il commercio online si evolveranno sempre di più nel mondo del metaverso e in quest’ottica può in parte aiutarci a comprendere meglio quale potrà essere l’evoluzione normativa in proposito partendo proprio dall’attuale regolamentazione della materia concernente il commercio online, limitatamente quindi all’attuale mondo dei Marketplace

La normativa attualmente in vigore per i Marketplace online

A decorrere dalla data del 12 luglio 2020 trovano applicazione in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea le norme contenute all’interno del Regolamento UE n.2019/1150, che promuove equità e trasparenza per gli utenti commerciali dei servizi di intermediazione online, ovvero per i Marketplace.

L’obiettivo del Regolamento è quello di garantire appunto maggiore trasparenza nelle condizioni contrattuali applicate agli utenti commerciali sai dai Marketplace che dai motori di ricerca, in particolare principalmente attraverso l’utilizzo di un linguaggio semplice e comprensibile nella predisposizione delle clausole e una facile reperibilità da parte degli utenti dei documenti contrattuali in tutte le fasi del rapporto.

Il regolamento sopra citato contiene in realtà molte regole concernenti la predisposizione delle clausole contrattuali e a tal proposito fissa il contenuto minimo che dette disposizioni dovrebbero avere, impone poi, tra le altre cose, una procedura obbligatoria di reclamo interna alla piattaforma, ma anche obblighi di trasparenza relativi ai criteri di trattamento e accesso ai dati dei consumatori.

Al Regolamento UE n.2019/1150, si aggiungono poi le norme previste dalla Direttiva UE n.2019/2161 (meglio conosciuta come Direttiva Omnibus), volte ad ottenere una migliore applicazione e modernizzazione delle norme dell’Unione e relative anch’esse alla protezione dei consumatori.

Detta Direttiva, che ha trovato applicazione in tutti i Paesi dell’Unione Europea a partire dal 28 maggio 2022 e di cui si è già parlato più approfonditamente in un altro articolo interamente dedicato alla regolamentazione dei Marketplace online, introduce sanzioni più elevate per quelle violazioni concernenti i diritti dei consumatori, le pratiche commerciali sleali, l’indicazione dei prezzi e delle clausole abusive.

Se è vero quindi che in tema di Marketplace online abbiamo già una regolamentazione della materia, sebbene sia essa molto recente, la vera sfida, a proposito di realtà di questo tipo che si ipotizza prenderanno sempre più campo nel metaverso, sarà però quella di comprendere come identificare i responsabili all’interno di questa nuova realtà virtuale, sia in termini di identificazione personale, comprendendo chi si nasconde dietro gli avatar, sia a livello di enforcement.

E qui si ripropongono i medesimi quesiti che la giurisprudenza (perlopiù statunitense) sta già iniziando ad affrontare con riferimento alle violazioni della proprietà intellettuale nel metaverso, ovvero: chi sarà competente a livello territoriale per le violazioni che avvengono nel metaverso e a quale autorità di settore occorrerà fare riferimento in proposito.

Si ritiene che, come già successo con l’avvento di internet, la normazione della materia avverrà riprendendo le regole, le tutele ed i limiti già previsti nella vita reale riadattandoli a questo nuovo mondo virtuale.

Metaverso e orizzonti normativi

Non c’è dubbio quindi che lo sviluppo del metaverso avverrà contestualmente ad una rivoluzione normativa a livello europeo. A tal proposito infatti, lo scorso 15 dicembre 2020, la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di Regolamento per un mercato unico dei servizi digitali (legge sui servizi digitali), c.d. Digital Services Act (DSA). Questo atto è finalizzato ad una ulteriore armonizzazione degli obblighi posti in capo ai prestatori di servizi della società dell’informazione.

Le categorie di servizi interessati da detto regolamento sono piuttosto ampie, così come le tipologie di intermediari online che ricadono nel suo ambito di applicazione: dai fornitori di accesso alle reti di comunicazione, ai servizi di cloud e di hosting fino ad arrivare alle piattaforme online come i servizi di social media.

Gli obblighi, ai sensi del Digital Services Act, varierebbero a seconda di come un servizio è classificato, nonché della dimensione del prestatore dei servizi: le “piattaforme online di dimensioni molto grandi”, ossia con più di 45 milioni di utenti, dovrebbero essere soggette a più stringenti oneri di valutazione e controllo dei rischi derivanti dal funzionamento e dall’uso dei loro servizi.

Il testo dell’attuale formulazione della proposta di Regolamento prevede poi una serie di obblighi (nonchè di collaborazione) in capo ai prestatori di servizi con le autorità rispetto ai contenuti illegali e di implementazione di agevoli meccanismi di notifica e reclamo interni alle piattaforme.

Anche se potrebbero passare diversi anni prima che detti Regolamenti (tra i quali rammentiamo anche il Regolamento in materia di intelligenza artificiale) vengano adottati e siano poi resi effettivamente applicabili, le piattaforme di scambi commerciali online nel metaverso dovrebbero dotarsi, nel breve periodo, di una strategia utile a districarsi attraverso un quadro normativo già piuttosto complesso.

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