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Detrazione spese abbonamenti trasporto pubblico

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Tra le detrazioni fiscali che si possono ottenere presentando una dichiarazione dei redditi, vi sono anche quelle per l’abbonamento ai mezzi pubblici. Si tratta di una detrazione fiscale che si può richiedere sulle spese sostenute durante l’anno per il trasporto pubblico. Il beneficio consiste in una detrazione IRPEF del 19% sulla spesa sostenuta, e documentata, nel corso del 2022. Il tetto massimo di spesa per il quale si può usufruire della detrazione è di 250 euro. Pertanto, potrai al massimo recuperare 47,50 euro.

La detrazione spetta sia per i familiari fiscalmente a carico sia per il contribuente. Tuttavia se nella busta paga risulta la voce “rimborso spese trasporto” non si ha diritto alla detrazione perché la spesa non è stata effettivamente sostenuta.

Nel modello 730/2023 le spese devono essere indicate nel Quadro E, righi E8-E10 per “Spese sostenute per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale”. L’importo deve comprendere le spese indicate nella sezione “Oneri detraibili” (punti da 341 a 352) della Certificazione Unica con il codice onere 40.

Detrazione spese abbonamenti trasporto pubblico

E’ possibile beneficiare della detrazione fiscale al 19% per le spese sostenute per l’acquisto di abbonamenti di tutti i mezzi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, forniti da enti pubblici o privati affidatari del servizio pubblico.  Rientrano, pertanto, all’interno dell’ambito applicativo: gli abbonamenti ad autobus, metropolitane e treni.

Non sono detraibili i singoli biglietti per il trasporto pubblico.

L’agevolazione sarà garantita a tutti i contribuenti che presentano la spesa effettivamente sostenuta durante l’anno. Questa detrazione viene riconosciuta anche per le spese sostenute per eventuali familiari a carico, pensiamo al caso dei figli che utilizzino i mezzi pubblici per andare a scuola. Come ha chiarito l’Agenzia delle Entrate: “La detrazione del 19% delle spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale spetta su un importo complessivamente non superiore a 250 euro.”

Pertanto, il limite massimo di spesa si riferisce cumulativamente alle spese sostenute dal contribuente per l’abbonamento proprio e dei familiari a carico. inoltre, l’Agenzia ha chiarito anche che se per l’abbonamento di un figlio a carico la spesa è superiore al tetto di spesa massima, gli importi non possono essere portati in detrazione pro quota da ciascun genitore.

Quali spese non risultano detraibili?

Non possono beneficiare della detrazione:

  • I titoli di viaggio con una durata oraria, anche se superiore a quella giornaliera;
  • Carte di trasporto integrate, (carte turistiche che oltre all’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici permettono di beneficiare dell’ingresso a musei).

Chi può richiederla?

L’agevolazione fiscale sul pagamento degli abbonamenti per i mezzi pubblici può essere richiesta da parte dei contribuenti che procedono con la dichiarazione dei redditi, che è un obbligo di legge, che hanno sostenuto spese per il trasporto pubblico.

Per ottenere questo rimborso IRPEF è possibile presentare tutte le spese sostenute l’anno precedente per questi particolari servizi: acquisto di abbonamenti a bus e pullman, abbonamenti per viaggi in metro o per il treno, anche per le spese sostenute per i familiari che risultano a carico fiscale.

Possono essere richieste le detrazioni per tutti gli abbonamenti acquistati nel 2022, quindi non ancora per quelli dell’anno in corso. Si può trattare di abbonamenti annuali, mensili o anche settimanali, intestati al contribuente che presenta la dichiarazione dei redditi o per un familiare a carico.

Non è possibile tuttavia chiedere la detrazione IRPEF per le spese che riguardano biglietti con durata oraria, ovvero non è possibile chiedere il rimborso per i biglietti singoli, acquistati per un’unica corsa. Sono ammesse infatti solamente le spese per gli abbonamenti.

Lo stesso vale per le carte di trasporto collegate a particolari servizi turistici: non è possibile per ticket che includono anche visite a musei o luoghi turistici, o spettacoli specifici.

Secondo quanto indicato dall’Agenzia delle Entrate, sono ammesse le spese per il servizio di trasporto pubblico, ma anche per il trasporto privato, se questo prevede una concessione dal pubblico. L’ambito di applicazione è locale, regionale e interregionale. Sono escluse invece le spese sostenute per conto dell’azienda per cui si lavora, che sono rimborsate dai datori di lavoro.

A quanto ammonta?

La detrazione al 19%, sulle spese sostenute, per gli abbonamenti al trasporto pubblico, sia direttamente dal contribuente, sia quelle dei familiari fiscalmente a carico. L’importo massimo di 250 euro di spesa riguarda il singolo contribuente e il singolo abbonamento. Pertanto, potrai al massimo recuperare 47,50 euro.

L’Agenzia delle Entrate nella Circolare 13/E/2019, ha chiarito che, il limite, deve essere riferito alle spese sostenute, sia dal contribuente per l’abbonamento proprio, sia dai familiari a carico. Anche, nel caso in cui, il costo dell’abbonamento sia suddiviso tra più soggetti, l’importo massimo di spesa, non può superare 250 euro.

Documentazione

Al fine di beneficiare di questa detrazione, dovranno essere conservati il titolo di viaggio e la documentazione relativa al pagamento.

Il titolo di viaggio dovrà riportare:

  • Periodo di validità;
  • Importo della spesa;
  • Data di sostenimento;
  • Soggetto intestatario. Nel caso in cui il documento non sia nominativo, dovrà essere presente documento di spesa, come la ricevuta di pagamento, dal quale risulti un nominativo.

Nel caso in cui la ricevuta di pagamento sia intestata ad un familiare a carico, deve essere prodotta una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà con l’indicazione del soggetto che ha sostenuto la spesa.

Pagamento tracciabile

Per poter accedere alle detrazioni è necessario che le spese sostenute per l’abbonamento, o gli abbonamenti, siano state pagate tramite mezzi tracciabili. Sono quindi ammesse in detrazione unicamente le spese sostenute tramite bancomat, bonifico, carte di credito, metodi di pagamento digitali tracciabili.

Anche per questo tipo di costi, come accade già per diverse detrazioni, non è più ammesso il pagamento in contanti. Si tratta di una delle misure prese recentemente dallo stato per contribuire alla lotta all’evasione fiscale, e alla riduzione del denaro in contante.

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