Con l’ultima conferenza stampa ufficiale di Mario Draghi, il Decreto Sostegni bis è stato approvato, come nuovo decreto “imprese, lavoro, giovani, sanità, territorio e servizi territoriali”, secondo le parole di Mario Draghi. Durante la conferenza stampa, ha annunciato che il Decreto Sostegni bis promuove la ripresa economica del paese:

«diverso dal passato perché guarda al futuro e al Paese che si riapre ma al tempo stesso non lascia indietro nessuno. Assiste e aiuta»

L’Italia si trova ancora in una situazione di crisi economica e recessione, e anche la riforma fiscale sarà al centro delle prossime misure. Vediamo quali saranno le principali misure prese dal Decreto Sostegni bis per far fronte alla situazione di crisi economica e per il rilancio del paese, alla luce anche del Recovery Plan approvato dall’Europa.


40 miliardi di euro per il Decreto Sostegni bis

Per il nuovo Decreto Sostegni sono stanziati 40 miliardi di euro, da ripartire nelle diverse aree di intervento. Nei prossimi giorni inizieranno gli interventi mirati per mettere in pratica quelli che erano i punti principali della bozza del testo:

  • • sostegno alle imprese, all’economia e abbattimento dei costi fissi;
  • • misure per l’accesso al credito e la liquidità delle imprese;
  • • misure per la tutela della salute, la sicurezza, le politiche sociali e gli enti territoriali;
  • • disposizioni finali.

Queste sono le parti di cui si articola il Decreto Sostegni bis, la seconda ondata di interventi che hanno l’obiettivo di sanare la situazione del paese successivamente alle problematiche economiche e di natura sanitaria in cui l’Italia incorre da mesi.
Sono stanziati 40 miliardi di euro che arriveranno sottoforma sia di nuovi incentivi per le assunzioni delle fasce di popolazione più colpite dalla crisi, sia di nuovi aiuti alle famiglie e alle imprese.

Secondo la stima, 11,1 miliardi di euro vengono destinati alle imprese, e collateralmente verranno a poco a poco applicate nuove misure per tutelare i lavoratori subordinati e con partita Iva.

Decreto Sostegni bis: nuovi aiuti ai lavoratori stagionali

Ai lavoratori stagionali, fascia di popolazione più colpita dal calo di fatturato seguito dallo scoppio della pandemia, verrà erogato un nuovo bonus una tantum, molto simile a quello di 2.400 euro che aveva coinvolto i lavoratori negli scorsi mesi.

Si tratta di un bonus da 1.600 euro che verrà erogato ai lavoratori stagionali, del mondo del turismo, e ai lavoratori dello spettacolo. Inclusi anche i lavoratori del mondo dello sport. Ricordiamo che oltre al turismo, si sono dovuti fermare per mesi anche i cinema e i teatri, e i circhi, a cui viene sospesa la tassa TOSAP per il suolo pubblico.

Il Decreto Sostegni bis tiene conto sia dei lavoratori stagionali che del settore della cultura nel suo insieme, stanziando nuovi fondi per il settore, per i musei e le iniziative dello spettacolo. Il bonus stagionali questa volta scende, perché anziché parlare di 2.400 euro come in precedenza, ammonterà a 1.600 euro.

Un bonus una tantum però verrà riconosciuto anche ai lavoratori agricoli, che dal 2020 sono stati in molti casi esclusi dalle misure del governo. Il turismo e lo spettacolo ripartiranno presto, complici anche le riaperture che saranno scaglionate nei mesi estivi, e i settori potranno vedere una ripresa dopo mesi di fermo.

Blocco licenziamenti prorogato fino ad agosto

Una novità dell’ultimo momento inclusa nel Decreto Sostegni bis riguarda il blocco licenziamenti. La misura, secondo il decreto precedente, doveva terminare a giugno, o a ottobre nel caso in cui le aziende utilizzino ammortizzatori per i propri dipendenti.

Il blocco licenziamenti è stato però prorogato ancora di due mesi, fino al termine di agosto, per permettere ai lavoratori di vedere tutelato ancora il posto di lavoro. Non sappiamo se la misura sarà ulteriormente prorogata, ma lo stop definitivo del blocco licenziamenti è comunque alle porte.

Per quanto riguarda invece la cassa integrazione, le aziende che hanno perso almeno la metà del fatturato rispetto al 2019, possono chiedere l’applicazione della misura straordinaria fino a 26 settimane. In concomitanza con la mini proroga del blocco licenziamenti, viene varata una misura per il lavoro che riguarda anche la NASPI, l’indennità di disoccupazione.

La NASPI con il Decreto Sostegni bis non verrà più ridotta progressivamente nei mesi successivi alla richiesta, e i cittadini che hanno perso il lavoro involontariamente potranno continuare a riceverla.

Decreto Sostegni bis: contratto di espansione

Il Decreto Sostegni bis tiene conto anche del contratto di espansione: si tratta di un particolare contratto che, se svolto in accordo tra lavoratore e datore di lavoro, permette di accedere ad un sostegno mensile che corrisponde alla pensione. Questo a patto che i lavoratori siano a minimo 60 mesi di distanza di tempo dal termine del periodo di lavoro utile per accedere alla pensione di vecchiaia.

Questo significa che per poter accedere al contratto di espansione, il lavoratore deve aver versato i contributi minimi necessari ad accedere alla pensione. Questo particolare contratto si riferisce ad aziende di grandi dimensioni, ed è stato proposto per agevolare il ricambio generazionale nelle grandi aziende.

Questa particolare eventualità è possibile nel momento in cui l’azienda prevede e dichiara quali sono le nuove assunzioni, con programmazione e durata dei contratti, e presuppone un accordo con i sindacati aziendali. Con il Decreto Sostegni bis questa misura è accessibile in modo allargato alle imprese che hanno più di 100 lavoratori dipendenti.

Decreto Sostegni bis: contratto di rioccupazione

In contratto di rioccupazione previsto dal Decreto Sostegni bis è un aiuto in più per favorire l’assunzione di lavoratori in modo indeterminato. Questo particolare contratto prevede uno sgravio contributivo del 100% per le imprese sul lavoratore assunto, purché poi si intenda confermare il contratto indeterminato dopo il termine dei sei mesi di contratto di rioccupazione.

Per favorire la creazione di nuovi posti di lavoro stabili nel tempo, il Decreto Sostegni bis prevede che le aziende che non assumono i dipendenti successivamente a questo particolare accordo, dovranno restituire i contributi che non sono stati versati.

Il contratto di rioccupazione prevede un iter formativo volto a formare il dipendente e renderlo poi necessario all’azienda tramite inserimento successivo con contratto indeterminato. In particolare l’obiettivo di questa misura è la rioccupazione di chi si trova al momento senza lavoro, o chi lo ha perso involontariamente a causa della situazione di crisi.

Decreto Sostegni bis: contratto di solidarietà

Il contratto di solidarietà riguarda in particolare la cassa integrazione. Questo tipo di contratto già esiste, ed è volto a ridurre l’attività dei lavoratori ponendoli in cassa integrazione guadagni straordinaria in deroga. La misura è applicabile nelle situazioni in cui l’impresa ha perso almeno il 50% del fatturato rispetto al 2019.

Con il Decreto Sostegni bis, il lavoratore potrà ricevere la cassa integrazione, per il 70%, anche sulle ore non lavorate, per 26 settimane. Questo purché non si riduca il lavoro del dipendente di oltre l’80%.

Il contratto di solidarietà, come le altre misure prese per il lavoro, tutela i posti di lavoro dalla crisi, alleggerendo in parte gli oneri delle imprese, e garantendo ai lavoratori di non perdere il proprio posto di lavoro a causa della recessione.

Nuovi aiuti a famiglie e cittadini

Per le famiglie e per i cittadini vengono stanziati nuovi fondi con lo scopo di distribuirli alle diverse fasce di popolazione che li richiedono, in particolare vengono confermati alcuni sussidi già esistenti e aggiunti nuovi aiuti:

  • Reddito di Emergenza: vengono stanziati fondi per altri 4 mesi di erogazione del reddito di emergenza, da richiedere entro la fine di luglio 2021;
  • Bonus 1.600 euro per i lavoratori del turismo e dello spettacolo, e per i lavoratori stagionali;
  • Bonus specifici per il mondo dello sport, che possono arrivare a 1.600 euro;
  • • Nuovi contributi a fondo perduto per imprese e Partite Iva;
  • • Nuovo fondo da 100 milioni per le attività chiuse;
  • • Misure di riduzione dei costi fissi per le imprese;
  • • Nuovi fondi per i comuni per il pagamento della tassa relativa ai rifiuti, la TARI;
  • • Indennità specifiche, 2 miliardi, per l’agricoltura.

I cittadini potranno presentare nuovamente domanda per accedere a questi bonus, alcuni verranno erogati in modo automatico come seconda fase delle erogazioni già ricevute.

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