Come fortemente desiderato dalla stessa Premier Meloni, il Decreto Lavoro è stato approvato dal Consiglio dei ministri, proprio il 1° maggio, data simbolo della Festa dei Lavoratori.
Sono tante le misure adottate: dall’Assegno di Inclusione che sostituirà il Reddito di Cittadinanza ai bonus a favore delle assunzioni under 30, dal taglio del cuneo fiscale all’introduzione di nuove causali per i contratti a termine. Non mancano i cambiamenti anche in materia di fringe benefit.
Scopriamo insieme le principali novità introdotte dal Decreto Lavoro.
Indice degli Argomenti
- Decreto Lavoro 2023, il ruolo cruciale della sicurezza
- Addio al Reddito di Cittadinanza, debutto dell’Assegno di Inclusione
- Assegno di Inclusione, strumenti di attivazione al lavoro per gli occupabili
- Decreto Lavoro 2023, taglio del cuneo fiscale
- Contratti a termine, cambiano le causali
- Fringe benefit, l’esenzione fiscale sale a 3.000 €
- Decreto Lavoro 2023, bonus assunzione per giovani NEET
Decreto Lavoro 2023, il ruolo cruciale della sicurezza
Il Decreto Lavoro 2023 introduce interventi urgenti allo scopo di consolidare le regole di sicurezza sul lavoro e di tutela contro gli infortuni e i controlli ispettivi presso le aziende. In particolare, le misure introdotte intendono rafforzare in seguenti tre elementi:
- obbligo per i datori di lavoro di nomina del medico competente se richiesto dalla valutazione dei rischi;
- estensione ai lavoratori autonomi di alcune misure di tutela previste nei cantieri;
- obbligo di formazione specifica in capo al datore di lavoro nel caso di utilizzo di attrezzature di lavoro per attività professionali e conseguenti sanzioni in caso di inosservanza.
Inoltre, il decreto istituisce il Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative.
Addio al Reddito di Cittadinanza, debutto dell’Assegno di Inclusione
Le novità principali del Decreto Lavoro 2023 ruotano intorno ai nuovi strumenti, che andranno a sostituire, entro fine anno, il Reddito di cittadinanza. Nello specifico, il Reddito di cittadinanza si sdoppia: da una parte, l’Assegno di Inclusione e dall’altra parte, gli strumenti di attivazione al lavoro per i cosiddetti occupabili.
L’introduzione dell’Assegno di Inclusione è prevista dal 1° gennaio 2024 e andrà a sostituire il Reddito di cittadinanza, a supporto delle famiglie in povertà assoluta.
La misura rivolge alle famiglie in cui sono presenti disabili, minori o over-60 e rispettano i seguenti requisiti:
- essere residente in Italia da almeno cinque anni;
- avere un Isee non superiore a 9.360 €;
- iscrizione al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa, il cosiddetto Siisl.
L’importo dell’Assegno di Inclusione potrà arrivare a 500 € al mese. È inoltre previsto un aumento a 630 € mensili in caso di nuclei familiari composti da over 67 o disabili gravi, più l’eventuale parte destinata a coprire le spese per l’affitto di 280 € al mese.
La durata dell’Assegno di inclusione è di 18 mesi, con la possibilità di essere rinnovato, dopo un fermo di un mese, per ulteriori 12 mesi.
Assegno di Inclusione, strumenti di attivazione al lavoro per gli occupabili
Il Decreto Lavoro 2023 prevede misure specifiche di accompagnamento al lavoro e politiche attive per le persone occupabili, ovvero tutti i maggiorenni, con età inferiore a 60 anni, che non siano già occupati e che non frequentino un regolare corso di studi. Per gli occupabili lo strumento di attivazione al lavoro partirà dal 1° settembre 2023. Il beneficio prevede un assegno di 350 € al mese, per un massimo di 12 mesi e non rinnovabile.
Tali soggetti devono garantire di voler rientrare nel mercato del lavoro mediante strumenti di attivazione al lavoro e riqualificazione professionale. Diventa quindi vincolante la partecipazione a corsi di formazione, qualificazione professionale o progetti utili alla collettività, pena la perdita dell’assegno.
Inoltre, si conferma la perdita del beneficio nel caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale, con le seguenti caratteristiche:
- a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale;
- a tempo determinato, anche in somministrazione, se il luogo di lavoro non dista oltre 80 km dal domicilio.
Assegno di Inclusione, gli incentivi in caso di assunzione
Le aziende che assumeranno i beneficiari dell’Assegno di inclusione avranno accesso ai seguenti sgravi:
- per i primi 12 mesi è previsto l’esonero del 100% dei contributi previdenziali, nel limite di 8.000 € annui, in caso di assunzione a tempo indeterminato o di apprendistato;
- l’incentivo è dimezzato in caso di assunzione a tempo determinato o stagionale.
Decreto Lavoro 2023, taglio del cuneo fiscale
Il Decreto Lavoro mira a ridurre il cuneo fiscale per la parte contributiva nei confronti dei lavoratori dipendenti. Nello specifico, si prevede un taglio delle tasse sul lavoro, dal 1° luglio 2023 al 31 dicembre 2023, nelle seguenti modalità:
- 6 punti per i redditi fino a 35.000 €;
- 7 punti per i redditi fino a 25.000 €.
Non sono previsti ulteriori effetti sula tredicesima e il governo stima un aumento in busta paga, tra luglio e dicembre, di 100€ medi mensili.
Contratti a termine, cambiano le causali
Il Decreto Lavoro introduce novità rilevanti per quanto riguarda i contratti a tempo determinato e individua le nuove casuali, che legittimano il ricorso al lavoro a termine. Difatti, i contratti potranno avere durata superiore ai 12 mesi ma non potranno superare i 24 mesi.
Con la nuova riforma si conferma la possibilità di stipulare liberamente i contratti di lavoro a tempo determinato per i primi 12 mesi. In seguito, scattano le nuove casuali, che vanno a sostituire quelle previste dal Decreto Dignità e permettono di prolungare con maggiore flessibilità i contratti da 12 a 24 mesi, comprese le proroghe e i rinnovi. Le nuove casuali sono le seguenti:
• specifiche esigenze previste dai contratti collettivi;
• specifiche esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti in assenza della previsione della contrattazione collettiva;
• esigenze di sostituzione di altri lavoratori.
Fringe benefit, l’esenzione fiscale sale a 3.000 €
I fringe benefit, ovvero i bonus aziendali non tassati, sono disciplinati dal nuovo Decreto Lavoro, che introduce una grande novità con l’aumento a 3.000 € della soglia di esenzione fiscale. Il tetto dei fringe benefit detassati raggiunge i 3.000 €, esclusivamente per i lavoratori dipendenti con figli a carico.
Solo per il 2023, è previsto che non concorrono a formare il reddito il valore dei fringe benefit ceduti ai lavoratori dipendenti con figli a carico e le somme per il pagamento delle utenze, erogate o rimborsate dai datori di lavoro.
Per approfondire: “Soglia fringe benefit a 3.000 euro per chi ha figli“.
Decreto Lavoro 2023, bonus assunzione per giovani NEET
Il Decreto Lavoro 2023 prevede dei bonus a favore delle aziende che andranno ad assumere under 30, dal 1° giugno e il 31 dicembre, allo scopo di promuovere l’occupazione giovanile.
I giovani lavoratori, al momento dell’assunzione, devono rientrare nelle seguenti categorie:
- avere meno di 30 anni d’età;
- essere NEET, ovvero non lavorare e non essere inseriti in corsi di studio o di formazione;
- essere registrati al Programma Operativo Nazionale Iniziativa Occupazione Giovani.
Le aziende, che intendono avvalersi di questo bonus, devono procedere con la domanda. L’incentivo è concesso per un massimo 12 mesi e il valore è pari al 60 % della retribuzione mensile lorda imponibile ai fini previdenziali.