Contributi volontari INPS 2025: requisiti e importi

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Il lavoratore che ha cessato o interrotto l’attività lavorativa può accedere al versamento volontario dei contributi per perfezionare i requisiti di assicurazione e di contribuzione al fine di raggiungere il diritto alla pensione e incrementare l’importo del trattamento pensionistico, se sono già stati perfezionati i requisiti contributivi richiesti.

L’interruzione o la cessazione dell’attività lavorativa non deve necessariamente comportare un vuoto contributivo che comprometta il diritto alla pensione. Il legislatore ha previsto un meccanismo di prosecuzione volontaria della contribuzione previdenziale che consente ai lavoratori di mantenere attiva la propria posizione assicurativa presso l’INPS anche in assenza di un rapporto di lavoro attivo.

La contribuzione volontaria, disciplinata principalmente dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 184, si configura come una facoltà riconosciuta ai lavoratori che abbiano maturato specifici requisiti contributivi e che si trovino in situazioni di interruzione dell’attività lavorativa. Attraverso questo strumento è possibile non solo perfezionare i requisiti minimi per l’accesso alla pensione, ma anche incrementare l’importo del futuro trattamento pensionistico.

Contributi volontari: che cosa sono?

I contributi volontari sono versamenti effettuati all’INPS da parte di chi, pur non essendo obbligato, desidera garantirsi una copertura previdenziale. Questi contributi permettono di colmare eventuali lacune previdenziali o di raggiungere i requisiti necessari per la pensione (accedere a determinate misure pensionistiche). Ogni tipologia di pensione infatti prevede alcuni criteri per l’accesso, tra cui gli anni lavorati, i contributi versati e l’età anagrafica.

In alcuni casi quando il lavoratore si trova in stato di disoccupazione, non riesce autonomamente a raggiungere la quota di contribuzione prevista per poter accedere alla pensione. In questi casi è possibile scegliere di erogare i versamenti previdenziali volontari per assicurarsi un corretto accesso alla pensione nonostante l’interruzione del lavoro. Come spiega la comunicazione INPS a riguardo, questo tipo di versamenti possono essere necessari per alcuni tipi di situazioni, per diverse misure di pensionamento:

I contributi volontari sono utili per il perfezionamento del diritto e per la determinazione di tutte le pensioni dirette (vecchiaia, anzianità, assegno ordinario di invalidità e inabilità) e indirette (superstiti e reversibilità)

Scegliere di versare i contributi volontari può essere utile al perfezionamento dei requisiti per poter accedere alla pensione, oppure a misure di prepensionamento specifiche.

Leggi anche: Inps e partita Iva: guida al versamento dei contributi.

Lavoratori che possono utilizzarli

Possono versare i contributi volontari:

  • Chi ha già versato oneri obbligatori, anche se per brevi periodi;
  • Chi non svolge un’attività lavorativa soggetta a contribuzione obbligatoria;
  • Chi non è iscritto ad altre forme obbligatorie di previdenza, sia in Italia che all’estero.

La peculiarità è che tali versamenti volontari possono essere effettuati, come spiega l’INPS, quando i lavoratori hanno cessato la propria attività lavorativa:

possono accedere ai versamenti dei contributi volontari i lavoratori che abbiano cessato o interrotto l’attività lavorativa e possono essere ammessi anche i lavoratori iscritti alla gestione separata

I contributi volontari possono essere versati con autorizzazione dell’INPS a copertura di determinati periodi in cui il soggetto non sta di fatto lavorando. In questi periodi il cittadino non deve svolgere attività lavorativa, né di tipo autonomo né come dipendente subordinato.

L’unica eccezione riguarda i contratti part-time: nel caso di lavoro part-time orizzontale o verticale, è comunque possibile procedere al versamento di previdenza volontaria. Può anche accadere che il soggetto chieda periodi di aspettativa, non retribuita, e può procedere alla copertura del periodo tramite versamenti volontari.

Per chiedere i contributi volontari INPS pur lavorando, risulta necessario far parte di queste categorie di lavoratori:

  • Lavoratori dipendenti o autonomi non iscritti a INPS o altri enti previdenziali;
  • Lavoratori parasubordinati non iscritti a gestione separata, o altre forme di previdenza;
  • Lavoratori autonomi non iscritti alla cassa di previdenza;
  • Lavoratori di fondi speciali di previdenza non iscritti.

Risulta quindi strettamente necessario aver sospeso il proprio lavoro, e i versamenti possono anche essere interrotti e ripresi successivamente.

Casistiche di utilizzo

I contributi volontari possono essere versati, come abbiamo visto prima, per poter accedere secondo requisiti alla misura di pensionamento nel caso di sospensione del lavoro. Tuttavia è possibile che il soggetto che versa contributi volontari stia comunque continuando a lavorare, in specifici casi:

  • Per sospensione del lavoro causata per esempio da un’aspettativa;
  • Nel caso di sospensione del lavoro per congedi di diversa natura: per formazione, per motivi familiari, malattia o sciopero;
  • Nel caso di lavori con contratto part time;
  • Nel caso di particolari lavori di tipo agricolo.

Tuttavia per poter accedere all’autorizzazione il soggetto oltre a far parte di uno dei casi visti sopra, deve aver versato almeno cinque anni di contributi. Per effettuare i versamenti, è possibile accedere all’area dedicata sul sito ufficiale dell’ente previdenziale INPS, e ci sono delle precise scadenze da rispettare per i versamenti.

Nel caso di versamento previdenziali per un periodo che risulta arretrato, la scadenza è fissata al trimestre successivo all’accoglimento della domanda. Nel caso di periodi in corso, il versamento è da compiere entro il trimestre successivo a quello per cui si versano i contributi. Per i lavoratori dipendenti si tratta di un importo settimanale, mentre per i lavoratori autonomi l‘importo è da versare mensilmente.

Condizioni di accesso

La prima condizione richiesta dall’INPS, per il versamento dei contributi previdenziali volontari, è la cessazione o interruzione del rapporto di lavoro dipendente. Il lavoratore, tuttavia, può farne richiesta anche se il rapporto di lavoro non è cessato, ma esclusivamente per i lavoratori con contratto part-time (se effettuati a copertura od ad integrazione dei periodi di attività lavorativa svolta a orario ridotto) o per integrazione dei versamenti per attività lavorativa svolta nel settore agricolo.

Devono essere, inoltre, verificati dei requisiti di contribuzione minima. L’INPS, infatti, richiede che il lavoratore, al momento della richiesta, abbia maturato:

  • Almeno 5 anni di contributi (260 settimanali ovvero 60 mensili) indipendentemente dalla collocazione temporale dei versamenti;
  • Almeno 3 anni di contribuzione nei 5 anni che precedono la data di presentazione della domanda.

Il rispetto di questi requisiti minimi contributivi, quindi, comporta il fatto che non tutti i lavoratori possono effettuare versamenti volontari all’INPS. Una volta verificati i requisiti minimi di accesso è interessante individuare come vengono determinate le aliquote di contribuzione. Il meccanismo di calcolo varia per le diverse categorie di lavoratori, nel modo seguente:

  • Lavoratori dipendenti: l’importo del contributo dovuto è settimanale e viene calcolato sulla base delle ultime 52 settimane di contribuzione obbligatoria anche se non collocate temporalmente nell’anno immediatamente precedente la data di presentazione della domanda;
  • Lavoratori autonomi (artigiani e commercianti): l’importo del contributo dovuto è mensile e viene determinato sulla media dei redditi da impresa denunciati ai fini Irpef negli ultimi 36 mesi di contribuzione precedenti la data della domanda;
  • Coltivatori diretti: l’importo del contributo è settimanale e viene determinato sulla base della media dei redditi degli ultimi tre anni di lavoro. Non può comunque essere inferiore a quello previsto per i lavoratori dipendenti.

Gli importi dei contributi volontari per il 2025

La Circolare INPS n. 58 del 14 marzo 2025 ha definito i parametri contributivi per l’anno in corso, recependo la variazione ISTAT dell’indice dei prezzi al consumo pari al +0,8%. Per i lavoratori dipendenti non agricoli, la retribuzione minima settimanale su cui calcolare il contributo volontario è fissata in 241,36 euro, mentre il massimale di cui all’articolo 2, comma 18, della legge n. 335/1995 raggiunge 120.607,00 euro annui.

L’aliquota contributiva per i lavoratori dipendenti autorizzati dopo il 31 dicembre 1995 si attesta al 33%, mentre per coloro che hanno ottenuto l’autorizzazione entro tale data l’aliquota IVS rimane al 27,87%. Per i lavoratori autonomi, artigiani e commercianti, le aliquote sono rispettivamente del 24% e del 24,48%.

Un aspetto tecnico spesso sottovalutato riguarda il calcolo dell’importo contributivo per i lavoratori dipendenti, che viene determinato sulla base delle ultime 52 settimane di contribuzione obbligatoria, anche se non consecutive o collocate nell’anno precedente la domanda. Per gli autonomi, invece, il calcolo si basa sulla media dei redditi dichiarati ai fini IRPEF negli ultimi 36 mesi di contribuzione.

La base imponibile

Queste aliquote si applicano su basi imponibili determinate secondo criteri differenti a seconda della categoria di lavoratore.

Per i lavoratori dipendenti, la base imponibile è costituita dalla retribuzione media settimanale delle ultime 52 settimane di contribuzione obbligatoria (anche non consecutive), con il vincolo che non può essere inferiore al minimale settimanale di 241,36 euro per il 2025 né superiore al massimale annuo di 120.607,00 euro. Se la retribuzione media risulta inferiore al minimale, si applica comunque quest’ultimo; se supera il massimale rapportato al periodo, si applica il tetto.

Per artigiani e commercianti, la situazione è più articolata. Il contributo si determina applicando le rispettive aliquote (24% e 24,48%) al reddito medio di ciascuna delle otto classi di reddito previste dalla legge n. 233/1990. La classe di appartenenza viene individuata sulla base del reddito medio dei 36 mesi precedenti la domanda. Ad esempio, per la prima classe (reddito fino a 18.555 euro), l’artigiano verserà mensilmente 371,10 euro (18.555 x 24% / 12), mentre il commerciante 378,53 euro (18.555 x 24,48% / 12).

Per la gestione separata, l’aliquota (25% per professionisti, 33% per collaboratori) si applica ai compensi medi dell’anno precedente la domanda, con un minimale di 18.555 euro annui. Questo significa che anche chi ha percepito compensi inferiori dovrà versare contributi calcolati sul minimale.

Le specificità della gestione separata INPS

I lavoratori iscritti alla Gestione Separata seguono regole particolari per la determinazione del contributo volontario. Secondo quanto stabilito dall’articolo 7 del decreto legislativo n. 184/1997, l’importo deve essere calcolato applicando all’importo medio dei compensi percepiti nell’anno precedente la domanda l’aliquota IVS vigente per i soggetti privi di altra tutela previdenziale.

Per il 2025, le aliquote sono pari al 25% per i professionisti e al 33% per i collaboratori e figure assimilate. Il minimale contributivo è fissato in 18.555,00 euro annui, determinando un importo minimo annuo di 4.638,84 euro per i professionisti (386,57 euro mensili) e 6.123,24 euro per gli altri iscritti (510,27 euro mensili).

I fondi speciali e particolarità

I lavoratori iscritti ai fondi speciali (Fondo Volo, Fondo Ferrovie dello Stato, Fondo Istituto Postelegrafonici) sono soggetti a regimi contributivi differenziati. Per il Fondo Volo, le aliquote variano dal 37,70% al 40,82% in base all’anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995 e all’adesione ai fondi complementari.

Il Fondo Ferrovie dello Stato mantiene l’aliquota del 33%, mentre per l’ex IPOST l’aliquota si conferma al 32,65%. Queste specificità derivano dalle particolari normative di settore e richiedono un’attenta verifica della posizione contributiva individuale per la corretta applicazione dell’aliquota.

I lavoratori con contratto di lavoro estero

Una questione di crescente attualità riguarda la possibilità per i lavoratori che cessano l’attività in Italia per accettare un impiego all’estero di continuare ad accumulare contributi con versamenti volontari. La risposta è affermativa, purché sussistano i requisiti contributivi minimi precedentemente illustrati e sia effettivamente cessato il rapporto di lavoro in Italia.

La circostanza che il lavoratore svolga attività lavorativa all’estero non preclude l’accesso alla contribuzione volontaria in Italia, a condizione che non sussista obbligo assicurativo presso l’INPS per la nuova attività. Questo principio trova fondamento nell’articolo 1 del decreto legislativo n. 184/1997, che subordina l’autorizzazione alla cessazione dell’obbligo assicurativo e non alla cessazione dell’attività lavorativa in senso assoluto.

Tuttavia, è necessario prestare attenzione ai rapporti di lavoro che potrebbero essere soggetti alla legislazione italiana in base ai Regolamenti comunitari di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale o alle convenzioni bilaterali stipulate dall’Italia. In presenza di distacco temporaneo all’estero o di attività svolta per datori di lavoro italiani, potrebbe permanere l’obbligo contributivo in Italia, precludendo l’accesso alla contribuzione volontaria.

La prassi amministrativa dell’INPS, consolidatasi attraverso numerosi interpelli, richiede una valutazione caso per caso della sussistenza dell’obbligo assicurativo, tenendo conto della durata del rapporto di lavoro estero, della natura del datore di lavoro e dell’eventuale applicabilità degli strumenti di coordinamento internazionale.

Come avviene il versamento

I contributi volontari possono essere versati accedendo al servizio “versamenti volontari” del Portale dei pagamenti INPS, con una delle seguenti modalità:

  • Online, tramite la modalità “Pagamento online PagoPA ”, che permette di effettuare il pagamento utilizzando la carta di credito/debito, conto corrente oppure altri metodi di pagamento innovativi disponibili sul sistema PagoPA ;
  • Avviso di pagamento PagoPA , che permette di effettuare il pagamento presso tutti i Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP) aderenti al circuito PagoPA .

La lista dei canali di pagamento è disponibile sul sito internet del sistema PagoPA all’indirizzo pagopa .gov.it. Tramite il servizio online è possibile anche visualizzare e stampare le ricevute dei pagamenti già effettuati online o con MAV tramite il sistema PagoPA oppure tramite il circuito “Reti Amiche” (Lottomatica).

È possibile effettuare versamenti per periodi inferiori al trimestre utilizzando la funzione “fraziona”, presente nel servizio “versamenti volontari” del Portale dei pagamenti. Effettuata la modifica, è possibile visualizzare, stampare e pagare l’avviso di pagamento PagoPA con l’importo aggiornato.

Il versamento per i periodi arretrati (compresi tra la data di decorrenza dell’autorizzazione e il trimestre precedente a quello relativo al primo modello di pagamento prestampato) deve essere eseguito entro il trimestre solare successivo a quello di ricezione del provvedimento di accoglimento della domanda.

Il versamento per i periodi correnti (quattro trimestri ogni anno) deve essere effettuato entro il trimestre solare successivo a quello di riferimento. Ad esempio, per coprire il primo trimestre (gennaio-febbraio-marzo) il versamento deve essere effettuato entro il 30 giugno.

I contributi volontari a copertura dei periodi scoperti di contribuzione che si collocano nel semestre antecedente la data di decorrenza dell’autorizzazione devono essere versati con le stesse modalità previste per il versamento degli arretrati e insieme agli stessi. I versamenti effettuati oltre i termini di scadenza sono nulli e rimborsabili.

Versamenti volontari INPS dopo la pensione

Ci si chiede nel dettaglio se è possibile continuare a versare i contributi volontari pur recependo pensione. La risposta su questo punto è negativa: risulta impossibile versare oneri previdenziali volontari una volta che l’accesso alla pensione è già stato confermato. Questo quesito in particolare deriva da alcune forme pensionistiche, come Opzione Donna, che per molte lavoratrici risulta insufficiente per coprire i bisogni economici una volta ottenuta la pensione. A questo proposito ci si chiede se sia possibile integrare la pensione con il versamento di contributi volontari.

Anche in questo caso non risulta possibile, perché in concomitanza con la pensione viene negata la possibilità di versare nuovi contributi sulla stessa. Questo però non vieta che il soggetto continui a lavorare, in modo autonomo o dipendente.

Viene contemplata la possibilità di continuare a lavorare anche nel caso siano stati raggiunti i criteri per accedere alla pensione, e quando questa viene regolarmente ricevuta ogni mese. Ci sono comunque dei limiti da rispettare nel caso si voglia continuare a lavorare pur ricevendo pensione, e questi variano in base alla tipologia di pensione. Ricordiamo che esistono diverse misure di pensionamento e prepensionamento: Opzione Donna, Ape Sociale, Pensione di vecchiaia, o pensione anticipata.

Valutazioni di convenienza

L’obiettivo dei contributi volontari INPS è quello di evitare al lavoratore (dipendente o autonomo) di avere annualità scoperte sul lato contributivo, che in età di pensionamento possono comportare ritardi sul raggiungimento dei requisiti minimi per arrivare alla pensione. Questo significa, di fatto, che non ci può essere risposta oggettiva sulla convenienza o meno ad integrare la propria posizione previdenziale con dei versamenti volontari. Ogni situazione, infatti, deve essere analizzata nel dettaglio per individuare la convenienza o meno a questo tipo di versamenti previdenziali.

Ad esempio, nel caso in cui un lavoratore abbia già maturato un considerevole numero di annualità contributive ma non abbia più la possibilità di lavorare (per qualsiasi motivo), può avere senso accedere ai contributi volontari INPS, al fine di perfezionare l’accesso ai requisiti pensionistici minimi. La stessa cosa può riguarda il caso di un lavoratore autonomo che per una annualità (per qualsiasi motivo) non è riuscito a raggiungere un reddito tale da versare contributi per il raggiungimento di una annualità previdenziale (mi riferisco ai professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS).

Versamenti tabellari e non su reddito attuale

Detto questo, tuttavia, occorre tenere in considerazione anche che la contribuzione volontaria, molto spesso, non è ottimale. Prima di tutto perché non tutte le categorie di lavoratori (come abbiamo visto) possono accedervi. In secondo luogo occorre considerare che le aliquote di versamento vengono stabilite dall’INPS annualmente per categorie di lavoro, tenendo in considerazione gli importi di reddito percepiti durante il periodo lavorativo, ma non viene tenuto in considerazione il reddito attuale del lavoratore al momento della richiesta. In questo modo, infatti, possono venirsi a determinare spiacevoli situazioni in cui gli importi da versare per i contributi volontari risultano essere troppo elevati rispetto alla liquidità a disposizione del lavoratore. Non si deve dimenticare il fatto che se per caso per mancanza di liquidità non si ha la possibilità di effettuare versamenti volontari alle scadenze previste l’INPS può applicare sanzioni.

Allo stesso tempo, chi intende accedere alla possibilità di versare contributi volontari per integrare il proprio trattamento pensionistico scoprirà che non raggiungerà un integrazione cospicua della propria pensione. Per questi soggetti, invece, occorre individuare soluzioni alternative sicuramente più efficienti (per scelta di importi e tempistiche di versamento) come la previdenza integrativa o i piani di accumulo.

Deducibilità dal reddito anche per i familiari a carico

Secondo quanto confermato anche dall’INPS i contributi volontari versati per sé e per i familiari a carico possono essere indicati tra gli “oneri deducibili” in sede di dichiarazione dei redditi (modello Redditi PF ovvero modello 730) con riduzione del reddito complessivo sul quale viene determinata l’imposta dovuta.

Presentazione della domanda di autorizzazione all’INPS

La domanda di autorizzazione deve essere presentata esclusivamente online attraverso il servizio dedicato dell’INPS, eventualmente con l’assistenza di patronati o intermediari abilitati. Il termine per l’emanazione del provvedimento è di 30 giorni dalla presentazione dell’istanza, come stabilito dalla legge n. 241/1990.

Un aspetto operativo di rilievo è la possibilità di versare contributi volontari per i sei mesi precedenti la data di presentazione della domanda, purché tali periodi non siano coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa. Questa facoltà, introdotta per evitare lacune contributive, deve essere esercitata contestualmente al versamento dei periodi arretrati.

Se hai letto questo articolo e desideri procedere con la domanda per la richiesta dei contributi volontari INPS di seguito il link per accedere al sito dell’ente previdenziale e procedere con la richiesta

Consulenza online

Il versamento di contributi volontari rappresenta un’opzione flessibile per chi desidera garantirsi una copertura previdenziale completa. Tuttavia, è essenziale informarsi e valutare attentamente la convenienza economica e le proprie esigenze future. Questo, in particolar modo, se sei un lavoratore che ha un contratto di lavoro estero, senza obblighi contributivi obbligatori in Italia. Questa scelta tra versamento volontario e previdenza privata è un aspetto da valutare con attenzione. Non sono rari, infatti, casi di lavoratori che non devono assolvere contributi all’estero e non hanno obblighi in Italia. Il rischio è quello di perdere annualità contributive importanti per la pensione.

Se desideri analizzare la tua situazione personale contattaci per una consulenza fiscale online in grado di risolvere i tuoi dubbi.

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Federico Migliorini
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Dottore Commercialista, Tax Advisor, Revisore Legale. Aiuto imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale. La Fiscalità internazionale le convenzioni internazionali e l'internazionalizzazione di impresa sono la mia quotidianità. Continuo a studiare perché nella vita non si finisce mai di imparare. Se hai un dubbio o una questione da risolvere, contattami, troverò le risposte. Richiedi una consulenza personalizzata con me.
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