Quali sono gli elementi indispensabili di un contratto di opera per un freelance? Come costruire al meglio il mandato di un lavoratore autonomo?

Nel mondo del lavoro i freelance ovvero i professionisti che lavorano con autonoma partita Iva è in continuo aumento. Inutile dire che questa modifica del lavoro sia frutto dell’impatto che le tecnologie informatiche hanno avuto nella produttività quotidiana.

Siamo arrivati, nel corso del tempo, a slegare il concetto di lavoro rispetto ad un luogo fisico nel quale essere presenti per un monte ore predeterminato. Questo ha sicuramente aperto la strada al lavoro da remoto (o “agile“), ma soprattutto ha ampliato le possibilità per i freelance che da remoto possono svolgere la propria attività di consulenza per più committenti.

Questa silenziosa ma costante rivoluzione ha completamente ribaltato il concetto tradizionale di lavoro, favorendo la nascita di nuovi modi di lavorare:

  • In mobilità (per viaggiare e riuscire a mantenersi) o
  • Da remoto per rimanere vicino a familiari bisognosi (figli o genitori anziani).

Oggi i freelance (lavoratori autonomi) possono distaccarsi completamente dall’idea di lavoro come ufficio, o ambiente fisico condiviso con altri professionisti. Come sempre, accanto ai cambiamenti lavorativi si accompagnano anche i cambiamenti della normativa (anche se a passo decisamente più lento).

Contratto di opera

Per questo motivo, in questo contributo, vediamo come deve essere strutturato un contratto di lavoro per un freelance. Mi riferisco al contratto di opera per come disciplinato dal codice civile.

La regolamentazione contrattuale del lavoro dei freelance

Quanto si stipula un contratto di lavoro, specialmente quello tra un freelance ed un committente impresa, a determinare le condizioni è sempre la cd “forza contrattuale“. Si tratta della capacità di una parte (di solito una grande azienda) nei confronti dell’altra, il piccolo professionista, nel far accettare condizioni estremamente svantaggiose, in virtù del diverso peso contrattuale.

La normativa di riferimento in questi casi è sempre il nostro codice civile del 1942. Quando il codice è stato scritto la società era profondamente diversa: chi aveva un’attività in proprio godeva di una posizione di privilegio (anche in termini di maggiori conoscenza e mezzi) rispetto al cliente/committente. Di conseguenza, sono molte le norme ancora vigenti che tutelano in maniera preponderante i primi a scapito dei secondi.

Oggi, però, l’assetto è completamente cambiato e, anche grazie alla tecnologia che ci permette di entrare in contatto e di lavorare con chiunque in ogni parte del mondo, il rapporto tra prestatore d’opera e committente è spesso “Freelance/S.p.a“.

Per questo motivo occorre conoscere bene quale sia la modalità migliore per costruire il contratto di opera. L’obiettivo è quello di riequilibrare le forze e assicurare sul mercato dei contratti vantaggiosi e soddisfacenti per entrambe le parti e non, invece, completamente sbilanciati a favore di una di esse (quella contrattualmente più forte).

Non a caso la Legge n. 81/2017 stabilisce che le clausole che attribuiscono al committente (il cliente) la facoltà di modificare unilateralmente le condizioni di un contratto di opera avente ad oggetto una prestazione continuativa, sono affette da nullità. Inoltre, questa norma estende le norme in materia di abuso di dipendenza economica anche a queste tipologie di contratti.

Il contratto di lavoro per i professionisti dotati di partita Iva

Lo schema contrattuale da utilizzare per un freelance è quello del contratto di prestazione d’opera. Questo è lo schema tipico di contratto per i lavoratori autonomi e gli esercenti professioni intellettuali. Tale schema è quello previsto dagli articoli 2222 e ss del codice civile.

Questo vale nella misura in cui tu sia un freelance che presta la sua attività con lavoro prevalentemente proprio. Nel momento in cui ti dovessi strutturare in un’impresa, le regole cambiano. Tuttavia, in questo articolo mi concentrerò sul lavoro dei freelance.

Il contratto di opera, per sua natura e per scelta legislativa, lascia ampio margine di manovra alla libertà di contrattazione (c.d. autonomia contrattuale) ponendo solo alcuni limiti che sono stati leggermente ampliati con la Legge n. 81/2017. Perciò le sfaccettature che possono trovarsi all’interno di siffatti contratti sono le più variegate e, quindi, non risulta semplice poter prevedere tutte le ipotesi possibili.

Contratto di opera possibilmente redatto per iscritto

Poiché questa tipologia di contratti non richiede l’obbligo della forma scritta (perché potrebbero benissimo essere validamente conclusi solo oralmente), abbi cura di insistere sempre per consacrare il tuo accordo in un documento scritto. Può costare un po’ di tempo e fatica all’inizio, ma può farti risparmiare un sacco di fastidi e di perdite di tempo e di denaro poi. Infatti, la Legge n. 81/2017 qualifica come abusivo il rifiuto del committente (cliente) di stipulare un contratto in forma scritta.

Detto questo, vediamo quali sono alcuni accorgimenti che occorre tenere bene a mente prima di firmare un contratto di opera di natura autonoma.

Diffida delle bozze di contratti di opera del committente: la proposta deve essere sempre negoziabile

Il primo grande aspetto da tenere presente è distinguere se il contratto di opera è frutto di negoziazione (e quindi di accordi particolari tra le parti) oppure se si tratta di un modello standard. Quest’ultimo è un modello che viene proposto da una parte nei confronti dell’altra (e, con ogni probabilità, ad un numero indefinito di altri freelance come te).

Questo dipende molto dalla forza contrattuale delle parti e dal livello di strutturazione di cui una parte può disporre rispetto all’altra.

Di certo se il contratto viene presentato già bello confezionato ed accompagnato dal messaggio “prendere o lasciare” è sicuramente frutto di una elaborazione “di parte. Elaborazione che tiene sicuramente conto prevalentemente degli interessi di questa e, con buona probabilità, a scapito dell’altra.

In tal caso, comunque, vale la pena non farsi intimidire da questa situazione:

  • Sia perché di seguito ti indicherò quali clausole leggere e comprendere con attenzione;
  • Sia perché esistono dei meccanismi legali che tentano di riequilibrare il divario contrattuale tra le parti.

Ad esempio è possibile applicare la sanzione di nullità o annullabilità a clausole che si pongano in maniera eccessivamente sbilanciata a favore di una parte e a scapito dell’altra.

Se, invece, il contratto di opera è frutto di negoziazione e di accordo, allora avrai più spazio di manovra e potrai meglio salvaguardare i tuoi interessi. Attraverso la contrattazione puoi porre il focus sugli aspetti per te davvero importanti e cedendo su aspetti di secondaria importanza.

Se il contratto di opera ti viene presentato già scritto e finito, un trucco rapido per individuare le clausole più problematiche è quello di andare alla fine del contratto. Qui puoi controllare le clausole che sono soggette ad una specifica doppia sottoscrizione. Quelle clausole sono sicuramente le più spinose, da controllare prima di ogni altra.

Oggetto della prestazione nel contratto di opera: che cosa ti viene richiesto di fare

Il primo aspetto importante sul quale soffermarsi è capire bene che cosa la controparte si aspetta da te, soprattutto in base a ciò che è scritto nel contratto.

La parte che deve riconoscere un corrispettivo in denaro è, in linea di massima, più avvantaggiata perché la matematica non è un’opinione. Questo significa che, scritta una determinata cifra, quella è e quella rimane, senza possibilità di grandi interpretazioni o fraintendimenti.

La parte, invece, che deve rendere il servizio o la prestazione intellettuale deve fare moltissima attenzione a definire bene che cosa è compreso e che cosa non è compreso nel contratto.

Spesso a parole sembra che tutto sia chiaro ma, poi, quando si va a scrivere, occorre delimitare correttamente il perimetro della controprestazione non in denaro.

Più specifica sarà la delimitazione e meno fraintendimenti ci saranno poi in fase di esecuzione del contratto.

Ad esempio
Se il contratto prevede la realizzazione di una APP o di un Software, è bene precisare molto nel dettaglio che cosa il committente si aspetta e, soprattutto, che cosa tu puoi garantire.

Traccia per scritto il perimetro dell’oggetto dell’attività professionale

Nell’ottica di delineare il perimetro della tua attività professionale da svolgere è utile reinviare l’oggetto della prestazione professionale in un documento separato allegato al contratto di opera. Può trattarsi, ad esempio di una relazione, di un’analisi dettagliata di cosa volete realizzare.

Tracciare bene il perimetro della tua attività serve a delineare chiaramente cosa tu sei tenuto o non tenuto a fare. Quindi, in un certo senso anche le tue responsabilità.

In questo modo puoi tracciare un perimetro chiaro della tua prestazione, riducendo le possibilità di trovarti, in fase di esecuzione con vari problemi. Potresti, ad esempio, ricevere richieste che non avevi nemmeno immaginato. Questo, a causa della formulazione generica dell’oggetto della prestazione che è a tuo carico.

Su questo fronte la tua posizione, al cospetto della legge, è più debole. Questo perché sei tu il professionista e sei tu che devi sapere ben circoscrivere il tuo lavoro, prevedendo anche in anticipo possibili scenari critici che devi saper prevenire ed arginare. Quindi, onde evitare facili contestazioni, abbi una cura maniacale nel descrivere e circoscrivere bene che cosa ti impegni a fare.

Prestazione di mezzi o di risultato?

Tra gli aspetti legati al contratto di opera devi riconoscere se la tua prestazione come freelance è una prestazione di mezzi o di risultato. Proviamo ad entrare nel dettaglio con qualche esempio per capire meglio.

Se ti proponi come esperto di marketing, proiettando la possibilità di aumentare del 100% il numero di like sulla pagina Facebook del tuo cliente, sei proprio sicuro di voler garantire questo risultato?

Poiché in questo caso il risultato dipende anche da moltissimi altri fattori, che hanno a che vedere con il messaggio e il posizionamento del cliente, non è proprio opportuno garantire un risultato sul quale non si ha il pieno controllo.

Facciamo un altro esempio.

Se l’oggetto del contratto è la scrittura di almeno 4 articoli al mese per il blog del tuo cliente. In tal caso, trattandosi di un risultato che è pienamente nel tuo controllo, potresti tranquillamente impegnarti in tal senso.

Questo aspetto è molto importante, perché ha delle ripercussioni rilevanti in un secondo momento, nel caso in cui non ci si trovi d’accordo sull’esatto adempimento, o meno, del contratto stesso.

Sono sicuro che queste possono sembrarti delle sottigliezze prive di importanza. Posso garantirti, invece, che molto spesso i committenti si attaccano a questi aspetti per contestare il pagamento del lavoro di un freelance. Per questo ti consiglio di fare molta attenzione.!

Il pagamento del compenso professionale

La Legge n. 81/2017 sancisce che le clausole che prevedano termini di pagamento superiori a 60 giorni rispetto al momento in cui si conclude la prestazione, sono abusive e prive di effetto.

Questa legge si applica in Italia e a tutti i contratti per i quali è applicabile la legge italiana.

Sul punto è opportuno ricordare che un professionista deve emettere fattura solo al momento del pagamento. Se si deve emettere un documento prima del pagamento, questo è il progetto di notula o “fattura pro-forma“. Soltanto al momento del pagamento del compenso il professionista emette la sua fattura.

Inoltre è previsto che, in caso di ritardo nei pagamenti, siano applicabili gli interessi moratori previsti per le transazioni commerciali (per il primo semestre del 2020 il tasso degli interessi moratori ammonta all’8%).

Per approfondire questo aspetto: “Professionisti e clienti insolventi: cosa fare?

Risoluzione e recesso dal contratto di opera

Se tutto va bene, un contratto di opera viene sottoscritto e poi, quando viene completamente eseguito, esaurisce la sua funzione e si estingue.

Molto spesso però, nella vita di tutti i giorni, possono accadere dei fatti che possono portare alla estinzione anticipata del contratto. Molte volte tale potere è anche attribuito alla semplice volontà di una delle parti, soprattutto se i contratti hanno una certa durata.

Quindi è molto importante prestare attenzione alle clausole che si riferiscono alla risoluzione del contratto ed al recesso.

Si tratta di due cose differenti, con effetti differenti. Vediamole con maggiore dettaglio.

Il recesso dal contratto di opera

Il recesso è una facoltà, attribuita ad una sola o ad entrambe le parti, di terminare il contratto prima della sua naturale scadenza. Di solito tale facoltà è subordinata ad un congruo preavviso, per permettere all’altra parte di conoscere per tempo le intenzioni dell’altra e di organizzarsi di conseguenza.

Se nulla viene stabilito sul punto, la regola generale è che il cliente (committente) può recedere dal contratto, pagando il compenso per il lavoro svolto. Il prestatore d’opera, invece, può recedere solo per giusta causa.

La Legge n. 81/2017 stabilisce che è nulla la clausola che consente al cliente di recedere dal contratto senza un congruo preavviso.

La risoluzione del contratto di opera

La risoluzione del contratto, invece, è un effetto che si produce nel momento in cui le cose non vanno come le parti si erano prefigurate prima della firma del contratto. Di solito la causa più frequente di risoluzione del contratto è l’inadempimento di una delle parti.

Sostanzialmente il caso classico di inadempimento è quella legata al pagamento della prestazione. Cosa che succede se una parte non paga il dovuto entro il termine concordato. In questo caso l’altra parte ha la possibilità, se non vuole più proseguire con il contratto, di risolverlo imputandone tutti gli effetti negativi al comportamento della parte inadempiente.

Anche in questo caso vi sono delle previsioni legislative ben precise ma è bene sempre controllare che la facoltà di risolvere il contratto sia ripartita in modo equilibrato tra le parti.

Se dovessi accorgerti che la controparte dispone di un elenco infinito di ipotesi per poter risolvere il contratto, mentre tu magari sei chiamato a rinunciare totalmente a tale facoltà, fermati un attimo e ridiscuti per bene queste condizioni.

La presenza di penali nel contratto di opera

Molti contratti contengono delle clausole penali che stabiliscono il pagamento di un importo predeterminato a titolo di risarcimento del danno in caso di ritardo o inadempimento.

Queste clausole vanno lette con attenzione, perché spesso gli importi a prima vista sembrano accettabili ma, a ben guardare, sono molto pesanti (ad esempio tot € per ogni giorno di ritardo).

Queste clausole offrono un notevole vantaggio alla parte a favore della quale è stata prevista la penale, in quanto questa sarà esonerata dall’onere provare l’entità del danno subito (in termini di quantificazione del danno), essendo l’ammontare già predeterminato in sede contrattuale.

E’ pur vero che il giudice può sempre ridimensionare una penale che risulti eccessivamente sproporzionata rispetto al fatto che l’ha fatta sorgere.

Tuttavia è sempre bene alzare bene le antenne e leggere con attenzione e comprendere fino in fondo siffatte clausole che, molto spesso, nella fretta e nell’entusiasmo di concludere, possono passare pericolosamente inosservate.

Obblighi legati al GDPR

Se il contratto di opera ha ad oggetto attività che implicano il trattamento di dati personali di clienti della controparte, fai attenzione. E’ molto probabile che nel contratto ci sia una corposa clausola che ti nomina responsabile del trattamento dei dati e che ti impone di tenere il registro per le attività di trattamento e di collaborare fattivamente con la controparte in caso di richieste da parte degli interessati e delle autorità.

Sul punto attenzione a non farti cogliere impreparato, perché assumerti siffatte responsabilità, senza ben sapere come gestirle, può avere degli effetti molto pericolosi e devastanti sul tuo business.

Quindi prima di firmare, verifica bene di sapere che cosa ti viene richiesto ed abbi cura di rispettare queste indicazioni alla lettera, onde evitare spiacevoli e pesanti conseguenze collaterali.

Non garantire nulla di cui non sei certo oltre ogni ragionevole dubbio

Sovente capita che, per la fretta o la distrazione, non si leggano e comprendano fino in fondo quali garanzie ci vengono richieste per il nostro lavoro.

Come abbiamo visto un primo livello di attenzione deve essere prestato nel distinguere correttamente la differenza tra obbligazione di mezzi e obbligazione di risultati.

Secondariamente ricorda di non impegnarti mai a garantire cose sulle quali non hai il completo controllo. Questo, in quanto potresti pagarne le conseguenze, per quanto possano sembrare assurde e scollegate dalla realtà.

Quindi soppesa bene quello che ti viene richiesto. Non dimenticare che sei tu l’esperto nel tuo settore e sei tu che conosci bene le sfaccettature e le zone d’ombra del tuo lavoro.

La regola che devi seguire è quella di: non garantire mai nulla che non sia nel tuo totale controllo!

Legge applicabile e foro competente

Di solito queste clausole si trovano alla fine del contratto e possono sfuggire facilmente. Questo soprattutto se il contratto è molto corposo ed ha già richiesto molti sforzi per comprenderlo.

Se stai discutendo un contratto con una controparte straniera, questa clausola dovrebbe essere, in verità, la prima che vai a guardare.

Infatti la cosa strana (ma così è in tutti gli ordinamenti giuridici) è che un contratto potrebbe benissimo essere soggetto alla legge italiana ma essere, allo stesso tempo, sottoposto alla giurisdizione di un altro Paese.

Vale a dire che un giudice francese (competente a decidere di una controversia contrattuale tra una società francese ed una italiana) potrebbe trovarsi a dover applicare il diritto italiano.

Quindi se dovessi trovare questa antinomia in un contratto, sappi che la cosa è normale e molto più frequente di quanto tu possa immaginare.

Cosa fare in caso di giurisdizioni straniere?

Ad ogni modo, per quanto a noi interessa, se il contratto che ci viene sottoposto è soggetto ad una legge e ad una giurisdizione straniera, occorre tenere bene a mente che in quel paese straniero potrebbero esserci delle regole diverse dalle nostre. Quindi, soprattutto se il contratto è importante e di lunga durata, la cosa migliore da fare è quella di chiedere una consulenza per verificare quali norme giuridiche straniere potrebbero incidere su quel contratto, in particolare a favore della controparte.

Perché farlo? Perché tutti gli ordinamenti giuridici dispongono di norme cogenti (norme imperative o di applicazione necessaria) che prevalgono sempre sulla volontà contrattuale delle parti.

Quindi potresti trovare scritta nel contratto una clausola a te piuttosto vantaggiosa, che ti viene magari proposta per ottenere in cambio altre concessioni, ma che, in realtà, se dovessi arrivare ad un contenzioso, potrebbe essere dichiarata nulla e, quindi, come se non fosse stata mai scritta.

Certo questo è un comportamento contrario a buona fede, che può essere anch’esso sanzionato.

Ma potrebbe anche essere fatto in totale buona fede, magari perché chi ha scritto il contratto non ha minimamente tenuto conto di queste norme cogenti (e ciò accade molto più spesso di quanto si possa immaginare!)

Tuttavia saperlo prima di fare delle concessioni potrebbe risparmiarti delle brutte sorprese e potrebbe farti propendere per l’abbandono delle trattative, dedicando il tuo prezioso tempo ed energie alla ricerca di occasioni migliori per te.

Rileggi più volte il contratto di opera

Forse questo è il consiglio più banale ma ti assicuro che si tratta di un aspetto che molto spesso viene trascurato.

A volte è difficile anche solo cimentarsi nella lettura di un contratto, figuriamoci leggerlo più volte!

Ad ogni modo, fai una prima lettura lineare (riga dopo riga), avendo cura di sottolineare tutte le formule di rinvio ad altri articoli o a leggi. La seconda lettura dovrà essere trasversale, quindi se in un articolo trovi scritto, ad esempio:

“La parte A avrà facoltà di risolvere il contratto nei casi previsti dagli articoli B.1, B.2 …”, interrompi la lettura e vai a leggerti le casistiche richiamate. Questo ti permetterà di comprendere fino in fondo il senso del contratto, che molto spesso prevede molte formule di rinvio o richiamo ad altri articoli o a norme di legge.

Naturalmente se viene citata una qualche legge (o articolo), apri Google e digita i riferimenti, in modo che tu possa farti un’idea del contenuto di quel richiamo.

Stipulazione di un contratto di opera per freelance: conclusioni

In questo articolo ho cercato di fornirti alcuni consigli e spunti per comprendere appieno un contratto di opera in generale. Il mio obiettivo è stato quello di segnalandoti quelle che di solito sono le clausole alle quali fare maggiore attenzione.

Naturalmente non si tratta di un elenco esaustivo, ma soltanto delle clausole che più spesso, nel mio lavoro quotidiano, destano problemi.

Naturalmente in caso di dubbi o perplessità, la cosa migliore da fare è sempre quella di chiedere una consulenza professionale, prima di impegnarti con un contratto che potrebbe avere un impatto significativo nel tuo business.

Se hai dubbi su questo aspetto e desideri essere coadiuvato da un esperto, contattaci. Segui il link sottostante per metterti in contatto con noi e ricevere una consulenza.

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