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Contratto di intermediazione finanziaria

Contratto di intermediazione finanziaria

Contratto di intermediazione finanziaria: la violazione dei doveri di informazione posti in caso all'intermediario finanziario, quali conseguenze producono? Come può il risparmiatore tutelarsi da abusi? Vediamo insieme quali sono i rimedi a disposizione del risparmiatore.

Il contratto di intermediazione finanziaria è un negozio che si stipula con l’intermediario, in genere una banca, con il quale si attribuisce all’intermediario il compito di individuare i possibili investimenti che il risparmiatore può porre in essere e procedere alla relativa conclusione dei contratti satelliti, a valle dell’originario rapporto a monte.

Tali atti negoziali regolano il rapporto tra cliente e intermediario, stabilendo:

  • I servizi forniti e le loro caratteristiche;
  • La durata del rapporto;
  • Le modalità di rinnovo o di modifica del suo contenuto;
  • Le modalità con le quali il cliente impartisce ordini o istruzioni all’intermediario, la frequenza.

Il contratto di intermediazione finanziaria è, dunque, uno strumento particolarmente delicato con cui si gestiscono i risparmi del cliente. Quindi, tale strumento è protetto da una serie di cautele concernenti sia oneri di forma che obblighi informativi.

Il contratto di intermediazione finanziaria

Come dicevamo poc’anzi, il contratto di intermediazione finanziaria è un atto negoziale con i quali i risparmiatori pongono in essere un rapporto con le banche, il quale si svilupperà in una serie di negozi successivi di investimento.

I negozi in questione sono disciplinati all’art. 23 del TUF (Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria) e dalla Consob con i propri Regolamenti, di cui il principale è il  n. 16190/07.

Come sostenuto dalla normativa in questione, la stipulazione del contratto quadro, costituisce il necessario presupposto della stipulazione del contratto di ordine, ossia dei singoli atti di investimento. Proprio per tale ragione che vi è una correlazione anche da un punto di vista formale e di validità.

L’art. 23 TUF prevede espressamente che il contratto di intermediazione finanziaria sia scritto in forma scritta, comportando il medesimo onere anche per i relativi negozi consequenziali. Inoltre, la mancanza di predetta forma è causa di nullità, che si ripercuote sugli atti a valle. La norma, infatti, asserisce che:

” la mancata stipulazione in forma scritta del contratto quadro comporta la nullità degli ordini di acquisto per mancanza di causa, giacché il contratto quadro costituisce il fondamento causale degli ordini impartiti dall’investitore all’intermediario finanziario i quali, pur se conclusi in forma scritta, sono nulli qualora non siano preceduti dalla stipulazione di un contratto quadro in forma scritta”.

Onere di forma scritta del contratto di intermediazione finanziaria

L’onere della forma scritta, invero, assolve ad una fondamentale funzione. E’ il principale strumento con il quale si assolve a dovere di informare il risparmiatore.

Quest’ultimo, che assume una posizione di subornazione nel rapporto con il professionista, avrà un’adeguata e corretta rappresentazione dell’impegno contrattuale assunto anche grazie alla forma scritta del contratto.

L’onere, dunque, si connota non solo per una funzione formalistica, ma anche e principalmente sostanzialistica. Assolve alla funzione di veicolo di informazione e, quindi di tutela.

Tipologie di contratti di intermediazione finanziaria

Contratto di consulenza finanziaria

Il contratto di consulenza finanziaria prevede che la banca fornisca consigli all’investitore su come gestire il proprio portafoglio. Il cliente mantiene il controllo delle decisioni, mentre l’intermediario offre suggerimenti basati su analisi di mercato e sul profilo di rischio del cliente. Questa tipologia di contratto è ideale per chi desidera essere coinvolto attivamente nelle decisioni di investimento, senza però rinunciare al supporto di un esperto.

Contratto di gestione di portafoglio

Il contratto di gestione di portafoglio implica che la banca o l’intermediario finanziario gestisca direttamente il portafoglio dell’investitore. In questo caso, l’investitore delega tutte le decisioni di investimento al gestore, che opera autonomamente, sempre nel rispetto del profilo di rischio stabilito. Questa soluzione è adatta a chi preferisce un approccio meno attivo e vuole affidare la gestione del proprio capitale a un professionista.

Contratto di esecuzione di ordini (execution only)

Il contratto di esecuzione di ordini è caratterizzato dall’assenza di consulenza. La banca esegue semplicemente le istruzioni del cliente, senza fornire consigli o analisi. Questa modalità è adatta a investitori esperti che desiderano avere pieno controllo sui propri investimenti e che non necessitano di supporto nella scelta degli strumenti finanziari.

Chi sono gli intermediari finanziari?

Il contratto di intermediazione finanziaria dovrà essere stipulato con specifici soggetti. È sicuramente prassi comune dei risparmiatori rivolgersi direttamente alle banche, ma questi non sono gli unici soggetti che offrono il predetto servizio:

  • SIM;
  • Imprese di investimento comunitarie con succursale in Italia;
  • Imprese di investimento extracomunitarie;
  • SGR, le società di gestione armonizzate;
  • SICAV;
  • Gli intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto dall’articolo 107 del testo unico bancario;
  • Le banche italiane;
  • Banche comunitarie con succursale in Italia;
  • Le banche extracomunitarie, autorizzate all’esercizio dei servizi o delle attività di investimento» (art. 1, c. 1, lett. r, TUF).

Quali sono gli oneri di informazione dell’intermediario finanziario?

Come abbiamo evidenziato nei precedenti paragrafi, l’onere di informazione è essenziale al fine di tutelare il risparmiatore, soggetto debole del rapporto.

Il risparmiatore si trova in una posizione di naturale svantaggio rispetto all’intermediario. Quest’ultimo, infatti, svolge l’attività in via professionale, ha, dunque, una conoscenza approfondita della materia, connotata da un alto livello di tecnicismo

Proprio per tale ragione che il Testo unico finanziario predispone una serie di obblighi e oneri informativi.

In particolare, tra tali doveri individuiamo tre categorie:

  • Obbligo di compilazione del questionario, che raccoglie una serie di informazioni concernenti il cliente. Il questionario serve a comprendere il livello di conoscenze dello stesso, in modo da calibrare la consulenza sulla base dell’effettivo livello informativo. Le banche comunemente ricorrono al questionario MiFID. Questo ha l’obiettivo di permettere di valutare l’adeguatezza dei prodotti o servizi che ci vengono offerti;
  • Prospetto rischi, il quale ha la funzione di rendere edotto il cliente dei possibili rischi che assume nella conclusione del contratto di intermediazione finanziaria. Il documento deve essere completo, qualora sia parziale o non contenga le informazioni corrette, celando eventuali intenti speculativi a danno del cliente comporta la responsabilità dell’intermediario;
  • Obblighi di informazione periodica, l’intermediario è tenuto ad informare periodicamente il cliente dell’andamento degli investimenti effettuati. Tale onere grava su qualsiasi informazione che possa comportare un’alterazione del rischio che grava sul risparmiatore.

Diritti e obblighi delle parti nel contratto di intermediazione finanziaria

Diritti dell’investitore

L’investitore ha il diritto di ricevere informazioni chiare e trasparenti sugli strumenti finanziari e sui costi associati all’intermediazione. La banca è obbligata a fornire un documento di adeguatezza, che spiega se le proposte di investimento sono in linea con il profilo dell’investitore. Inoltre, l’investitore può esercitare il diritto di recesso dal contratto, nei tempi e nei modi previsti dallo stesso.

Obblighi dell’intermediario finanziario

L’intermediario deve operare con diligenza, correttezza e trasparenza, sempre nell’interesse del cliente. Ha l’obbligo di valutare l’adeguatezza e l’appropriatezza delle operazioni suggerite, in base al profilo di rischio e agli obiettivi del cliente. Inoltre, deve garantire la conservazione del patrimonio del cliente, operando con prudenza nella scelta degli investimenti e nella gestione del portafoglio.

Responsabilità precontrattuale e contrattuale

Il contratto di intermediazione finanziaria può quindi essere fonte di un danno risarcibile per il risparmiatori. Ma di che tipo di responsabilità si tratta? Invero, la questione varia a seconda dell’obbligo violato e la fase del rapporto che viene in evidenza.

Nella fase precontrattuale, l’intermediario dovrà, nel rispetto degli obblighi di diligenza professionale, adempiere ad alcuni degli obblighi informativi citati, tra i quali:

  • Consegnare il documento informativo;
  • Acquisire le informazioni necessarie in ordine alla situazione finanziaria del cliente.

Consegnare un prospetto dei rischi completo per poter strutturare la proposta contrattuale rispetto al suo profilo, con il fine di costruire una volontà consapevole.

La responsabilità, in tale sede, deriva dall’interferenza generata dalla condotta scorretta nell’esercizio della libertà negoziale da parte del cliente, il quale sarà indotto a concludere un contratto svantaggioso, o che non avrebbe, altrimenti, concluso.

L’intermediario è tenuto anche nella fase di esecuzione vera e propria al rispetto dei doveri di correttezza e buona fede. Il professionista è chiamato in via continuativa a porre il cliente nella condizione di valutare la fattibilità delle singole operazioni di investimento.

Comportamenti contrari agli obblighi informativi e di trasparenza, si concretizzano anche qualora l’intermediario non informi il cliente di eventuali conflitti di interesse, consigli di effettuare operazioni non proporzionate al quadro finanziario del risparmiatore. In tale seconda ipotesi, verrà in evidenza una responsabilità contrattuale. 

Come scegliere il miglior contratto di intermediazione finanziaria

Per scegliere il miglior contratto di intermediazione finanziaria, è importante considerare alcuni aspetti chiave:

  • Profilo di rischio: Ogni investitore ha una diversa tolleranza al rischio. La scelta del contratto deve essere coerente con il proprio profilo, ovvero la capacità e la disponibilità ad accettare variazioni nel valore del portafoglio;
  • Obiettivi di investimento: Se gli obiettivi sono a lungo termine, come la pensione o l’acquisto di una casa, potrebbe essere più indicata una gestione del portafoglio. Se invece l’obiettivo è speculativo e a breve termine, l’esecuzione di ordini potrebbe essere più appropriata;
  • Livello di coinvolgimento: Chi desidera essere coinvolto attivamente nelle scelte di investimento potrebbe preferire un contratto di consulenza finanziaria, mentre chi preferisce delegare interamente le decisioni potrebbe optare per la gestione del portafoglio.

Costi del contratto

Commissioni di gestione

Le commissioni di gestione rappresentano il costo principale nei contratti di intermediazione finanziaria. Sono calcolate in percentuale sul valore del portafoglio gestito e vengono addebitate periodicamente. I costi variano a seconda della tipologia di servizio offerto e della complessità della gestione richiesta.

Costi di consulenza

In un contratto di consulenza finanziaria, la banca può applicare delle commissioni di consulenza per il supporto fornito nelle scelte di investimento. Questi costi possono essere fissi o calcolati in base al numero di operazioni effettuate.

Costi di transazione

I costi di transazione si riferiscono alle commissioni applicate per l’acquisto e la vendita di strumenti finanziari. Questi costi possono influire significativamente sul rendimento complessivo dell’investimento, soprattutto in caso di frequenti operazioni.

Tipologia di CommissioneModalità di Calcolo
Commissione di GestionePercentuale sul valore del portafoglio
Commissione di ConsulenzaFissa o variabile
Costi di TransazionePer singola operazione

Vantaggi del contratto di intermediazione

Accesso ai mercati finanziari

Attraverso un contratto di intermediazione finanziaria, l’investitore può accedere ai mercati finanziari e agli strumenti di investimento che potrebbero essere altrimenti difficili da gestire individualmente. La banca, infatti, offre accesso a mercati internazionali, derivati, obbligazioni, azioni e altri strumenti complessi.

Consulenza esperta

Un altro vantaggio è la consulenza esperta fornita dai professionisti della banca, che analizzano il mercato e le opportunità di investimento, supportando l’investitore nel raggiungimento dei suoi obiettivi finanziari. Questo può essere particolarmente utile per chi non ha esperienza diretta con gli investimenti.

Personalizzazione del portafoglio

Il contratto permette di avere un portafoglio personalizzato in base alle proprie esigenze e preferenze di rischio. La banca costruisce un portafoglio su misura, scegliendo gli strumenti più adatti al profilo del cliente.

Conclusione

Il contratto di intermediazione finanziaria con una banca per investimenti offre agli investitori la possibilità di accedere ai mercati con il supporto di professionisti del settore, riducendo il rischio legato alla gestione diretta del proprio capitale. Tuttavia, è fondamentale conoscere i costi associati e i rischi potenziali. Prima di scegliere un contratto di intermediazione, è consigliabile valutare attentamente il proprio profilo di rischio, gli obiettivi di investimento e il livello di coinvolgimento desiderato.

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