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Clausola di prelazione statutaria

Fisco NazionaleDiritto societarioClausola di prelazione statutaria

La clausola di prelazione statutaria può essere definita come il patto con il quale si attribuisce agli altri soci il diritto di essere preferiti, a parità di condizioni, in caso di alienazione della partecipazione sociale. Essa può essere prevista solo per i trasferimenti a titolo oneroso, oppure anche per i trasferimenti a titolo gratuito.

La clausola di prelazione statutaria è uno strumento giuridico utilizzato all’interno degli statuti societari (di società di capitali) per regolamentare la vendita delle quote o azioni di una società. Questo tipo di clausola è finalizzato a disciplinare la circolazione delle partecipazioni tra i soci, offrendo loro il diritto di prelazione, ovvero la possibilità di acquistare quote o azioni in caso di vendita da parte di un altro socio.

Comprendere come funziona la prelazione statutaria è fondamentale per le imprese, poiché contribuisce a mantenere il controllo e la stabilità della compagine societaria, evitando l’ingresso di terzi indesiderati. In questa guida analizzeremo come funziona la clausola di prelazione statutaria, quali sono i vantaggi e gli svantaggi per i soci e come essa può essere implementata efficacemente.

Cos’è la clausola di prelazione statutaria?

La clausola di prelazione statutaria è una disposizione che può essere inserita nello statuto di una società, la quale conferisce agli altri soci il diritto di prelazione nel caso in cui un socio decida di vendere le proprie quote o azioni. In altre parole, se un socio vuole cedere le proprie partecipazioni, deve prima offrirle agli altri soci alle stesse condizioni offerte da un terzo.

La regola generale per le prevede la libera trasferibilità delle azioni e delle partecipazioni, sia per atto tra vivi, che a causa di morte. A questa regola generale, gli art. 2355-bis, co. 2, e 2469, co. 2, c.c., prevedono la possibilità di circoscrivere o escludere del tutto l’operatività della libera trasferibilità delle azioni e delle partecipazioni.

L’obiettivo è preservare la struttura interna della società, permettendo ai soci di avere il diritto prioritario sull’acquisto delle quote. Questo tipo di clausola viene spesso utilizzato in società di capitali con un numero limitato di soci, dove è importante mantenere un controllo stabile e consolidato.

Limitazione al trasferimento di azioni o quote

Il diritto di prelazione o diritto di preferenza accordato ad un soggetto nella costituzione di un negozio giuridico, trova nel diritto societario una delle sue più frequenti applicazioni (art. 2355-bis c.c.).

Non è raro, infatti, che gli statuti sociali ed i patti parasociali riconoscano a favore di tutti o di alcuni soci, un diritto di prelazione, da esercitarsi al momento del trasferimento delle partecipazioni sociali da parte di un socio ad altri soci o a terzi.

Il diritto di prelazione, costituisce un limite al principio della libera trasferibilità delle azioni (art. 2355 c.c.) e delle quote (art 2469 c.c.). Lo scopo è di tutelare i soci dal rischio dell’ingresso nella compagine sociale di terzi estranei alla società e quindi a preservare una certa omogeneità nella partecipazione societaria.

L’esatta conformazione di questo diritto viene di volta in volta definita nelle varie clausole statutarie, le quali individuano le particolari operazioni in cui il diritto può essere esercitato e le modalità del suo esercizio (termini, strumenti, eccezioni di prezzo, etc.).

Il diritto di prelazione, consente nella richiesta da parte del socio prelazionario di sostituirsi al terzo individuato dal socio alienante nell’operazione individuata, ad es. il trasferimento di azioni, alle stesse condizioni offerte al terzo.

Tipologie di prelazione

Esistono diverse varianti di prelazione statutaria, ciascuna con particolari caratteristiche che incidono sulla sua applicazione:

  1. Prelazione semplice: il socio che intende vendere deve notificare agli altri soci l’offerta ricevuta e concedere loro un termine per esercitare la prelazione. Se nessuno dei soci esercita questo diritto, il socio venditore è libero di cedere le quote al terzo;
  2. Prelazione qualificata: oltre a garantire il diritto di prelazione agli altri soci, può essere prevista la possibilità di imporre condizioni specifiche, come l’approvazione del consiglio di amministrazione o la richiesta di particolari requisiti al terzo acquirente;
  3. Prelazione reciproca: prevede che tutti i soci abbiano il diritto di prelazione sulle quote che ciascuno di essi intende alienare, contribuendo a rafforzare la coesione tra i membri della società.

Modalità di esercizio del diritto di prelazione

Per esercitare il diritto di prelazione, il socio che intende vendere le partecipazioni deve offrirle, preventivamente, agli altri soci, individuati dalla clausola di prelazione statutaria di prelazione, in modo da preferirli ad terzi a parità di condizioni proposte a questi ultimi.

Pertanto, il socio alienante comunicherà la sua intenzione di vendere le partecipazioni e la relativa proposta ai soci prelazionari, denuntiatio, a cui può far seguito l’eventuale accettazione del prelazionario.

La dottrina e la giurisprudenza prevalenti considerano infatti tale denuntiatio una vera e propria proposta contrattuale, che deve contenere tutte le condizioni contrattuali stabilite con il terzo, di modo che l’eventuale accettazione del socio prelazionario è idonea alla conclusione del contratto.

Prelazione impropria

Le clausole di prelazione statutarie, nel disciplinare le modalità di esercizio del diritto di prelazione, possono prevedere, nei confronti del socio prelazionario, la facoltà di opporre l’eccessiva onerosità del prezzo proposto, ed anche le eventuali modalità di fissazione del prezzo stesso.

Quindi, nella clausola di prelazione impropria, i soci prelazionari possono contestare l’eccessiva onerosità del prezzo offerto dal terzo, chiedendo che il prezzo medesimo sia rideterminato al ribasso d’accordo tra le parti oppure, in mancanza di accordo, da un organo terzo.

Tuttavia, in questo modo, il socio che ha l’intenzione di cedere la sua quota rischia di incassare meno di quanto avrebbe potuto.

Eliminazione della clausola di prelazione statutaria

Gli statuti delle società sono ovviamente sempre modificabili, pertanto, anche la parte dello statuto relativa alla circolazione delle partecipazioni sociali ed all’eventuale prelazione, può essere modificata.

I modi e le conseguenze della modificazioni non sono, però, uguali per tutti i tipi di società. Nelle società di persone occorre, come per ogni modificazione, il consenso di tutti i soci. Nelle società di capitali la clausola di prelazione può essere inserita nello statuto o eliminata , occorre il consenso favorevole della maggioranza dei soci.

Esempio di clausola statutaria di prelazione

Per fornire un esempio pratico, una clausola di prelazione statutaria potrebbe essere strutturata come segue:

Il socio che intende cedere, a titolo oneroso, in tutto o in parte la propria partecipazione, dovrà darne comunicazione scritta agli altri soci, indicando il prezzo e le condizioni della proposta di acquisto ricevuta. Gli altri soci avranno un termine di 30 giorni dal ricevimento della comunicazione per esercitare il diritto di prelazione, alle stesse condizioni indicate nella proposta. Qualora più soci intendano esercitare la prelazione, le quote saranno ripartite tra gli stessi in proporzione alla rispettiva partecipazione, salvo diverso accordo tra loro. In caso di mancato esercizio della prelazione entro il termine indicato, il socio sarà libero di cedere la partecipazione al terzo alle condizioni comunicate“.

Un altro esempio di clausola di prelazione potrebbe essere il seguente:

Nel caso in cui un socio desideri cedere, a qualsiasi titolo, le proprie quote o azioni, dovrà darne tempestiva comunicazione al consiglio di amministrazione e agli altri soci, specificando il prezzo e le altre condizioni dell’offerta ricevuta da parte del terzo acquirente. Gli altri soci avranno diritto di prelazione sulle quote oggetto di cessione, potendo esercitare tale diritto entro un periodo di 45 giorni dalla data della comunicazione. Se più soci manifestano interesse, le quote verranno distribuite tra loro proporzionalmente alla partecipazione detenuta nella società, salvo diverso accordo. Qualora nessun socio eserciti il diritto di prelazione entro il termine stabilito, il socio cedente sarà autorizzato a vendere le quote al terzo alle condizioni comunicate“.

A quali cessioni si applica la clausola di prelazione?

La cessione può avvenire non solo a titolo di compravendita, ma anche:

  • Donazione;
  • Conferimento in società;
  • Permuta;
  • Espropriazione forzata (pignoramento);
  • Usufrutto;
  • Pegno.

Come funziona la clausola di prelazione statutaria?

La procedura per esercitare la prelazione statutaria segue generalmente alcuni passaggi specifici:

  1. Comunicazione dell’intenzione di vendita: il socio intenzionato a vendere deve comunicare agli altri soci, per iscritto, la propria intenzione e i dettagli dell’offerta ricevuta dal terzo, inclusi il prezzo e le condizioni;
  2. Termine per esercitare la prelazione: i soci hanno a disposizione un periodo prestabilito per decidere se esercitare o meno il diritto di prelazione. Tale termine può variare, ma solitamente va da 15 a 60 giorni;
  3. Accettazione o rifiuto dell’offerta: se uno o più soci accettano di acquistare le quote, si procede con la vendita interna; in caso contrario, il socio venditore è libero di procedere con la vendita al terzo.

Clausole accessorie

Lo statuto può includere clausole accessorie che regolamentano aspetti particolari della prelazione, come:

  • Limiti al numero di quote acquistabili: per evitare concentrazioni eccessive;
  • Condizioni di pagamento: che possono variare rispetto a quelle offerte dal terzo, ma devono essere approvate da tutti i soci.

Vantaggi e svantaggi della clausola di prelazione

Vantaggi

  • Stabilità della compagine sociale: evita l’ingresso di nuovi soci non desiderati;
  • Protezione del controllo societario: consente ai soci esistenti di mantenere il controllo sulla società;
  • Valore economico delle quote: mantenendo la prelazione, si può evitare una diminuzione del valore delle partecipazioni a causa di nuove entrate indesiderate.

Svantaggi

  • Rallentamento delle transazioni: la procedura per esercitare la prelazione può rallentare la vendita delle quote, imponendo tempi e condizioni;
  • Difficoltà nell’attrarre investitori esterni: la presenza di una clausola di prelazione può disincentivare potenziali investitori, limitando la liquidità delle quote.

Conclusioni

La clausola di prelazione statutaria è uno strumento prezioso per le società che desiderano mantenere una certa stabilità e controllo sulla propria struttura societaria. Tuttavia, è importante bilanciare questo diritto con la necessità di garantire una certa flessibilità nella circolazione delle quote, al fine di evitare problematiche come la difficoltà di attrarre nuovi capitali. La redazione di una clausola di prelazione efficace richiede attenzione ai dettagli e una buona comprensione delle dinamiche societarie e legali, motivo per cui è sempre consigliabile affidarsi a un consulente esperto in diritto societario.

Se desideri ulteriori chiarimenti o consigli specifici su come implementare una clausola di prelazione statutaria nella tua società, consulta un avvocato specializzato per adattare le soluzioni alle tue esigenze particolari.

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    Elisa Migliorini
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    Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Firenze. Approfondisce i temi legati all'IVA ed alla normativa fiscale domestica oltre ad approfondire aspetti legati al diritto societario.
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