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Superbonus: il punto sul 2024

A partire dal 1° gennaio 2024 il superbonus solo con aliquota del 70% sotto forma di credito di imposta. A beneficarne possono essere solo i lavori condominiali. Sanatoria del governo per i lavori condominiali non terminati nel 2023.


Il c.d. “DL superbonus” (D.L. n. 212/23, G.U. n. 302 del 29 dicembre 2023) ha introdotto una serie di novità per il superbonus (ex art. 119 del D.L. n. 34/20), anche in relazione al blocco delle opzioni per la cessione del credito o lo sconto in fattura (ex art. 2 D.L. n. 11/23).

Di seguito andiamo a fare il punto sulla disciplina del superbonus per quanto riguarda il 2024. Prima andando ad analizzare il funzionamento del bonus e poi andando ad analizzare il decreto del governo che, di fatto, applica una sanatoria per i lavori condominiali non terminati alla fine del 2023.

La situazione del superbonus nel 2024

A partire dal 1° gennaio 2024 il superbonus avrà un’aliquota del 70% sotto forma di credito di imposta. A beneficarne possono essere solo i lavori condominiali. Per il 2025 è prevista un’ulteriore abbassamento dell’aliquota al 65%.

La misura del bonus, ricordiamo, era pari al 90% fino al 2023 e del 110% per le spese effettuate sino al termine del 2022. Inoltre, è opportuno precisare che per le unità immobiliari, la detrazione al 110% è applicabile esclusivamente per le spese sostenute entro lo scorso 30 settembre 2023. Solo nel caso in cui sia stato effettuato almeno il 30% dei lavori al 30 settembre 2022. Qualora, invece, i lavori sono stati avviati dal 1° gennaio 2023, si applica l’aliquota al 90%.

Inoltre, in tutti i casi in cui la Cilas per i lavori è stata presenta dopo il 17 febbraio 2023 non è possibile usufruire di cessione di credito e sconto in fattura.

Ecobonus ed altri

L’ecobonus è una agevolazione fiscale dedicata alla riqualificazione energetica dell’immobile. Questa misura è rivolta a tutti i cittadini che svolgono determinati lavori sull’immobile in cui possiedono un diritto reale, e prevede una agevolazione al 50% oppure al 65% in base alla tipologia di lavori svolti. Le agevolazioni possono arrivare fino al 75% per i lavori in condominio.

Questo bonus è stato prorogato fino al 31 dicembre 2024 e consente ai proprietari di immobili di ottenere detrazioni fiscali per una varietà di interventi energetici.

Inoltre, per la sostituzione di finestre ed infissi, fino a tutto il 2025 è possibile sfruttare il bonus barriere architettoniche. Si tratta di una detrazione fiscale del 75% in cinque anni. Infine, in caso di installazione di una caldaia si può avere accesso al 50% del bonus ristrutturazioni.

La sanatoria del governo sul superbonus

Il decreto superbonus (D.L. n. 212/2023, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 302 del 29 dicembre) decreta la fine della detrazione edilizia legata al superbonus. Almeno così per come era stata inizialmente ideata dal governo Conte. Tuttavia, si è cercato sino all’ultimo di trovare una soluzione utile per venire incontro a cittadini ed imprese che hanno sperato in una proroga per concludere i lavori con il massimo della detrazione possibile.

La norma, di fatto, salva i lavori certificati da SAL (Stato avanzamento lavori) entro il 31 dicembre 2023. Deve essere tenuto presente che non basta che le opere siano state fatturate ma devono essere anche asseverate e presenti sulla piattaforma Enea.

Questo, anche nel caso in cui i lavori non siano terminati, ma che presentino uno stato di avanzamento almeno pari al 30%. In altre parole, in caso di esercizio di opzione per la cessione del credito o sconto in fattura legato al un SAL emesso entro la fine del 2023, non vi sarà attività di recupero da parte dell’agenzia delle Entrate. Questo, anche nel caso in cui l’intervento non venga completato e non sia stato raggiunto il doppio salto di classe energetica prevista dalla legge.

Si tratta di una sorta di sanatoria che porta famiglie ed imprese ad evitare di dover restituire il credito fiscale maturato, per i lavori non conclusi.

Problema contenziosi

La sanatoria, tuttavia, non esclude completamente il rischio di contenziosi tra famiglie ed imprese. Di fatto, chi aveva approvato i lavori quando le regole prevedevano un’agevolazione al 110%, per tutte le spese che al 31 dicembre non avranno SAL, avranno un credito del 70%. Si tratta di una differenza che, di fatto, potrebbe essere costosa per le famiglie. Il rischio quello che potrebbero verificarsi blocchi ai cantieri già avviati.

Aiuto per famiglie con Isee fino a 15 mila euro

Il decreto (art. 1, co. 2, del D.L. n. 212/2023) prevede una particolare forma di agevolazione per le famiglie meno abbienti. In particolare, i soggetti beneficiari del superbonus che presentano una certificazione Isee fino a 15 mila euro (aumentato a un massimo di 36 mila euro per famiglie con due genitori e un figlio a carico) possono beneficiare di uno specifico fondo.

Interventi agevolati

Gli interventi agevolati con superbonus al 70%, sono quelli relativi a:

  • Edifici unifamiliari o singole unità immobiliari “indipendenti e autonome” site in edifici plurifamiliari;
  • Edifici interamente posseduti (anche in comproprietà) composti da due a quattro unità immobiliari, parti comuni di edifici condominiali, o singole unità immobiliari site all’interno dei predetti edifici o condomini.

Per questi interventi, entro il 31 dicembre 2023 deve esserci un SAL approvato di almeno il 60% dell’intervento. Lo Stato interviene per le spese sostenute dal primo gennaio al trentuno ottobre 2024. Questo, per le persone fisiche con un ISEE non superiore a 15.000 euro.

Fondo compensativo

Dal 1° gennaio 2024 lo Stato, attraverso uno specifico fondo compensativo (pare di circa 16 milioni di euro). Si tratta del fondo di cui al D.L. n. 176/2022. Le risorse del fondo devono andare a coprire il 30% mancante per le spese legate ad interventi effettuati sino al 31 ottobre 2024. Questo, a condizione di aver raggiunto almeno il 60% dello stato di avanzamento lavori. Ovviamente, con il raggiungimento del miglioramento di almeno due classi energetiche.

Il contributo sarà erogato, nei limiti delle risorse disponibili, dall’Agenzia delle Entrate. Questo secondo criteri e modalità determinati con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze da adottarsi entro sessanta giorni. L’importo erogato non concorrerà alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi. Questo è quanto si apprende dal Comunicato pubblicato dal Governo del 28 dicembre.

Superbonus 2024: novità per cessione del credito o sconto in fattura

Per quanto riguarda l’opzione per la cessione del credito o lo sconto in fattura il decreto in commento è intervenuto su due aspetti. In particolare:

  • L’art. 2, co. 1, del D.L. n. 212/23 prevede che l’esclusione dal blocco delle opzioni ex art. 2 co. 2 lett. c) secondo periodo del D.L. n. 11/23, per gli interventi di demolizione e ricostruzione eseguiti nelle aree classificate come zone sismiche di categoria 1, 2 e 3, si applicano esclusivamente in relazione agli interventi di demolizione e ricostruzione per i quali risulti presentata la richiesta di titolo abilitativo edilizio in data antecedente al 30.12.2023;
  • L’art. 3 co. 3 del D.L. n. 212/23 prevede l’estensione del blocco delle opzioni ex art. 2 del D.L. n. 11/23 anche agli interventi agevolati con il bonus barriere architettoniche (al 75%) ex art. 119-ter del D.L. n. 34/20, relativi a spese sostenute dal primo gennaio 2024. Questo ad esclusione di alcuni casi specifici.

Conclusioni

Nel 2024, la situazione del Superbonus in Italia subisce importanti cambiamenti. Le principali novità includono la cessazione delle agevolazioni per villette e unifamiliari, che ora possono usufruire dell’ecobonus, e la riduzione della percentuale di detrazioni fiscali al 70% per tutti i lavori effettuati a partire dal 1° gennaio 2024. È previsto un contributo a fondo perduto per famiglie con redditi inferiori a 15.000 euro, che copre le spese sostenute tra il 1° gennaio e il 31 ottobre 2024, a condizione che vi sia uno stato di avanzamento dei lavori di almeno il 60% al 31 dicembre 2023. Queste modifiche mirano a sostenere famiglie a basso reddito e a tutelare i cantieri aperti nei condomini.

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