Dopo la stagione estiva, il Governo inizierà a lavorare sulla prossima legge di bilancio e, una delle domande dei contribuenti, è quali saranno i bonus in busta paga confermati per il 2025.
Dalla conferma o meno dei bonus dipenderà anche l’importo dello stesso stipendio. Le diverse misure fino ad ora riconosciute hanno ridotto la differenza tra lo stipendio lordo e quello netto, ossia il cosiddetto cuneo fiscale. Nelle tasche dei contribuenti c’è stato un bel risparmio. Non cifre esageratamente alte, ma che sicuramente hanno contributo a dare un maggior respiro.
Anche se ancora è un po’ presto, ma ci sono, da parte del Governo, buone intenzioni per ridurre le tasse.
Facciamo un’analisi generale, cercando di capire quali saranno i bonus in busta paga confermati per il 2025.
Quali saranno i bonus in busta paga confermati anche per il 2025
Quest’anno, i lavoratori hanno potuto beneficiare di molte misure in busta paga che, soprattutto se sommate, hanno comportato stipendi più alti del solito.
Arrivati ad oltre la metà dell’anno, ci si inizia a chiedere quali di queste misure verranno confermate anche per il 2025 e, soprattutto, se verranno confermate.
Una domanda alla quale cercheremo di dare una risposta, basandoci su quelle che paiono essere le intenzioni del Governo. Probabilmente, però, è ancora presto per averne la certezza.
Quel che è certo è che dopo l’estate, il Governo inizierà a lavorare sulla prossima legge di bilancio, e valuterà sulla base di molti fattori, come le risorse e le spese, quali bonus in busta paga confermare anche per l’anno prossimo.
Su tre misure dobbiamo concentrare la nostra attenzione:
- Lo sgravio contributivo in busta paga;
- Il taglio dell’Irpef;
- Il bonus mamme lavoratrici.
Sgravio contributivo in busta paga
La prima misura di cui parleremo è lo sgravio contributivo che si applica ai redditi fino a 35.000 euro. Sicuramente, si tratta della misura più importante tra quelle che, attualmente, si applicano in busta paga.
Si pensi che, da solo, lo sgravio contributivo aumenta lo stipendio fino al 100 euro netti al mese: una somma che, sicuramente, fa molto comodo.
Come funziona? Lo sgravio contributivo riduce l’aliquota a carico del lavoratore dipendente, a differenza di quella del datore di lavoro che non viene toccata dalla misura.
L’aliquota a carico del dipendente è pari al 9,19% per il settore privato ed è pari all’8,80% per il settore pubblico.
Per capire meglio il funzionamento dello sgravio, prendiamo un lavoratore dipendente del settore pubblico che percepisce uno stipendio di 1500 euro. In questo caso, dovrà pagare 137,85 euro di contributi che, in realtà, vengono poi rimborsati dallo Stato per il finanziamento della pensione.
Nel 2024, i lavoratori con uno stipendio lordo non superiore a 2692 euro possono beneficiare di un’aliquota ridotta, nelle seguenti misure:
- 2,19% nel settore privato e 1,80% nel settore pubblico, per busta paga di importo fino a 1923 euro;
- 3,19% nel settore privato e 2,80% nel settore pubblico, per busta paga di importo superiore a 1923 euro e fino a 2.692 euro.
Sarà rifinanziato per il prossimo anno? Le intenzioni del Governo in proposito sono positive e si presume sarà rifinanziato con la prossima legge di bilancio. Una misura di questa portata è anche molto onerosa: serviranno, infatti, ben 10 miliardi di euro da reperire.
Taglio dell’Irpef
La seconda misura di cui parleremo è un altro dei cavalli di battaglia del Governo: il taglio dell’Irpef. Nel 2024, infatti, le aliquote hanno subito un cambiamento molto importante: il secondo scaglione è stato accorpato al primo con un’imposta al 23%.
Si tratta di una misura decisamente meno conveniente per i lavoratori interessati. Nel migliore dei casi, il risparmio generato dal taglio dell’Irpef può arrivare alla somma di 260 euro netti all’anno. Il risparmio/guadagno per i lavoratori è assai modico, ma il Governo, anche in questo caso, sembrerebbe poco disposto a rinunciare alla misura.
Anche in questo caso, però, un’eventuale riconferma per prossimo anno è tutta da vedere in base alle risorse che si riusciranno a reperire: insieme allo sgravio contributivo, si tratta di una misura particolarmente onerosa.
Bonus mamme lavoratrici
La terza e ultima misura ha dato una svolta alle buste paga è il bonus mamme lavoratrici. A differenza delle prime due, la misura abbatte completamente l’aliquota a carico della lavoratrice mamma, ma entro un importo annuo non superiore a 3000 euro.
Come funziona la misura?
- Per le mamme lavoratrici con due figli di cui almeno uno di età inferiore a 10 anni, il bonus si applica fino al 31 dicembre 2024;
- Per le mamme lavoratrici con almeno tre figli, di cui almeno uno minorenne, il bonus si applica fino al 31 dicembre 2026.
Sarà anche questa rinnovata? Probabilmente, la misura potrebbe essere rinnovata in favore delle lavoratrici con due figli. Ma sul bonus mamme, a differenza che sulle altre due misure, non si ha così tanta sicurezza circa una sua proroga.
Conclusioni
Quest’anno i lavoratori dipendenti hanno avuto a disposizione diversi bonus in busta paga: lo sgravio contributivo, il taglio dell’Irpef e il bonus mamme lavoratrici.
Arrivati a metà anno, ci si chiede quali di questi bonus in busta paga saranno confermati anche per il 2025.