Dal 1° gennaio 2026 la pubblica amministrazione potrà bloccare o decurtare automaticamente i compensi ai liberi professionisti che presentano debiti iscritti a ruolo. La legge di bilancio 2026, attualmente in discussione al Senato, estende e inasprisce il meccanismo previsto dall’art. 48-bis del DPR n. 602/73, eliminando la soglia di 5.000 euro finora prevista.
In questo articolo scoprirai:
- Come funziona esattamente il meccanismo di blocco e compensazione automatica;
- Quali professionisti sono coinvolti e da quando;
- Cosa allegare alla fattura elettronica per evitare problemi;
- Come verificare subito la tua posizione debitoria e metterti in regola.
Indice degli argomenti
Cosa prevede la nuova norma per i professionisti
La legge di bilancio 2026 interviene sull’articolo 48-bis del DPR n. 602/1973, introducendo il nuovo comma 1-ter specificamente dedicato ai compensi professionali. La modifica è contenuta nell’emendamento 129.82 (FdI), che sostituisce la contestata previsione originaria sull’obbligo di “DURC fiscale” per i professionisti.
Il testo dell’emendamento prevede che per le somme dovute a titolo di compensi professionali agli esercenti arti e professioni (art. 53 TUIR) non trovi più applicazione il limite di 5.000 euro previsto dal comma 1 dell’art. 48-bis. In presenza di importi iscritti a ruolo per tributi erariali, la PA non procederà al pagamento integrale ma tratterrà l’importo corrispondente al debito fiscale.
Questa novità rappresenta un cambio di paradigma: il blocco dei pagamenti, finora riservato ai soli debitori con cartelle superiori a 5.000 euro, si estende a qualsiasi importo iscritto a ruolo, anche minimo.
Come funziona il meccanismo di blocco e compensazione
Attualmente l’art. 48-bis del DPR n. 602/73 impone alle pubbliche amministrazioni e alle società a prevalente partecipazione pubblica una verifica preventiva prima di effettuare pagamenti superiori a 5.000 euro. Se il beneficiario risulta inadempiente (ossia ha cartelle esattoriali non pagate), la PA deve:
- Sospendere il pagamento in tutto o in parte;
- Segnalare la circostanza all’agente della riscossione;
- Attendere l’attivazione della procedura di pignoramento presso terzi;
In sostanza, se un professionista ha debiti iscritti a ruolo inferiori a 5.000 euro, oggi la PA paga regolarmente. Se invece i debiti superano tale soglia, scatta il blocco.
Cosa cambia dal 2026
Dal 1° gennaio 2026, per i soli professionisti, la soglia di 5.000 euro viene eliminata. Il nuovo meccanismo prevede:
| Situazione debitoria | Regime attuale (fino al 2025) | Nuovo regime (dal 2026) |
|---|---|---|
| Nessun debito iscritto a ruolo | Pagamento regolare | Pagamento regolare |
| Debiti fino a 5.000 € | Pagamento regolare | Storno automatico dalla fattura |
| Debiti oltre 5.000 € | Blocco totale del pagamento | Blocco o storno fino a concorrenza |
| Debiti in rateizzazione regolare | Pagamento regolare | Da verificare (in attesa di chiarimenti) |
La PA non si limiterà più a bloccare il pagamento, ma stornerà automaticamente dalla fattura l’importo necessario per coprire il valore delle cartelle esattoriali pendenti. Questo rende il meccanismo molto più rapido e invasivo rispetto al passato.
Chi sono i professionisti interessati
La norma riguarda tutti gli esercenti arti e professioni che producono redditi di lavoro autonomo ai sensi dell’art. 53 del TUIR e che emettono fatture verso la pubblica amministrazione. In particolare:
- Avvocati;
- Commercialisti e consulenti del lavoro;
- Ingegneri e architetti;
- Medici e professionisti sanitari;
- Consulenti tecnici e periti;
- Notai (per le prestazioni fatturate alla PA);
- Qualsiasi altro libero professionista con incarichi pubblici.
Il Consiglio nazionale forense ha definito la misura originaria come “vessatoria e discriminatoria“, sottolineando che anche irregolarità minime o meramente formali – come il mancato versamento del bollo auto o di una semplice contravvenzione – potrebbero comportare la decurtazione dei compensi dovuti.
Nel paragrafo successivo vediamo il nuovo adempimento obbligatorio per ricevere i pagamenti dalla PA.
Obbligo di allegare l’estratto ruolo alla fattura elettronica
Per consentire la verifica preventiva, il professionista sarà tenuto ad allegare alla fattura elettronica l’estratto ruolo rilasciato dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Si tratta di un nuovo onere documentale che si aggiunge agli attuali adempimenti della fatturazione elettronica verso la PA. In pratica, per ogni fattura emessa verso enti pubblici, il professionista dovrà:
- Richiedere l’estratto ruolo aggiornato all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (disponibile nell’area riservata del sito);
- Allegare il documento alla fattura elettronica tramite il Sistema di Interscambio;
- Attendere la verifica da parte della PA prima del pagamento.
Se dall’estratto ruolo emergono debiti iscritti a ruolo per tributi erariali, la PA procederà allo storno automatico dell’importo corrispondente.
L’estratto ruolo può essere richiesto gratuitamente accedendo con SPID, CIE o CNS all’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Prima di emettere fatture alla PA dal 2026, è fondamentale verificare periodicamente la propria posizione debitoria per evitare spiacevoli sorprese.
Cosa fare per tutelarsi prima del 2026
Per i professionisti che lavorano abitualmente con la pubblica amministrazione, è essenziale agire prima dell’entrata in vigore della norma. Ecco le azioni consigliate:
- Verificare la propria posizione debitoria: accedere all’area riservata dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione e controllare eventuali cartelle pendenti, anche di importo ridotto;
- Valutare la rottamazione quater o quinquies: se sono presenti debiti iscritti a ruolo, aderire alle definizioni agevolate in corso può consentire di regolarizzare la posizione prima del 2026;
- Richiedere la rateizzazione: in alternativa alla rottamazione, la rateizzazione ordinaria delle cartelle permette di ottenere il DURC e potrebbe evitare il blocco/storno dei compensi;
- Monitorare l’iter parlamentare: la norma è ancora in discussione e potrebbe subire modifiche prima dell’approvazione definitiva.
Per chi ha situazioni debitorie complesse o contestazioni in corso, è consigliabile una consulenza personalizzata per valutare la strategia più efficace prima dell’entrata in vigore.
Errori da evitare e aspetti critici
Non sottovalutare i “piccoli” debiti. Dal 2026, anche una cartella da 200 euro può comportare la decurtazione automatica dalla parcella. Il meccanismo non prevede soglie minime di esenzione per i professionisti, a differenza di quanto accade oggi.
Tra gli aspetti critici della norma, evidenziati anche dal Consiglio nazionale dei commercialisti, vi è l’assenza di:
- Una soglia minima dei debiti oltre la quale opera il blocco;
- Un limite massimo applicabile al compenso da sottoporre a storno.
Questo significa che, in teoria, un debito fiscale importante potrebbe azzerare completamente il compenso professionale maturato, con evidenti ricadute sulla liquidità dello studio.