L’Assegno unico per le famiglie con figli cala l’importo medio. Secondo i dati dell’Osservatorio statistico sull’Assegno unico in media ogni figlio di una famiglia riceve dallo Stato 170 euro al mese come aiuto.
Secondo l’Osservatorio INPS nel primo semestre 2025 l’Assegno unico ha raggiunto 9,7 milioni di figli, per una spesa di circa 9,8 miliardi. L’importo medio mensile si aggira intorno a 272 euro per nucleo familiare e 172 euro per figlio, ed è stabile rispetto al 2024.
Assegno unico: cala l’importo medio
L’Assegno unico universale è riconosciuto a tutte le famiglie con figli a carico. L’entità del contributo mensile varia in base all’età e al reddito Isee del nucleo.
L’Osservatorio statistico sull’Assegno unico universale dell’INPS ha registrato un calo negli importi del principale sostegno alle famiglie con figli. E’ stata rilevata una diminuzione sia rispetto al mese precedente, sia rispetto a giugno del 2024.
Gli importi medi raggiungono i 272 euro per famiglia, 172 euro per figlio. Nel mese di giugno l’assegno medio per figlio arriva a 170 euro, e arriva a 184 per i minorenni; 79 per i 18–20enni; 157 per disabili con 21 anni o più. La spesa mensile di giugno 2025 è pari a circa 1,6 miliardi.
A giugno 2025 il 50% dei beneficiari rientra nella fascia Isee fino a 17.227 euro e percepisce 224 euro a figlio. Circa il 23% appartiene a famiglie senza Isee o oltre 45.939 euro, in questo caso l’importo medio scende a 57 euro a figlio.
Giugno 2024 | Maggio 2025 | Giugno 2025 | |
Importo totale (milioni di €) | 1642,3 | 1608,9 | 1591,5 |
Importo | 271 € | 270 € | 269 € |
Importo per figlio | 171 € | 171 € | 170 € |
L’Inps spiega questo calo con la grande differenza tra gli adeguamenti all’inflazione del 2024 (+5,4%) e quelli del 2025 (+0,8%).
L’INPS ha chiarito che la media annuale è più alta rispetto a quella mensile di giugno e maggio perché l’Assegno unico tende ad avere importi maggiori all’inizio dell’anno, che calano poi durante i mesi centrali e finali. Nel rapporto, l’INPS ha chiarito che:
Tale andamento è conseguenza del fatto che gli importi del primo bimestre dell’anno, secondo quanto stabilito dalla norma istitutiva, sono riferiti all’Isee in corso di validità a dicembre dell’anno precedente, mentre per i mesi successivi in base all’Isee dell’anno stesso: a partire dunque dalla competenza di marzo, a coloro che non avevano presentato la dichiarazione Dsu nei primissimi mesi dell’anno sono stati corrisposti importi di Auu calcolati sul livello minimo.