L’assegno bancario è uno strumento a disposizione dei titolari di conto corrente consentendo di disporre della liquidità effettuando pagamenti. Inoltre, l’assegno bancario può essere trasferibile o non trasferibile. Si tratta di uno strumento utilizzabile da tutti, purché la banca in cui è presente il conto corrente abbia acconsentito all’utilizzo dell’assegno da parte del cittadino titolare del conto. I foglietti del blocco assegni vengono compilati da chi deve pagare una somma di denaro ad un altro soggetto, che riceve il documento cartaceo con cui ritirare la somma.
La compilazione dell’assegno è una procedura per cui prestare particolare attenzione. Eventuali errori possono causare la non corretta emissione dell’assegno stesso, e questo può comportare non pochi problemi al momento del pagamento.
Anche sull’emissione di un assegno bancario si può incorrere in sanzioni: è il caso in cui chi compila l’assegno, pagando una certa cifra ad un soggetto terzo, non abbia abbastanza denaro in banca per saldare lo stesso assegno. Emettere un assegno scoperto, ossia di un importo superiore alla liquidità depositata, costituisce illecito amministrativo e comporta l’irrogazione di sanzioni pecuniarie oltre che l’avvio di una procedura di segnalazione protesto. Vediamo più nel dettaglio cos’è l’assegno bancario e come procedere alla sua corretta compilazione.
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Che cos’è un assegno bancario?
L’assegno bancario è un metodo con cui il cittadino può scegliere di procedere al pagamento di determinati beni o servizi. L’assegno bancario viene utilizzato per pagare beni e servizi le cui cifre sono solitamente molto alte. Si tratta ad esempio di acquisti come: un autoveicolo, l’acquisto di immobili e oggetti di arredamento costosi, e così via.
Per l’assegno bancario tradizionale, il soggetto che lo compila per saldare un pagamento indica sul documento qual è la cifra che va a saldare, indipendentemente dalla banca, che ha solo accettato inizialmente di erogare gli assegni al soggetto. Questo vuol dire che il soggetto può incappare in sanzioni nel momento in cui sul conto corrente non è presente la cifra che si appresta a pagare tramite assegno bancario. L’assegno circolare invece presuppone un controllo in più della banca sulla cifra erogata tramite il pagamento, e la banca di fatto conferma che sul conto la cifra è presente.
L’assegno bancario si può facilmente utilizzare nel momento in cui si viene in possesso del blocco degli assegni fornito dalla banca. Il soggetto che riceve l’assegno compilato dal proprietario, può ritirare la cifra spettante consegnando a sua volta l’assegno ad una banca.
Le informazioni necessari per compilare correttamente un assegno bancario sono:
- Il nome dell’intestatario del conto;
- L’importo dell’assegno;
- Il nome del beneficiario
Per un importo superiore ai 1.000 euro, sull’assegno deve essere specificata la clausola Non Trasferibile, mentre per in importi più piccoli, invece, l’assegno può essere sia trasferibile che non trasferibile.
Assegno bancario e circolare
L’assegno bancario tuttavia può essere sostituito da un assegno circolare. La differenza principale tra i due è che l’assegno bancario può andare scoperto, nel caso in cui il soggetto emittente non disponga dei fondi sufficienti sul proprio conto. L’assegno circolare è equiparabile a denaro “contante”, in quanto la sua emissione è già stata legata alla provvista che il soggetto ha anticipato alla banca emittente. Per questo motivo, l’assegno circolare è lo strumento di pagamento utilizzato per acquisti importanti e di importo rilevante: es. immobili, autoveicoli, imbarcazioni, etc.
Quali sono le caratteristiche fondamentali di un assegno?
L’assegno è uno strumento di pagamento sostitutivo del denaro contante perchè:
- È pagabile “a vista“, può cioè essere pagato dalla banca del cliente che ha emesso l’assegno al momento della presentazione del titolo
- È un titolo di credito, ossia il beneficiario può trasferirlo ad altre persone. La circolazione dell’assegno deve rispettare certe formalità; in particolare, deve avere la “girata” e cioè la firma apposta sul retro dell’assegno da parte del beneficiario e di eventuali altri giranti; se invece l’assegno è al portatore, la circolazione può avvenire mediante semplice consegna (è per questo che è sempre bene indicare il beneficiario).
- L’assegno deve essere presentato per l’incasso entro un certo numero di giorni dalla data di emissione: otto giorni quando il comune di emissione è lo stesso di quello di pagamento (su piazza); quindici giorni se pagabile “fuori piazza” (in altro comune rispetto a quello di emissione).
Trascorsi gli 8 o i 15 giorni l’emittente può ordinare alla banca di non effettuare più il pagamento e viene meno la possibilità di attivare una serie di misure a protezione del beneficiario previste dalla legge in caso di mancato pagamento dell’assegno; la più importante è il “protesto“, che consente di agire per via giudiziaria al fine di ottenere la somma dovuta.
Tabella: caratteristiche principali dell’assegno bancario
Caratteristica | Descrizione |
---|---|
Emissione | Emettitore è il titolare del conto corrente bancario. |
Copertura | Deve avere una copertura adeguata sul conto per essere pagato. |
Beneficiario | Può essere specificato (nominativo) o lasciato aperto (al portatore). |
Trasferibilità | Può essere trasferibile, a meno che non sia indicato come “non trasferibile”. |
Validità | Generalmente valido per un periodo limitato (es. 6 mesi in Italia). |
Sicurezza | Meno sicuro rispetto a un assegno circolare, rischio di mancata copertura. |
Costo | Generalmente non ci sono costi aggiuntivi per l’emissione. |
Uso | Comune per pagamenti personali, transazioni commerciali, pagamenti di fatture. |
Responsabilità | La responsabilità del pagamento ricade sull’emittente dell’assegno. |
Procedura in caso di mancata copertura | Può comportare sanzioni legali e bancarie per l’emittente. |
Come si compila un assegno bancario?
Compilare un assegno bancario può sembrare un’operazione semplice, ma in realtà ci sono diverse regole da seguire e possibili errori da evitare. Di seguito puoi trovare molte informazioni su come compilare un assegno bancario. In particolare, per la compilazione di un assegno bancario “non trasferibile“. Inoltre, per ogni campo di compilazione puoi vedere gli errori più comuni nella compilazione.
Compilare un assegno bancario è un’operazione relativamente semplice. Tuttavia, è importante seguire alcune regole per evitare errori e malintesi. Ecco i passaggi da seguire per compilare un assegno. Di seguito le voci più importanti ed i correlati rischi di commettere errori.
Data
L’assegno deve riportare la data in cui è stato effettivamente emesso con indicazione di giorno, mese e anno. L’informazione è rilevante perché dalla data indicata sull’assegno decorre il termine utile perché chi lo riceve possa incassare il pagamento. Inoltre, la data di emissione è un’informazione che la banca utilizza per registrare il pagamento sul conto corrente.
Rischio
L’indicazione di una data successiva a quella effettiva (post-datazione) comporta rischi nel caso in cui chi emette l’assegno non disponga di danaro sufficiente al momento dell’emissione. La post-datazione, non consentita dalla legge, infatti non esclude che l’assegno venga comunque presentato per l’incasso; l’indisponibilità a pagare da parte di chi ha emesso l’assegno è sottoposta a sanzioni.
Importo
L’importo va indicato due volte: una volta in cifre, l’altra in lettere; quest’ultimo valore prevale in caso di discordanza. L’importo comprende anche due decimali, da riportare dopo la virgola in quello in cifre (ad esempio, € 500,20), dopo una barra in quello in lettere, ma sempre in forma numerica (ad esempio, € Cinquecento/20). Inoltre è bene far precedere e seguire al valore indicato in numeri il simbolo #, in modo che nessuno possa modificarlo in seguito.
Rischio
Per motivi di sicurezza, i decimali vanno sempre indicati sia dopo la virgola dell’importo in cifre, sia dopo la barra dell’importo in lettere anche se sono pari a zero. Si evita così il rischio che l’assegno, una volta emesso, possa subire variazioni nell’importo con l’aggiunta di altre cifre che possono trasformare l’importo stesso, ad esempio, da centinaia in migliaia di euro.
Beneficiario
L’indicazione del beneficiario consente a chi emette l’assegno di individuare con precisione la persona a favore della quale viene disposto l’ordine di pagamento. Se si vuole che il pagamento venga effettuato solo a favore del beneficiario indicato, l’emittente può apporre sull’assegno la clausola “non trasferibile”, cosa che, come si è visto, è sempre preferibile fare ed è comunque obbligatorio per gli importi pari o superiori a 1.000 euro.
Rischio
L’indicazione del beneficiario e la presenza della clausola di non trasferibilità, anche nei casi in cui non è obbligatoria, evitano che l’assegno circoli fra troppe persone e che comunque arrivi a persone non conosciute da chi lo ha emesso.
Firma
L’assegno deve essere firmato da chi lo emette in quanto la firma (detta di traenza) vale come ordine – per la banca – di effettuare il pagamento. La firma – che deve essere uguale a quella depositata presso la banca – va nell’apposito spazio; è consigliabile non usare lo spazio sottostante in quanto eventuali scritte o segni in questa zona possono impedire la lavorazione elettronica dell’assegno.
Rischio
La firma apposta manualmente, comprensiva di nome e cognome e uguale a quella depositata in banca, evita il rischio di perdite in caso di falsificazione della firma. Se non rilevabile dalla banca, la falsificazione della firma non consente a chi ha fatto l’assegno (traente) di recuperare eventuali pagamenti non effettivamente disposti. È preferibile utilizzare penne con inchiostro indelebile per evitare alterazioni difficilmente riscontrabili dalla banca e determinare il pagamento di assegni non conformi alla volontà dell’emittente.
Se l’assegno è privo anche di una sola delle informazioni necessarie, la banca ha il diritto di rifiutarne il pagamento a chi lo presenta. La completa e corretta compilazione rappresenta una forma di tutela per il cliente che lo emette, soprattutto contro il rischio di alterazioni del suo contenuto.
Clausola “non trasferibile“
Per limitare l’utilizzo di assegni a fini di riciclaggio del denaro proveniente da attività illecite (c.d. “denaro sporco“) il Decreto Legislativo 21 novembre 2007, n. 231 e successive modificazioni, ha previsto requisiti più stringenti nell’uso degli assegni bancari, e in particolare di quelli al portatore, con riferimento alla clausola di non trasferibilità e all’importo. La clausola “non trasferibile” è obbligatoria per trasferimenti pari o superiori a 1.000 euro (tale nuovo limite di importo – entrato in vigore il 31.12.2011 – è stato introdotto dal D. L. n. 201 del 6.12.2011 “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici” , convertito, con modificazioni, con Legge 214/2011).
Per questo motivo, gli assegni sono emessi con l’indicazione prestampata della clausola “non trasferibile” salvo esplicita richiesta contraria del cliente. I blocchetti di assegni privi della clausola “non trasferibile” (che possono essere utilizzati esclusivamente per importi inferiori a 1.000 euro) si possono richiedere in banca pagando la somma di euro 1,50 per ciascun assegno circolare o modulo di assegno bancario in forma libera, a titolo di imposta di bollo. In caso di violazione, è prevista l’applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie determinate in misura percentuale rispetto all’importo dell’assegno.
Come si compila un assegno non trasferibile?
Un assegno non trasferibile è un assegno che può essere incassato solo dal beneficiario indicato sull’assegno stesso. Compilare un assegno non trasferibile è simile alla compilazione di un assegno normale, ma è importante seguire alcune regole specifiche. Ecco i passaggi da seguire per compilare un assegno non trasferibile:
- Inserire la dicitura “non trasferibile“: è importante scrivere in modo chiaro e preciso la dicitura “non trasferibile” sulla riga dedicata al beneficiario dell’assegno.
- Firmare l’assegno: la firma deve essere apposta in modo chiaro e preciso nella riga dedicata alla firma dell’emittente.
- Inserire l’eventuale causale: è possibile inserire una causale o una nota nell’apposita riga dell’assegno.
Quali errori nella compilazione di un assegno?
Compilare un assegno può comportare diversi errori, alcuni dei quali possono avere conseguenze importanti. Ecco alcuni degli errori più comuni nella compilazione di un assegno:
- Errori di ortografia: è importante controllare attentamente l’ortografia del nome del beneficiario, in modo da evitare possibili errori.
- Errori nella scrittura dell’importo: è importante scrivere l’importo sia in cifre che in lettere in modo corretto, altrimenti l’assegno potrebbe essere considerato non valido.
- Mancata firma dell’emittente: l’assegno deve essere firmato dall’emittente, altrimenti non potrà essere incassato.
- Firma illeggibile: la firma dell’emittente deve essere leggibile e riconoscibile, altrimenti l’assegno potrebbe essere considerato non valido.
- Inserimento di una causale non ammessa: alcune causali non sono ammesse sulla riga dell’assegno, come ad esempio la dicitura “in contanti”.
Quanto tempo per incassare un assegno?
Per il soggetto che riceve un pagamento tramite assegno bancario, è importante sapere che esiste una scadenza, oltre la quale non è più possibile incassare l’assegno stesso. Per poter ritirare la somma dell’assegno, è necessario recarsi nella banca indicata dall’assegno stesso.
La banca in questo caso è necessariamente la stessa del soggetto che ha emesso l’assegno. L’assegno bancario può essere trasferibile o non trasferibile ad altri, in base alla decisione presa dal titolare del conto che lo ha emesso, e questa informazione viene riportata sul documento.
L’assegno bancario ha una scadenza, che dipende dal tipo di assegno. Nel caso in cui il comune in cui è stato emesso l’assegno coincida con quello del pagamento, ci sono otto giorni di tempo per poterlo incassare, mentre se non coincidono, il tempo arriva a 15. In questo periodo il soggetto che ha ricevuto l’assegno può recarsi alla banca di riferimento per incassare in denaro la cifra spettante, e i tempi sono pressoché immediati.
Trascorso il limite massimo permesso dalla scadenza, tuttavia, può accadere che la banca accetti comunque il pagamento dell’assegno, il termine temporale non è una discriminante assoluta, ma è consigliato in ogni caso ritirare la somma spettante nel più breve tempo possibile.
L’assegno circolare, a differenza dell’assegno bancario, garantisce un passaggio aggiuntivo: la banca effettua un controllo sul conto corrente del titolare che ha scelto di pagare con assegno bancario, per garantire al beneficiario la presenza della somma dovuta sul conto corrente. In questo caso viene applicato un controllo che garantisce la piena disponibilità del denaro, e si tratta di uno strumento in questo senso più sicuro rispetto al classico assegno bancario.
Tabella: tempi di incasso di un assegno bancario
Casistica | Scadenza di incasso |
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Assegni emessi e pagabili nello stesso Comune | 8 giorni |
Assegni emessi e pagabili in comuni diversi | 15 giorni |
Assegni esteri pagabili in Italia | 20 giorni |
Cosa fare in caso di assegno compilato male?
Se un assegno è stato compilato male, è importante prendere immediatamente provvedimenti per evitare conseguenze negative. In primo luogo, è possibile chiedere al beneficiario di restituire l’assegno e di emetterne uno nuovo con le informazioni corrette. In alternativa, è possibile richiedere alla banca di annullare l’assegno e di emetterne uno nuovo con le informazioni corrette. È importante agire con tempestività per evitare eventuali complicazioni.
Come si annulla un assegno?
Per annullare un assegno, è necessario richiedere alla banca di emittente di annullarlo. La richiesta deve essere fatta immediatamente dopo la compilazione dell’assegno, prima che venga incassato dal beneficiario. È possibile annullare un assegno anche se è già stato consegnato al beneficiario, ma in questo caso potrebbero esserci delle complicazioni. È importante contattare immediatamente la banca per segnalare il problema e chiedere come procedere.
Perché è utile compilare la matrice del libretto degli assegni?
La matrice del libretto degli assegni è un foglio presente all’interno del libretto stesso, che deve essere compilato dall’emittente ad ogni emissione di un assegno. La matrice contiene informazioni come il numero dell’assegno, la data di emissione, l’importo e il nome del beneficiario. Compilare la matrice del libretto degli assegni è utile per tenere traccia di tutti gli assegni emessi e incassati, in modo da evitare possibili errori e frodi.
Cosa fare con un vecchio libretto degli assegni?
Se si ha un vecchio libretto degli assegni che non viene più utilizzato, è importante distruggerlo in modo sicuro. È possibile farlo tagliando le pagine dell’assegno e smaltendole in modo sicuro, ad esempio tramite la raccolta differenziata. È importante non gettare il libretto degli assegni nella spazzatura normale, in modo da evitare il rischio di frodi.
Quali frodi potrebbero esserci con gli assegni?
Gli assegni sono uno strumento che può essere facilmente falsificato o contraffatto, il che rappresenta un rischio sia per le banche che per i clienti. Ecco alcune delle frodi più comuni legate agli assegni:
- Falsificazione dell’assegno: un assegno può essere facilmente falsificato, ad esempio cambiando l’importo o il nome del beneficiario.
- Smarrimento o furto dell’assegno: se un assegno viene smarrito o rubato, può essere incassato da un malintenzionato.
- Truffe dell’assegno vuoto: una truffa dell’assegno vuoto avviene quando un malintenzionato consegna un assegno vuoto al beneficiario, fingendo di averlo emesso per una somma elevata. In questo modo, il malintenzionato può ottenere beni o servizi senza pagare nulla.
- Credito fittizio: il credito fittizio è un tipo di frode che avviene quando un malintenzionato emette un assegno senza avere i fondi sufficienti sul proprio conto corrente. In questo modo, il malintenzionato può ottenere beni o servizi senza aver pagato nulla.
Cosa succede in caso di assegno insoluto?
L’assegno insoluto può avere diverse conseguenze sia per il beneficiario che per il titolare del conto bancario da cui è stato emesso. In primo luogo, il beneficiario dell’assegno può subire un ritardo nei pagamenti e ritrovarsi in difficoltà finanziarie se l’importo dell’assegno era necessario per coprire spese importanti o debiti scaduti. Inoltre, il mancato pagamento dell’assegno può portare ad un aumento delle spese legali per il beneficiario che decide di agire per ottenere il pagamento.
D’altra parte, il titolare del conto bancario da cui è stato emesso l’assegno può subire conseguenze ancora più gravi come il blocco del proprio conto corrente, l’impossibilità di emettere assegni in futuro e la segnalazione alla Centrale Rischi della Banca d’Italia, con conseguenti problemi di accesso al credito. Inoltre, l’emittente dell’assegno potrebbe subire anche una sanzione penale in caso di dolo o colpa grave.
Quando un assegno è emesso senza provvista?
L’assegno si dice “senza provvista” quando, una volta presentato per il pagamento entro il termine utile, sul conto corrente di chi lo ha emesso manchino le somme necessarie perchè la banca possa eseguire l’ordine di pagamento, anche solo per una parte dell’importo.
L’emissione di un assegno privo di provvista costituisce un illecito amministrativo punito dalla legge con sanzioni amministrative e con la “revoca di sistema” (L. n. 386/90 come modificata dal D.Lgs. n. 507/99).
Le sanzioni pecuniarie variano da € 516 a € 3.099 e possono salire ulteriormente in caso di importo facciale superiore a € 10.329 o di irregolarità commessa più volte (reiterazione). L’inosservanza delle sanzioni amministrative è punita con la reclusione. Le sanzioni possono essere evitate attraverso il pagamento tardivo dell’assegno; il pagamento tardivo comprende oneri accessori che fanno aumentare il costo per l’emittente.
Ulteriore conseguenza della mancanza di provvista è rappresentata dal “protesto“, atto pubblico con il quale viene accertato il mancato pagamento dell’assegno e viene data pubblicità della mancata provvista, con conseguente perdita della reputazione da parte di chi aveva emesso l’assegno.
In aggiunta alle sanzioni pecuniarie, tenuto conto della gravità dell’illecito o dell’importo dell’assegno o degli assegni emessi, il Prefetto può infliggere altre sanzioni che comportano il divieto di emettere altri assegni bancari per un periodo non inferiore a due anni. Nei casi più gravi, l’illecito comporta anche l’applicazione, per almeno due mesi, di una o più delle seguenti sanzioni: interdizione dall’esercizio di attività professionale o imprenditoriale; interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese; incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione.
Nel caso di emissione di assegno senza autorizzazione l’illecito si perfeziona all’atto della sua emissione e non è sanabile.
Quali sono le cautele e i rischi per il beneficiario di un assegno?
Colui che riceve un assegno deve osservare una serie di cautele per ridurre il rischio di non ricevere le somme di denaro dovute. La banca può rifiutare il pagamento qualora l’assegno sia privo di alcune informazioni, oppure quando presenti alterazioni che ne rendono incerta la veridicità. In particolare, il beneficiario deve controllare che l’assegno:
- Sia compilato in tutte le sue parti: data e luogo di emissione, importo, firma
- Riporti il nome del beneficiario e la clausola “non trasferibile” qualora l’importo sia pari o superiore a 1.000 euro
- Non rechi una data diversa da quella effettiva di emissione; la data successiva (assegno post-datato) può presupporre la mancanza di denaro sul conto corrente di chi l’ha emesso; l’indicazione di una data antecedente all’emissione (assegno retro-datato) riduce il termine utile per la presentazione all’incasso, la cui scadenza non permette di tutelarsi in caso di mancato pagamento dell’assegno
- Non presenti abrasioni, che potrebbero indicare tentativi di correzione o alterazione delle somme che intendeva pagare chi l’ha emesso (e quindi tentativi di falsificazione)
- Non sia mancante di un angolo dal momento che, una volta che l’assegno è incassato, è uso che la banca tagli un angolo per evitare che assegni già pagati vengano di nuovo utilizzati.
Il trasferimento dell’assegno mediante “girata” consente il pagamento a persona diversa dal beneficiario originario. La girata non può subordinare il pagamento ad alcuna condizione o riferirsi a una parte dell’importo dell’assegno e può essere apposta solo se il titolo è privo della clausola non trasferibile (e quindi di importo inferiore a 1.000 euro). In caso contrario l’assegno è pagabile solo al beneficiario e non anche ai successivi possessori.
Cos’è il pagamento tardivo di un assegno?
Nel caso di emissione di assegno senza provvista l’applicazione delle sanzioni e della revoca può essere evitata tramite un pagamento tardivo, ossia il pagamento effettuato entro 60 giorni dalla scadenza del termine utile per la presentazione dell’assegno ai fini dell’incasso. Oltre all’importo dovuto e non pagato l’emittente dovrà versare, a titolo di oneri accessori, una penale pari al 10% della somma, gli interessi legali calcolati sull’importo dell’assegno per il periodo che intercorre fra la data di presentazione dell’assegno e quella del pagamento tardivo e le spese relative al protesto.
La banca è tenuta a informare, entro il 10° giorno dalla presentazione dell’assegno per il pagamento (preavviso di revoca), il cliente della mancanza di provvista e della possibilità di sottrarsi all’avvio delle sanzioni attraverso il pagamento tardivo dell’assegno. Quest’ultimo può essere effettuato in diversi modi, tra i quali la costituzione presso la banca su cui è tratto l’assegno di un deposito vincolato da destinare al definitivo pagamento dell’assegno.
L’applicazione delle sanzioni e l’iscrizione nella CAI sono escluse solo quando il pagamento tardivo è comprensivo anche degli oneri accessori.
La prova dell’avvenuto pagamento dovrà essere fornita dal traente alla banca trattaria entro il 60° giorno dalla scadenza del termine di presentazione del titolo. In caso di protesto, tale prova dovrà essere fornita anche al Pubblico Ufficiale (Notaio, Ufficiale giudiziario, o segretario comunale nei comuni privi di notaio e ufficiale giudiziario) che ha redatto l’atto di protesto, al fine di evitare l’applicazione di sanzioni amministrative.
Cosa fare in caso di assegno insoluto
In caso di assegno insoluto è possibile adottare diverse misure per tutelarsi e ottenere il pagamento dell’importo dovuto. Ecco alcuni consigli:
- Verificare l’autenticità dell’assegno: prima di accettare un assegno, è importante verificare che sia autentico e che l’emittente abbia sufficiente provvista sul proprio conto bancario per coprire l’importo indicato sull’assegno.
- Richiedere il pagamento a mezzo di bonifico o altri strumenti di pagamento sicuri: se si ha qualche dubbio sulla provvista del titolare del conto bancario, è possibile richiedere il pagamento a mezzo di bonifico bancario o altri strumenti di pagamento sicuri che garantiscono il trasferimento immediato dei fondi.
- Agire prontamente: in caso di assegno insoluto, è importante agire prontamente e informare il beneficiario dell’assegno della situazione. È possibile agire legalmente per richiedere il pagamento dell’importo dovuto entro i termini di prescrizione previsti dalla legge.
Tabella: procedura di insoluto per un assegno bancario
Fase | Descrizione |
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Identificazione dell’insoluto | Quando un assegno è presentato per l’incasso ma non può essere onorato per mancanza di fondi, viene segnalato come insoluto. |
Comunicazione al beneficiario | La banca del beneficiario informa il beneficiario del mancato pagamento. |
Registrazione nell’archivio centrale | L’emissione di un assegno senza copertura viene registrata nell’archivio centrale della banca dati CAI (Centrale Allarme Interbancaria). |
Conseguenze per l’emittente | L’emittente dell’assegno può subire conseguenze legali e bancarie, come l’inserimento nella lista dei cattivi pagatori e restrizioni nell’emissione di nuovi assegni. |
Soluzione della situazione | L’emittente può regolarizzare la situazione pagando il dovuto e le eventuali penalità, oppure stipulando un accordo con il beneficiario. |
Cos’è il protesto?
Il protesto è un atto pubblico con il quale viene accertato in modo formale da parte di un notaio o di un ufficiale giudiziario il mancato pagamento di un assegno. Il protesto è importante perché consente a chi ha presentato l’assegno e non abbia ricevuto il pagamento di potere agire per via giudiziaria per ottenere la somma dovuta contro l’emittente, il beneficiario indicato sul titolo, coloro che abbiano fatto circolare l’assegno mediante girata (azione di regresso), nonché nei confronti dei soggetti che hanno garantito il pagamento dell’assegno (avallo).
L’atto di protesto presuppone che l’assegno sia stato presentato per il pagamento entro il termine utile.
Gli effetti del protesto, inoltre, prevedono la pubblicazione nel Registro informatico dei protesti, curato dai Presidenti delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, e la comunicazione al Prefetto competente per territorio.
Perché le banche non stanno più favorendo l’emissione di assegni?
Negli ultimi anni, le banche stanno limitando sempre di più l’emissione degli assegni. Ci sono diversi motivi per cui le banche non favoriscono più l’uso degli assegni:
- Costi elevati: emettere e gestire gli assegni comporta dei costi elevati per le banche, che preferiscono promuovere altre forme di pagamento più convenienti.
- Sicurezza: gli assegni sono uno strumento che può essere facilmente falsificato o contraffatto, il che rappresenta un rischio sia per le banche che per i clienti.
- Difficoltà di monitoraggio: gli assegni sono un mezzo di pagamento che richiede una maggiore attenzione da parte delle banche per monitorare eventuali frodi o operazioni sospette.
- Difficoltà di incasso: gli assegni possono richiedere tempi di incasso molto lunghi, il che può rappresentare un problema per i beneficiari che hanno bisogno di liquidità immediata.
Al posto dell’assegno bancario gli istituti bancari stanno promuovendo la diffusione del bonifico immediato (o istantaneo).
Il bonifico istantaneo
Il bonifico immediato è un’opzione di trasferimento di denaro che è stata introdotta per fornire un’alternativa più veloce e sicura rispetto agli assegni tradizionali. A differenza degli assegni, che possono richiedere giorni o addirittura settimane per essere incassati e depositati, i bonifici immediati sono in grado di trasferire fondi in pochi secondi, generalmente entro 10 secondi dalla loro emissione. Si tratta di uno strumento bancario estremamente sicuro.
Il bonifico immediato può essere utilizzato per pagare fornitori, effettuare acquisti online o inviare denaro a parenti e amici, in modo rapido ed efficace. Per effettuare un bonifico immediato, è necessario disporre dei dati bancari del beneficiario, tra cui il codice IBAN e la BIC (Bank Identifier Code) o SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication) code. Questo servizio è disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, compresi i giorni festivi.
Va sottolineato che il bonifico immediato ha un costo leggermente superiore rispetto ai bonifici tradizionali, ma è molto più veloce e affidabile rispetto agli assegni. Inoltre, la maggior parte delle banche consente di effettuare bonifici immediati tramite servizi online o attraverso l’app mobile della banca, il che rende ancora più facile e conveniente l’uso di questo metodo di pagamento. Il costo di un bonifico istantaneo è variabile e dipendente dalla banca aderente. Indicativamente si aggira intorno ai 3 euro, ma ci sono banche che prevedono un costo di 5 euro e altre online che praticano invece prezzi molto più bassi, fino 1,50 euro.
Qual è il limite massimo per un bonifico istantaneo?
L’importo massimo di un bonifico SEPA istantaneo è di 5.000 euro giornalieri per un massimo di 2 operazioni giornaliere. L’importo massimo per il primo bonifico SEPA istantaneo disposto verso un nuovo IBAN beneficiario è di 1.000 euro, trascorse 48 ore sarà possibile effettuare bonifici con importi superiori.
Ci sono rischi con il bonifico istantaneo?
Unico svantaggio del bonifico istantaneo, è l’impossibilità di revocare l’ordine di pagamento come invece è possibile fare – seppure entro poche ore – con i bonifici ordinari: una volta dato, l’ok, il bonifico non potrà essere annullato.
Tabella: bonifico istantaneo
Bonifico Istantaneo
Caratteristica | Descrizione |
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Definizione | Un bonifico istantaneo è un trasferimento di denaro elettronico che avviene in tempo reale, o quasi, tra due conti bancari. |
Tempistica | Il trasferimento avviene in pochi secondi o al massimo entro alcuni minuti, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. |
Limiti di Importo | Di solito ci sono limiti massimi per i bonifici istantanei, solitamente di 5.000 euro. |
Costi | Possono essere applicati costi aggiuntivi rispetto ai bonifici tradizionali, a seconda della politica della banca. |
Aree di Utilizzo | Comunemente usato in Europa, con un crescente numero di banche che si uniscono alla rete dei bonifici istantanei. |
Sicurezza | Livello di sicurezza elevato, con sistemi di autenticazione e verifica allineati alle normative bancarie moderne. |
Accessibilità | Disponibile generalmente attraverso i canali di internet banking o le app delle banche. |
Conclusioni
In conclusione, l’assegno bancario rimane uno strumento di pagamento versatile e diffuso, nonostante la crescente popolarità di metodi elettronici come il bonifico e le carte di credito. La sua semplicità d’uso, unita alla capacità di controllare i pagamenti e gestire i flussi di cassa, lo rende ancora oggi una scelta valida in molti contesti, sia personali che aziendali. Tuttavia, è essenziale essere consapevoli delle sue caratteristiche, dei rischi di mancata copertura e delle normative che regolano il suo utilizzo. Con una gestione responsabile e un’adeguata conoscenza, l’assegno bancario può servire efficacemente le necessità di pagamento di individui e imprese.
Domande frequenti
Emettere un assegno senza copertura sufficiente sul conto può portare a sanzioni legali e bancarie, inclusa la segnalazione in centrali rischi come il CAI (Centrale Allarmi Interbancaria).
Sì, è possibile bloccare un assegno bancario, ma solo in circostanze specifiche come furto, smarrimento o frode.
Si può verificare l’autenticità di un assegno controllando la presenza di elementi di sicurezza, come filigrane o ologrammi, e verificando l’identità e la firma dell’emittente.
Accettare un assegno bancario comporta alcuni rischi, come la mancata copertura. Per ridurre i rischi, è consigliabile verificare la reputazione e l’affidabilità dell’emittente.