Scopri come qualificare correttamente i proventi da carried interest, evitando la riqualificazione in reddito da lavoro dipendente. Analisi dei requisiti dell'art. 60 D.L. n. 50/2017 e della risposta a interpello n. 252/E/25 dell'Agenzia delle Entrate.
I piani di incentivazione basati su carried interest rappresentano uno degli strumenti utilizzati per allineare gli interessi del management a quelli degli investitori. Questi meccanismi premiano i manager con un ritorno economico "più che proporzionale" al raggiungimento di determinati obiettivi, incentivandoli a creare valore nel medio-lungo periodo. Tuttavia, la linea di demarcazione tra un provento di natura finanziaria e una forma di retribuzione mascherata è estremamente sottile e costantemente monitorata dall'Amministrazione Finanziaria.
La corretta qualificazione fiscale di tali proventi è cruciale: una tassazione come reddito finanziario (imposta sostitutiva al 26%) è ben diversa da una, ben più onerosa, come reddito da lavoro dipendente (aliquote marginali IRPEF e contributi previdenziali). In questo articolo, analizzeremo in dettaglio la normativa, la Risposta ad interpello n. 252/E/25 e un recente caso pratico per offrirti una guida completa su come strutturare un piano di carried interest fiscalmente efficiente.
Cos'è il carried interest e perché è strategico?
Il "carried interest" è una forma di remunerazione variabile, tipica delle operazioni di private equity e venture capital, ma sempre più diffusa anche in contesti aziendali tradizionali. Consiste nel riconoscere a manager, amministratori o dipendenti chiave una quota dei proventi generati da un investimento, che risulta superiore rispetto alla loro partecipazione proporzionale al capitale.
L'obiettivo è duplice:
Allineamento degli Interessi: I manager, partecipando direttamente al successo dell'investimento, sono motivati a massimizzare il valore per tutti i soci, non solo a raggiungere obiettivi di breve termine;
Ritenzione dei talenti: Offrire una partecipazione agli utili futuri è un potente strumento per attrarre e trattenere figure professionali strategiche per la crescita aziendale.
La sfida, tuttavia, non risiede nella sua implementazione economica, ma nella sua corretta configurazione fiscale.
La rilevanza della qualificazione fiscale: reddito finanziario vs. reddito di lavoro dipendente
Il cuore del problema è la natura del provento percepito dal manager. Secondo il principio di onnicomprensività sancito dall'art. 51 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), tutte le somme e i valori percepiti in relazione a un rapporto di lavoro costituiscono reddito di lavoro dipendente. Questa qualificazione comporta:
Tassazione secondo gli scaglioni progressivi IRPEF, che possono raggiungere il 43%;
Applicazione delle addizionali regionali e comunali;
Assoggettamento a contr...
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