L’Agenzia delle Entrate ha individuato le potenziali situazioni a rischio che possono compromettere i rimborsi derivanti dai modelli 730.
Col Provvedimento n. 277593 del 1 luglio 2025, l’Agenzia delle Entrate ha definito i criteri di selezione delle dichiarazioni modello 730 con esito a rimborso che saranno sottoposte a controllo preventivo confermando i criteri già utilizzati negli scorsi anni.
Il controllo preventivo per il modello 730 con rimborso si basa sul co. 3-bis dell’art. 5 D.Lgs. n. 175/2014. Tale disposizione prevede che, in caso di presentazione della dichiarazione direttamente o tramite sostituto d’imposta, con modifiche che incidono su reddito o imposta e che presentano elementi di incoerenza o determinano un rimborso superiore a 4.000 euro, l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli preventivi entro quattro mesi dal termine di trasmissione. Questo significa, nel caso, che il tempi per l’ottenimento dell’importo richiesto si dilatano.
Controlli preventivi sui rimborsi Modello 730
Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate recepisce quanto disposto dall’art. 5 co. 3-bis D.Lgs. n. 175/2014 e detta i nuovi criteri che puntano a individuare le dichiarazioni dei redditi che, a seguito di modifiche rispetto alla precompilata, presentano elementi di incoerenza e possono dar luogo a rimborsi non dovuti o irregolari.
Secondo il provvedimento dell’Agenzia, sono considerati elementi di incoerenza:
- Scostamento per importi significativi rispetto ai dati risultanti dai modelli di versamento, dalle certificazioni uniche e dalle dichiarazioni dell’anno precedente;
- Presenza di altri elementi di significativa incoerenza rispetto ai dati inviati da enti esterni o a quelli esposti nelle certificazioni uniche;
- Situazioni di rischio individuate in base alle irregolarità già verificatesi negli anni precedenti.
Si tratta di tutte quegli elementi che determinano un rimborso di importo superiore a 4.000 euro. Verranno sottoposte a controllo preventivo le dichiarazioni che avendo presentato delle modifiche rispetto alla versione precompilata, hanno delle discrepanze rilevanti nei dati o una cronologia di comportamenti anomali. Il controllo, in questi casi, avviene attraverso la richiesta di documenti al contribuente (ex art. 36-ter del DPR n. 600/73).
Di fatto, quindi, il contribuente prima di modificare la dichiarazione precompilata deve essere “sicuro” delle modifiche effettuate, in quanto potrebbe avere un rischio elevato di essere sottoposto a controllo preventivo prima dell’erogazione dell’eventuale rimborso.
Il rimborso spettante, a seguito di controllo, viene erogato entro sei mesi dal termine previsto per la trasmissione della dichiarazione o dalla data effettiva di trasmissione, se successiva. Restano fermi tutti gli altri controlli previsti in materia di imposte sui redditi.
Controlli alle dichiarazioni trasmesse dai CAF o professionisti
Un aspetto fondamentale riguarda l’estensione dei controlli anche alle dichiarazioni trasmesse tramite CAF o professionisti abilitati. Per i CAF e i professionisti abilitati, comporta un controllo più accurato della documentazione fornita dal contribuente e una maggiore trasparenza nella comunicazione dei possibili esiti del controllo preventivo.
Tempi e modalità dei controlli preventivi
L’Agenzia delle Entrate può disporre i controlli preventivi sia in via automatizzata che tramite verifica documentale, entro quattro mesi dalla presentazione della dichiarazione, o dalla scadenza se successiva. L’erogazione del rimborso avverrà non oltre sei mesi dalla scadenza o dalla data di trasmissione, secondo quanto previsto dalla normativa vigente.