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Permessi e congedi per i genitori lavoratori dipendenti

Fisco NazionaleFiscalità del lavoroPermessi e congedi per i genitori lavoratori dipendenti

I genitori lavoratori dipendenti possono fruire di una serie di agevolazioni, sotto forma di permessi e congedi. Le possibilità sono davvero tante: i congedi parentali e familiari, i riposi orari e i permessi giornalieri.

In alcuni casi, però, per poter fruire di queste possibilità è opportuno il rispetto di determinate condizioni.

Per quanto riguarda il congedo parentale, la Legge di Bilancio ha introdotto alcune novità, prevedendo due mesi con l’indennità all’80%.

Nel testo, spieghiamo come funziona il congedo parentale, in base alle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio e parliamo anche dei permessi e dei riposi orari spettanti ai genitori lavoratori dipendenti.

Quali permessi e congedi spettano ai genitori lavoratori dipendenti

I genitori lavoratori dipendenti vengono ampliamente tutelati, con il riconoscimento di una serie di congedi, obbligatori e facoltativi, e permessi e riposi per conciliare l’attività lavorativa e la vita familiare. Infatti, quello tra la vita professionale e personale è sempre un equilibrio molto delicato e, alcune volte, anche molto difficile da trovare.

Gli stessi congedi familiari previsti per i lavoratori sono molteplici. Alcune misure sono addirittura cumulabili tra loro, altre previste solo in via alternativa. I congedi, inoltre, sono anche indennizzati, in parte o in toto.

Sicuramente, una delle principali misure è il congedo parentale che, nel 2024, ha subito qualche interessate modifica apportata dalla Legge di Bilancio. Inoltre, i lavatori dipendenti con figli, in alcune situazioni, possono fruire anche di permessi e riposi.

Cosa si intende per congedo familiare? In linea di massima, con congedo familiare ci riferiamo ad una ampia categoria di assenze giustificate e anche, per la maggior parte, indennizzate da parte del datore di lavoro e dall’Inps. Come abbiamo già spiegato, i permessi e i congedi rientranti in questa categoria devono essere necessariamente utilizzati per assolvere ai bisogni attinenti alla vita familiare e alla cura dei figli.

I datori di lavoro non possono opporsi alla richiesta del congedo o dei permessi. Possono solo, eventualmente, pretendere che il dipendente rispetti il periodo di preavviso oppure, solo in circostanze eccezionali, chiedere al lavoratore una data alternativa.

Congedo parentale 2024

Il congedo parentale è una misura prevista dalla legge che permette ai genitori di assentarsi dal lavoro per occuparsi dei bisogni affettivi e relazionali del figlio.

Si tratta di un periodo di astensione facoltativa dal lavoro che viene anche retribuito, ma entro determinati limiti. Il congedo può essere richiesto fino al compimento dei 12 anni del figlio.

I genitori, dopo la fine del congedo di maternità o paternità possono fruire di altri giorni di permesso dal lavoro per dedicarsi ai bisogni del figlio.

Quanti giorni spettano per legge?

  • Madre lavoratrice dipendente: 6 mesi;
  • Padre lavoratore dipendente: 6 mesi, elevabili a 7 se questo si astiene dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato non inferiore a 3 mesi;
  • Genitore solo: 11 mesi.

Come funziona il congedo parentale per i lavoratori dipendenti

Il congedo parentale dell’Inps consiste in un periodo di astensione facoltativa dal lavoro, da parte del padre o della madre, da fruire dopo il congedo obbligatorio.

Si tratta di una possibilità concessa ai genitori lavoratori dipendenti. Come confermato dalla circolare n. 57, del 18 aprile 2024, viene riconosciuto un periodo di congedo parentale massimo:

  • 10 mesi, per entrambi i genitori che si astengono congiuntamente;
  • 6 mesi, per la sola madre;
  • 6 mesi, per il solo padre.

Gli ulteriori periodi di congedo del genitore sono indennizzati solo quando il
reddito individuale del richiedente sia inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo di
pensione AGO e sempre entro i 12 anni di vita del figlio.

Sono, altresì, tutelati anche i nuclei familiari monogenitoriali e i genitori soli. In questi casi particolari, il congedo spetta anche:

  • In caso di morte o di grave infermità dell’altro genitore;
  • Nel caso di abbandono oppure per mancato riconoscimento del minore da parte dell’altro genitore;
  • Nei casi di affidamento esclusivo del minore a un solo genitore.

A chi spetta il congedo parentale all’80%

Il primo mese di congedo viene retribuito all’80%, anziché al 30%, in base a quanto stabilito dalla Legge di Bilancio del 2023. Tuttavia, deve essere fruito dai genitori lavoratori dipendenti che rientrano al termine del congedo di maternità, purché dal 1° gennaio 2023.

Il mese di congedo parentale retribuito all’80% deve essere goduto entro i primi sei anni di vita del figlio.

Congedo parentale pagato al 60%

La Legge di bilancio del 2024 modifica ancora la disciplina, aggiungendo un mese retribuito al 60%, sempre entro i primi sei mesi di vita del figlio.

Si tratta di una novità molto importate che non pone, comunque, cambiamenti alla durata e neppure al limite di giorni indennizzabili. Ciò che cambia è solo l’importo, considerato che il secondo mese viene pagato al 60% e non al 30% della retribuzione.

La novità viene applicata solo in favore dei lavoratori che rientrano dal congedo di paternità o maternità successivamente al 1° gennaio 2024. Per quest’anno anche nel secondo mese di fruizione l’indennità sarà pari all’80%, per poi scendere al 60% solamente a decorrere dal 2025.

Ricapitolando:

  • Entro il 31 dicembre 2024: 2 mensilità di tale indennità sono elevate all’80% della
  • retribuzione, ma solo se se usufruite entro il compimento di sei anni di vita del figlio e in modalità ripartita
  • tra i genitori o da uno soltanto di essi;
  • A partire dal 2025: una mensilità di tale indennità è elevata all’80% della retribuzione, mentre la seconda mensilità è indennizzata al 60%, se la fruizione avviene entro il compimento di sei anni di vita del figlio e in modalità ripartita tra i genitori o da uno soltanto di essi.

Quando spettano permessi e riposi?

Il diritto di prendersi cura di un figlio ammalato è fondamentale e imprescindibile. Infatti, oltre ai congedi parentali, di maternità e di paternità, esistono anche permessi specifici per le situazioni in cui i figli necessitano di assistenza, a causa di malattie.

Sia il padre che la madre possono assentarsi dal lavoro e alternarsi nell’assistenza del figlio malato. Se il figlio ha meno di tre anni, allora i genitori hanno il diritto all’assenza per l’intero periodo di malattia.

Invece, se il bambino ha un’età compresa tra i tre anni e gli otto anni, allora i genitori possono assentarsi fino ad un massimo di cinque giorni lavorativi all’anno.

Inoltre, è bene far presente che è sempre possibile utilizzare le ferie e i permessi personali per assister il figlio malato: questi saranno egualmente retribuiti.

Congedo obbligatorio della madre

Le madri lavoratrici dipendenti hanno diritto ad un periodo di congedo di maternità obbligatorio. Il periodo decorre, di norma, dai due mesi precedenti la data presunta del parto ai tre mesi dopo la data effettiva del parto.

Però, in alternativa, la madre può anche astenersi dal lavoro esclusivamente dopo il parto, entro i cinque mesi successivi allo stesso. In questo caso, è necessaria la certificazione di idoneità rilasciata dal medico specialista del SSN o con esso convenzionato e dal medico competente.

Congedo obbligatorio del padre

Se ne parla un po’ meno, ma anche il padre lavoratore dipendente, a partire dai due mesi precedenti la data presunta del parto ed entro i cinque mesi successivi, si deve astenere dal lavoro per 10 giorni lavorativi. I giorni di congedo obbligatorio non sono frazionabili ad ore e devono essere utilizzati in modo continuativo.

Il padre può fruire del congedo negli stessi giorni in cui anche la madre è assente dal lavoro per il congedo obbligatorio di maternità.

Come richiederlo? La richiesta deve essere effettuata in forma scritta al datore di lavoro, con almeno un anticipo di cinque giorni.

Precisiamo, infine, che per i periodi di fruizione del congedo di paternità obbligatorio è riconosciuta un’indennità giornaliera pari al 100% della retribuzione media globale giornaliera.

Quando spetta il congedo straordinario

Per i lavoratori dipendenti è prevista, altresì, un’altra formula di congedo, questa volta straordinario. Spetta ai lavoratori che assistono un soggetto portatore di handicap in situazione di gravità riconosciuta dall’apposita commissione dell’ASL.

Il congedo straordinario può essere fruito per una durata massima di due anni nell’arco dell’intera vita lavorativa del dipendente. Il periodo è coperto da contribuzione figurativa e determina per il richiedente la maturazione del diritto ad un’indennità totalmente a carico dell’Inps.

Conclusioni

I lavoratori con figli vengono ampliamente tutelati, per far sì che possano conciliare la vita lavorativa con la cura dei figli.

Sono disponibili, quindi, diverse agevolazioni, sotto forma di congedi, permessi e riposi retribuiti.

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